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CAPITOLO PRIMO
NASCITA DEL TURISMO
1.1 L’ORIGINE DEI VIAGGI E LA NASCITA DEL TURISMO
Prima di intraprendere lo studio dei villaggi-turistici (o vacanza) occorre dare uno sguardo
storico su come sia nato il concetto di viaggiare e come si sia tramutato nei secoli. Questo primo
sotto-capitolo ripercorre i tempi dall’antichità all’epoca moderna.
Le attivit� turistiche risalgono a periodi antichi, sin da quando i Romani intesero ��la vacanza come
tempo concesso alla gioia, al desiderio, alla fantasia; � con loro che compare la mondanit�, di cui la
villeggiatura costituisce il momento privilegiato. Ed ecco il cerimoniale elaborato dei banchetti e
degli intrattenimenti eleganti nelle notti estive in lussuosi triclini affacciati sul mare o su profumati
giardini�� (Cardona, 1994). La storia del turismo � parallela a quella dell�evoluzione dei mezzi di
trasporto. In antico il movimento di uomini e cose dipendeva dalla forza fisica dell�uomo,
dall�energia degli animali da traino, dalle correnti fluviali e marine, dalla forza e dalla direzione dei
venti. Per millenni l�uomo si � affidato alle sue capacit� fisiche e alle forse naturali. L�industria del
mezzo di trasporto si sviluppa con un ritmo incredibile, quasi a voler ricuperare il ritardo di secoli.
Viaggiare diventa sempre meno un fatto eccezionale e sempre pi� un piacere per un numero
crescente di individui. E ogg�giorno il turismo, dopo il commercio, � il maggiore cliente
dell�industria dei trasporti. Il primo periodo storico durante il quale si viaggi� anche per diletto fu
quello dell�impero romano: ci� corrisponde all�incirca ai primi secoli della nostra era. L�impero
romano comprendeva allora una grande parte dell�Europa, dell�Africa settentrionale e del Medio
Oriente. Entro tali confini si verific�, per la prima volta nella storia dell�uomo, su un territorio tanto
vasto, una contemporaneit� di circostanze, considerate tutt�ra essenziali per lo sviluppo del turismo:
sicurezza in gran parte dell�impero (la pax romana); prosperit� e tempo libero, sia pure per una
piccola parte della popolazione; buone possibilit� di trasporto, grazie ad un�eccellente rete viaria. La
rete viaria romana rimase ineguagliata per estensione e qualit� fino ai tempi di Napoleone: si
estendeva dall�Iberia al Golfo Persico. Le strade romane avevano un interesse prevalentemente
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militare, erano costruite per rendere pi� agevole e veloce lo spostamento delle legiones, ma servivano
anche al traffico commerciale ed al servizio postale che ai tempi di Augusto (27 a.C. � 14 d.C.),
funzionava egregiamente. Le strade romane di grande comunicazione prendevano il nome dal
magistrato o dall�imperatore che ne aveva promosso la costruzione. Una pietra miliare (lapis
miliarius o miliarium) collocata ogni m. 1478,50 indicava la distanza da Roma (caput mundi).
Soprattutto la penisola italica, la Gallia, l�Iberia avevano una fitta rete stradale con strade secondarie
che collegavano le citt� pi� importanti con le strade principali. La nostra odierna rete viaria ricalca
ancora i percorsi delle antiche vi� romane e qua e l� sono tutt�ra in uso conservando ancora il loro
nome originario: via Aurelia, via Flaminia, via �milia, ed altre. Si calcola che i Romani abbiano
costruito qualcosa come ottantamila chilometri di strada con massicciata: la carreggiata delle strade
principali era larga in media, 4/5 metri; quella delle strade secondarie almeno m. 2,33 che era il limite
minimo fissato dalle Leggi delle XII Tavole per consentire l�incrocio dei carri. Lungo le strade si
trovavano ogni dieci/quindici chilometri, piccole stazioni (mutationes) per il cambio dei muli o dei
cavalli, ed ogni cinquanta chilometri circa, stazioni pi� grandi (mansiones) con servizio d�albergo e
con un corpo di soldati detti stationarii, che svolgevano compiti di polizia stradale � poich� le strade
erano spesso infestate da briganti. Oltre alle stationes c�erano osterie (caupon�) ed alberghi
(deversoria o hospitia) in genere mal frequentati. Per chi si metteva in viaggio esistevano le tabul�
(carte) geographic� sulle quali erano indicate strade e citt�; chi doveva intraprendere viaggi pi�
impegnativi poteva trovare nelle biblioteche carte ed itinerarii. Questi ultimi davano provincia per
provincia, descrivevano le strade, i collegamenti marini, le locande o gli alberghi esistenti. Fornivano
indicazioni pratiche e talvolta citavano anche le curiosit� ed i monumenti (cit. da Nocifora, 2001: p.
232).
I viaggi via terra erano in genere molto scomodi. Sulle brevi distanze si poteva fare uso di portantine
complete di baldacchino e coltrine, ma per viaggi pi� impegnativi si dovevano utilizzare carrozze a
due ruote (bighe) con le quali non era per� possibile coprire lunghi percorsi in breve tempo. Per i
viaggi lunghi ci si poteva servire di una carrozza da viaggio che di notte veniva attrezzata con un
letto. Erano pesanti e percorrevano a fatica pi� di 60 chilometri al giorno. Viaggiare a bordo di esse
era penoso soprattutto a causa dell�assenza di qualsiasi molleggio, i colpi erano attutiti soltanto da
cuscini. Per le distanze che richiedevano fino a trecento chilometri al giorno, vi erano le carrozze
postali, le quali eran appannaggio di chi possedeva una concessione speciale, difficilmente ottenibile.
Non esistevano mezzi di trasporto pubblici n� servizi di linea privati. Viaggiare via mare non si
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poteva dire pi� allietante, su certe rotte operavano soltanto durante la buona stagione, linee regolari
come tra Pozzuoli e Alessandria d�Egitto. I collegamenti erano assicurati da navi da carico che
offrivano anche sistemazioni per passeggeri. Alcune di queste potevano trasportare oltre i
cinquecento passeggeri; il posto poteva esser prenotato presso appositi uffici della citt� portuale di
partenza. Nonostante la paura dei naufragi la richiesta era forte e le navi con destinazioni l�Africa
settentrionale o il Medio Oriente viaggiavano al completo. Un viaggio del genere durava dai dieci ai
quattordici giorni, ma, era ben poco in confronto di quanto sarebbe durato il viaggio per raggiungere
la stessa destinazione via terra. I viaggi per mare non furono mai popolari nell�antichit�, l�uomo
aveva una paura atavica dell�acqua: le innondazioni, le alluvioni, i grandi cataclismi che avevan
sconvolto il mondo in epoca preistorica avevano lasciato nell�uomo un retaggio di terrore. Lungo le
strade principali in particolare ai trivii, come anche nelle principali citt� dell�impero, si potevano
incontrare delle locande; le differenze qualitative fra l�una e l�altra locanda erano notevolissime.
Spesso bisognava accontentarsi di una locanda gestita da qualche levantino oppure da un emeritus
(ex-soldato). Vi trovavano alloggio persone di ogni risma e provenienza, le rapine erano all�ordine
del giorno e non esisteva l�igiene, nemmeno come parola sul vocabolario. Le autorit� non vi
esercitavano alcun controllo. Su certe strade qualche latifondista offriva possibilit� di pernottamento
e talvolta vi si poteva trovare anche un po� di comodit�. I servizi erano assicurati da servi (schiavi), i
quali si prendevano cura anche del cavallo e della carrozza (i preistorici motel). Dove non c�eran
locande furono talvolta eretti alberghi statali (come in Bulgaria per ordine di Nerone). In questi si
poteva scegliere fra camere di prima e di seconda classe, c�era un controllo governativo ed erano in
vigore prezzi fissi. Soltanto nelle citt� pi� importanti e nei centri balneari si poteva trovare qualche
albergo di lusso, adatto a soggiorni prolungati e nei quali si poteva trascorrere piacevolmente il
tempo, circondati da tutti gli agi.
Anche se il numero dei viaggiatori all�epoca imperiale era notevole, soltanto l�uno o il due per cento
della popolazione poteva permettersi il lusso di viaggiare per il proprio piacere. Sul calendario
romano figuravano molte feri� (giorni di festa), ma non si sapeva che cosa fosse un periodo di
vacanze, nel senso odierno della parola. Il cittadino medio non disponeva del denaro necessario per
un viaggio di piacere n� lungo n� breve. I benestanti possedevano invece seconde dimore nelle quali
trascorrere i mesi pi� torridi dell�estate. Queste dimore sorgevano nelle localit� pi� belle dell�Impero.
Si evitava invece l�alta montagna ed anche la vicinanza ai boschi, perch� ritenuti insicuri. A sud di
Roma si succedevano localit� costiere molto frequentate; la pi� bella era Anzio arricchita da ville
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sfarzose. Anche le localit� termali erano molto ricercate, centinaia erano sparse per l�Impero come
Aquincum (odierna Budapest) o la pi� nota allora Aqu� Allobrogum (Aix-les-Bains). Bagnoli presso
N�apolis (Napoli) era famosa per i suoi divertimenti piccanti, nei suoi alberghi mondani e nei suoi
bagni perfettamente attrezzati, era possibile incontrare non soltanto romani, ma anche ricchi egizi e
commercianti fenici. L�associazione tra bagno a vapore, massaggio ed amore venale dei nostri giorni
� un retaggio di quell�epoca. Le grandi citt� come Roma ed Alessandria d�Egitto erano sedi di
manifestazioni culturali e ludiche: concorsi musicali, festival teatrali, corse e spettacoli di circo
attiravano migliaia di visitatori da vicino e da lontano. Per alcune citt� questo traffico che oggi
verrebbe senz�altro definito turistico, costituiva la principale fonte di entrate. Per chi ne aveva i mezzi
e non temeva di affrontare un viaggio assai lungo, la Grecia e l�Egitto con le sue citt�, il Nilo ed i
suoi animali esotici e le antiche Sfingi, rappresentavano una grande attrattiva; la visita ai monumenti
rappresentava per il Romano agiato e colto il coronamento della propria educazione, era usanza
lasciare il proprio nome sul monumento come ricordo della visita. Altres� esistevano gi� piccoli
ricordi antesignani degli odierni souvenir; ad Efeso si vendevano miniature del tempio di Artemide.
La caduta dell�impero romano e le invasioni dei Barbari portarono a partire dal V secolo allo
sgretolamento dell�ordinamento statale, segnato dal ritorno ad una societ� rurale e primitiva. I
principi germanici presero il posto dei funzionari amministrativi romani nella parte occidentale
dell�impero mentre l�Impero Romano d�Oriente destinato a sopravvivere per un altro millennio,
subiva profonde trasformazioni. A base dell�economia vi erano i prodotti della terra, che lavorata con
mezzi primitivi non si manifestava avara di frutti. Il magnifico sistema di comunicazioni dei Romani
and� lentamente in rovina. La manutenzione delle strade militari fu abbandonata ed ai tempi di Carlo
Magno gran parte delle vi� romane era ormai impraticabile, senza contare i pericoli imcombenti.
Si svilupp� un�economia di tipo autarchico; il commercio inizi� a diminuire; le citt� persero
gradatamente la loro importanza come centri commerciali, industriali e culturali. I commercianti
viaggiavano soltanto in carovana e sotto scorta armata, ma le strade erano frequentate anche da
qualche pellegrino diretto ai luoghi santi (Roma, Loreto o Santiago de Compostela). I pellegrini
potevan pernottare nei numerosi monasteri che incontravano sul corso del loro cammino. I monasteri
disponevano di una foresteria chiamata hospitium (dal 1at. spes ospite) dove i pellegrini erano
alloggiati, nutriti e se necessario curati; i loro piedi erano oggetto delle maggiori attenzioni date le
calzature dell�epoca. A partire dal XII secolo si assiste ad una ripresa dei viaggi. Le migliorate
tecniche agricole (merito soprattutto dei conventi) portano gradualmente a raccolti pi� abbondanti;
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l�aumento dei commerci comporta la nascita di fiere e mercati in rapida espansione. I maggiori centri
commerciali a settentrione della penisola italiana cominciano a beneficiare dei contatti stabiliti in
Medio Oriente a seguito delle crociate. Segue una corrente di pellegrini desiderosi di visitare la Terra
Santa. Nelle citt� sorgono frattanto le prime Universit� ed anche questo fenomeno porta ad un
incremento dei viaggi il cui crescente numero di viaggiatori fu rilevato dagli scrittori dell�epoca che
lo riferirono nei loro libri. L�industria dell�alloggio (alberghiera) non si svilupp� altrettanto
rapidamente. Ogni localit� aveva uno o due ospizi sotto controllo ecclesiastico, ma non vi erano
abbastanza letti per tutti i viaggiatori. A chi non vi trovava posto non restava altro che andare a
pernottare in una locanda, in cui si dormiva in un unico locale (in genere godevano di pessima fama
ed erano soprannominate apoteche del diavolo). Sulle strade la situazione non era migliore, per la
manutenzione si faceva poco o nulla, ogni tanto se ne metteva a posto una parte quando doveva
transitarvi qualche personaggio illustre (qualcosa che ha attecchito cos� bene che anche oggi � in
voga), ma pi� che di strade sarebbe giusto parlare di carrarecce, sebbene la tecnica erudita
permetteva di costruirne migliori, facendo un paragone con le sfarzose cattedrali costruite in
quest�epoca. Ahim� per la costruzione di una strada mancava un�autorit� capace di controllare un
lavoro riguardante differenti amministrazioni o addirittura stati. Mancava cio� lo spirito di
collaborazione e di comprensione fra comunit� diverse, forse in fondo, la necessit� di strade migliori
non era nemmeno molto sentita.
Il crescente benessere in alcune parti d�Europa, la scoperta del Nuovo Mondo, il grande interesse per
arti e letteratura, la nascita di nuove scienze contribu� in misura determinante allo sviluppo dei viaggi
nel periodo del Rinascimento (XV e XVI secolo). � il tempo dei viaggiatori famosi come Erasmo da
Rotterdam che percorse tutta l�Europa e concep� il suo Elogio della pazzia mentre attraversava a
cavallo le Alpi nel 1509 (cit. da Nocifora, 2001: p. 233). Dotti e studiosi si spostavano da
un�universit� all�altra intraprendendo viaggi di studio; famosi pittori venivano in Italia dalle Fiandre
come Rubens, o dalla Francia per conoscere l�arte. Si sviluppa l�interesse verso oceani misteriosi e
terre lontane; l�occidente riscopre Tolomeo, i navigatori cinesi scoprono le coste orientali dell�Africa,
quelli portoghesi la discendono lungo le sue coste occidentali. A dettare l�impulso avventuriero non
sono solo la ricerca dell�oro o di altre merci rare, il traffico della seta e le spezie; ma lo alimenta la
curiosit� e un ritorno al piacere superbo di ostentare le proprie scoperte. Con il Rinascimento il
richiamo verso terre lontane viene accompagnato da un nuovo impulso culturale destinato ad
ingrandirsi sempre maggiormente. Pubblicazioni via via pi� numerose dedicate alla visita dell�Italia
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di autori spesso germanici o inglesi intitolate itinerarium, diary o journal, testimoniano il nuovo
interesse per la madre delle arti, la patria dell�antichit�. Nel Seicento si stabiliscono stentatamente le
prime regolari linee di comunicazione intercontinentali che diedero origine a episodi guerreschi e
pirateschi tra olandesi e ispano-portoghesi, tra inglesi e olandesi, tra francesi e inglesi e che tuttavia
non interruppero n� intralciarono gli scambi commerciali e lo sviluppo delle spedizioni coloniali. E
l�epoca di ignoti orizzonti che aprono a esploratori, mercanti e missionari nuove possibilit� di viaggi
avventurosi. Si torn� a guardare all�Egitto e alla Palestina, alla Siria e alla Persia come altrettanti
mondi ancora chiusi e da scoprire ed � questo il momento in cui viaggiatori come Pietro della Valle
detto il Pellegrino, intraprendono meravigliosi viaggi verso l�Oriente. Costui ci offre un esempio di
globetrotter che spinto non dal desiderio del guadagno, bens� dal bisogno di conoscere e di capire le
altre culture, si dedic� per diverso tempo a viaggiare per diletto attraverso il mondo. Lo spirito
animatore di questo viaggiatore � un misto di zelo religioso, di ricerca archeologica, di passione
scientifica ed erudita, di sete di avventura, che � caratteristico dell�uomo colto dell�epoca post-
rinascimentale e che si ricollega all�antica tradizione di viaggio di origine greco-romana. Egli
preannuncia nello stile del viaggio i viaggiatori settecenteschi e dell�epoca romantica, � il periodo in
cui riprendono i pellegrinaggi, anche verso centri diversi da quelli tradizionali � tuttavia la m�ta
preferita rimane sempre Roma, sede del Papato. A Roma infatti si tengono i giubilei in occasione dei
quali affluiscono migliaia di pellegrini.
Questi erano ospitati in alberghi, locande e ospizi che per tale scopo venivano discretamente
attrezzati. Il Seicento segna la ripresa in tutta l�Europa dei viaggi di studio; di cultura; per motivi
religiosi; per missioni diplomatiche; per affari e per scopi militari. John Milton fece un grande
viaggio che dur� quindici mesi recandosi in Francia, Germania e Italia. In quest�ultima venne per
completare gli studi e raccolse materiale per scrivere un libro di notizie intitolato �Mercurio Italico o
il fido consigliere dei viaggiatori in Italia� che divenne una guida molto diffusa (cit. da Bruschi,
1991: p. 40). Il monaco benedettino Jean Mobillon comp� nel 1685 una specie di grand tour in
Borgogna, Svizzera, Germania e Italia. La parola grand tour o tour de chevaliers apparve in Francia
nel XVII secolo, fu il signor di Saint Morice che ne parl� nella sua �Guide fid�le des etrangers dans le
voyage en France� per contrapporla al petit tour che si riferiva a un viaggio compiuto nel sud-ovest
della Francia. Questa espressione fu poi usata correntemente dal momento in cui Lord Grandsborn la
cit� per il suo viaggio in Francia che cos� defin�: �...abbiamo le prove che il viaggio cominciava ad
essere organizzato professionalmente da guide che richiedevano, oltre il rimborso spese, un
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compenso addizionale per il proprio lavoro�� (id.: p. 40). Al grand tour giovanile spesso seguiva
quello compiuto in et� matura, assai pi� libero e meno vincolato da progetti educativi. � noto per
esempio il viaggio che La Fontaine descrisse nella sua relazione �Voyage en Limousin� in cui
vengono riportate le impressioni sui luoghi e sui costumi osservati lungo l�itinerario Parigi-Bordeaux
(id.: p. 40). Per affrontare il grand tour si provvedeva ad armare il giovane e i servi contro le
offensive di banditi e briganti. Facevano parte del bagaglio anche le scorte alimentari, gli indumenti, i
libri, i letti avvolgibili, i passaporti, le lettere di credito, le guide, i certificati sanitari e i medicinali.
Le norme per compiere il viaggio all�estero vengono enunciate dettagliatamente nel trattato �Of
travel� (Bacone 1625, filosofo inglese) (id.: p. 40). Tali prevedevano che il giovane per apprendere il
pi� possibile doveva conoscere i rudimenti della lingua del paese dove si recava, avere nozioni sulla
cultura e sulla storia di questo paese e inoltre doveva esser accompagnato da un servo e da un tutore
che aveva il compito di vigilare sulla condotta morale e religiosa del pupillo � impedendogli anche
di trascorrere troppo tempo nelle case da gioco e di malaffare. Il giovane inoltre, doveva portare con
s� un diario per annotarvi tutte le cose incontrate ed era munito di lettere di presentazione per le
persone importanti in un paese straniero. La durata media del viaggio era considerata di due o tre
anni per acquisire una buona conoscenza delle lingue e del paese visitato. Talvolta venivano concesse
dai governanti delle borse di studio per compiere dei soggiorni presso le universit� e i collegi
religiosi al fine di istruire convenientemente la classe dirigente futura. L�et� considerata idonea per
intraprendere tali viaggi era diciott�anni e questo per evitare che i giovani fossero immaturi per
viaggiare. Tuttavia ci sono notizie che alcuni partirono all�et� di quattordici e anche di undici anni.
Al ritorno dal viaggio il giovane sarebbe stato giudicato sulla base di ci� che aveva appreso nel paese
straniero.
Nel Settecento la figura sociale del nuovo intellettuale borghese viaggia per il bisogno soggettivo di
condurre in prima persona una esperienza di vita, entrare in contatto con le vestigia della classicit�
per trarre da esse ispirazione per la propria attivit� artistica, culturale o intellettuale. Del tour
nobiliare si conserva solo l�aspetto esteriore educativo. A questa si aggiunge il bisogno individuale di
testimoniare in prima persona, di presa di contatto diretta, di pellegrinaggio laico. Lo sviluppo della
societ� moderna passa anche per questa fase; i forestieri visitatori non sono pi� un affare interno delle
classi superiori ma si scambiano reciprocamente sostegno. Sebbene gli intellettuali viaggiatori
continuano ad esser esponenti nobiliari se ne perdono le tracce nel viaggio che accomuna i tutti al
senso di universalit�. Non basta venir a conoscenza di libri o guide, di luoghi determinati o di vestigia
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antiche, ma bisogna entrar in contatto con codeste. Nasce l�interesse per i siti archeologici fino allora
relegati all�oblio, si riscoprono teatri, anfiteatri, santuari, templi greci e latini. Si percepisce
l�esigenza di creare un legame con le vestigia legate alla tradizione e appartenenti alla storia. Vado a
visitare quei luoghi perch� sono significativi per la mia crescita culturale e per il movimento culturale
della mia societ�. Numerose sono le testimonianze; si comincia con il collezionismo e l�attenzione si
volge alla divulgazione. I souvenir e la raffigurazione paesaggistica, i diari di viaggio e le opere
letterarie; nasce il romanticismo. � discutibile la presa di coscienza delle societ� ricca di siti storici,
quali fonti di classicit� e storia. I ruderi sono in stato di abbandono e proprio questo favorisce la loro
conservazione salvo dove si sia provveduto ad utilizzarli per qualche fine particolare. Ergo vi �
un�interruzione alla continuit� culturale; la societ� si � rigenerata su altre basi. Questo passaggio lo si
chiarificher� solo attraverso ricerche approfondite. Il grand tour era una parte essenziale e un
momento qualificante dell�istruzione del giovane nobile. Questa esperienza di viaggio aveva lo scopo
primario d�addestrare il giovane nobile alla sua futura vita di relazione, verificare la sua maturit� e
sanzionare l�appartenenza del suo status: ��il viaggio, che poteva durare da due a tre anni, era
preparato e pianificato con molto anticipo. Solo i figli pi� capaci venivano mandati in viaggio e
sempre accompagnati da un seguito composto da: maresciallo di viaggio, precettore, tutore,
domestici e cocchieri. Il giovane aristocratico, metteva alla prova le sue capacit� diplomatiche, si
perfezionava nell�arte del cavalcare, nella danza, nella scherma e trascorreva il tempo in varie e
piacevoli attivit�. Il divertimento costituiva un elemento fondamentale del tour. Importanza
fondamentale per il raggiungimento dell�obiettivo del tour, risulta essere l�assistenza di un
consistente seguito di esperti, il quale aiuto, risultava necessario per poter superare le barriere
linguistiche, questioni organizzative, ecc�� (Savelli, 1998).
Alcune regioni iniziarono ad andare di moda tra i pi� benestanti, cos� la Loira dove i re francesi
fecero costruire castelli e parchi. Un viaggio sul fiume a bordo di un lussuoso battello era a
quell�epoca una forma di passatempo per i pi� raffinati. Ma viaggiare per piacere rimase ancora per
molto tempo un privilegio riservato ad un��lite; i grandi scrittori Illuministi furono spesso anche
accaniti viaggiatori, dai loro viaggi trassero spunto le loro opere Locke, Montesquieu, Voltaire e
Rousseau. Sempre pi� numerosi divennero in quell�epoca i testi che parlavano di viaggi, alcune
tipografie si specializzarono nella pubblicazione di descrizioni di come errare ed anche grazie alla
stampa � allora agli albori, apparvero numerosi articoli. Per molti divenne una moda seguire il
modello degli scrittori illuministi, specialmente in Inghilterra l�educazione di un giovane non era
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considerata completa se questi non aveva fatto un lungo viaggio, possibilmente all�estero. Il filosofo
inglese John Locke al riguardo affermava che ai membri della upper class non era possibile sottrarsi
al gran tour che si concludeva inevitabilmente a Roma e che arricchiva lo spirito rettificando il
giudizio, rimuovendo i pregiudizi, forgiando le maniere esteriori che plasmavano il completo
gentleman (cit. da Boyer, 1997: p. 28). Gli ultimi trent�anni del Seicento vedono i giovani nobili
britannici impegnati in attivit� educative che possano distinguerli, viaggiare pi� di qualsiasi altro
popolo europeo. ��viaggiare diventa un�arte elitaria; l�antica parola normanna tour acquista un
senso nuovo che, nel XVIII secolo, gli inglesi coglieranno appieno�� (id.). Le sorgenti termali
abbandonate per secoli a causa delle epidemie e perch� ritenute dalla Chiesa nocive ai buoni costumi,
divennero di nuovo centri di attrazione per le classi pi� agiate. Montaigne scrisse un reportage di tipo
moderno sui suoi viaggi nelle localit� termali della Francia, della Germania e dell�Italia. Egli definito
da Saint Beuve il primo turista, abbina alla sua missione diplomatica romana una sosta salutare per
bere le acque termali, lasciandosi strada facendo guidare dalla propria fantasia e curiosit�, solerte a
conformarsi ai costumi del paese non somigliando a coloro che portano con se gli occhiali del proprio
villaggio, inforcava quelli di ogni luogo in cui passava.
Nel 1552 si stampano le prime guide. La parola guida deriva dal termine provenzale guis e definisce
uno scritto che indica un percorso utilizzato in origine dai pellegrini diretti a Santiago di Compostela,
Roma o Gerusalemme. Carlo Estienne membro della grande famiglia di tipografi, fu il primo ad
avere l�idea di stamparne una. I nuovi libri portabili, che vennero presto chiamati manuali, riscuotono
un vivo successo presso i viaggiatori tanto da essere ristampati numerose volte. La guida elenca le
citt�, i borghi, i castelli, le distanze, i punti di riferimento, le locande, le stazioni di posta, gli
arcivescovadi, le abbazie, la guida contempla le specialit� gastronomiche e le attivit� economiche, vi
sono spunti per ogni genere di turista. Francesco Bacone (Nocifora, 2001: p. 249) scriveva ��150
sterline in lettere di cambio sono generalmente considerate una somma ampiamente sufficiente per
un viaggio di un anno��. I viaggiatori calcolavano la quantit� di denaro che era loro necessaria per
raggiungere la prima citt� in cui poter commerciare una lettera di cambio. A Fynes Morrison fu
concessa una borsa di studio per un viaggio da parte del College di Peterhouse (Cambridge). Egli
viaggi� tra il 1591 e il 1595 e dovette affrontare ogni specie di pericoli ed ostacoli: arriv� fino in
Terra Santa, fu derubato pi� volte e dovette travestirsi in vari modi. Lasci� i seguenti consigli ai
viaggiatori che dovevano fermarsi in una locanda: ��il viaggiatore dovrebbe osservare con
attenzione gli altri occupanti della sua camera e all�occorrenza, anche il suo compagno diletto,
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prima di coricarsi e dovrebbe tenere a portata di mano la sua spada per poter affrontare qualsiasi
evenienza, mettere la sua borsa sotto il cuscino e infine prendere un forte purgante per evitare la
peste e consimili infezioni, e sopra ogni altra cosa, alzarsi presto al mattino prima dei suoi
compagni, per evitare di essere derubato e magari ucciso�� (id.: p. 247). Questa era la precaria
situazione di chi si metteva in viaggio a quei tempi.
Dal Settecento si precisa l�obbligo di vedere ci� che deve essere visto, definendo cos� una sorta di
gerarchia delle attrazioni. Le guide ripetono le stesse formule ��i viaggiatori che hanno la curiosit�
passando da...non dimentichino di visitare...�, l�esser turista implica dei doveri; caratteri in grassetto
e nomi sottolineati indicano le priorit� classiche. I viaggiatori corrono di citt� in citt� e il viaggio si
risolve in una serie di tappe fra le quali esistono solo distanze da coprire. Nel dialogo tra Lord
Shaftesbury e John Locke pubblicato nel 1764 si sostiene ad esempio l�assoluta importanza
dell�apprendimento attraverso il viaggio all�estero per la formazione della personalit� del gentiluomo
(cit. da Martinengo, 1993: p. 20). Il contributo pedagogico del viaggio viene ritenuto insostituibile da
strumenti educativi tradizionali quali il college o il precettore. La pratica turistica dei gruppi sociali
pi� elevati incomincia a modificarsi e nascono alcune forme di viaggio che rappresentano l�origine di
alcuni modi attuali di fare turismo. Tali forme si sostanziano nel turismo culturale, che si configura
come una filiazione del grand tour, il turismo termale, il viaggio connesso a scopi strumentali di
conoscenza di realt� economiche particolari, il turismo alpino. Mentre alcune di queste forme sono
generalizzate a quasi tutti i paesi europei (turismo culturale e turismo termale), il viaggio per
conoscere le nuove realt� economiche � praticato prevalentemente da tedeschi e francesi
nell�Inghilterra della prima industrializzazione e il turismo alpino � una scoperta esclusiva di un
esiguo nucleo di aristocratici inglesi.
Per scoprire l�origine della parola turismo occorre risalire al francese tour (giro), sembra che fosse
corruzione della parola latina tornius (tornio). Il conio della nuova parola � merito per�, della lingua
che detiene il primato dei neologismi: l�inglese. In una raccolta di aneddoti pubblicati a Londra nel
1803 si legge ��a traveller is now-a-day called tour-ist�� (oggigiorno il viaggiatore � detto tour-
ista) (cit. da Salomone, 1992: p. 25) quasi contemporaneamente fa la sua apparizione tourism,
anch�esso in accezione ironica tanto da far pensar che la parola tourist in principio non fosse
benevola nel significato, designando una persona la cui occupazione principale fosse andare in giro
(to tour). Il turista � colui che effettuando un viaggio o soggiorno a scopo ricreativo ha dei
comportamenti di solito fuori dal consono; se illuminato da un generale comportamento passivo tale
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da farlo riflettere innanzi a quel che osserva, si adopera attivamente compiendo uno sforzo fisico che
pu� andar dal sollevare pesi a resistere passivamente allo stress del lungo viaggio sino all�estremo
caso di dover percorrere grossi spazi a piedi ed a volte a dover rinunciare alle comodit� dovendo
razionare acqua e vivande. Ma come si pu� definire il turismo? Si ha notizia che nel 1889 il Littr�
cos� lo defin�: ��turista: si dice dei viaggiatori che percorrono i paesi per curiosit� e ozio, che
fanno una specie di tourn�e nei paesi abitualmente visitati dai loro compatrioti�� (cit. da Bruschi,
1991: p. 78). In questa definizione appare evidenziato non il fenomeno turistico nel suo insieme, ma
il soggetto (turista) che viaggia per curiosit� e ozio. A questa definizione seguirono altre che si
limitarono per� a evidenziare solo il fattore soggettivo di ordine psicologico. Con l�ampliarsi del
fenomeno turistico si ebbero definizioni pi� complete che misero in luce anche l�elemento economico
e oggettivo: ambiente, attrezzatura turistica, servizi, ecc. Fu un economista austriaco, von Schullern
zu Schrattenhofen che fece emergere l�elemento oggettivo in tutta la sua importanza, definendo il
turismo come: ��insieme di tutti i fenomeni, in primo luogo di ordine economico, che si producono
a causa dell�arrivo, del soggiorno e della partenza dei viaggiatori in un Comune, in una Provincia,
in uno Stato determinato e che, di conseguenza, sono direttamente collegati tra loro��. Mentre il
belga Picard scrisse che ��l�industria del viaggiatore � l�insieme dei suoi organi e del suo
funzionamento, non soltanto dal punto di vista di colui che si trasferisce, del viaggiatore
propriamente detto, ma principalmente dal punto di vista dei valori che quest�ultimo porta con se, e
di coloro che, nel paese dove egli si trasferisce con il suo portafoglio pieno, approfittano
direttamente (in prima linea gli albergatori) o indirettamente delle spese che egli fa per soddisfare i
suoi bisogni di istruzione o di piacere��. Nel secondo dopoguerra Mathiot affermer� che ��il
turismo concerne l�insieme dei principi regolanti i viaggi di piacere o di utilit�, sia per quanto
concerne l�azione personale dei viaggiatori o turisti, sia per quanto concerne l�azione di coloro che
si occupano di riceverli e di facilitare il loro trasferimento�� mentre Hunziker e Krapf si
esprimeranno ��il turismo � l�insieme dei rapporti e dei fenomeni risultanti dal viaggio e dal
soggiorno dei non residenti, in quanto questo soggiorno non crei una residenza duratura e non derivi
da una attivit� lucrativa��. Anche il Dizionario Internazionale del Turismo (1953) dell�Acad�mie
Internationale du Tourisme definir� il turismo ��come termine che si applica ai viaggi di piacere e
come insieme delle attivit� umane messe in opera per realizzare questo tipo di viaggi; industria
cooperante alla soddisfazione dei bisogni del turista��. Anche la definizione data dal Sessa si porr�
su un piano pi� rispondente alla nuova realt� turistica. Infatti egli considerer� il turismo come
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��quel fenomeno complesso e tipico della civilt� industriale che ha origine dal viaggiare e dal
soggiorno temporaneo dei non-residenti. I processi di vario genere che ne derivano hanno come base
unica e originale le interrelazioni umane�� (tutte da id.: p. 78).
Se alla fine Medio Evo appariva a Parigi la prima carrozza sospesa con cinghie di cuoio, nel XVI
secolo apparvero modelli pi� leggeri, come i calessi a quattro ruote detti cabriolet o tilbury sui quali
le persone pi� facoltose amavano farsi portare in giro. L�uso della carrozza fu della massima
importanza per lo sviluppo del servizio postale che a sua volta fece nascere una nuova forma di
trasporto pubblico. Le prime iniziative in tal senso si devono alla ditta tedesca Thurm und Taxis (da
cui si avr� la parola taxi) la quale organizz� efficienti servizi postali che si diffusero ben presto anche
fuori della Germania. L�esempio fu rapidamente seguito in Francia ed in Inghilterra, in breve tempo
le carrozze postali vennero adibite anche al trasporto di persone. Per farsi un�idea della velocit� di
questi mezzi basti ricordare che il tragitto Parigi-Strasburgo (uno dei pi� veloci) richiedeva un
viaggio di dodici giorni. Verso il 1800 apparvero per linee postali le prime diligenze pi� leggere e
meglio molleggiate; la prima fu messa in servizio dalla ditta Loos di Anversa (cit. da Nocifora, 2001:
p. 235). Le guide indicano con minuzia la quantit� di leghe, suggerendo i percorsi pi� brevi. La
maggior parte delle tappe non sono volute, ma imposte dalla necessit� di riposare o di cambiare il
cavallo, dall�attesa di una barca o da un passaggio a guado. Non � ancora presente una vera e propria
rete viaria, ma solo percorsi consacrati dalla pratica. Ogni fiume � un ostacolo, lo si attraversa a
guado, ma dove, e quando? I ponti sono rari, fino al XVIII secolo non esisteranno carte geografiche.
La guida � quindi indispensabile, anche non pu� sopperire a tutte le problematiche che possono
sorgere durante il viaggio; il viaggiatore si imbatte ovunque in porte daziarie, si espone a quarantene,
ad attacchi di briganti. Gli alberghi ancora non esistevano; le allettanti insegne delle locande
designavano in realt�, edifici sporchi dai muri fatiscenti e anneriti. I pasti venivano consumati ad un
tavolo comune in una stanza maleodorante. Le poche stanze erano riservate a persone di rango ed
erano comunque condivise con degli sconosciuti. Altro elemento di disagio era la difficolt� di
comunicazione linguistica, ��nel 1660, in una locanda di Valenza, Racine, in preda al freddo,
chiede un bollitore e la serva gli porta un vaso da notte! Questa capiva solo il provenzale!...� (cit.
da Boyer, 1997: p. 13). Dopo il 1740 le condizioni di viaggio migliorano, le strade si moltiplicano e
sono meglio percorribili, nelle grandi citt� compaiono nuovi stabilimenti: alberghi (dal gotico �
riparo dell�esercito) , ristoranti e i caff�, i cui nomi e modelli sono destinati a durare nel tempo. Gli
alberghi e le locande erano attrezzati con camere a due letti, i pi� grandi avevano scuderie per cavalli
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e rimesse per le carrozze. Al piano terreno si trovavano cucina e sala da pranzo, ai piani superiori le
camere da letto. Anche nelle strutture pi� buone erano rare le camere per una o due persone, era uso
dividere un grande letto comune con altri ospiti e la precedenza nel coricarsi era stabilita da una
rigida etichetta. Gli albergatori dovevano notificare al Comando di piazza l�elenco dei clienti ospitati.
I prezzi erano controllati dall�autorit� e ogni tre mesi venivano aggiornati. La Francia offriva le
strade percorribili pi� buone e le locande migliori di tutta Europa. Anche l�Inghilterra si presentava
come uno dei migliori di quel tempo, con relative comodit� e prezzi contenuti. In Spagna, al
contrario, non c�erano molte possibilit� di ristoro n� di alloggio confortevole. In Italia infine, vi erano
diversi alberghi e locande di vario livello soprattutto nella parte centro-settentrionale; tutto ci�
dipendeva dalle citt� o dalle zone pi� o meno famose e incluse negli itinerari tradizionali. Dopo che
dalla met� del Settecento i viaggiatori cominciarono a comprendere nei loro tour anche Napoli e il
suo golfo, le strutture ricettive si svilupparono anche in alcune zone del Sud.
I mezzi marittimi pi� che per i viaggiatori, erano adatti ai traffici mercantili di oltre oceano. Le navi
pi� utilizzate erano le Galee mediterranee o quelle inglesi, pi� leggere e manovrabili rispetto alle
grosse navi spagnole pesanti e poco agibili (denominate Galeoni). La rivoluzione industriale degli
ultimi decenni del XVIII secolo si manifest� con un grande sviluppo dell�industria, del commercio e di
ogni altra attivit� umana. Si ebbe una vera e propria rivoluzione anche nel campo dei trasporti, che
determin� un incremento degli spostamenti e dei viaggi. In quell�epoca infatti si incrementarono e si
internazionalizzarono i tour, da cui deriv� poi la parola turista. Da una guida stradale, pubblicata in
Germania all�inizio del XVII secolo, si rileva come poche strade dell�epoca fossero agevolmente
percorribili dal momento che la maggior parte non era selciata ed i raccordi con le strade principali
erano cattivi. La situazione miglior� in Francia quando il regno di Luigi XIV tolse alle regioni la
giurisdizione sulle principali strade, ponendole sotto la supervisione dello stato. Un ulteriore
miglioramento si ebbe nel diciottesimo secolo sempre in Francia con la costruzione di una rete
stradale a raggiera che dipartiva da Parigi. Questa impostazione rappresenta ancora oggi lo scheletro
della rete viaria francese, lo stesso fu origine successivamente anche della rete ferroviaria. Tra il 1737
ed il 1747 furono costruiti o ricostruiti non meno di quarantamila chilometri di strade, ci� fu possibile
anche perch� l�allora vigente regime obbligava tutti i contadini a compiere gratuitamente lavori
stradali (corv�es). Anche in Inghilterra vennero eseguite in misura minore opere di miglioramento
alla rete viaria, ma nel resto d�Europa la situazione rimase precaria. In paesi divisi in stati e staterelli
come quelli tedeschi e italiani, mancando qualsiasi coordinamento i lavori non venivano eseguiti o al
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rilento. La Svizzera aveva soltanto alcune strade alpine strette e tortuose; nemmeno in Belgio e nei
Paesi Bassi la situazione era migliore. Solo Napoleone per scopi strettamente militari incominci� a
migliorare le reti stradali in molte parti d�Europa. Fece costruire un certo numero di strade lunghe e
diritte il cui fondo veniva cosparso di ghiaia (in francese fu dato il nome di chauss�es - carreggiate),
erano sorvegliate da corpi di guardia che ne rendevano pi� sicuro il percorso. I vari viaggi furono di
carattere cosmopolita e compiuti su vasta scala dal nord al sud dell�Europa. E di questo periodo il
rilancio della penisola italiana come m�ta turistica grazie alla scoperta di siti di notevole interesse
come Ercolano nel 1738 e Pompei nel 1748. L�Italia era vista dai viaggiatori colti europei come il
paese del s�le, del dolce clima, dei paesaggi, dell�arte e della Magna Grecia; per cui il viaggio oltre
ad avere un carattere formativo e culturale, assumeva anche un carattere ludico e naturalistico. Da ci�
si pu� intuire quale fascino per i viaggiatori inglesi, francesi e tedeschi suscitasse il Meridione, a cui
venivano ispirati centinaia di diari, taccuini, poemi e opere di viaggio pubblicate e diffuse. Queste
pubblicazioni che ebbero un�ampia divulgazione, diedero all�Italia una certa immagine che tutt�oggi
in parte, perdura all�estero.
Di enorme sviluppo per lo sviluppo del turismo fu la costruzione delle ferrovie. L�invenzione della
macchina a vapore diede l�avvio a quella che viene giustamente chiamata rivoluzione industriale:
essa segn� anche per l�industria dei trasporti, l�inizio di una nuova era. Fra il 1830 ed il 1850 molti
paesi costruirono le loro prime linee ferroviarie. Viaggiare con la ferrovia fu agli inizi pi� uno sport
che un divertimento. Sui vagoni di terza classe, aperti, si era esposti al vento, alla pioggia, al fumo
della locomotiva. In seconda classe si viaggiava al coperto, ma, ancora esposti a micidiali correnti
d�aria. Persino in prima classe il viaggio era meno comodo che in diligenza. In meno di mezzo secolo
per� il treno miglior� tanto da diventare il mezzo di trasporto pi� sicuro, comodo e rapido. Velocit�
di cento e pi� chilometri all�ora non furono pi� un�eccezione, si svilupp� rapidamente una rete
ferroviaria internazionale con grandi treni espressi colleganti tra loro le principali citt� (l�Orient
Express che arrivava fino ad Istanbul, la Transiberiana). Anche negli Stati Uniti d�America si ebbero
treni che attraversavano il paese da costa a costa, da un oceano all�altro. Per rendere pi� confortevoli
i viaggi sui tragitti pi� lunghi, furono aggiunti ai treni a lungo percorso carrozze con letti e carrozze-
ristoranti. Le prime circolarono negli Stati Uniti per iniziativa di Georges Pullman il quale mise su
rotaia veri e propri alberghi e ristoranti viaggianti: le carrozze erano lussuose, rivestite di legno di
noce, con lampade di ottone e posate d�argento.