viene brevemente ripercorsa la parabola che va dalle istanze che portarono alla sua adozione
ai problemi a questa legati (costi e benefici ripartiti non equamente, elevati costi di
implementazione, standard non universali) di cui Internet sembra essere la soluzione
definitiva. Le analisi e le stime sul fatturato online attuale e futuro presentano non poche
difficoltà che finiscono con il limitare la comparabilità dei numeri riportati dalle diverse
società di analisi, come la mancanza di una definizione di commercio elettronico
universalmente condivisa e campioni di imprese diversi utilizzati per la conduzione delle
indagini. Si passa poi a vedere come questo fatturato è distribuito tra i vari settori
industriali, vedendo quali sono quelli più inclini all'adozione di soluzioni di e-commerce.
L'e-business non si esaurisce nell'implementazione di nuove tecnologie, ma coinvolge la
struttura e i processi organizzativi di un'impresa; al riguardo viene proposto un modello (il
"4 Box Model" tratto dalla PricewaterhouseCoopers) in cui si individuano quattro livelli di
maturazione dell'e-business che possono essere raggiunti dalle imprese:
Nella fase indicata come evoluzione dei canali di vendita viene migliorata la visibilità e la
trasparenza complessiva dell'impresa verso l'esterno. Nella fase dell'integrazione della
catena del valore la maggiore disponibilità online di informazioni fa sì che le imprese della
supply chain possano migliorare le relazioni con i business partner. Nella trasformazione dei
settori l'impresa si focalizza intorno alle proprie competenze distintive ed esternalizza le
attività che possono essere svolte più efficientemente da altri operatori, migliorando
Cambiamenti
Strategico/Organizzativi
Valore
del
Business
I Evoluzione
dei canali di
vendita
II Integrazione
della catena del
valore
III Trasformazione
dei settori
IV Convergenza
dei settori
l'efficienza complessiva della supply chain. Nella fase della convergenza le varie imprese
possono interagire tramite il Web per allacciare sempre nuovi rapporti che siano dettati
unicamente dalla ricerca delle migliori performance: le imprese allacciano ed interrompono
relazioni con altre imprese unicamente in ragione dell'efficienza di queste ultime; quello che
ne risulta è un sistema in cui le varie imprese si scambiano posizioni di eccellenza reciproca.
I riflessi dell'e-business possono essere guardati anche dal punto di vista della supply chain
oltre che da quello della singola impresa. E' possibile individuare cinque aree di influenza
delle tecnologie Web-based sulla supply chain: commercio elettronico B2B, con tutti i
vantaggi che derivano dalla possibilità di realizzare transazioni online e dalla condivisione
di informazioni; e-procurement, che riguarda la gestione degli approvvigionamenti; e-
planning, che coinvolge le nuove possibilità di comunicazione per permettere una migliore
pianificazione della produzione; e-design, che interessa lo sviluppo congiunto di prodotti; e-
logistics, che consiste nella ottimizzazione del flusso di informazioni che si accompagna al
flusso di beni e servizi. Si riporta anche un modello elaborato da Manugistics sulla
integrazione della supply chain:
Lo schema presenta una certa corrispondenza con il "4 Box Model" visto precedentemente,
poiché anche lì i prime due livelli coinvolgevano ancora la sfera dei guadagni di efficienza
mentre negli ultimi due le imprese puntavano a migliorare l'efficacia complessiva.
Dopo questa parte dedicata all'analisi dei riflessi dell'e-business a livello di impresa e di
supply chain, si esaminano alcuni fattori che potrebbero spingere le imprese verso le
Focalizzarsi
sulla qualità
Strumenti
fondamenta
li
Team
multifunziona
li
Imprese
integrate
Supply chain
estesa
Supply
chain
communities
Servire i
clienti
Ricercare
l'efficienza
Creare valore
di mercato
Essere un
leader di
mercato
Necessità competitiva Vantaggio competitivo
opportunità della rete: maggiore competizione e globalizzazione, maggiore interattività,
opportunità finanziarie, efficienza e risparmio dei costi, crescita del mercato, soddisfazione
dei bisogni in tempo reale, regolamentazione e tassazione. Nel contempo si riportano anche
alcuni dati reddituali che sottolineano l'entità dei guadagni di efficacia e di efficienza che si
possono conseguire.
Si apre quindi una parte che si propone di indagare la situazione effettiva delle imprese, in
termini sia di soluzioni già adottate che di previsioni e investimenti programmati per
l'immediato futuro. Dopo aver introdotto una possibile classificazione delle imprese in
leader, innovatrici, follower e conservatrici (in virtù della loro capacità di costruire un
vantaggio competitivo sull'innovazione) si riportano i dati che emergono da una ricerca
della Goldman Sachs su un campione di grandi imprese che riguarda: e-commerce,
investimenti in IT, outsourcing, soluzioni XML, e-markets e aste telematiche.
Successivamente si analizza anche la situazione della Pmi, che potrebbe trarre molti
vantaggi dall'e-business. Si guarda poi anche agli effetti che l'e-business, e la possibilità di
concludere transazioni online in particolare, può avere sul mondo degli intermediari: la
sopravvivenza di quelli che trovavano la loro ragione d'essere nelle inefficienze e nella
scarsa trasparenza del mercato verrà seriamente compromessa, ma in diverse circostanze le
imprese seguiteranno a fare ricorso a queste figure. Si accenna anche alle opportunità che il
commercio elettronico tra imprese comporta per gli operatori dei trasporti, che devono
garantire più che mai velocità e puntualità nella esecuzione. Il capitolo si chiude
introducendo le diverse tipologie di commercio elettronico.
II - IL SELL-SIDE ED IL BUY-SIDE: Il secondo capitolo è rivolto all'analisi delle prime
due tipologie di commercio elettronico: il sell-side, in cui le imprese acquirenti si collegano
al sito dell'impresa fornitrice per acquistare i prodotti e servizi di quest'ultima, ed il buy-
side, in cui è l'impresa acquirente che mette a punto un sistema di acquisizione per i prodotti
e i servizi di diversi fornitori. Le due tipologie sono accomunate dal fatto che entrambe
prevedono la presenza di un solo fornitore o di un solo acquirente, e rientrano quindi nelle
forme di commercio one-to-many.
Si comincia con l'analisi del sell-side, di cui si riportano i principali vantaggi svantaggi
(potenziali risparmi nella distribuzione, riduzione dei costi di intermediazione, aumentata
velocità di accesso ai prodotti e servizi da un lato; integrazione limitata con i sistemi ERP
dei compratori, difficoltà per le imprese acquirenti nella gestione degli ordini con fornitori
diversi e nel confronto delle offerte dall'altro).
Per vedere nel concreto quali sono le funzionalità che una soluzione di commercio
elettronico di questo tipo può offrire all'impresa che l'implementa e alle altre che vi entrino
in contatto, si sono prese in esame le soluzioni della HAHT (una software house partner di
SAP per quel che riguarda appunto il sell-side); in particolare si sono analizzate le soluzioni
Shop, Track, Sellside Links e Sellside Exchange. Shop è una applicazione rivolta
prevalentemente alla conclusione della transazione, e permette agli acquirenti di trovare - e
se necessario configurare - il prodotto di cui hanno bisogno, garantendo una profonda
integrazione con i sistemi di back-end dell'impresa fornitrice. Track invece non è rivolto alla
conclusione della transazione, ma mette a disposizione una serie di funzionalità
estremamente importanti per le imprese acquirenti, come il controllo dello stato degli ordini,
la conferma delle informazioni per il trasporto, la verifica della disponibilità dei prodotti…,
permettendo inoltre alle imprese fornitrici di impiegare più efficientemente le risorse
destinate al servizio clienti. Sellside Links è una soluzione che permette all'impresa
fornitrice di agganciare le offerte del proprio sito ad un e-market tramite appunto dei link,
aumentando così le potenzialità di vendita. Sellside Exchange è una soluzione più
complessa, che rispetto a Sellside Links offre anche funzionalità come la misurazione del
livello di domanda per ogni singolo prodotto all'interno di un marketplace collegato, la
possibilità di tracciare i percorsi di approvvigionamento seguiti dalle imprese acquirenti
attraverso i vari marketplaces… Infine si analizza la configurazione del sito sell-side della
Nylstar, un'impresa che opera nel settore dei filati sintetici.
Passando alle soluzioni buy-side vengono evidenziati soprattutto i notevoli risparmi in
termini di costi e di tempo nel processo di approvvigionamento. Anche qui si riportano i
principali vantaggi e svantaggi di queste soluzioni (rispettivamente riduzione dei tempi fino
al 70% e dei costi fino al 25%, standardizzazione delle procedure per la richiesta e l'offerta
di prodotti/servizi, riduzione dell'effetto maverick; costo di gestione e investimenti
tecnologici rilevanti per l'acquirente, sistema meno flessibile rispetto al sell-side in termini
di cambiamento di acquirenti/fornitori).
Si passa poi ad analizzare i cambiamenti introdotti nella procedura di acquisto dei prodotti
MRO, riportando un parallelo tra le diverse fasi della procedura tradizionale e quelle della
nuova procedura di e-procurement: questo permette di apprezzare la velocizzazione e la
maggiore efficienza introdotta dall'utilizzo del Web.
Un argomento particolarmente delicato per i siti di buy-side è la gestione dei cataloghi dei
fornitori che sono all'interno degli stessi. Mettere online un catalogo presenta diversi
problemi che devono essere risolti, e che sono connessi alla diversa impostazione che
devono avere rispetto a quelli cartacei. Si pone inoltre il problema ancora maggiore del
costante aggiornamento degli stessi. Al riguardo vengono riportate alcune modalità di
gestione del catalogo, che differiscono a seconda che l'onere della gestione ricada sui
fornitori o sull'impresa acquirente e per la maggiore o minore complessità del metodo:
gestione interna del catalogo, connessione diretta al catalogo del fornitore, acquisto
cooperativo, aggregazione dei contenuti, contingency plan, compilazione proattiva,
outsourcing del catalogo. Il capitolo si chiude con alcune ipotesi sulla possibile evoluzione
delle soluzioni buy-side.
III - LE SOLUZIONI MANY-TO-MANY: In questa tipologia rientrano diverse soluzioni,
il cui carattere distintivo è quello di realizzare l'incontro di più fornitori e acquirenti.
Inizialmente viene introdotta la figura del portale e la distinzione tra portali orizzontali e
verticali, a seconda che siano rivolti a più settori industriali o ad uno specifico. Il portale
differisce dalla piazza di mercato digitale (o e-market o marketplace) poiché è dedicato
prevalentemente allo scambio e condivisione di informazioni commerciali piuttosto che alla
conclusione di transazioni. Passando agli e-markets, viene ripresa anche qui la distinzione
tra orizzontali e verticali, e si accenna alle difficoltà cui potrebbero andare incontro i primi
nel soddisfare i bisogni e gli interessi delle imprese appartenenti ai diversi settori; rischiano
cioè di sottostimare le funzionalità e i contenuti necessari per offrire alle imprese dei singoli
settori un servizio completo. Si introduce anche una terza figura che la MSDW prevede che
emergerà nell'immediato futuro, e cioè quella dei mercati federati, formati dall'integrazione
tra gli e-markets orizzontali di maggiori dimensioni con quelli specializzati.
Si passa quindi ad analizzare i diversi mercati e le diverse funzionalità offerte dagli stessi.
La tipologia più elementare di e-market è la bacheca elettronica, che offre la possibilità di
inserire annunci di vendita e di acquisto e di dare il via alla transazione; in questo caso il
mercato si limita a facilitare l'incontro tra le parti. Le piazze di mercato basate su catalogo
si caratterizzano per la disponibilità online dei cataloghi di diversi fornitori; questo consente
alle imprese acquirenti di confrontare facilmente le diverse offerte e ordinare i prodotti,
eventualmente potendo negoziare il prezzo. Anche per questa soluzione, come era stato per
quelle buy-side, si pongono i problemi di gestione dei cataloghi; le soluzioni anche qui sono
diverse: aggiornamento affidato al gestore del mercato; e-market che si limita a fornire un
indice dei fornitori con dei link ai siti di questi ultimi; gestori che dotano i fornitori dei
software più appropriati per aggiornare i propri cataloghi. Le borse rappresentano una
estensione delle bacheche elettroniche: in questo caso infatti il mercato si pone come
mediatore delle offerte di acquisto o di vendita, selezionando per conto dell'impresa
acquirente o fornitrice le eventuali proposte delle imprese interessate a dette offerte. In
alcuni casi il mercato può arrivare a porsi come controparte diretta della transazione,
assicurando così l'anonimato delle imprese partecipanti; anonimato che, come nel caso della
vendita di eccedenze di magazzino, può facilitare notevolmente la transazione. I mercati che
offrono dei servizi d'asta hanno un funzionamento simile alle borse, ma si differenziano da
queste ultime perché qui i prodotti offerti devono essere descritti in modo molto chiaro, in
maniera tale che il solo prezzo sia sufficiente per la comprensione dell'offerta. Si riportano
diversi criteri di classificazione delle aste. E' possibile distinguerle a seconda che siano
condotte dal venditore o dall'acquirente: nelle prime è il venditore che propone dei prodotti
per i quali le imprese acquirenti formuleranno delle proposte di acquisto, ed il prezzo salirà
con il passare del tempo; nelle seconde è l'acquirente che descrive i beni di cui ha bisogno e
sono i fornitori che fanno delle offerte, ed il prezzo scenderà con il passare del tempo. Vi
sono poi diversi modelli: nelle aste normali si confrontano le offerte dei vari partecipanti e
la più alta vince; in quelle olandesi il prezzo scende a intervalli regolari e vince che accetta
per primo la somma corrente. Sempre con riferimento alle aste viene proposta l'analisi della
soluzione adottata da Ariba, che prende il nome di Dynamic Trade. Detta soluzione offre tre
moduli che prendono il nome di Auction Module, in cui è il fornitore che propone i suoi
prodotti; Reverse Auction Module, in cui è invece l'acquirente che indica il
prodotto/servizio di cui ha bisogno ed instaura un meccanismo di competizione tra diversi
fornitori; Bid/Ask module, che permette l'interazione tra più acquirenti e fornitori riducendo
sensibilmente i costi di ricerca della controparte nei mercati maggiormente frammentati.
Perché un e-market abbia successo deve riuscire a garantire alle imprese che vi partecipano
un elevato livello di servizi. Si propone quindi un elenco delle funzionalità più diffuse che
vengono offerte, che sono: gestione e approvazione delle richieste, reclutamento dei
fornitori, conclusione dell'ordine, adempimento, pagamento, gestione dei contenuti) e una
breve analisi delle stesse.
Dopo aver accennato ai marketplaces gestiti dalle due imprese leader, e cioè Ariba e
Commerce One, si apre una parte dedicata all'analisi di biztoB, e-market di Finmatica. Una
peculiarità di questo e-market è quella di avere in ADACI (associazione italiana di
management degli approvvigionamenti) una sorta di autority, che compie una valutazione
delle imprese che si registrano all'e-market. Il sito rappresenta un importante punto di
incontro per imprese acquirenti e fornitrici, che riescono ad ottenere importanti vantaggi
nelle fasi di procurement, selling e marketing intelligence.
Le tipologie di utenti che hanno accesso al mercato sono il B-Manager, il Buyer ed il Seller.
Il B-Manager fornisce all'e-market le caratteristiche degli utenti Buyer e Seller che operano
per la propria impresa, specificando per ognuno di essi le possibilità e i limiti di attività. Le
funzionalità cui un B-Manager può avere accesso sono: gestione profili utenti,
aggiornamento dati aziendali, trasmissione notizie per accreditamento (in risposta ad una
richiesta in tal senso inoltrata da una impresa acquirente).
Il Buyer è il dipendente dell'impresa acquirente che, nei limiti conferitigli, esamina le
offerte delle aziende Supplier ed eventualmente propone un contatto commerciale. Le
funzionalità cui può accedere sono: ricerca azienda e prodotti, che serve per individuare le
offerte che soddisfano le esigenza del Buyer sfruttando diversi criteri di ricerca; rating, che
consiste nella possibilità di avere una valutazione delle singole imprese realizzata attraverso
parametri che l'impresa può anche ponderare per ottenere un giudizio che sia in linea con le
proprie esigenze; richiesta di informazioni generiche; richiesta di notizie per
accreditamento; offerta ideale, che consiste nel definire le caratteristiche del prodotto
ricercato e nello stabilire i livelli di ciascuna variabile che devono essere rispettati perché
l'offerta di un'impresa fornitrice possa considerarsi soddisfacente; richiesta di offerta;
valutazione di offerta; invio dell'ordine; firma dell'ordine; cartella dei fornitori abituali.
Il Seller è l'utente dell'impresa fornitrice. Le funzionalità cui può avere accesso sono: ricerca
del potenziale mercato; gamma dei prodotti offerti; offerte; conferma/scarto dell'ordine;
tabella prodotti.
IV - VANTAGGI E PROBLEMI RISOLTI: Il commercio elettronico business-to-
business può portare numerosi vantaggi tanto alle imprese fornitrici che acquirenti, come
pure al funzionamento del mercato in generale. Per quanto riguarda i fornitori, due
immediate conseguenze del commercio elettronico sono l'aumentata visibilità degli stessi e
la facilità con cui le imprese acquirenti possono confrontare le loro offerte. Questo significa
che i fornitori potranno espandere notevolmente il numero di clienti potenzialmente
interessati alla loro offerta, ma dovranno anche far fronte ad una aumentata competizione.
Quest'ultima non si giocherà comunque solo sul prezzo: entrare nell'e-business non porterà
un'automatica ed indiscriminata compressione al minimo dei margini, ma solo un continuo
miglioramento delle performance medie. Vi sono poi casi in cui i fornitori possono sfruttare
la maggiore visibilità, e quindi i maggiori potenziali acquirenti, per spuntare prezzi più alti
(ricorrendo ad esempio alle aste). Tra i principali vantaggi è possibile indicare:
aggregazione dei piccoli ordini; minori costi per acquisire nuovi clienti; economicità
dell'ordinazione che genera più transazioni; minori costi di vendita; vendita anonima delle
eccedenze di magazzino; funzioni di market intelligence; collaborazione online tra fornitori
e acquirenti; aumento in alcuni casi dei prezzi di vendita. Per le imprese acquirenti il
principale vantaggio è ovviamente quello della maggiore trasparenza, che permette loro di
accedere all'offerta di prodotti più economici, di migliore qualità e disponibili in tempi più
brevi. Gli altri vantaggi principali sono: il rafforzamento delle politiche corporate; il
controllo degli acquisti individuali; notevole riduzione dei costi amministrativi; misurazione
delle prestazioni del fornitore; mercato delle dismissioni; riduzione delle duplicazioni. Per
quanto riguarda il funzionamento del mercato in generale, è possibile sottolineare come la
maggiore trasparenza e la possibilità di instaurare ed interrompere con maggiore facilità e
minori costi i rapporti di fornitura porterà sicuramente al miglioramento dell'efficienza
complessiva.
E' importante però ricordare come vi siano diverse categorie di acquisti; la distinzione che
nel lavoro si è seguita è quella tra acquisti di materiali diretti (o strategici) e indiretti (o
prodotti MRO). Dalle ricerche condotte sul mercato quello che emerge è che saranno
soprattutto i secondi a beneficiare del Web, mentre i primi, che rappresentano una voce di
costo più significativa ed hanno una maggiore volatilità di prezzo, di disponibilità e di
domanda, tarderanno ad essere negoziati sul Web. D'altro canto gli acquisti dei beni MRO,
tradizionalmente gestiti con processi manuali e che vedono l'impresa interagire anche con
diverse centinaia di fornitori, finiscono con il sottrarre tempo e risorse importanti
all'acquisto dei materiali strategici. Secondo la Morgan Stanley si assisterà verosimilmente
ad una stratificazione degli acquisti di impresa, in ragione della diversa importanza del
prodotto, del volume, dell'urgenza e del costo. Si possono allora distinguere gli acquisti
spot, quelli ripetitivi e quelli programmati. I primi sono quelli realizzati ad hoc per esigenze
puntuali, e saranno i primi a beneficiare del Web; anche i secondi verranno negoziati su rete,
e beneficeranno soprattutto dei servizi d'asta. Per i terzi, regolati da contratti a lungo termine
e da relazioni strategiche, i tempi per lo spostamento online saranno più lunghi.
Tra i principali problemi che il commercio elettronico aiuta a risolvere vi è quello della
frammentazione geografica del mercato, della scarsa efficienza nelle relazioni tra business
partner e quello degli eccessivi livelli di scorte lungo l'intera supply chain. Un contributo
fondamentale al superamento della frammentazione geografica è dato dalla caratteristica
principale del Web, ossia quella di avere una copertura globale, in grado di raggiungere
potenzialmente qualunque impresa. Questo significa che le alternative di mercato diventano
trasparenti, facendo in modo che le anomalie (giustificate proprio dalla scarsa conoscenza
del mercato) vengano rapidamente isolate ed eliminate; il risultato di questo processo è un
continuo miglioramento del livello medio delle prestazioni, stimabile nella continua
eliminazione dell'ultimo 10% delle prestazioni. Per quanto riguarda le relazioni tra
business partner, si tenga presente che oltre alla conclusione di un ordine vi sono tutta una
serie di contatti tra imprese che la precedono, che accompagnano l'evasione e che seguono
la consegna; ve ne sono poi altre che prescindono da un rapporto di acquisto/vendita (come
la progettazione congiunta di un prodotto). Gestire queste relazioni online consente di
eliminare i processi manuali (e quindi gli errori) e di lavorare in tempo reale, e quindi con
maggiore efficacia ed efficienza. La condivisione online di importanti informazioni, come
quelle sui piani della produzione, permette poi alle imprese fornitrici di programmare la
propria produzione contenendo i livelli di scorte, migliorando di conseguenza l'efficienza
dell'intera supply chain.
V - L'INTEGRAZIONE TRA IL BACK-END E LE SOLUZIONI WEB-BASED:
L'ultimo capitolo si apre con una parte dedicata all'importanza della risorsa informazione e
alla descrizione delle caratteristiche principali di un sistema ERP, che serve ad introdurre
alcuni concetti che verranno ripresi quando si parlerà di back-end e di integrazione dello
stesso con le tecnologie Web-based.
La risorsa centrale nell'e-business è senza dubbio l'informazione: è lo scambio e la
condivisione della stessa tra i partner della supply chain che permette di monitorare lo stato
di avanzamento degli ordini, di sviluppare rapporti di comakership, di realizzare un maggior
coordinamento nelle attività produttive… Proprio questa maggiore disponibilità di
informazioni permette di passare dalla supply chain ad una Intelligent supply chain, che
abbia come obiettivo condiviso la creazione di maggior valore ed il successo.
L'informazione è da sempre considerata un elemento chiave per il conseguimento del
successo: dalla sua tempestività e qualità dipende infatti in maniera inscindibile l'assunzione
di decisioni corrette. Il sistema informativo è quell'insieme di strutture hardware e software
che gestiscono i processi e i flussi di informazioni generati all'interno dell'azienda, e dalla
sua efficienza dipende dunque quella dell'impresa. Fino alla metà degli anni '90 la realtà
aziendale vedeva la coesistenza all'interno dell'impresa di una molteplicità di
apparecchiature hardware e software mirate alla gestione delle singole funzioni, mentre
rimaneva del tutto in ombra il problema della comunicazione tra dette funzioni e del
trasferimento dei dati tra le stesse: la conseguenza immediata erano informazioni
discordanti, necessità di integrare i vari dati per avere un quadro di insieme, problemi di
disallineamento. L'avvento degli ERP, che sono dei sistemi informativi integrati e modulari,
rappresentò il superamento dei problemi appena esposti, garantendo la perfetta circolazione
delle informazioni tra le funzioni ed eliminando alla radice qualsiasi duplicazione e
disallineamento attraverso la condivisione di un unico database. Il punto critico di queste
soluzioni è sicuramente l'implementazione. Si tratta infatti di un investimento molto oneroso
(che però le imprese possono effettuare gradualmente) e che richiede tempi abbastanza
lunghi. Non trattandosi di un prodotto realizzato internamente né progettato su misura da
una software house, sorgeranno poi inevitabili attriti interni dovuti alla naturale resistenza al
cambiamento, accentuati dal fatto che complessivamente questi sistemi portano ad una
riduzione degli organici (spingendo verso una eliminazione dei processi di supporto, che
vengono incorporati in quelli primari, e delle unità di staff).
Si apre poi la parte dedicata all'integrazione delle applicazioni, che anche nell'ottica di IBM
rappresenta un fattore decisivo per la competitività. In particolare IBM individua quattro
aree in cui la realizzazione di detta integrazione è quanto mai irrinunciabile: Gestione della
catena di fornitura (SCM), Gestione delle relazioni con i clienti (CRM), Pianificazione delle
risorse aziendali ERP) ed e-business. E proprio quest'ultima è l'area di maggiore interesse,
poiché per entrare con successo nell'e-business è necessario realizzare la piena integrazione
dei sistemi informativi interni con le soluzioni Web. Non solo. Le imprese devono anche
realizzare la piena integrazione dei flussi informativi nel proprio back-end se vogliono
concretizzare le opportunità dell'e-business: devono cioè dotarsi di un sistema informativo
che sappia generare e condividere accurate informazioni con i partner della supply chain.
Questa tesi è sostenuta con particolare vigore dalla PricewaterhouseCoopers, che sottolinea
come un'impresa che voglia entrare nell'e-business senza prima mettere in ordine la casa
finisca solo con il portare nuova confusione e nuove tensioni all'interno dell'impresa. Le
imprese si trovano quindi non di fronte all'alternativa se investire nell'ERP o nell'e-business,
poiché i due investimenti non sono alternativi bensì complementari, in grado di creare
sinergie. Dovranno semmai individuare una strategia che preveda tempi e modi per investire
risorse su entrambi i fronti, massimizzando i ritorni. A tal fine la stessa
PricewaterhouseCoopers ha costruito una matrice ERP/e-business, in cui viene raffigurata la
situazione di ciascuna impresa per quel che riguarda tanto lo stato dell'e-business che quello
del sistema informativo:
Di questa matrice vengono analizzate le caratteristiche principali di ciascuna opzione nel
campo dell'e-business e dell'ERP, e si mette in evidenza come solamente come quelle
imprese che possono contare su una efficiente gestione dei processi e delle informazioni
interni attraverso un sistema ERP (integrato almeno a livello di singole business unit) siano
in grado di proporsi come partner validi all'interno di una supply chain che miri
all'eccellenza. Per le altre imprese l'adozione di soluzioni Web potrebbe anche essere il
modo per mostrare all'esterno una armonia e una integrazione interni che in realtà mancano;
ma sicuramente non potranno spingersi molto avanti nel campo dell'e-business senza prima
rivedere il proprio sistema informativo. Della matrice viene anche proposta una prospettiva
dinamica, in cui si individuano quelle che sono le aree obiettivo (ovvero la V e la VI):
Nessuna
capacità di
e-business
Valorizza
zione del
canale
Integrazio
ne della
value-chain
Trasforma
zione dell'
industria
Convergenza
Nessun sistema
Sistemi non
integrati.
ERP in singole
funzioni
ERP integrato
nelle business
unit
ERP integrato a
livello di
impresa
Per entrare nell'e-business non si può procedere per azioni isolate ed investimenti
tecnologici poco coordinati. E' necessario che alla base vi sia una strategia chiara che
stabilisca dove l'impresa sta andando e perché; stimi le capacità di cui si dispone
(tecnologia, processi e persone); pianifichi il percorso; indichi come muoversi lungo il
percorso pianificato.
Nessuna
capacità di
e-business
Valorizza
zione del
canale
Integrazio
ne della
value-chain
Trasforma
zione dell'
industria
Convergenza
Nessun sistema
Sistemi non
integrati.
ERP in singole
funzioni
ERP integrato
nelle business
unit
ERP integrato a
livello di
impresa
I. START-UP
III. BENEFICI PER
L'ACQUIRENTE
LIMITATI
II. CRESCITA LIMITATA DELL'IMPRESA
IV. ALTI COSTI IN RELAZIONE AI
BENEFICI
V. OTTIMIZZAZIONE A LIVELLO DI
BUSINESS UNIT
VI. OTTIMIZZAZIONE A LIVELLO DI
IMPRESA
"…as the windmill harnesses the power of the wind to create electric
power, B2B harnesses the power of networking to create a virtuous cycle of
business communications."