Entrate turistiche in Sardegna suddivise per tipologia dei servizi
Se si analizza la situazione da un punto di vista della tipologia dei servizi, si osserva che il comparto commerciale, alberghi e pubblici esercizi genera una quota pari a quella del settore delle locazioni e degli altri servizi ricettivi, ma per il primo la quota di valore aggiunto attivato dagli stranieri è superiore a quella degli italiani, mentre il contrario per il secondo. Per gli altri settori non si rilevano differenze sostanziali tranne che per il settore dei trasporti dove la quota attivata dai turisti che soggiornano in albergo o campeggi è decisamente maggiore di quella attivata dai turisti presso le seconde cose, che hanno spesso l’auto e raramente usufruiscono dei servizi pubblici di trasporto interni. Per quanto riguarda la produzione industriale, i turisti nelle abitazioni private attivano quote maggiori di valore aggiunto; nel settore delle costruzioni, il risultato totale è dovuto principalmente alla spesa dei turisti nelle seconde case; per il settore dei trasporti e delle comunicazioni è il contrario, con una quota complessiva del 6% dovuta soprattutto al comportamento di spesa dei residenti negli alberghi e nei campeggi dato che i residenti nelle seconde case sono nella maggior parte automuniti.
Molto importante il settore agricolo, per quanto riguarda l’analisi settoriale degli effetti occupativi: il 17% in Sardegna rispetto all’11% regionale, che mostra come l’effetto moltiplicativo occupativo è molto forte in quanto si tratta di un comparto a forte intensità di lavoro. Il comparto industriale ha in Sardegna una quota di occupati che è pari a quella del valore aggiunto mentre per l’Italia la prima è inferiore di 5 punti: maggiore intensità di lavoro nelle produzioni manifatturiere in Sardegna rispetto all’Italia. La distanza delle quote nel settore delle locazioni e altri servizi ricreativi si è ridotta nel passaggio dal valore aggiunto all’occupazione: in Sardegna questo comparto sembra meno bisognoso di forza lavoro. La ripartizione percentuale fra settori è più o meno simile per italiani e stranieri in quasi tutti i settori. Importante il comparto alberghi e pubblici servizi, per i quali gli stranieri attivano una quota maggiore di occupati. Per il comparto locazione e altri servizi si presenta la situazione opposta, con un più forte impatto relativo della spesa dei turisti negli alberghi e nei campeggi rispetto ai turisti nelle seconde case: questo si spiega con il carattere poco intensivo di lavoro dell’attività di intermediazione immobiliare e con il carattere fortemente intensivo di lavoro delle attività ricreative per lo più rivolte alla clientela più ricca.
In conclusione, il turismo sardo è fortemente concentrato su settori tipicamente turistici, deducibile non solo dal valore aggiunto attivato, ma anche da l numero di occupati necessari a coprire il fabbisogno di forza lavoro, spesso soggetto a forti variazioni stagionali. Anche per gli effetti sull’occupazione valgono le stesse considerazioni: la minore trasversalità del fenomeno in Sardegna rispetto al resto d’Italia genera un risultato che potrebbe essere migliorato per evitare le fluttuazioni stagionali.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Elisabetta Pintus
[Visita la sua tesi: "L'individuazione di nuovi segmenti turistici: ''il turismo danzante''"]
- Esame: Economia del turismo, 2010/2011
- Docente: Roberto Cotti
- Titolo del libro: L'ultima spiaggia
- Autore del libro: Raffaele Paci, Stefano Usai
- Anno pubblicazione: 2002
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