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I circuiti reali e i circuiti monetari


L’utilizzo della moneta nel regolamento degli scambi comporta uno sdoppiamento dei circuiti economici; ogni scambio si caratterizza cioè per 2 flussi di segno opposto:
* quello dei beni/servizi dal venditore al compratore
* quello della moneta dal compratore al venditore
Questi 2 flussi non sono necessariamente simultanei, il regolamento monetario potrebbe essere posticipato (credito del venditore) o –più raramente- anticipato (credito del compratore).
Produttori e utilizzatori (dei beni e dei servizi) sono collegati da un duplice circuito, uno di natura reale e uno di natura monetaria.
- circuito dei beni/servizi e dei fattori produttivi (circuito reale)
- circuito dei prezzi (ricavi)e delle remunerazioni del lavoro e del capitale (circuito monetario)
Si può osservare un’ulteriore distinzione tra:
- circuito dei beni/servizi, costituito dai prodotti che vengono venduti agli utilizzatori finali (flusso reale) e dai ricavi corrispondenti sotto forma di prezzo pagato ai produttori (flusso monetario)
- circuito dei fattori produttivi, rappresentato dalle prestazioni di lavoro o dagli apporti di capitale (flusso reale) e dai redditi pagati come compenso delle prestazioni stesse (flusso monetario)

I valori risultanti da questi 2 circuiti sono equivalenti, cioè il valore dei beni/servizi prodotti e venduti corrisponde alla somma delle remunerazioni (compresi i profitti) pagate per la loro produzione (reddito nazionale). Questi sono anche due possibili metodi per misurare il valore dell’attività produttiva di un paese in  un certo arco di tempo.
Il prodotto finale (Y) può, quindi, essere visto come somma del valore dei beni e servizi destinati al consumo (C) e del valore dei beni di investimento utilizzati nelle attività produttive (I):
                    Y = C + I
La misura più comune di questo fenomeno è quella del Prodotto Interno Lordo (PIL), cioè di un aggregato rappresentativo la produzione finale del paese e riferibile alle unità produttive operanti all’interno del paese stesso.
Il Reddito Nazionale equivalente può essere visto nella sua ripartizione tra spesa per consumi (C) e quota di reddito non consumata, cioè Risparmio (S):
                    Y = C + S
Il risparmio accumulato nel sistema è alla base delle spese d’investimento.
in un’economia chiusa, deve essere S = I, vale a dire che la formazione del capitale reale (I) è vincolata all’accumulazione di risparmio e che la produzione deve essere sostenuta, oltre che dalla domanda per consumi (C), da una domanda per investimenti (I) che corrisponde al pieno utilizzo del risparmio (S).
in un’economia aperta, la formazione del capitale si raccorda con l’accumulazione di S e con il saldo degli scambi del paese nei confronti dell’estero. Ci sono due casi:
S < I (l’economia può avere un surplus di investimenti I rispetto al capitale disponibile S): in tal caso la differenza sarà finanziata con risorse risparmiate in altri paesi, e ciò corrisponde al saldo negativo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti (importazioni > esportazioni)
S > I, che indica l’impiego di una parte del risparmio nazionale da parte di altre economie (saldo positivo della bilancia dei pagamenti)

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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