Il Piano Regolatore Generale di Assisi
Il piano Astengo per Assisi del 1955/57
Astengo è uno degli urbanisti più illustri e qualificati che l'Italia abbia avuto. È l'autore della voce “urbanistica” del dizionario di storia dell'arte. È stato anche direttore della rivista Urbanistica, che era una delle poche riviste in lingua italiana. Il piano per Assisi rappresenta uno dei livelli più alti, per quanto riguarda le elaborazioni pratiche e teoriche dell'epoca. Rappresenta un modello da imitare in merito al PRG, ai PPE ed elaborazioni progettuali semplificative che riguardano il PRG e i PPE. Il piano ha svolto una funzione didattica proprio per la chiarezza metodologica con cui è fatto. Purtroppo poi non verrà mai nemmeno adottato dal comune e rimarrà solo una bella previsione.
Astengo, percepisce la gerarchia dei piani ma fa un altro passo avanti: non li vede come processi distinti o concatenati, l'una conseguenza dell'altro, ma come processi che devono essere seguiti e attuati contemporaneamente, sinergicamente → VISIONE SINOTTICA.
Nel 1955, Assisi è poco più del centro storico, è molto piccola spazialmente e ha avuto poche trasformazioni nel tempo. Non vi è, ad esempio, un grande quartiere ottocentesco di espansione. Ha di contro, un grande territorio agricolo con caratteristiche differenti (piano, montuoso e collinare), un territorio abbastanza complesso. È un territorio di forte vocazione agricola, e nel 1955 mantiene ancora intatta la sua identità storica, naturalistica e paesaggistica. È un territorio a economia depressa, non ancora investito dall'industrializzazione, che presenta anche problemi di emigrazione. A quei tempi si spingeva molto nel settore industriale, mentre quello agricolo era considerato un settore del passato. Però, nonostante le varie problematiche, il paesaggio agricolo di Assisi, era di notevole qualità. Da considerare anche l'importanza del centro medievale, che risentiva del passaggio di maestri come Giotto e Cimabue.
Astengo considera tutti questi vari aspetti, economici, paesaggistici e storici e conduce un'attenta analisi delle varie problematiche. Cerca di garantire, da un lato, lo sviluppo economico, e dall'altro di tutelare il paesaggio e le radici storiche culturali della città visione sinottica.
Da un'analisi scientifica delle potenzialità economiche del territorio, Astengo attribuisce al settore agricolo un ruolo dominante per lo sviluppo futuro. Da ricordare che però, uno strumento urbanistico, ha come primo compito di regolare gli sviluppi del suolo e di prevedere il suo andamento futuro, è diverso da un piano di programmazione economica.
Il ragionamento di Astengo anticipa un po' i tempi, è d'avanguardia, per quanto riguarda tutte le innumerevoli analisi e i sottoinsiemi d'indagine (es. divisione in settori del terreno agricolo, non considerato solo come verde indifferenziato). Per l'epoca era un livello molto alto di approfondimento qualitativo.
Analisi dello stato di fatto
Il territorio di Assisi copre una superficie di 18000 ettari a forma grossolanamente circolare con centro nel capoluogo e raggio medio di 8 km; è per un terzo pianeggiante e per i restanti due terzi collinare e montano. In questo variato e complesso ambiente naturale, l'antico insediamento umbro aveva trovato tutti gli elementi atti a una completa economia agro-silvo-pastorale, ad una salubre residenza, oltre che ad una facile difesa.
Assisi medioevale, oltre ad utilizzare la struttura viaria romana, la completa con una fitta rete di radiali, che dalla pianura convergono alle porte della città murata, ascendendo in linea retta le pendici del monte. Solo in tempi molto vicini, il plurisecolare sistema radiale della pianura viene rapidamente sconvolto sia dalla linea ferroviaria, che di colpo ne ha troncato ed insterilito alcuni rami. Il sistema radiale plurimo in vicinanza del capoluogo è stato così distrutto e sostituito da un sistema a fuso. Attraverso questo fuso Assisi è inserita nella rete di traffico regionale ed irregolare, e su di esso si innesta la rete di traffico minore che utilizza i più antichi tracciati.
Attualmente il territorio comunale è ripartito ai fini amministrativi in capoluoghi e venti frazioni comprendenti 46 località abitate.
Le analisi
La sua impostazione di pensiero è tipicamente razionalista e scientifica. Condusse tutte queste meticolose analisi affinché il piano fosse adottato, dalle istituzioni politiche, e che potesse essere concretamente attuato → finisce male.
1. La popolazione:
Distribuzione territoriale della popolazione
Struttura della popolazione
Disoccupazione
2. L'economia: Agricoltura e foreste
Bilancio agrario
Bilancio foraggero
Secondario e terziario
Industria
Artigianato
Commercio
Turismo
3. Indagine storica: Censimento valori architettonici e urbanistici della città entro le mura.
A quest'aspetto diede molto rilievo. È un'analisi sia storica sia architettonica circa gli edifici storici e quelli di nuova costruzione e riguarda la problematica di come questi si debbano inserire e relazionare con quelli già esistenti e di rilevanza storica. La città storica è vista come un'organismo unico, non viene condotta un'analisi elemento per elemento, ma viene fatta un'analisi della città nel suo complesso. L'obiettivo principale è fare coesistere questi elementi venendo a creare un insieme omogeneo. Questa iniziativa è molto innovativa per l'epoca. Anche qui furono anticipati i ragionamenti che poi saranno fatti in seguito nella carta di Gubbio.
Della città entro le mura si legge subito l'assetto medievale (non ortogonale). Oltre gli spazi edificati si possono notare anche spazi verdi, probabilmente adibiti a orti o a piccole colture. Vuole attuare un recupero del centro storico e prevedere espansioni future assetto equilibrato che tiene conto di entrambe le situazioni e che prevede un'espansione sicuramente circoscritta e il recupero delle preesistenze. 4. Situazione abitazioni e famiglie:
Problema abitativo
Affollamento e/o degrado
Le analisi che riguardano la città storica, non tengono conto solo degli aspetti fisici, ma si occupano anche di quelli sociali e demografici. Vi è il bisogno di quantificare i bisogni futuri. Perché associa le indagini sulle condizioni fisiche e sulle condizioni economiche?
Ad esempio per stabilire la tipologia di interventi, ossia se questi devono essere di iniziativa pubblica, pubblico/privata o privata, è logico che famiglie con un reddito minimo non si possono incaricare di finanziare la ristrutturazione e in quel caso se ne deve occupare il comune. Inoltre queste indagini servono a capire quali interventi siano più urgenti e quali meno. Le analisi in condizioni di estremo degrado erano addirittura analizzate a livello di unità abitativa.
Attuale destinazione delle aree
Per quanto riguarda l'analisi sui servizi, viene valutato se questi siano sufficienti o carenti. Viene stabilita la loro eventuale collocazione all'interno o all'esterno del centro storico. L'analisi serve anche a stabilire la disposizione dei servizi in modo da creare equità d'accesso in termini di distanza spaziale, in altre parole che le abitazioni siano distanti in modo equo dai vari servizi. Inoltre è da contare, in alcuni casi, un problema d'incompatibilità fra le attività commerciali e la struttura che le ospita. Caso per caso bisogna o trasferire il servizio in un'altra struttura o di adattare un minimo la struttura al servizio. Le analisi circa le condizioni del manufatto, servono a stabilire la tipologia d'intervento (pubblico o privato) da attuare. Serve anche a valutare quale servizio allocare o no (ad es. se è già un edificio di proprietà pubblica allocherò un servizio pubblico).
Centri minori (frazioni)
Sintesi delle analisi e prospettive di sviluppo: • Finalità degli interventi economici;
• Finalità degli investimenti pubblici.
Previsioni del Piano Regolatore Generale
Il ragionamento alla base del piano è di prevedere una crescita controllata della città. Questa era prevista soprattutto nella zona di S. Maria degli Angeli posta al di fuori della città entro le mura. Oltre ciò era prevista una grande tutela del terreno agricolo, diviso in varie categorie.
Altro aspetto era il divieto categorico di edificare entro 2 km dal centro della città storica, eccezion fatta per quelle previsioni piccolissime e contenute dove erano previsti quartieri residenziali. Su questi però, Astengo, sottolinea che siano fatti dei PPE in modo tale da poter controllare e condurre in modo più accurato e controllato la costruzione di tali quartieri. Se non fosse stata un'iniziativa pubblica, da un punto di vista privato, si sarebbe fatto un piano di lottizzazione.
P: livello di cogenza più alto non sono ammesse deroghe.
A: è un livello un po' più debole.
I: è ancora meno rigido. Ad es. per il territorio agricolo il livello di cogenza complessivo è di tipo P. Quello più specifico (vigneto, pascolo ecc.) è di tipo I, è solo un suggerimento. Però il livello P prevede che quel territorio debba essere solo agricolo e mai industriale o edificabile.
Nelle zone abitative ci sono sempre tre livelli di cogenza, per contribuire a creare un procedimento logico di espansione e costruzione, che tiene conto del valore tempo. Ad es. non si può costruire prima nella zona I, fino a che la zona P non sia satura.
• Destinazioni agricole
• “Aree di riserva” per espansioni residenziali e impianti industriali
D.U. Ammesse: (Possibili)
• Zone residenziali di completamento • Aree per future istituzioni religiose
D.U. Prescritte: (Inderogabili)
• Sedi ferroviarie e strade • Aree pubbliche e private entro le mura
• Aree di espansione residenziale del capoluogo
• Aree residenziali di completamento ed espansione (Frazione S. Maria degli Angeli)
• Aree a specifica destinazione industriale e artigianale
• Attrezzature e servizi
• Castelli
Previsioni del Piano Particolareggiato per la città entro le mura
Quella della città entro le mura, è la concretizzazione di tutte le analisi condotte precedentemente. Studio della struttura urbana storica e sue trasformazioni.
Censimento dei valori architettonici e urbanistici. Indagine sulle abitazioni e le famiglie.
Attività economiche e attrezzature collettive.
Le previsioni
Limitazione traffico automobilistico. Incremento verde pubblico.
Vincolo “non altius tollendi”.
• Per tutti gli edifici esistenti: non sono consentite sopraelevazioni, incrementi di altezza.
Vincolo “non aedificandi” (cfr. con la legenda del P. Particolareggiato).
• Per tutte le aree in edificate: non si può costruire in orti o terreni verdi all'interno delle mura. Ad eccezione di indicazioni Piani Particolareggiati. • P.P. città entro le mura
• P.P. espansione fuori Porta Nuova
Prescrizione di piano particolareggiato (primi interventi per immediata attuazione del piano).
Planimetria generale e sistemazione a terra dell'area di Porta e Piazza S. Pietro.
Planimetria di Piazza S. Chiara e conca di Mojano. Primo comparto di risanamento a Porta Perlici: rilievo della situazione di fatto. Comparto di risanamento a Porta Perlici: progetto.
Inoltre: Vincolo “non aedificandi”
• Sul territorio circostante le mura per un raggio di 2 Km.
• Sul Monte Subasio (oltre 500 m. s.l.m.) Rigorosa difesa ambientale.
Comparto di Porta Perlici: comparto significa sottoinsieme a livello più di quartiere, che serve come approfondimento volto all'attuazione del PPE. Questa zona era quella più disagiata e degradata, sia fisicamente che socialmente. L'amministrazione avrebbe dovuto condurre un recupero molto attento, che avrebbe posto le basi per altri interventi. Il dettaglio qui arriva alla scala edilizia.
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Dettagli appunto:
- Autore: Martina Scozzari
- Università: Università degli Studi di Palermo
- Facoltà: Architettura
- Corso: Architettura
- Esame: Urbanistica
- Docente: Francesco Lo Piccolo
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