Introduzione/Premessa
Su 128 mila prodotti di largo consumo analizzati dall'Osservatorio Immagino di GSl ltaly,
32.787 mila prodotti richiamano la loro sostenibilità sulle confezioni.
Nel 2020 la pandemia da Covid-19 ha stravolto le nostre abitudini e la scala dei valori
associata a ciascun avvenimento della nostra esistenza, compresa la rilevanza dei
problemi dell'inquinamento ambientale e dello smaltimento dei rifiuti, nello specifico
quelli derivati da packaging di beni di largo consumo.
Grazie al conseguente risveglio della coscienza ambientale, il packaging sostenibile è
diventato una priorità per le agende politiche e le aziende di ogni dimensione. Il settore
del packaging inevitabilmente deve evolversi insieme alle esigenze delle nuove società,
al fine di poter essere accettato da una fascia di consumatori sempre più ampia. Oggi
più che mai dunque, ottenere un impatto ambientale minimo, è essenziale.
Nel contesto dei beni di largo consumo può essere raggiunto attraverso l'adozione del
green packaging, un packaging che a differenza di quello tradizionale, attinge da fonti
rinnovabili e pulite, è rispettoso dell'ambiente e delle persone, promuove modelli di
consumo e di produzioni sostenibili, che nel corso del seguente elaborato analizzeremo
dettagliatamente.
Come recita però l'obiettivo 12 dell'Agenda 2030, affinché lo sviluppo sociale ed
economico possa avvenire in un perimetro definito dalla sostenibilità, la nostra società
dovrà modificare il proprio modo di produrre e consumare beni. I valori dei consumatori
sono chiaramente cambiati e le persone credono fortemente ad un cambio di paradigma
da parte delle aziende. Ma i consumatori come percepiscono il green packaging? Qual è
il significato che li attribuiscono? Quali sono gli stimoli che influiscono
involontariamente nei loro processi attrattivi? Sono davvero consapevoli delle
differenze tra i packaging? Le informazioni che ricevono sul green packaging sono le
stesse che percepiscono?
Siccome la percezione è il risultato di un processo costruttivo e non un rilevamento di
stimolazioni fine a sé stesso, quanto sono fondamentali le costruzioni e le interpretazioni
soggettive dei consumatori in merito al green packaging? Quanti consumatori
percepiscono la sostenibilità come fattore fondamentale e la mettono al primo posto la
1
come driver di scelta? L'attenzione di chi si dichiara attento alle problematiche
ambientali è catturata da stimoli corretti?
La comprensione dei processi percettivi è una tematica fondamentale nel
neuromarketing e uno dei primi ambiti studiati nel laboratorio di ricerca di Lipsia,
fondato da Wilhelm Wundt, nel 1879. Lo studio della percezione attraverso strumenti
scientifici permette di comprendere le azioni dei consumatori di fronte ai packaging, in
quanto spesso opposte a ciò che gli esperti di marketing si aspettano dalla costruzione
di determinati stimoli. Ogni stimolo sensoriale che riceviamo produce una risposta
emotiva e inconscia. Essi vengono codificati e coordinati dall'amigdala, in quanto
collegata con le aree cerebrali della visione e degli altri sensi, così il significato emotivo
generato dallo stimolo visivo influenza le nostre emozioni e di conseguenza altri aspetti
della coscienza owero la percezione, il pensiero e il processo decisionale.
È nell'ottica di uno studio scientifico del consumatore che questo lavoro pone le proprie
basi, al fine di analizzare approfonditamente la coppia green packaging- consumatore,
in quanto spesso la loro attenzione sembra percorrere la giusta direzione, ma capita
quasi frequentemente che prodotti non sostenibili si vestano di green, e traggono in
inganno consumatori meno attenti ma dichiaranti della consapevolezza delle proprie
scelte.
Lo scopo dell'elaborato consiste nell'esplorare prima attraverso un excursus della
letteratura scientifica e in seguito attraverso un'indagine, le opinioni e le percezioni dei
consumatori riguardo al green packaging, cercando di comprendere se la sostenibilità
possa essere un elemento di forza, nell'orientare i processi di decision making.
2
1 Investire nel futuro con la sostenibilità
1.1 Le origini, il presente e il futuro della
sostenibilità
Le società moderne sono dei sistemi complessi in cui gli attori fanno ricorso ad un
insieme di connessioni utili alla loro sopravvivenza sociale e professionale. L'utilizzo di
strumenti tecnologici, uniti alla collaborazione e alla convivialità amplificano il concetto
stesso di società umane.
La complessità delle società moderne è un aspetto che può essere comparato al
concetto di rete/network. La struttura reticolare infatti permette la sostituzione di ogni
nodo che la compone e ne deriva dunque la non essenzialità di ciascun nodo alla
sopravvivenza della rete stessa. Al contrario questi moderni sistemi a causa della loro
natura instabile e mutevole, necessitano di interdipendenza degli individui, in quanto il
comportamento di ogni singolo componente influenzerà le scelte degli altri individui.
Il Pianeta, location di scambi umani ed economici è sempre più interconnesso attraverso
flussi di informazioni, risorse, beni, servizi, persone, idee, e imprese. Ciò implica che i
cambiamenti che avvengono in una parte del mondo apportati dai soggetti economici e
dagli attori operanti, possono avere un effetto a catena sugli altri, in quanto non isolati
l'uno dall'altro. (European Environment Agency). I destini dei popoli che hanno vissuto
la storia sono dipesi dalle condizioni ambientali e da come essi hanno interagito e
modificato queste condizioni (M. Stampa, D. Calace, N. Ferro, 2022) attraverso le loro
attività economiche e di scambio.
La rete di imprese, all'interno di questi sistemi, sfrutta le relazioni sinergiche degli attori,
per poter avere accesso alle risorse e completare le proprie operazioni economiche. Gli
studi hanno cercato di dimostrare fin da subito quanto, nel settore delle imprese, i
diversi processi industriali, commerciali e di servizio hanno un impatto negativo
sull'ambiente e su alcuni aspetti della società. Questo perché molte aziende estraggono
le risorse naturali al di là della capacità di rigenerazione del Pianeta, causando una
5
diminuzione della biodiversità, intensificando l'inquinamento atmosferico (J.Olah, 2020)
e originando un disequilibrio per l'uomo e la natura.
I rapporti contrastanti tra l'etica e l'economia non sono di certo argomento di dibattito
attuale. Le opinioni ambivalenti vengono riscontrate fin dai tempi di Platone nell'antica
Grecia, dove il mercato veniva visto da un lato come lo strumento per rispondere ai
bisogni umani ma dall'altro le ricchezze che il mercato consentiva di accumulare, erano
viste come un elemento di corruzione e disgregazione. (S. Romenti, 2020)
La letteratura ci mostra come l'equilibrio tra uomo e natura è sempre stato altalenante,
costituito da periodi in cui prevale nettamente un atteggiamento di dominio, di
conquista e di sfruttamento da parte dell'uomo che a partire dalla fine del diciottesimo
secolo, con l'awento della prima rivoluzione industriale, ha dato avvio ad una
progressiva «artificializzazione della Terra». (M. Lucia, P. Lazzarini, S. Duglio, 2018) e che
con l'affermarsi del sistema fordista-taylorista alla fine dell'800, ha promosso i sistemi
delle economie di scala, i processi di standardizzazione dei prodotti e awiato il consumo
di massa, con il conseguente sfruttamento di grandi quantità di materie prime,
immissioni di gas inquinanti e di scorie nell'ambiente.
La crescente evidenza scientifica sul deterioramento della Terra e la consapevolezza
instaurata tra gli attori sociali circa le conseguenze di questa tendenza, ha aumentato la
pressione internazionale sull'operato delle imprese. Per rispondere a queste sfide e per
affrontare le questioni relative ai cambiamenti climatici, al degrado sociale e
ambientale, le imprese prestano sempre più attenzione ai temi della responsabilità
sociale e della sostenibilità attraverso diversi approcci, che verranno illustrati nel
paragrafo successivo, nel tentativo di migliorare l'impatto del fare impresa sull'ambiente
naturale, di mitigarne le esternalità negative e di promuovere un modo consapevole e
diverso di fare business.
Occorre percorrere idealmente 10.695 km, da Stoccolma a Rio de Janeiro, per
comprendere dove nasce e come si sviluppa il concetto di sostenibilità. Le prime
riflessioni sui problemi che incombono sull'umanità e sulla sensibilizzazione alle
problematiche ambientali si possono ricondurre ai lavori della Conferenza delle Nazioni
Unite sul l'Ambiente tenutasi a Stoccolma, primo congresso mondiale nella quale si
6
accesero per la prima volta i riflettori sulle questioni relative al degrado ambientale e
all'inquinamento.
Il termine sviluppo sostenibile, è invece apparso per la prima volta nel documento dal
titolo World Conservation Strategy - Living Resource Conservation for a Sustainable
Development, elaborato nel 1980 dall'IUCN (lnternational Union for Conservation of
Nature), dall'UNEP (Uniteci Nation Environmental Programme) e dal WWF (World
Wildlife Found), in cui sono discusse le questioni relative allo sviluppo e alla
conservazione, processi alla base del funzionamento dell'ambiente, il cui equilibrio
risulta strategico per garantire la capacità rigenerativa dei sistemi naturali. (F.Ballucchi
e K. Furlotti, 2017)
Successivamente, nel 1992 alla Conferenza di Rio de Janeiro sull'ambiente e lo sviluppo,
i capi di Stato mondiali si sono riuniti per affrontare le emergenti problematiche
ambientali a livello globale.
Il testo di riferimento per lo sviluppo sostenibile diventa tuttavia "Our Common Future",
elaborato nel 1987 da Gro Harlem Brundtland, presidente della Commissione mondiale
sull'Ambiente e lo Sviluppo (World Commission on Environment and Development,
WCED) istituita nel 1983. (Confederazione Svizzera, 1987)
Conosciuto comunemente anche come rapporto Brundtland, in esso troviamo esplicitati
i principali punti critici e i problemi dell'ambiente che son dati essenzialmente da due
fattori che coesistono all'interno dei Paesi: la grande povertà e i modelli di produzione
e di consumo non sostenibili.
Il rapporto offre chiaramente una prospettiva risolutiva del problema, evidenziando la
necessità di una strategia che possa integrare le esigenze dello sviluppo e la salvaguardia
del contesto naturale in cui è insito questo sviluppo. Questa strategia è stata definita in
inglese con il termine sustainable development, tradotto con sviluppo sostenibile.
La definizione primordiale data al concetto di sviluppo sostenibile fa riferimento ad uno
sviluppo che soddisfi i bisogni dell'attuale generazione senza compromettere la capacità
di quelle future di rispondere ai loro. (World Commission on environment and
development)
Al punto trenta si afferma inoltre che:
7
lo sviluppo sostenibile non è uno stato fisso di armonia, ma piuttosto un processo di
cambiamento in cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti,
l'orientamento dello sviluppo tecnologico, e i cambiamenti istituzionali sono resi
coerenti con le esigenze future e attuali. (World Commission on environment and
development)
La definizione di sviluppo sostenibile per quanto possa essere apparentemente chiara e
finita, lascia nella mente del lettore un senso di incertezza in quanto si parla di modalità
di lavoro capaci di rispondere ai bisogni del presente, facendo coesistere allo stesso
tempo esigenze non complementari come salute ambientale, equità sociale e vitalità
economica per creare comunità fiorenti, sane, diversificate e resilienti in cui far vivere
le generazioni future.
Da concetto a modello, lo sviluppo sostenibile è oggi per ogni organizzazione, un nuovo
senso di responsabilità e di modalità di sviluppo volto a costruire un percorso, in cui si
integrano principi e azioni di sostenibilità a livello strategico e nelle attività quotidiane
(L. Zanotti, 2022), e le cui considerazioni di sostenibilità possano servire nella
generazione di idee, ricerca e sviluppo e commercializzazione (T. Clark and M. Charter,
2007).
Il futuro che spesso si cita silenziosamente ha ancora una possibilità, la scienza afferma
che esiste ancora un margine di manovra affinché l'umanità possa avere un futuro.
Siamo la prima generazione che grazie agli studi scientifici, è consapevole del fatto che
con le nostre azioni quotidiane e con lo sviluppo economico moderno, stiamo mettendo
a rischio la stabilità e l'abilità del Pianeta Terra di favorire lo sviluppo dell'umanità.
Se da una parte l'industrializzazione, il progresso economico, i sistemi produttivi e il
consumo di massa rappresentano le esigenze attuali degli individui e delle imprese,
dall'altra parte siamo sempre più consapevoli degli effetti negativi che lo stesso sviluppo
è suscettibile di determinare sull'ambiente, provocando in tempi brevi un arresto della
Terra. Dunque l'ambizione generale dev'essere quella di non superare i punti di non
ritorno del sistema Terra, poiché una volta fatto, scatenano dei cambiamenti irreversibili
che si traducono in un comportamento del Pianeta poco amichevole nei confronti di chi
lo abita.
8