APPROFONDIMENTI
Mens sana in corpore sano
In Italia, ma forse in tutto il mondo, due fenomeni sconcertanti e gravissimi stanno crescendo sotto i nostri occhi di giorno in giorno: ignoranza e obesità! I fenomeni, a mio avviso, sono analoghi e in modo analogo dovrebbero essere trattati.
Sia chiaro fin dal principio che in questo articolo non mi riferisco alla drammatica situazione di individui impossibilitati ad accedere alla formazione culturale o a persone con disturbi di salute; mi limito a quelle persone (e sono tante, tantissime, troppe) che vivono quotidianamente un rapporto non corretto tanto con il cibo quanto con la cultura intesa nel più ampio spettro possibile e non solo accademico.
Molto spesso, svolgendo un lavoro a contatto con il pubblico, sento persone accennare all’ultimo libro letto, il programma televisivo o radiofonico guardato o ascoltato; a parte rare eccezioni la maggior parte delle volte mi capita di udire i titoli di libri tutt’altro che educativi e programmi appartenenti alla tipologia "tv spazzatura".
Ora il mio biasimo non va al fruitore ma a coloro che pubblicano determinati libri e inseriscono nei palinsensti televisivi e radiofonici determinati programmi a discapito di altri con contenuti culturalmente più ricchi, interessanti ed educativi.
Più volte mi si è obiettato: si pubblica ciò che si vende; si mette in palinsesto ciò che fa audience; è il pubblico che "sceglie".
E qui scatta la mia critica: il pubblico veramente "sceglie"? La scelta non viene forse, o addirittura vincolata, dalla proposta?
Come a dire: se nel menù di un ristorante propongono solo cibi fritti e io ordino una cotoletta fritta ho davvero scelto io di mangiare un cibo malsano o, in modo stringente, la mia scelta è stata "obbligata"? Certo, si ribadirà, avrei potuto cambiare ristorante. Ovviamente sì, avrei potuto; ma se i menù di tutti i ristoranti del mio paese proponessero solo cibi fritti? O meglio i menù sponsorizzati pieni di cibi fritti e altri menù con cibi ugualmente buoni ma sani venissero tenuti quasi "nascosti", non proposti al pubblico.
È quello che sta accadendo in Italia (o forse nel mondo): ci sono libri e programmi di qualità ma sono in minoranza, godono di scarsissima o nulla pubblicità e, pertanto, per i "non addetti ai lavori" è difficile anche solo venirne a conoscenza.
Per compiere una scelta sono indispensabili due caratteristiche: consapevolezza e autonomia di pensiero. Entrambe si acquisiscono con la formazione culturale e l’esercizio continuo. A ben vedere pochi individui possiedono davvero consapevolezza e autonomia di pensiero: ben pochi individui "scelgono" nel senso proprio del termine!
La stragrande maggioranza deve essere indirizzata, guidata nelle scelte ed è per questo che è così importante che l’offerta proposta sia culturale: proporre cultura significa indirizzare le menti delle persone verso una via migliore, verso il ragionamento, verso un arricchimento.
Se la cultura non viene proposta non può nemmeno venire scelta: non posso scegliere di mangiare un‘insalata se non mi viene nemmeno presentato il menù delle insalate ma solo quello dei cibi malsani.
Il bambino a cui la mamma fa mangiare i biscotti al cioccolato e non propone gli spinaci perché "è un bambino e ai bambini non piacciono le verdure quindi inutile proporle" non può nemmeno scegliere di mangiarli e sarà, molto probabilmente, un adulto in sovrappeso che si nutrirà di cibi malsani.
Analogamente la casalinga non può scegliere di guardare o ascoltare un programma televisivo o radiofonico di arte, filosofia, letteratura o cultura generale se nei palinsesti televisivi e radiofonici non sono previsti programmi di questo tipo.
E se il bambino rifiuta gli spinaci? E se l’audience scende perché ci sono troppe casalinghe che non guardano o non ascoltano i programmi di arte e filosofia?
La risposta è semplice: se al bambino non vengono proposti cibi "spazzatura" ma solo cibi sani, il piccolo individuo avendo fame e non potendo scegliere altro si abituerà a ciò che gli fa bene e poi finiranno pure per piacergli gli spinaci!
Analogamente come per anni le persone hanno potuto guardare e ascoltare quasi esclusivamente programmi "spazzatura" e alla fine si sono abituati e hanno perfino cominciato a guardarli o ascoltarli volentieri, ora è il momento di proporre solo ed esclusivamente cultura: prima forse i più la rifiuteranno ma, non essendoci altra scelta, cominceranno a guardarla e ad ascoltarla, ci si abitueranno e poi la sceglieranno e questa volta, con una mente più aperta e un po’ più acculturata, saranno anche più vicini a quella consapevolezza e autonomia di pensiero indispensabili per operare veramente una scelta!
Fonte dell'immagine: www.centrosangiorgio.com
Biografia dell’autrice
Samanta Airoldi nasce a Genova nel 1984. Nel 2008 consegue la laurea specialistica in Filosofia presso l’Università degli studi di Genova con una tesi dal titolo "Morale e agire comunicativo in J. Habermas" riportando la votazione di 110 con lode.
Nel marzo 2012, presso la medesima Università, consegue il Dottorato di ricerca, sempre in Filosofia, presentando la tesi "Universalismo e pluralismo in dialogo".
Attualmente vive a Milano e continua a coltivare i suoi interessi nel campo delle scienze umane con particolare attenzione al rapporto tra i differenti gruppi culturali che convivono nella stessa società nonché alle dinamiche che legano gli individui alle comunità di appartenenza anche in riferimento allo sviluppo psicologico e morale dei singoli.
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