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I processi di intermediazione finanziaria


Gli elementi per una teoria dell’intermediazione finanziaria.
L’organizzazione degli scambi nel sistema finanziario: scambio diretto, assistito e intermediato.
L’osservazione degli scambi effettuati nel sistema finanziario consente di distinguere le seguenti modalità organizzative di trasferimento:
* Scambio diretto e autonomo, in cui i datori e prenditori di risorse finanziarie (o più generalmente gli attori della domanda e dell’offerta) scambiano senza far ricorso ad alcun intermediario, se non per ragioni meramente tecniche (es. esecuzione di ordini di acquisto/vendita sul mercato mobiliare)
* Scambio diretto e assistito, in cui gli attori della domanda e dell’offerta sono controparti dirette, ma non negoziano autonomamente poiché sono assistiti da un intermediario che svolge ruolo di ricerca e selezione della controparte per uno degli scambisti (es. collocamento di valori mobiliari nel mercato primario per conto di un’impresa emittente oppure la gestione di patrimoni mobiliari per conto di terzi)
* Scambio indiretto o intermediato, in cui gli attori non scambiano direttamente e quindi non divengono controparti dirette della negoziazione. Il trasferimento di risorse finanziarie si realizza per circuito diretto o intermediato mediante l’intervento di uno o più intermediari che assumono il ruolo di “scambista intermedio” che si costituisce debitore nei confronti del datore primario di risorse finanziarie e creditore verso il prenditore finale di risorse: quindi l’intermediario “interpone” il proprio stato patrimoniale tra questi due soggetti
Nei primi 2 tipi di circuiti di scambio, gli strumenti finanziari impiegati sono costruiti dagli stessi prenditori finali (secondo gli sui del mercato) e sono in prevalenza rappresentati da valori mobiliari.
Nel 3° tipo di circuito è, invece, lo stesso intermediario che produce gli strumenti finanziari necessari per lo scambio, i quali assumono di solito la forma di attività/passività finanziarie non trasferibili (se non mediante particolari tecniche di cessione e/o cartolarizzazione) poiché in tal modo vi è maggiore opportunità di modellare i profili tecnico-giuridico-contrattuali sulle preferenze degli scambisti.
Nb: è importante rilavare che la categoria dello scambio diretto e assistito si caratterizza per una notevole variabilità del grado di intensità dell’intervento dell’intermedio finanziario; ciò dipende dall’ampiezza della delega o del mandato che questo ha ricevuto dal cliente. Tuttavia vi è una distinzione giuridica fondamentale: nello scambio diretto assistito l’intermediario agisce per nome e per conto del cliente e perciò stipula contratti che hanno effetto giuridico ed economico direttamente in capo a questi; diversamente nello scambio indiretto l’intermediato sottoscrive in proprio gli effetti giuridico-economici dei contratti o strumenti (in genere due) posti in essere per realizzare il trasferimento delle risorse. 
Dal punto di vista formale e terminologico:
* il complesso delle attività svolte dall’intermediario nell’ambito dei circuiti di scambio diretto e assistito viene definito intermediazione mobiliare, in quanto essa si realizza in genere su strumenti di mercato mobiliare.
* Mentre, l’attività di scambio indiretto e intermediato viene definita intermediazione creditizia, per la veste di creditore/debitore normalmente assunta dall’intermediario finanziario.
La teoria dell’intermediazione finanziaria si propone di identificare le ragioni economiche dell’esistenza degli intermediari e più analiticamente di spiegare la diversificazione delle funzioni di intermediazione e il funzionamento delle aziende che le svolgono. In prima approssimazione l’approccio metodologico di tale teoria consiste nel verificare i presupposti dell’ipotesi teorica di perfezione del mercato finanziario46 e quindi correlare l’esistenza degli intermediari con le condizioni di imperfezione che caratterizzano molti aspetti dell’attività finanziaria. 

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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