Il secondo pilastro è stato il processo di forte apertura del commercio con
l'estero favorito da una riduzione generalizzata delle barriere doganali e di altra
natura, dall'attiva partecipazione della regione all'Uruguay Round e, soprattutto,
da un processo più intenso e di maggior respiro di integrazione regionale.
Il terzo pilastro è stato la riduzione del coinvolgimento dello stato in economia
attraverso la privatizzazione di numerose imprese pubbliche con conseguente
stimolo per imprese straniere ad entrare in mercati fino a quel momento chiusi o
penetrabili in condizioni di svantaggio.
La ripresa economica e la sensibile contrazione dell'inflazione hanno favorito un
recupero rapido e impressionante della fiducia degli investitori stranieri nelle
aspettative economiche della regione.
L'aumento dei redditi (più marcato in alcuni paesi) e l'apertura economica hanno
consentito alle imprese estere di immettere con facilità i propri prodotti sul
mercato che, a causa della maggior stabilità economica, ne consente e ne facilita
una gestione in un'ottica strategica di lungo periodo.
Le prospettive per il marketing sono inoltre amplificate dalla accresciuta
disponibilità ed efficienza dei mezzi di comunicazione; in particolare la TV via
satellite e l'uso di Internet collegano l'area ad una cultura globale che stimola i
consumatori ad avvicinarsi a nuovi modelli di consumo e nuovi prodotti,
favorendo altresì l'incremento dell'uniformità del mercato.
Oltre alle prospettive di business permangono numerosi problemi ancora da
risolvere specialmente in campo sociale ed infrastrutturale.
La creazione di un ambiente favorevole agli investitori stranieri presuppone
ancora uno sforzo riformatore che consenta di raggiungere livelli soddisfacenti
di sicurezza per le imprese straniere e di aumentare i livelli di istruzione,
assistenza e giustizia sociale.
Oggi esiste un'America Latina nuova e più stabile, ma ancora piena di problemi
e insidie sociali, e con una forte necessità di nuove e più efficienti infrastrutture.
E' questa l'America Latina dei nostri giorni: una grande realtà che alla fine del
secolo sarà composta da oltre 500 milioni di persone ed in cui le occasioni di
investimento e di sviluppo saranno enormi.
BIBLIOGRAFIA
- Enrique V. Iglesias – Dalle riforme economiche nuove opportunità
d’investimento – America Latina 10/97 – Bologna
- Marketing in Latin America – Business Week – February 9,1998
CAPITOLO 2: L’AMERICA LATINA NEL COMMERCIO MONDIALE.
2.1 Il dinamismo mondiale dei mercati.
L’immagine di fondo di questo fine millennio e che caratterizzerà il
ventunesimo secolo è indubbiamente quella del villaggio globale, con una
progressiva riduzione delle frontiere economiche e una fitta rete di relazioni fra i
vari paesi-nazione sparsi nell’intero pianeta.
Il commercio internazionale esiste da secoli, ma è negli ultimi trentacinque anni
che ha subito un processo di profonda trasformazione.
Nell’ultimo quarto di secolo si è assistito ad un accresciuto dinamismo
geografico dell’economia mondiale dovuto alla diversa performance produttiva
e commerciale maturata dai vari paesi e all’espansione dell’economia e delle
attività internazionali che offrono alle nazioni con i vantaggi differenziali più
significativi, opportunità di affermazione e d’acquisizione di vantaggi
competitivi con valenza mondiale.
Il vantaggio tecnologico dei paesi industrializzati nei confronti di quelli in via di
sviluppo è andato sempre più riducendosi tanto da rovesciare i vecchi equilibri
competitivi fra le nazioni con conseguente emergere di nuove aree geografiche
di potenziale interesse per l’attività d’impresa quali il Sud Est Asiatico, l’Europa
dell’Est, l’Africa e l’America Latina.
Mentre ancora negli anni ottanta una parte notevole delle imprese, soprattutto se
di minore dimensione considerava il mercato locale come l’unico environment
cui riferirsi, oggi sono poche le aziende i cui processi decisionali ed operativi
non siano influenzati da cambiamenti in atto a livello globale.
Va quindi diffondendosi, fra gli operatori d’impresa, la consapevolezza che una
prospettiva di mercato limitata alla dimensione nazionale è sempre più
incompatibile con l’obiettivo di crescita dell’azienda.
Anche le imprese che per decenni hanno operato con un’ottica domestica si
rendono conto che le minacce competitive possono derivare dai luoghi più
lontani.
Numerose sono le determinanti che hanno contribuito all’espansione ed allo
sviluppo dell’economia e delle attività internazionali. Le più importanti sono
analizzate di seguito:
™ Lo sviluppo del sapere tecnologico è oggi un fenomeno internazionale
sottratto al dominio di un solo paese o un singolo operatore. Tali conoscenze
si diffondono sempre più rapidamente e il successo delle imprese è sempre
più connesso alla loro capacità di diffondere le conoscenze di base tra una
miriade di usi diversi e quindi di imprese e mercati specializzati, cioè si lega
alle capacità di sviluppare innovazioni applicative secondo i bisogni specifici
e le modalità di impiego nei diversi ambienti nazionali e nei settori clienti
interessati alla loro applicazione. Il sapere scientifico e informativo inoltre si
forma e viene acquisito sempre più sul piano dell’economia globale. A ciò va
aggiunto che il pluralismo tecnologico facilita l’individuazione di soluzioni
appropriate alle esigenze e alle risorse specifiche delle diverse aziende ed ai
vantaggi comparati dei vari paesi. In questo contesto anche imprese di
piccole dimensioni possono modernizzarsi e internazionalizzarsi senza dover
essere sottoposte agli standard organizzativi e tecnologici della grande scala.
Pluralismo e pervasività del sapere scientifico e tecnologico sono alla base
della grande capacità di penetrazione dei processi di internazionalizzazione
ad ogni livello dell’economia.
™ Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e di trasporto, favorito
dall’innovazione tecnologica, ha ridotto in misura rilevante le barriere
determinate dalla distanza fisica e dai tempi di spostamento delle
informazioni, delle risorse umane e delle merci fra i diversi paesi. Oggi le
distanze non si misurano più in giorni, ma in ore, mentre le comunicazioni e
lo scambio di informazioni e dati si effettuano in tempo reale. Il
miglioramento dei sistemi di trasporto, se da un lato ha accresciuto la
velocità di trasferimento delle merci, dall’altro ha anche ridotto il costo del
loro movimento rendendo più accessibile lo sbocco in certi mercati o
l’approvvigionamento di risorse, componenti o prodotti finiti in altri paesi.
Oltre alla riduzione dei costi di trasporto negli ultimi anni, la globalizzazione
si basa anche e soprattutto sui progressi nel comparto dell’information
technology che hanno comportato una riduzione dei costi delle transazioni e
delle comunicazioni, favorendo l’efficace funzionamento dei mercati
internazionali.
™ Lo sviluppo economico ha stimolato una convergenza nella sfera degli stili di
vita e dei bisogni fra i diversi paesi con una conseguente crescita
dell’omogeneizzazione della domanda che ha reso i diversi mercati nazionali
più attraenti e accessibili alla concorrenza internazionale.
™ La riduzione delle barriere istituzionali alla mobilità internazionale e la
progressiva liberalizzazione ed integrazione dell’economia internazionale
hanno prodotto importanti effetti. I confini nazionali sono oggi più
permeabili rispetto al passato in virtù di accordi internazionali sottoscritti da
numerosi paesi a partire dal dopoguerra e tesi a ridurre le barriere artificiali –
istituzionali elevate per proteggere l’economia nazionale, impedendo il libero
scambio delle merci. Nella riduzione delle tariffe e nella regolamentazione
del commercio internazionale un ruolo fondamentale è stato svolto dal GATT
trasformato in WTO con gli accordi di Marrakech dell’aprile 1994 sottoscritti
da 111 paesi e che fra l’altro prevedono una serie di disposizioni in materia di
risoluzione delle controversie e la dichiarazione di illiceità di una serie di
normative nazionali che hanno limitato la libertà economica. A livello
regionale la riduzione delle barriere artificiali agli scambi internazionali
poggia sull’azione di varie organizzazioni che possono configurarsi come
organizzazioni regionali per lo sviluppo, aree di libero scambio, unioni
doganali, mercati comuni o unioni politiche. Fra le più importanti sono da
citare l’ASEAN (association of south east asian nation), l’ACM (arab
common market), l’APEC (asian pacific economic cooperative), l’ECO
(economic cooperation organization) in Asia, il LAIA (latin american
integration association), il CARICOM (carribean community and common
market), il MERCOSUR (southern common market), il NAFTA (north
american free trade agreement), l’U.S.-CANADA FREE TRADE
AGREEMENT, il Gruppo dei tre, l’ANCOM (andean common market) nelle
Americhe, l’UE (european union), l’EFTA (european free trade association),
l’EEA (european economic area), la CIS (commonwealth of indipendent
states) in Europa, l’ECOWAS (economic community of west africa states), il
WAEC (west african economic community), l’Afro – Malagasy economic
union, l’East Africa common union, il Casablanca gruop, la Maghreb
economic community e altre in Africa.
2.2-Dimensioni quantitative del commercio mondiale
L’andamento del commercio mondiale ha evidenziato un pressoché costante
incremento annuo nell’ultimo decennio, desumibile dal livello delle esportazioni
che sono passate da un ammontare complessivo di 2767900 a 5743300 milioni
di dollari fra l’anno 1988 e il 1997 come visibile dalla tabella riprodotta sotto.
Capitolo 7 ESPORTAZIONI MONDIALI
ANNO ESPORTAZIONI FOB (IN MILIONI DI
DOLLARI)
VARIAZIONE
ANNUA
VARIAZIONE
RISPETTO AL
1988
1988 2767900 100,0
1989 2988400 8,0% 108,0
1990 3386100 13,3% 122,3
1991 3500100 3,4% 126,5
1992 3728500 6,5% 134,7
1993 3721800 -0,2% 134,5
1994 4247100 14,1% 153,4
1995 5074200 19,5% 183,3
1996 5274500 3,9% 190,6
1997 5473300 3,8% 197,7
Dati ICE
Scomponendo i valori fra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo è evidente
come l’incremento percentuale complessivo più rilevante si sia manifestato in
questi ultimi sia a livello di import sia di export.
All’interno dei paesi in via di sviluppo sono individuabili alcune aree regionali al
fine di analizzare e comparare le rispettive dinamiche degli scambi.
ANALISI DELLE ESPORTAZIONI GLOBALI
ANNI ESPORTAZIONI
FOB TOTALI
VARIAZIONI
ANNUE
ESPORT.
PAESI
INDUSTRI
ALIZZATI
VARIAZIO
NI ANNUE
ESPORT.
PVS
VARIAZIO
NI ANNUE
1988 2767900 2166721 601179
1989 2988400 8,0% 2320261 7,1% 668139 11,1%
1990 3386100 13,3% 2616209 12,8% 769891 15,2%
1991 3500100 3,4% 2677713 2,4% 822387 6,8%
1992 3728500 6,5% 2821177 5,4% 907323 10,3%
1993 3721800 -0,2% 2755632 -2,3% 966168 6,5%
1994 4247100 14,1% 3138941 13,9% 1108159 14,7%
1995 5074200 19,5% 3741631 19,2% 1332569 20,3%
1996 5274500 3,9% 3826507 2,3% 1447993 8,7%
1997 5473300 3,8% 3905265 2,1% 1568035 8,3%
Dati ICE in milioni di dollari
ANALISI DELLE IMPORTAZIONI GLOBALI
ANNI IMPORTAZIO
NI TOTALI CIF
(MLN
DOLLARI)
VARIAZIONI
TOTALI
IMPORT.
PAESI
INDUSTRI
ALIZZATI
VARIAZIONI
ANNUE
IMPORT.
PVS
VARIAZIO
NI ANNUE
1988 2871600 2276541 595059
1989 3111300 8,3% 2455096 7,8% 656204 10,3%
1990 3512600 12,9% 2762009 12,5% 750591 14,4%
1991 3629300 3,3% 2788145 0,9% 841155 12,1%
1992 3885800 7,1% 2918365 4,7% 967435 15,0%
1993 3783300 -2,6% 2737239 -6,2% 1046061 8,1%
1994 4317300 14,1% 3135697 14,6% 1181603 13,0%
1995 5152400 19,3% 3711667 18,4% 1440733 21,9%
1996 5401800 4,8% 3831954 3,2% 1569846 9,0%
1997 5743700 6,3% 4057769 5,9% 1685931 7,4%
Dati ICE in milioni di dollari
ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI NEI PVS
ANNI ESPORT.
PVS
MEDIO ORIENTE ED
EUROPA
ASIA AMERICA AFRICA
1988 601179 123886 303533 109057 64703
1989 668139 141082 340934 117838 68285
1990 769891 167134 388464 131853 82439
1991 822387 155307 443064 142934 81082
1992 907323 168094 505668 151565 81996
1993 966168 166127 560950 161748 77343
1994 1108159 163447 674018 190321 80373
1995 1332569 190680 820107 230695 91086
1996 1447993 221144 860443 261852 104553
1997 1568035 235625 923663 293910 114837
VAR. 161% 90% 204% 170% 77%
ANNI IMPORT.
PVS
MEDIO ORIENTE ED
EUROPA
ASIA AMERICA AFRICA
1988 595059 121416 316778 93203 63662
1989 656204 124774 361641 100763 69026
1990 750591 138781 416619 113417 81774
1991 841155 145757 474180 142911 78307
1992 967435 169009 538084 168488 91854
1993 1046061 166227 605947 188541 85346
1994 1181603 156929 713153 222783 88739
1995 1440733 191920 890361 254097 104356
1996 1569846 219575 941869 303025 105378
1997 1685931 248119 975543 353873 108396
VAR. 283% 204% 308% 380% 170%
Dati ICE in milioni di dollari
Dalle tabelle sopra esposte risulta evidente come nel commercio internazionale i
paesi in via di sviluppo si caratterizzino per il netto prevalere delle importazioni
sulle esportazioni.
Fra le quattro aree prese in esame si riscontrano incrementi nei flussi
commerciali molto diversificati; nel dettaglio si può notare che per quanto
concerne le esportazioni le migliori performances sono state registrate dai pvs
dell’Asia, seguiti, nell’ordine, dall’area americana, da quella europea-
mediorientale e dall’Africa; relativamente alle importazioni è riscontrabile un
netto incremento per i paesi dell’Asia e della America Latina, con incrementi di
molto inferiori per i paesi africani e mediorientali-europei.
L’analisi non può però prescindere da un esame dei valori assoluti delle
grandezze precedentemente considerate e quindi è necessario esaminare le quote
di mercato sulle esportazioni e importazioni mondiali della diverse aree.
QUOTE DI MERCATO SULLE ESPORTAZIONI E PESI PERCENTUALI
SULLE IMPORTAZIONI MONDIALI.
ANNI MEDIO ORIENTE ED
EUROPA
ASIA AMERICA AFRICA
1988 4,48% 10,97% 3,94% 2,34%
1989 4,72% 11,41% 3,94% 2,29%
1990 4,94% 11,47% 3,89% 2,43%
1991 4,44% 12,66% 4,08% 2,32%
1992 4,51% 13,56% 4,07% 2,20%
1993 4,46% 15,07% 4,35% 2,08%
1994 3,85% 15,87% 4,48% 1,89%
1995 3,76% 16,16% 4,55% 1,80%
1996 4,19% 16,31% 4,96% 1,98%
1997 4,30% 16,88% 5,37% 2,10%
ANNI MEDIO ORIENTE ED
EUROPA
ASIA AMERICA AFRICA
1988 4,23% 11,03% 3,25% 2,22%
1989 4,01% 11,62% 3,24% 2,22%
1990 3,95% 11,86% 3,23% 2,33%
1991 4,02% 13,07% 3,94% 2,16%
1992 4,35% 13,85% 4,34% 2,36%
1993 4,39% 16,02% 4,98% 2,26%
1994 3,63% 16,52% 5,16% 2,06%
1995 3,72% 17,28% 4,93% 2,03%
1996 4,06% 17,44% 5,61% 1,95%
1997 4,32% 16,98% 6,16% 1,89%
Mie elaborazioni su dati ICE
Dalle elaborazioni di cui sopra risulta che la quota di mercato nelle esportazioni
mondiali dei pvs, seppure in aumento nel periodo considerato, si mantiene
costantemente e consistentemente al di sotto di quella dei paesi industrializzati;
degno di segnalazione è l’incremento ottenuto dai paesi asiatici, mentre per le
altre aree si evidenzia una lieve crescita in quota della America Latina e un
mantenimento delle performance dei paesi africani ed euro – mediorientali su
livelli decisamente modesti.
Relativamente alle importazioni l’analisi mostra un incremento marcato per i
paesi asiatici, una crescita più contenuta per la America Latina e livelli
sostanzialmente stabili per le altre aree.
2.3 Flussi commerciali dei paesi dell’America Latina
Come visto in precedenza il ruolo dell’America Latina nel commercio mondiale
può definirsi nel complesso modesto; tuttavia va sottolineato il trend crescente
nella quota di mercato per l’import e l’export.
A questo punto è opportuno scindere l’analisi a livello dei principali paesi
dell’area iberoamericana per evidenziare le singole tendenze e quote.
Dall’esame dei diversi paesi si può dedurre un enorme differenziale fra gli stessi
relativamente ai valori assoluti dei flussi commerciali e alle variazioni di quota
sul commercio mondiale.
In particolare per le esportazioni i valori più elevati si riscontrano in Messico e
Brasile, seguiti da Argentina e Venezuela; l’analisi dinamica consente di
apprezzare l’esplosione dell’export messicano, (giustificabile fra l’altro con
l’adesione al NAFTA) e gli incrementi sostanzialmente omogenei fra gli altri
paesi.
Relativamente alle importazioni i valori più consistenti sono quelli del Messico,
seguito dal Brasile e dall’Argentina; anche in questo ambito dall’analisi
dinamica emerge una crescita considerevole nelle importazioni messicane,
argentine e brasiliane.
Anche se l’importanza relativa delle importazioni di questi paesi sul complesso
mondiale appare limitata, è importante segnalare che tali indicatori mostrano un
generalizzato incremento, sintomo, fra l’altro, di un accresciuto interesse per
questi mercati da parte degli operatori economici internazionali.
ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI DEI PAESI DELL’AMERICA LATINA
EXPORT
88
EXPORT
97
VARIAZIONE
TOT.
QUOTA
MONDIALE
88
QUOTA
MONDIALE
97
VAR.
QUOTA
ARGENTINA 9136 25662 281% 0,33% 0,47% 0,139%
BOLIVIA 600 1101 184% 0,02% 0,02% -0,002%
BRASILE 33785 52558 156% 1,22% 0,96% -0,260%
CILE 7186 16504 230% 0,26% 0,30% 0,042%
COLOMBIA 5013 11992 239% 0,18% 0,22% 0,038%
ECUADOR 2193 5831 266% 0,08% 0,11% 0,027%
MESSICO 20409 110432 541% 0,74% 2,02% 1,280%
PERU' 2689 6491 241% 0,10% 0,12% 0,021%
URUGUAY 1446 2702 187% 0,05% 0,05% -0,003%
VENEZUELA 11214 25440 227% 0,41% 0,46% 0,060%
IMPORT
88
IMOPORT
97
VARIAZIONE
TOT.
QUOTA
MONDO
88
QUOTA
MONDO
97
VAR.
QUOTA
ARGENTINA 5320 30012 564% 0,19% 0,52% 0,34%
BOLIVIA 591 2414 408% 0,02% 0,04% 0,02%
BRASILE 16048 67943 423% 0,56% 1,18% 0,62%
CILE 5088 19630 386% 0,18% 0,34% 0,16%
COLOMBIA 5068 15332 303% 0,18% 0,27% 0,09%
ECUADOR 1735 5415 312% 0,06% 0,09% 0,03%
MESSICO 19557 109809 561% 0,68% 1,91% 1,23%
PERU' 2109 7610 361% 0,07% 0,13% 0,06%
URUGUAY 1177 4462 379% 0,04% 0,08% 0,04%
VENEZUELA 11544 14782 128% 0,40% 0,26% -0,14%
Dati ICE in milioni di dollari
Una visione più completa dei gradi di apertura verso i mercati internazionali
delle singole economie sudamericane prese in considerazione è visibile dal
seguente prospetto che rappresenta le quote dei principali paesi fornitori nei
diversi paesi sudamericani nel 1997.
Argentina Brasile Cile Ecuador Colombia
Import totale
mil. $
30012 67943 19630 5415 15332
QUOTE DI MERCATO
Argentina Brasile Cile Ecuador Colombia
UE 27.7 25.9 20.1 16.9 18.7
EFTA 1.0 1.7 1.2 1.0 1.3
USA 20.8 24.7 23.7 30.9 37.3
CANADA 1.3 1.8 1.5 1.2 2.0
GIAPPONE 3.6 4.8 5.8 5.8 7.2
ALTRI PAESI INDUSTR. 0.5 0.5 1.1 0.4 0.4
PAESI IN TRANSIZIONE 1.0 1.6 0.7 1.3 0.9
MEDIO ORIENTE 0.7 4.2 0.3 0.9 0.7
PVS ASIA 9.7 9.8 13.3 5.8 4.5
PVS AFRICA 0.9 3.1 2.5 0.4 0.4
PVS AMERICA LATINA 30.2 21.2 25.0 33.6 24.7
Messico Perù Venezuela
importazioni totali
in mil. $
109809 7610 14782
QUOTE DI MERCATO
Messico Perù Venezuela
UE 9.5 20.0 17.5
EFTA 0.1 0.9 0.8
USA 74.8 25.8 44.7
CANADA 1.8 2.4 4.2
GIAPPONE 3.9 4.4 4.4
ALTRI PAESI INDUSTR. 0.3 1.2 0.5
PAESI IN TRANSIZIONE 0.4 0.5 0.5
MEDIO ORIENTE 0.2 0.4 0.2
PVS ASIA 6.2 5.8 3.4
PVS AFRICA 0.1 0.2 0.6
PVS AMERICA LATINA 2.4 38.1 22.4
Dati ICE
Dalle tabelle sopra riportate si evidenzia come fra i principali paesi fornitori
delle più importanti economie sudamericane sia costante la presenza degli Usa,
con un significativo picco nei confronti del Messico (giustificabile con la
comune adesione al Nafta) ed elevate quote sull’import globale di Colombia,
Venezuela ed Ecuador, spiegabili con la vicinanza geografica; abbastanza
rilevante appare la presenza, sempre in termini di quota dei paesi europei, più
marcata nell’area del Mercosur. Da non sottovalutare infine il peso del
commercio infraregionale, che presenta valori modesti solo per il Messico, a
causa del grande rilievo della penetrazione nordamericana in questo mercato.
Un’ultima analisi particolarmente interessante riguarda lo sviluppo e la dinamica
temporale del commercio all’interno dei grandi blocchi regionali che
compongono il continente sudamericano.
I valori assoluti più rilevanti sono indubbiamente quelli fatti registrare da
Mercosur e Andean Group; in particolare occorre evidenziare la grande
accelerazione del commercio infrablocchi a partire dal 1985, anno in cui si
manifestano le prime significative azioni volte alla realizzazione di vere e
proprie aree di libero scambio.
Esportazioni entro i blocchi regionali in milioni di dollari
Dati WB
2.4 Relazioni di scambio con l’Italia
Il commercio estero dell’Italia ha subito un notevole incremento in valore
assoluto fra gli anni 1988 e 1997 attestandosi nell’ultimo anno considerato a
circa 354456 milioni di dollari per le importazioni ,con un aumento di circa il
100%, ed a 405732 milioni di dollari per le esportazioni, con un incremento
nell’ordine del 144%.
I flussi più consistenti del commercio italiano sono indubbiamente quelli coi
paesi industrializzati ed in particolare con i membri dell’Unione Europea.
Gli incrementi più rilevanti negli scambi si sono avuti con i paesi in transizione
e in via di sviluppo. In particolare, degne di nota sono le variazioni delle
esportazioni verso questi paesi, a dimostrazione di un accresciuto interesse per
questi mercati.
COMMERCIO INTERNAZIONALE DELL’ITALIA
PAESI
IMPORT
88
IMPORT
97
VARIAZ.
EXPORT
88
EXPORT
97
VARIAZ.
INDUSTRIALIZZA
TI
137372 260369 89,54% 132218 284608 115,26%
IN TRANSIZIONE 10194 25406 149,23% 6776 33589 395,71%
PVS 32129 67929 111,43% 26701 85684 220,90%
MONDO 179695 353704 96,84% 165695 403881 143,75%
Dati ICE in milioni di dollari
E’ opportuno a questo punto scindere il dato relativo ai paesi in via di sviluppo
fra le varie aree regionali.
I maggiori mercati fra i pvs per l’export italiano sono quelli asiatici e
dell’Europa-Medio Oriente, seguiti da America Latina e Africa.
1970 1980 1985 1990 1993 1994 1995 1996
Andean Group 97 1161 768 1312 2892 3752 4751 4806
CACM 287 1174 544 671 1088 1175 1365 1566
CARICOM 51 431 358 395 441 193 228 841
LAIA 1263 10981 7139 12331 23694 28300 34408 38617
MERCOSUR 451 3424 1953 4127 10067 12049 14180 17151
L’incremento più consistente delle esportazioni italiane nei pvs si è manifestato
in America Latina e in Asia, con una variazione più contenuta nei paesi euro-
mediorientali e in quelli africani.
In ogni area, ad eccezione dell’Africa, si registra un aumento della quota di
incidenza relativa sull’export globale italiano.
EXPORT ITALIANO NEI PVS
AREE
ESPORT.
88
ESPORT.
97
VARIAZ. QUOTA
88
QUOTA
97
VARIAZ.
QUOTA
MEDIO ORIENTE-
EUROPA
10414 28239 171% 6,3% 7,0% 0,7%
ASIA 7143 29205 309% 4,3% 7,2% 2,9%
AMERICA LATINA 3540 17686 400% 2,1% 4,4% 2,2%
AFRICA 5604 10554 88% 3,4% 2,6% -0,8%
Dati ICE in milioni di dollari
A questo punto è necessario analizzare nel dettaglio la consistenza del
commercio italiano con l’America Latina.
Il maggior mercato di sbocco per i prodotti italiani in Sud America è il Brasile,
seguito dalla Argentina, Messico e Venezuela e Cile.
In tutti i principali mercati dell’America Latina, nell’ultimo triennio, si è
assistito ad un incremento della penetrazione dei prodotti italiani, seppure in
misure differenziate; degne di segnalazione sono le crescite in Brasile, Cile e
Venezuela.
ESPORTAZIONI ITALIANE NEI PAESI DELL’AMERICA LATINA
PAESI EXPORT 97 VAR. PERC. 97/94 QUOTA REL. 97
BRASILE 5988 91,7 34%
ARGENTINA 2961 29,6 17%
MESSICO 1941 44,4 11%
VENEZUELA 1071 55,3 6%
CILE 1068 83,4 6%
COLOMBIA 662 30,3 4%
URUGUAY 391 16,9 2%
ALTRI 3604 45.6 20%
TOTALE 17686 46,2 100%
Dati ICE in milioni di dollari
Nelle tabelle seguenti sono riportate le analisi relative alle esportazioni italiane
in America Latina suddivise per settori e per prodotti.
ESPORTAZIONI ITALIANE IN AMERICA LATINA PER SETTORE
SETTORE EXPORT
97
VAR, %
97/96
QUOTA97
Prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e
pesca
90 7,4 0,5%
Prodotti energetici 587 56,6 3,3%
Minerali ferrosi e non ferrosi 376 39,4 2,1%
Minerali e prodotti non metallici 414 20,7 2,3%
Prodotti chimici 1124 6,3 6,4%
Prodotti in metallo 638 20,6 3,6%
Macchine agricole e industriali 6106 23,6 34,5%
Macchine per ufficio 450 -2,6 2,5%
Materiale e forniture elettriche 1751 20,5 9,9%
Mezzi di trasporto 2706 -20,7 15,3%
Prodotti alimentari, bevande e tabacco 311 -11,7 1,8%
Tessile 484 30,5 2,7%
Abbigliamento e maglieria 348 21,2 2,0%
Cuoio, calzature 141 10,6 0,8%
Legno e mobili di legno 172 28,8 1,0%
Altri (carta, gomma, plastica,…) 1985 32,9 11,2%
Totali 17686 12,7 100,0%
Dati ICE in milioni di dollari
PRINCIPALI PRODOTTI ITALIANI ESPORTATI IN AMERICA LATINA
PRODOTTI ESPORTAZIONI 97 VAR. % 97/96
Altre macchine e apparecchi 1941595 19,7
Macchine per l'industria alimentare e chimica 1316404 14,1
Gioielli, prodotti di oreficeria 1135685 35,3
Pezzi di ricambio per autoveicoli 992781 30,7
Autoveicoli, motori, carrozzeria, accessori 782790 69,9
Macchine per miniere, metalli, edilizia 778376 59,4
Navi mercantili, piroscafi, rimorchiatori 768254 -55
Macchine utensili 646402 13,5
Prodotti petroliferi raffinati 582871 56,6
Macchine per legno, carta , cuoio, lavaggio 564833 27,7
Macchine tessili e da cucire 514823 28,3
Materiale per telecomunicazioni 479598 63,2
Utensili ed articoli finiti in metallo 399724 18,6
Elettrodomestici 389671 0,2
Prodotti petrolchimici e carbonchimici 389016 1,6
Apparecchi elettrici 355281 12,3
Articoli e materiali plastici 353885 31,3
Materiale elettrico industriale 337683 6,5
Tessili, veli 259327 38,8
Prodotti farmaceutici 238136 -7,3
Dati ICE in milioni di dollari
BIBLIOGRAFIA
- E. Valdani, P. Adams – Marketing Globale –EGEA Milano 1998
- Philip R. Cateora – International Marketing – ninth edition 1993
- ICE – Istituto Nazionale per il commercio estero. Rapporto sul commercio
estero. Roma 1998
- The World Bank – World development indicators – 1998
- J.P. Jeannet, H. David Hennessoy – Global Marketing strategies - 1997