Questi appunti hanno lo scopo di valutare non solo l'importanza del turismo in Sardegna, ma anche di comprendere quale impatto lo sfruttamento turistico ha sul territorio.
Si definisce inizialmente il rapporto tra il turismo e la crescita, sottolineandone gli impatti economici. Si passa poi ad analizzare la tipologia del turismo in Sardegna, basandosi su dati ISTAT: l'offerta, l'accoglienza, il potenziale ricettivo, le caratteristiche della domanda.
L'analisi viene poi connessa alle conseguenza sul valore aggiunto e sull'occupazione regionale, sottolineando il valore di importante motore economico del turismo sardo.
Infine si prendono in esame gli indicatori di carrying capacity, che permettono di definire la soglia minima di visitatori che possono essere ospitati senza modificare in maniera irreversibile il territorio e la qualità dell'esperienza turistica.
Tener conto, nell'offerta turistica, anche di questa valutazione permette di intervenire tempestivamente per evitare situazioni di degrado.
Si conclude con un'indagine di carying capacity su alcuni comuni sardi.
Valutare l'impatto turistico: il caso della Sardegna
di Elisabetta Pintus
Questi appunti hanno lo scopo di valutare non solo l'importanza del turismo in
Sardegna, ma anche di comprendere quale impatto lo sfruttamento turistico ha
sul territorio.
Si definisce inizialmente il rapporto tra il turismo e la crescita, sottolineandone
gli impatti economici. Si passa poi ad analizzare la tipologia del turismo in
Sardegna, basandosi su dati ISTAT: l'offerta, l'accoglienza, il potenziale
ricettivo, le caratteristiche della domanda.
L'analisi viene poi connessa alle conseguenza sul valore aggiunto e
sull'occupazione regionale, sottolineando il valore di importante motore
economico del turismo sardo.
Infine si prendono in esame gli indicatori di carrying capacity, che permettono di
definire la soglia minima di visitatori che possono essere ospitati senza
modificare in maniera irreversibile il territorio e la qualità dell'esperienza
turistica.
Tener conto, nell'offerta turistica, anche di questa valutazione permette di
intervenire tempestivamente per evitare situazioni di degrado.
Si conclude con un'indagine di carying capacity su alcuni comuni sardi.
Esame: Economia del turismo, 2010/2011
Docente: Roberto Cotti
Titolo del libro: L'ultima spiaggia
Autore del libro: Raffaele Paci, Stefano Usai
Anno pubblicazione: 20021. Importanza fondamentale del turismo per crescita ambientale
Il turismo è un settore di crescente importanza nell’economia globale, basato sull’esistenza di risorse
naturali, il TRN, con una precisa localizzazione spaziale e con un’offerta potenzialmente fissa perché non
producibili, e su beni ex-novo, che possono essere prodotti ovunque e che hanno una normale curva di
indifferenza.
Nel TRN, l’aspetto caratterizzante è che la risorsa naturale non è un semplice input di un processo
produttivo, ma entra direttamente nella funzione di utilità dei consumatori turisti, creando un trade off tra la
quantità della risorsa “consumata” ai fini turistici e la qualità dell’offerta. Questo trade off è importante
nell’uso ottimale della risorsa naturale e soprattutto nell’avversione dei turisti verso l’affollamento. Tuttavia,
la funzione obiettivo da massimizzare per individuare la scelta ottimale non è per forza la stessa nei vari
casi, ma può variare nel passare dall’analisi di una località in un paese in cui i turisti sono in gran parte
residenti, all’analisi di una piccola economia inserita nei mercati internazionali.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
Valutare l'impatto turistico: il caso della Sardegna 2. Rapporto tra turismo e crescita
Ipotizziamo una piccola economia con importanti attrazioni turistiche che deve decidere, per sfruttare al
meglio le opportunità offerte dai mercati internazionali, se concentrare le proprie limitate risorse per
sviluppare soprattutto il settore turistico, oppure se concentrarle per sviluppare soprattutto il settore
industriale. In questa economia ci sarà anche un pianificatore sociale, un’istituzione interessata a ottenere il
massimo benessere collettivo dalle risorse esistenti, non influenzabile da gruppi di pressione che invece
esprimono interessi non generali. Ci sono seri dubbi sulla convenienza relativa della specializzazione
turistica, che derivano dalla convinzione che gli alti tassi di crescita del reddito siano associati soprattutto al
settore industriale, a causa della sua superiore capacità di generare innovazione tecnologica: questo, però, è
solo uno dei fattori, chiamato “effetto produttività relativa”. Quando si confrontano i tassi di crescita
determinati da due possibili specializzazioni bisogna tenere conto anche dell’andamento nel tempo dei
prezzi dei due beni (“effetto prezzi relativi”). Il buon andamento nel tempo di ciò che si ricava dal mercato
dipende dalla capacità di produrre e di vendere quantità crescenti del bene e dal prezzo che il mercato
assegna al bene venduto: i ricavi totali possono crescere sia nel caso di volumi di produzione sempre
maggiori venduti a prezzi costanti, sia nel caso di prezzi crescenti e quantità costanti, per esempio.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
Valutare l'impatto turistico: il caso della Sardegna 3. Il turismo, il bene TRN e la crescita del prezzo
Il bene il cui prezzo cresce più rapidamente nel tempo è quello turistico: i prezzi dei beni sono spesso
determinati dalla domanda e dall’offerta espresse dal mercato; aumenti dell’offerta in presenza di una
domanda immutata tendono a far diminuire il prezzo di un bene: di conseguenza il prezzo di un bene la cui
offerta aumenta rapidamente diminuisce più del prezzo di un bene la cui offerta è invece lenta e crescere. Il
progresso tecnologico fa crescere rapidamente la produzione industriale, mentre l’offerta di beni TRN,
vincolata dalla limitata disponibilità di una risorsa non riproducibile, cresce più lentamente. Se il prezzo del
bene turistico crescesse meno rapidamente di quello industriale, la specializzazione turistica sarebbe la meno
conveniente: l’effetto di un’offerta lenta a crescere si sommerebbe negativamente all’effetto di un prezzo
che ha un andamento sfavorevole; nella realtà, però, i due effetti vanno in direzioni opposte, quindi la
convenienza dipende da vari complessi elementi. Tutto dipende da quanto i beni prodotti nel settore
industriale possono “sostituire” il bene turistico nelle preferenze dei consumatori: se ogni diminuzione del
prezzo relativo dei beni industriali determina un forte spostamento del consumo a loro favore, allora la
specializzazione industriale risulta essere quella capace di generare la crescita più rapida; se invece i due
beni sono “lontani sostituti” (cioè rispondono a esigenze molto diverse), allora l’aumento del prezzo del
bene turistico è così forte da far sì che i turisti spendano una quota crescente del proprio reddito per le
vacanze, generando un effetto di traino tra il paese industriale e quello turistico, a vantaggio dell’ultimo.
Ma la scarsità è una caratteristica dei beni TRN, mentre lo è in misura molto inferiore nel caso delle località
turistiche create ex novo: quindi il prezzo dei primi tende a cresce molto più rapidamente di quello degli altri
beni, significando che la specializzazione in turismo ha maggiori probabilità di rendere massima la crescita
proprio nei casi in cui il bene offerto sia basato su risorse naturali. I due beni hanno in comune la
caratteristica di avere la stessa elasticità al reddito, pari a 1. Una rappresentazione più adeguata dovrebbe
riconoscere che il bene TRN è per sua natura un bene di lusso (bene per il quale i consumatori spendono una
quota sempre maggiore del loro reddito, man mano che quest’ultimo cresce). È importante considerare
questo fattore: il motivo per il quale la specializzazione in turismo può risultare conveniente si basa sulla
dinamica del prezzo del bene turistico rispetto alla dinamica del prezzo del bene industriale. Quando il
primo cresce più rapidamente dell’altro, la specializzazione turistica diventa più conveniente: siccome il
bene TRN è un bene di lusso, la naturale crescita del reddito rende quel bene sempre più importante nel
paniere di consumo, unita al fatto che l’offerta di beni TRN è piuttosto rigida.
Motivazioni economiche per un uso conservativo della risorsa
I beni TRN sono simili agli snob goods, dove la qualità di una località turistica diminuisce al crescere
dell’affollamento della risorsa naturale. Inoltre, la risorsa naturale che attrae i turisti sarà considerata alla
stregua di una risorsa esauribile: ogni investimento effettuato per aumentare il grado di sfruttamento
turistico della risorsa ne determina un “consumo” irreversibile, di conseguenza la qualità ambientale e
l’attrattiva diminuisce.
Sostenibile vuol dire una strategia di sviluppo turistico che permetta alla risorsa naturale di generare in
futuro almeno tanto reddito quanto è capace di generarne oggi. È quindi molto importante capire come
gestire la risorsa naturale in modo da massimizzare il reddito odierno dei residenti, senza dimenticare la
sostenibilità nel lungo periodo, e cioè come il reddito futuro possa essere condizionato dalle scelte adottate
per massimizzare quello odierno.
Assumiamo che il benessere dei residenti dell’area non dipenda direttamente dalla qualità ambientale della
propria terra, ma solo indirettamente attraverso il ricavo proveniente dallo sfruttamento turistico della
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
Valutare l'impatto turistico: il caso della Sardegna risorsa: bisogna quindi trovare il livello di affollamento tale da massimizzare la spesa totale turistica in
presenza di avversione all’affollamento. La relazione inversa tra grado di affollamento e disponibilità a
pagare dei turisti garantisce l’esistenza di un unico livello ottimale di sfruttamento. Con preferenze di tipo
snob conviene sfruttare la risorsa fino a quando le diminuzioni della spesa pro capite dei turisti, dovute alla
loro avversione all’affollamento, sono più che compensate dal’aumento del numero dei turisti. Il grado
ottimale di affollamento, che massimizza il ricavo che si può ottenere dalla risorsa, è tanto più basso quanto
più i turisti sono sensibili al problema della qualità.
Come possono le scelte attuali influenzare il benessere economico delle generazioni future? Se sostenibilità
volesse dire che il livello di ricavo odierno rimanesse almeno costante nel tempo, ci si trova davanti a due
problemi: primo, è probabile che al crescere del reddito dei turisti, il loro consumo si sposti verso risorse
meglio conservate, determinando riduzioni nel tempo del valore delle strutture ricettive affollate; secondo, le
preferenze cambiano ed è plausibile che, con l’aumento del reddito, dei livelli di scolarità e della conoscenza
del valore del capitale naturale, e in presenza di maggiore scarsità complessiva, esse si muovano a favore dei
beni TRN: quindi, un alto tasso di sfruttamento, che potrebbe essere ottimale oggi, non lo sarà più domani,
l’odierno livello quantitativo della risorsa naturale genererà in futuro un reddito inferiore, violando il criterio
economico della sostenibilità. Quanto più si hanno motivi per ritenere che le preferenze dei consumatori
premieranno in futuro l’alta qualità ambientale del prodotto turistico, tanto più è necessario essere prudenti
in materia di sviluppi turistici ad alto consumo irreversibile della risorsa ambientale. L’incertezza sulle
preferenze delle generazioni future fa sì che la scelta economica ottimale per l’intera società sia più
conservativa, soprattutto quando le scelte di sfruttamento implicano modifiche irreversibili nella qualità
ambientale della risorsa naturale. Ambienti poco irreversibilmente sfruttati oggi impongono sì sacrifici
all’attuale generazione, ma a vantaggio di tutte le generazioni future; ambienti poco costruiti hanno buona
probabilità di imporre sacrifici alle generazioni future, a vantaggio esclusivo e incerto della generazione
presente.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
Valutare l'impatto turistico: il caso della Sardegna 4. Scelte non sostenibili nell'ambiente: alcune cause
Tra coloro per i quali la qualità dell’ambiente conta ci sono molti imprenditori turistici: tuttavia, questo
incentivo può essere ignorato dai singoli piccoli operatori, oppure il valore della scarsità del bene di alta
qualità ambientale può essere temporaneamente nascosto da caratteristiche della domanda, che possono
dipendere dalla non omoteticità delle preferenze o da norme istituzionali che regolano la concentrazione dei
periodi di vacanza. È quindi plausibile che il funzionamento del libero mercato porti a soluzioni non ottimali
persino nel breve periodo, difficilmente sostenibili nel tempo.
Se, per esempio, abbiamo numerosi piccoli operatori, tutti consapevoli di quale sia la soluzione aggregata
ottimale, se le condizioni di mercato siano tali da suggerire un uso molto conservativo della risorsa e se
esistano molti piccoli imprenditori, consapevoli che il valore del loro prodotto dipenda dalla qualità
dell’ambiente circostante, si avrà il problema perché ogni imprenditore percepisce l’indice della qualità
complessiva come una variabile che dipende solo in misura limitata dal suo processo decisionale: tale
imprenditore può razionalmente ritenere che la sua offerta aggiuntiva potrà essere venduta a prezzi
sostanzialmente invariati. Ma la somma degli investimenti di ogni singolo imprenditore sarà abbastanza
grande da modificare la qualità complessiva della risorsa, determinando una riduzione generalizzata dei
prezzi che si aggiunge a quella eventualmente dovuta al semplice aumento dell’offerta. Problemi di questo
tipo sono tipici dei beni a proprietà comune, anche nel caso in cui non sia di tipo open access, ma manchi la
soluzione cooperativa tra i proprietari.
Al crescere del reddito dei consumatori le prospettive di mercato di un bene turistico ad alta qualità
ambientale migliorano continuamente rispetto a un bene in cui lo sfruttamento della risorsa è stato più
intenso. Nelle fasi iniziali del processo, nelle quali il reddito di molti consumatori è relativamente basso, il
bene turistico di qualità inferiore si rivolge ad un segmento di mercato che può essere molto più ampio di
quello esistente per l’altro tipo di bene. La scarsità del bene di alta qualità può risultare economicamente
poco apparente per la temporanea limitatezza della domanda, e il differenziale di prezzo tra i due tipi di bene
turistico può essere tale da incentivare imprenditori miopi o scarsamente interessati al futuro a scegliere il
prodotto di qualità inferiore. È una soluzione resa ancora più probabile dall’esistenza di eterogeneità delle
preferenze o di regole istituzionali particolari in materia di distribuzione dei periodi di vacanza durante
l’anno. Se, per esempio, i costi di trasporto hanno un ruolo importante nella scelta della località, è possibile
che gran parte della domanda dei turisti con redditi bassi si rivolga alle località vicine, facendo crescere il
prezzo relativo dei beni turistici di qualità meno alta, inducendo un adeguamento dell’offerta a questa
specifica composizione della domanda.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
Valutare l'impatto turistico: il caso della Sardegna 5. Analisi di una scelta di una specializzazione turistica
L’insieme dei risultati indica che la scelta di una specializzazione turistica gode in generale di buone
prospettive economiche e che lo stesso si può dire per una specializzazione che privilegia un prodotto basato
su alta qualità ambientale. Tuttavia, le spinte ad un uso eccessivo della risorsa sono numerose, e nessuna di
queste può essere neutralizzata facilmente: non è facile individuare e adottare soluzioni sostenibili che
tengano conto delle prospettive economiche delle generazioni future, in presenza di incertezza sui
cambiamenti delle preferenze dei turisti. Lo Stato dovrebbe avere un ruolo attivo nella regolamentazione: lo
sfruttamento turistico attrae molti diversi tipi di imprenditori e di investimenti, alcuni di questi con orizzonti
temporali più lunghi di altri: più è lungo, meglio è; nella soluzione di mercato statica il tasso di sfruttamento
della risorsa in assenza di intervento pubblico è eccessivo e può essere limitato attraverso una tassa
appropriata, determinando non solo una riduzione del grado di sfruttamento della risorsa, ma ne aumenta
anche il ricavo complessivo.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
Valutare l'impatto turistico: il caso della Sardegna 6. Sardegna: meta turistica ambita
Uno degli studi sulla Sardegna ha fatto emergere che questa è la meta più ambita dagli italiani che vanno in
vacanza, grazie anche al ruolo dei mass media; nell’era della globalizzazione gli orientamenti del consumo
si polarizzano verso la tipicità delle realtà sociali e del patrimonio culturale. I moderni indirizzi del settore
fanno emergere nicchie di mercato sempre più frammentate, con una prospettiva di crescita enorme.
Le prime infrastrutture turistiche di massa sono gli stabilimenti balneari: il primo nel 1932 al Poetto, seguito,
nel 1950, da quello del Lido di Platamona di Sassari. In quegli stessi anni, alcuni pioneristici poli di
attrazione decretavano l’esordio dell’isola nel settore turistico: Alghero, Costa Smeralda e il Club
Mediterraneé di La Maddalena a Sassari (che ha il merito di presentare l’isola al mercato internazionale e di
estendere la loro azione propulsiva alle zone circostanti), Forte Village di Santa Margherita di Pula, Cagliari
e Carloforte a Cagliari. La Horizon Holidays è il primo tour operator che nel 1954 inizia a promuovere la
Sardegna e in particolare Alghero, dove nasce la prima associazione turistica Pro Loco e la prima Azienda
Autonoma di soggiorno. Il Consorzio Costa Smeralda rappresenterà uno dei più importanti insediamenti
turistici d’Italia, presieduto da Karin Aga Khan, e viene a costituirsi con l’acquisto da parte di un gruppo di
operatori esteri di 50 km2 di costa nei comuni di Olbia e Arzachena, con numerose opere infrastrutturali,
portandola ad essere da una delle aree meno antropizzate dell’isola a uno dei più esclusivi centri di
villeggiatura in Europa. Lo sviluppo turistico del territorio è stato sostenuto e programmato
istituzionalmente con la promozione turistica da parte dell’Ente Sardo delle Industrie Turistiche (ESIT), con
la realizzazione in vari punti della Sardegna dei Gran Hotel ESIT (creati con il duplice scopo di attirare
flussi turistici e di incentivare l’imprenditoria turistica locale) e con l’emanazione di leggi ad hoc per la
concessione di finanziamenti destinati alla costruzione e ristrutturazione di imprese ricettive. Attualmente,
l’industria turistica conta di 1.050 imprese classificate con una capacità ricettiva di 137.000 letti. Il mercato
è soprattutto italiano, con il 78,3% dei pernottamenti, anche se il mercato straniero ha mostrato importanti
dinamiche positive nel corso degli anni. Per le località più importanti si conferma nel tempo un vantaggio
cumulato sia sul piano commerciale che su quello strutturale: a Sassari c’è la metà dei posti letto.
In Sardegna gli enti preposti alla raccolta di queste informazioni sono le Aziende Autonome di Soggiorno e
Turismo (AAST) e gli Enti Provinciali per il Turismo (EPT), che inviano poi i dati all’Istituto Nazionale di
Statistica (ISTAT) e all’ESIT.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
Valutare l'impatto turistico: il caso della Sardegna 7. L’offerta turistica in Sardegna
I dati sopracitati rappresentano la parte ufficiale di un patrimonio molto più ampio costituito da strutture che
offrono forme alternative di ospitalità, come alloggi agrituristici, case per ferie, alloggi privati in proprietà o
in affitto, destinato comunque a crescere per il processo di ufficializzazione del sommerso. Il confronto
interregionale della capacità di accoglienza mostra come la Sardegna nel comparto alberghiero detenga una
quota del 4% uguale a Campania, Sicilia e Calabria ma molto inferiore rispetto all’Emilia Romagna, Veneto,
Toscana e Lombardia; nel comparto dei campeggi e villaggi turistici rispetto alle altre regioni si colloca in
una posizione centrale, il 5%.
La provincia di Sassari si colloca al primo posto sia per numero di esercizi che per camere e posti letto,
seguita dalla provincia di Oristano e da quella di Nuoro e di Cagliari. Gli esercizi classificati, sia alberghieri
che extralberghieri, rappresentano solo una minima parte del potenziale ricettivo del territorio: sono molto
importanti ma non classificate le seconde case. Per superare questo gap tra dati reali e quelli ufficiali sono
stati messi a punto alcuni metodi capaci di stimare il sommerso e di avvicinarsi alla determinazione dei
soggiorni effettivamente trascorsi dai visitatori nelle località turistiche, come la produzione di rifiuti urbani,
il consumo di energia elettrica, le vendite di giornali e di beni di prima necessità, il numero delle auto nei
parcheggi. È molto importante perché sono utili per i programmi di intervento orientati sulle politiche di
destagionalizzazione della domanda, politiche di prezzo e strategie per la qualità: acquistano maggiore
validità se a livello locale si intende agire secondo logiche di turismo integrato e sostenibile che mirano ad
armonizzare i segmenti d’offerta e a mantenere un giusto equilibrio fra crescita turistica e conservazione
ambientale.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
Valutare l'impatto turistico: il caso della Sardegna