Progetto Cova
Veneto agricoltura ha attivato per conto della Regione Veneto un progetto avicolo mirato alla salvaguardia di razze autoctone venete. L’intervento denominato CO.VA. (Conservazione e Valorizzazione di razze avicole Venete) prende in considerazione alcune delle razze che per aspetti storici, socio-culturali e potenzialità produttive, sono state giudicate interessanti e meritevoli di tutela e valorizzazione. Tra le cause dell’attuale limitata diffusione di queste razze, si possono citare la esasperante offerta di prodotti standardizzati e il diffuso impiego di incroci in grado di raggiungere elevate performance produttive. Tuttavia, lo sviluppo di micro filiere locali e di nicchi, quali strategie da contrapporre ai processi di globalizzazione dei mercati, sono oggi degli interventi particolarmente interessanti anche nel settore avicolo, con l’impiego di razze locali che per certi caratteri sono superiori agli ibridi commerciali. Anche in aree marinali tali caratteri possono dare risultati economici di tutto rispetto a testimonianza di un patrimonio genetico che non può essere assolutamente disperso. La realizzazione del progetto oltre al coinvolgimento del Dipartimento di SZ di Padova e dell’istituto Zooprofilattico delle Venezie , coinvolge l’azienda sperimentale Sasse Rami e alcuni Istituti professionali e agrari veneti. Questo progetto coinvolge 4 specie : pollo, tacchino, anatra e faraona e per ogni specie sono state prese in considerazione alcune razze quali la razza Pepoi, Padovana (caratterizzata da ernia craniale), Polverara, Robusta Lionata, Robusta Maculata ed Ermellinata di Rovigo per il pollo; Camosciata per la faraona; Mignon e Germanata Veneta per l’anatra ed Ermellinato di Rovigo, Castano Precoce e Comune Bronzato per il tacchino. La realizzazione di un piano di conservazione di razze a limitata diffusione deve prevedere in primo luogo la definizione dell’obiettivo, la registrazione ed analisi dei dati ed un uso responsabile dei riproduttori. Lo scopo principale di un piano di conservazione di una razza a limitata diffusione è rappresentato in primo luogo dal mantenimento della risorsa genetica più che alla ricerca di un immediato incremento di efficienza produttiva ed economica della stessa. Quando la popolazione da conservare non risulta in produzione, il programma di conservazione può risultare costoso, pertanto il principale fattore di costo è rappresentato dalla dimensione effettiva della popolazione, ossia dell’effettivo numero di maschi e femmine geneticamente diversi tra loro. Generalmente in una popolazione selezionata casualmente, per non superare la soglia dell’1% di Inbreeding per generazione, si stima che il numero minimo consentito di soggetti non dovrebbe risultare inferiore a 50 individui, dei quali 50% maschi, numerosità che può essere modificata utilizzando diversi rapporti tra M e F. Per le razze avicole venete si è scelta un’ipotesi creando nuclei di selezione con 20 M e 34 F. Gli animali che vengono scelti per la riproduzione devono da un lato garantire la conservazione degli std morfologici di razza e dall’altro evitare una diminuzione della variabilità genetica che incrementa i rischi di depressione a consanguineità. In questo caso i maschi di tacchini e polli sono divisi dalle femmine, mentre per le anatre(il M Mignon presenta un ciuffo di penne nel posteriore) e faraone non vengono separati.
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Dettagli appunto:
- Autore: Denis Squizzato
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Agraria
- Corso: Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali
- Esame: Biodiversità zootecnica e tracciabilità dei prodotti animali
- Docente: Cassandro Martino
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