Dalla battaglia di Solferino nacque l'idea che diede origine alla Croce Rossa Internazionale e se ne evidenzia la nascita e lo sviluppo, fino ad arrivare alla forma attuale.
Un ricordo di Solferino, oggi
di Angela Tiano
Riassunto del testo di C. Cipolla che vuole essere un approfondimento
dell'originale opera "Un ricordo di Solferino" di Henry Dunant. Dalla battaglia di
Solferino nacque l'idea che diede origine alla Croce Rossa Internazionale e il
libro ne evidenzia la nascita e lo sviluppo, fino ad arrivare alla forma attuale.
Università: Università degli Studi di Bologna
Facoltà: Scienze Politiche
Corso: Sociologia
Esame: Medicina Sociale
Docente: A. Bertolazzi
Titolo del libro: Medicina sociale
Autore del libro: Costantino Cipolla (a cura di)
Editore: Franco Angeli
Anno pubblicazione: 20031. La sanità militare nei secoli XVIII e XIX
In questo capitolo l’autore parla delle modificazioni apportate al SISTEMA SANITARIO MILITARE,
focalizzandosi in particolare sulla sanità militare dell’esercito sabaudo. Ci spiega come anche nella
MEDICINA MILITARE grandi innovazioni furono portate dalla rivoluzione francese, a seguito della quale
viene stipulata una CONVENZIONE NAZIONALE che mutò radicalmente la condizione dei medici
militari, stabilendo che non potevano più essere licenziati alla fine di una campagna militare; dovevano
essere inseriti nei QUADRI DELL’ESERCITO.
Fu anche attivata la costruzione di un CORPO DI INFERMIERI e soprattutto furono organizzati
OSPEDALI MILITARI.
Vengono citati, inoltre, due importanti figure mediche, due chirurghi: PERRY e LERRY, ai quali viene
riconosciuto il merito delle AMBULANZA MOBILI per agevolare il trasporto dei feriti.
Anche in Italia, a partire dall’inizio dell’800, si inizia ad organizzare la sanità militare, in particolare venne
costituito un CONSIGLIO DI SANITA’ MILITARE, fino ad ordinare definitivamente, nel 1807 il
SERVIZIO SANITARIO MILITARE ITALIANO; dopo il comando napoleonico si frammenterà.
L’autore analizza solo la sanità dello stato sabaudo poiché in tutti gli altri stati fu molto frammentata.
Nell’esercito piemontese, invece, la sanità militare non subisce grossi cambiamenti durante la restaurazione,
quindi i reduci erano figure stabili all’interno dell’organizzazione sanitaria; accanto vi era la figura del
FRATER, un infermiere che svolgeva interventi di poca entità.
Nel 1831 sale al trono di sardegna il re CARLO ALBERTO, il quale spinge verso un processo di
RAZIONALIZZAZIONE della sanità militare. Viene istituito un CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITA’
MILITARE, che aveva il compito di visitare due volte l’anno tutti gli ospedali militari. Riordinò, poi, la
CARRIERA dei medici militari, stabilendo che si poteva avanzare di grado solo per concorso e solo se
provvisti di lauree in medicina o chirurgia. Tutto questo faceva parte di un REGOLAMENTO SANITARIO
MILITARE che restò a lungo in vigore.
Infine, abolì gli ospedali reggimentali, che vennero sostituiti dagli OSPEDALI DIVISIONALI, che avevano
sede nei capoluoghi delle 7 divisioni militari in cui era diviso il regno. In ogni divisione venne costituita una
GIUNTA SANITARIA MILITARE che aveva il compito di vegliare sull’andamento del servizio sanitario
militare; la novità di questi ospedali fu l’accoglienza verso i civili.
Gli infermieri, in questo sistema, erano volontari con firma obbligatoria di 8 anni, dovevano saper leggere e
scrivere e venivano reclutati in base a criteri morali e fisici.
Angela Tiano Sezione Appunti
Un ricordo di Solferino, oggi 2. Sanità e Prima guerra di indipendenza
Sanità e Prima guerra di indipendenza
l’autore fa un excursus su alcune importanti campagne militari della storia italiana: la prima guerra di
indipendenza, la guerra di Crimea, la seconda guerra di indipendenza e la terza; mette in luce le condizioni
del servizio militare durante gli eventi.
Nella prima guerra di indipendenza, nel 1848, l’organizzazione della sanità militare fu messa a dura prova,
prova che non fu superata.
La relazione del generale SALASCO mette in luce i principali motivi di questo insuccesso:
• Insufficienza dei soccorsi militari rispetto ai bisogni;
• Carenza di vetture (ambulanze) che impediva soccorsi celeri ed efficienti ai feriti;
• Mancanza di cavalli (per i medici), quindi di mezzi di trasporto più veloci.
Si indagò anche sulle cause che provocarono tante malattie tra i soldati; fra le principali vennero evidenziate
il dormire troppo all’aperto, la mancanza di vesti, scarpe e cappotti, la mancanza di cibi freschi e di acqua.
Nell’insieme, quindi, il servizio sanitario piemontese si mostrò inadeguato per la sua disorganizzazione.
Angela Tiano Sezione Appunti
Un ricordo di Solferino, oggi 3. Sanità e Dopoguerra
Durante il DOPOGUERRA si decise, quindi, di apportare delle modifiche al servizio sanitario militare.
Nel 1850 vi furono delle riforme proposte dal generale LA MARMORA, con le quali furono profondamente
innovate le gerarchie del personale sanitario militare. Furono aboliti tutti i gradi precedentemente in vigore,
sostituiti da quelli di: medico divisionale, di reggimento, di battaglione, aggiunto. L’anno seguente vennero
riordinati anche gli ospedali militari, che furono divisi in due categorie:
1. Divisionali: questa categoria venne suddivisa a sua volta in ospedali di prima e seconda classe. Ospedali
di prima classe erano quelli di torino, genova ed alessandria; di seconda classe quelli di chambery, cagliari,
nizza e novara;
2. Succursali: erano quelli di cuneo, pinerolo, venaria, vercelli, vigevano, ecc.
Fu istituita, poi, una COMPAGNIA DI INFERMIERI MILITARI, alla quale venne affidato il servizio
amminstrativo e contabile degli ospedali, oltre a prestare l’assistenza ai ricoverati.
Nel 1853 venne istituito, infine, un DEPOSITO FARMACEUTICO MILITARE con annesso laboratorio,
nel quale si avviò la produzione di medicine, prima acquistate dai privati.
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Un ricordo di Solferino, oggi 4. Sanità e guerra di Crimea
altro appuntamento storico con cui la sanità militare si scontrò con grande difficoltà fu la guerra di crimea
nel 1855.
A questa guerra, il piemonte partecipa con circa 18.000 uomini e, pur mostrandosi migliore sia alivello
qualitativo che quantitativo rispetto ai servizi sanitari del nemico (russi, inglesi e francesi), ebbe gravi
perdite; ciò fu dovuto ad una serie di problematiche impreviste, come:
• La perdita della nave di trasporto che aveva a bordo tutto il materiale necessario per allestire gli ospedali
e aveva, inoltre, il materiale di prima necessità;
• La fretta con la quale venne organizzata la spedizione;
• Un cambiamento di programma improvviso che peggiorò ulteriormente la situazione: in un primo
momento venne deciso che le truppe piemontesi avrebbero dovuto impiantare la loro base a Costantinopoli,
e quindi vi fu organizzato il servizio sanitario militare; tuttavia, il programma venne improvvisamente
cambiato: si decise di far proseguire le truppe direttamente in Crimea (dove non era pronto niente).
In crimea, inoltre, dilagava il COLERA che, per via delle scarse condizioni igieniche e le poche conoscenze
mediche sulla malattia, si diffuse rapidamente anche tra i soldati piemontesi: fece circa 1.200 vittime.
Particolarmente diffusa fu un’altra malattia, lo SCORBUTO, dovuto soprattutto alla mancanza di viveri
freschi e un’alimentazione non molto sana.
Di fronta a tale situazione, le autorità sanitarie militari provvidero affinchè si distribuissero ai reparti ortaggi
e frutta fresca, facendo trasferire gli uomini più deboli in località più salubri e ventilate. Queste cure, se pur
tardive, si mostrarono efficaci e permisero di limitare i danni della malattia.
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Un ricordo di Solferino, oggi 5. Sanità e seconda guerra di indipendenza: (franco piemontese +
austria)
Nel 1859 si combattè la seconda guerra di indipendenza nazionale e, date le esperienze delle precendenti
battaglie, il servizio sanitario del piemonte si era organizzato.
Per integrare il numero del personale medico furono ammessi anche MEDICI e CHIRURGHI CIVILI e,
inoltre, fu ampliato anche il numero delle ambulanze.
L’episodio che segna profondamente questa guerra è la BATTAGLIA DI SOLFERINO e S MARTINO,
dove il servizio sanitario militare si trovò in grande difficoltà nel prestare soccorso all’alto numero di feriti.
Conclusa la campagna fu esaminato il funzionamento del servizio sanitario nazionale; la RELAZIONE
UFFICIALE mise in evidenza alcuni punti deboli del ssm, quali:
• Un numero insufficiente di infermieri;
• Carenza di mezzi di trasporto per i feriti;
• Necessità di dotare i medici di cavallo per accellerare i soccorsi.
Nel testo viene segnalato il supporto della popolazione civile nel soccorso dei feriti; in modo particolare la
città di BRESCIA: in cui vennero accolti e soccorsi circa 30.000 feriti. Viene citata la partecipazione di
truppe volontarie arrivate da tutta italia, in modo particolare vengono ricordati i famosi CACCIATORI
DELLE ALPI guidati da garibaldi.
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Un ricordo di Solferino, oggi 6. Sanità e terza guerra di indipendenza - italia e prussia contro
austria
Sanità e terza guerra di indipendenza - italia e prussia contro austria
Nel 1866 si svolse la terza guerra per l’indipendenza nazionale, dove la sanità militare era più organizzata.
Per questa battaglia, infatti, il corpo sanitario e farmaceutico si era ampliato, cosi come era stato ampliato il
numero di ambulanze, erano stati allestiti circa 60 ospedali e furono aperti anche ospedali succursali oltre a
quelli divisionali.
La prima fase della guerra fu brevissima:il 20 giugno 1866 fu dichiarata guerra all’austria e il 24 giugno gli
italiani furono sconfitti a Custoza, con oltre 2.000 feriti e 1.000 morti, su circa 5000 combattenti.
La seconda fase si sostanzia in una celebre marcia verso il veneto per trovare il nemico in fuga. Durante
questa marcia vennero attuati alcuni importanti provvedimenti di igienen militare, come incamminarsi nelle
ore meno calde della giornata e senza gli zaini, per non affaticare i soldati. Questi ed altri provvedimenti,
seppur semplici, assicurarono un buon livello sanitario tra le truppe e la mortalità fu calcolata al di sopra del
1%.
Tutta l’organizzazione sanitaria militare era agli ordini del generale medico francesco cortese. Fu istituito un
servizio sanitario per il corpo dei volontari che operavano in trentino agli ordini di giuseppe garibaldi. A
capo dell’organizzazione sanitaria dei volontari vi era AGOSTINO BERTANI, fu l’animatore incastancabile
di questo servizio sanitario. Ad egli si deve, inoltre, il progetto di un carro ambulanza che rispondeva ai
criteri da lui ritenuti indispensabili. Essi erano leggeri e fatti in modo da muovere il meno possibile i feriti. A
spese di privati fu costruito un “carro bertani” ed offerto a garibaldi.
Angela Tiano Sezione Appunti
Un ricordo di Solferino, oggi