Elenco fonti del diritto
ELENCO FONTI DEL DIRITTO
Le fonti di diritto sono:
1- Costituzione → disegna la struttura dello Stato, le funzioni degli organi costituzionali, stabilisce alcuni principi fondamentali per la disciplina dei rapporti
2- Leggi + decreti legislativi (emanati dal governo in base ad una legge-delega) + decreti legge (emanato dal governo in caso di necessità e urgenza) + leggi regionali + convenzioni internazionali
La competenza regionale è per alcune materie esclusiva, per altre concorrente (la legge nazionale può solo dettare i principi fondamentali che la regione deve rispettare nell’esercizio della sua autonomia legislativa).
Sul conflitto tra leggi regionali e nazionali decide la Corte costituzionale su ricorso del governo o della giunta regionale.
La ratifica delle convenzioni internazionali avviene attraverso legge ordinaria
3- Regolamenti → emanati da governo, regioni, province, comuni e autorità indipendenti (Consob, garante della privacy, garante della concorrenza e del mercato, garante delle comunicazioni).
I regolamenti governativi (regolamenti di esecuzione) disciplinano l’esecuzione delle leggi dettando norme applicative
4- Norme corporative → erano regole che trovavano fonte nei contratti collettivi aventi efficacia normativa generale in quanto stipulati da organizzazioni sindacali dell’ordinamento fascista.
Art. 39 della costituzione prevede la stipulazione di contratti collettivi aventi efficacia normativa generale in quanto stipulati da rappresentanze di sindacati registrati.
5- Usi → fanno parte dell’ordinamento se richiamate da una delle fonti precedenti e in materie non regolate da altra fonte; vale solo in caso di “generale e costante uniformità di comportamento” + “convinzione di osservare un obbligo giuridico”
- Usi normativi → consuetudine come fonti di diritto (es. effetti di un contratto rispetto a situazioni non previste dalle parti)
- Usi contrattuali → modo in cui comunemente si regolano particolari questioni negli accordi contrattuali (es. art. 1340 considera inserite nel contratto, anche nel silenzio delle parti, le clausole d’uso). Non è necessaria uniformità di comportamento
- Usi interpretativi → modo in cui comunemente viene inteso un termine o una clausola
Costume = modo di comportarsi prevalente in un tempo e in luogo → è criterio cui il giudice deve ricorrere per precisare il contenuto di regole formulate in modo volutamente generico (es. il buon costume, la fedeltà..)
Equità = equilibrata soluzione del conflitto d’interessi → non è fonte di diritto ma in alcuni casi il giudice può risolvere la causa secondo equità → fonte secondaria
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Dettagli appunto:
- Autore: Fabio Merenda
- Università: Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
- Facoltà: Economia
- Corso: Economia Aziendale
- Esame: Diritto privato
- Docente: Prof. Roberto De Michel e Prof. Giuseppe Roccioletti
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