Tipi di DNA
Tipi di DNA
Cristallizzando il DNA, ne sono stati evidenziati 3 tipi: A, B e Z.
A e B sono molto simili: A non è saturato d’acqua, B è saturato (forma più simile al DNA cellulare).
Z esprime la transizione verso la forma dinamica pronte ad interagire con le proteine che riconoscono sequenze specifiche.
Alla base di questi meccanismi c’è la transizione ANTI → SIN, inizio di tutte le trasformazioni.
DENATURAZIONE
Un verso dell’elica sinistrorso permette un’esposizione alla superficie della sequenza (despiralizzazione) per ottenere maggiori interazioni con le proteine. Lo stesso effetto è ottenibile sul DNA artificiale attraverso denaturazione-rinaturazione.
Vengono esposti i componenti che hanno un massino di assorbimento nell’UV.
Il sistema a doppia elica resiste alla sollecitazione termica fino a 80° C (temperatura di fusione del DNA), dopo collassa per perdita delle interazioni deboli (non c’è più avvolgimento, le basi non sono più mascherate). Processo di denaturazione.
La curva T vs. A è a sinusoide: l’effetto è di tipo cooperativo, basta che pochi punti siano destabilizzati, per destabilizzare l’intera struttura.
Abbassando la temperatura, il sistema torna normale. Processo di rinaturazione.
PCR (reazione a catena della polimerasi): attraverso cicli di riscaldamento, le doppie eliche si allontanano, e si duplicano, abbassando la temperatura di rinaturazione.
STRUTTURE SUPERSECONDARIE
Struttura supersecondaria: avvolgimenti sulle doppie eliche: molto evidente nel DNA circolare (presente in plasmoidi e virus) in cui i due terminali 5’ e 3’ sono saldati, con l’asse della doppia elica avvolto attorno a se stesso come attorno ad un cilindro, il cui segnale d’inizio viene dato dalle basi in nucleotidi adiacenti.
Si trovano nelle cellule procariote e nei mitocondri, che sono strutture che si devono mantenere molto compatte per via dello spazio ridotto.
I filamenti del DNA si associano strettamente alle proteine con funzione di sistema di protezione che mantiene quiescente il sistema informativo. Negli eucarioti le proteine sono protammine, ma soprattutto istoni. Si dispongono associandosi attraverso i gruppi acidi della doppia elica per dare i nucleosomi, costituendo una struttura quaternaria attorno a cui si avvolge un tratto di duplex: si forma un ottamero, con l’istone maggiore che si dispone a chiudere la struttura sulla superficie esterna. Il DNA quiescente si organizza secondo queste gerarchie strutturali, a dare complessi inerti in successione (sistema a “filo di perle”) che ha un avvolgimento in modo da creare una specie di solenoide con anse che interagiscono con sistemi proteici di ordine superiore per dare un aggregato.
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