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Potenziale ricettivo e strutture in Sardegna


Un altro aspetto importante è il rapporto tra il potenziale ricettivo e gli elementi strutturali del territorio (estensione e popolazione). L’indice di densità delle imprese ogni 100 km2 ha messo in luce una concentrazione sostanzialmente inferiore rispetto a quanto riscontrato nel contesto nazionale, mentre la densità delle aziende rispetto alla popolazione mostra un rapporto maggiore rispetto all’indice nazionale: questo risponde alla scarsa antropizzazione del territorio regionale. C’è un profondo squilibrio nella concentrazione dei posti letto: la densità dei letti offerti nel sassarese risulta superiore di circa 2 volte rispetto a Cagliari e a Nuoro e di 3 volte rispetto Oristano.
La forte localizzazione balneare del turismo locale ha vincolato il confinamento nelle coste dei servizi di accoglienza: la quasi totalità dell’industria trova localizzazione nell’arco costiero, tranne a Nuoro dove il 16% delle imprese sono dislocate nell’entroterra nelle aree del Gennargentu, del Marghine e dell’Ogliastra.
Nel nord le principali località sono Alghero, Arzachena, Stintino, Castelsardo, Santa Teresa di Gallura, Palau, La Maddalena; nella costa orientale Santa Margherita di Pula, di Carloforte, Dorgali e Arbatax. Sebbene l’industria ricettiva abbia registrato in generale un potenziamento continuo, l’evoluzione delle diverse forme di accoglienza ha avuto cadenze diverse dovute all’assetto strutturale iniziale: il primo esercizio all’aria aperta ufficiale nasce ad Alghero nel 1958 (il Mariposa): nel 1955 a fronte di 242 alberghi operava ufficialmente un solo esercizio complementare, mentre era abbastanza diffusa la pratica del campeggio libero. Il comparto alberghiero si è sviluppato fino ad oggi a un tasso medio decrescente, mentre il comparto campeggistico ha una maggiore dinamicità dovuta al successo che questa forma di vacanza ha avuto dagli anni ’70 – ’80 e al processo di costante ufficializzazione del comparto.
Lo sviluppo del comparto ricettivo è stato condizionato dalla politica turistica regionale che ne ha fatto il principale obiettivo programmatico. Il sostenuto incremento strutturale non ha trovato corrispondenza nei ritmi di crescita della domanda che dagli anni ’70 mostravano i primi segnali di rallentamento; nell’ultimo decennio la natalità delle strutture alberghiere attraverso una fase di ripresa condivisa parzialmente dal comparto campeggistico. Negli ultimi anni il comparto alberghiero presenta segni di crescita più uniformi e positivi. Sebbene il ruolo di Sassari continui ad essere predominante vi si affiancano le realtà di Nuoro e Cagliari (soprattutto nel settore alberghiero); Oristano mostra dinamicità nell’offerta campeggistica che ora occupa il 75%, con una spiccata specializzazione nel turismo all’aria aperta.

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