La solidità patrimoniale e finanziaria
La solidità di un'impresa è il primo pilastro cardine dell'analisi di bilancio
Essa presenta due accezioni:
1) richiama le condizioni di equilibrio tra investimenti e finanziamenti: cd. equilibrio temporale;
2) fa riferimento alla dipendenza finanziaria da terzi, cioè all'equilibrio fra fonti proprie e di terzi.
Bisogna analizzare i mix delle scadenze. Una società può avere solo mezzi di terzi e non mezzi propri o viceversa; avere solo mezzi di terzi, però, è rischioso poiché se si alzano i tassi di interesse l'impresa non riesce a far fronte ai suoi impegni.
C'è un collegamento tra queste due accezioni: un'impresa che ha una forte dipendenza da terzi in prima battuta non ha un elevato equilibrio di lungo termine tra investimenti e finanziamenti.
La solidità, dunque, è come la capacità di un'impresa di perdurare nel tempo in modo autonomo, rimanendo solvibile: cioè riuscendo a far fronte a tutti i propri debiti che siano di breve, medio o lungo periodo.
L'ambiente economico in cui opera l'impresa può essere caratterizzato da fenomeni sfavorevoli, come la recessione. Se l'azienda è solida sarà in grado di superare le fasi di recessione che causano problemi (ad esempio, mancanza di lavoro). L'analisi della solidità usa dei valori che si ottengono dallo stato patrimoniale riclassificato; per la costruzione degli indici si usano i valori di fine periodo.
La solidità di un'impresa è analizzabile rispetto a:
1) Dimensione, che si divide in:
- rapporto di indebitamento;
- grado di copertura dell'attivo fisso netto;
- margine di struttura;
- grado di ammortamento;
2) Sviluppo, che si divide in:
- tasso di variazione del capitale investito;
- tasso di autofinanziamento.
Indebitarsi costa meno rispetto all'apporto di capitale da parte dei soci, anche se i soci apportano un capitale che non ha scadenza e che non comporta dei vincoli rigidi in termini di remunerazione. Infatti, se il ritorno finanziario ottenuto chiedendo il denaro a prestito è maggiore del ritorno che si avrebbe investendo capitale dei soci (quindi capitale proprio), questo differenziale positivo va a beneficio dei soci; infatti, gli oneri finanziari che gravano su un prestito concesso dalla banca, anche se con delle limitazioni, può essere dedotto (in dichiarazione dei redditi). L'impresa, dunque, deve avere una buona capacità reddituale poiché se è molto alto in suo indebitamento, su questi prestiti gravano gli interessi passivi, che dovranno essere coperti da un RO molto alto. Se l'indicatore ha un valore insoddisfacente, le cause possono essere:
1) effettiva sotto capitalizzazione;
2) ridotta efficienza nell'impiego del capitale investito.
L'analisi per indici presuppone la simultanea interpretazione di tutti gli elementi disponibili poiché questi costituiscono un sistema.
Essa presenta due accezioni:
1) richiama le condizioni di equilibrio tra investimenti e finanziamenti: cd. equilibrio temporale;
2) fa riferimento alla dipendenza finanziaria da terzi, cioè all'equilibrio fra fonti proprie e di terzi.
Bisogna analizzare i mix delle scadenze. Una società può avere solo mezzi di terzi e non mezzi propri o viceversa; avere solo mezzi di terzi, però, è rischioso poiché se si alzano i tassi di interesse l'impresa non riesce a far fronte ai suoi impegni.
C'è un collegamento tra queste due accezioni: un'impresa che ha una forte dipendenza da terzi in prima battuta non ha un elevato equilibrio di lungo termine tra investimenti e finanziamenti.
La solidità, dunque, è come la capacità di un'impresa di perdurare nel tempo in modo autonomo, rimanendo solvibile: cioè riuscendo a far fronte a tutti i propri debiti che siano di breve, medio o lungo periodo.
L'ambiente economico in cui opera l'impresa può essere caratterizzato da fenomeni sfavorevoli, come la recessione. Se l'azienda è solida sarà in grado di superare le fasi di recessione che causano problemi (ad esempio, mancanza di lavoro). L'analisi della solidità usa dei valori che si ottengono dallo stato patrimoniale riclassificato; per la costruzione degli indici si usano i valori di fine periodo.
La solidità di un'impresa è analizzabile rispetto a:
1) Dimensione, che si divide in:
- rapporto di indebitamento;
- grado di copertura dell'attivo fisso netto;
- margine di struttura;
- grado di ammortamento;
2) Sviluppo, che si divide in:
- tasso di variazione del capitale investito;
- tasso di autofinanziamento.
Indebitarsi costa meno rispetto all'apporto di capitale da parte dei soci, anche se i soci apportano un capitale che non ha scadenza e che non comporta dei vincoli rigidi in termini di remunerazione. Infatti, se il ritorno finanziario ottenuto chiedendo il denaro a prestito è maggiore del ritorno che si avrebbe investendo capitale dei soci (quindi capitale proprio), questo differenziale positivo va a beneficio dei soci; infatti, gli oneri finanziari che gravano su un prestito concesso dalla banca, anche se con delle limitazioni, può essere dedotto (in dichiarazione dei redditi). L'impresa, dunque, deve avere una buona capacità reddituale poiché se è molto alto in suo indebitamento, su questi prestiti gravano gli interessi passivi, che dovranno essere coperti da un RO molto alto. Se l'indicatore ha un valore insoddisfacente, le cause possono essere:
1) effettiva sotto capitalizzazione;
2) ridotta efficienza nell'impiego del capitale investito.
L'analisi per indici presuppone la simultanea interpretazione di tutti gli elementi disponibili poiché questi costituiscono un sistema.
Continua a leggere:
- Successivo: L'analisi della redditività
- Precedente: La riclassificazione del conto economico
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.