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REPUBBLICA.IT “La nuova montagna di Thomas Mann da "incantata" è diventata "magica" URL=
https://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/11/03/news/thomas_mann-8693012/ (consultato in data 23/02/2022)
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Quinto romanzo della saga letteraria creata da J.K. Rowling, pubblicato in Italia dalla casa editrice Salani nel 2003
2.3.3 E r r or i di tr aduz ione ne lla le tte r atur a
Quando si parla di traduzione si pensa per prima cosa ai libri, dunque, di conseguenza, alla
letteratura. É verosimile affermare che non esista un solo libro tradotto che non presenti almeno
un'imperfezione, una svista.
Il capolavoro di Thomas Mann “Der Zauberberg”, tradotto per la prima volta in italiano nel
1932 con il titolo “La montagna incantata”, ha raggiunto il successo ed è rimasta invariata fino al
2010, anno in cui la Mondadori propose di farne una nuova copia e tradurre il suo titolo in maniera
più letterale. In effetti, fino a quel momento, solo il traduttore italiano aveva deciso di dare una
sfumatura leggermente diversa a quel titolo, mentre nel resto d’Europa si era rimasti più fedeli alla
traduzione letterale. Nonostante questo e nonostante le pressioni da parte di Mondadori, fermamente
convinta che in Italia ci fosse stata un po’ troppa libertà nei confronti di un’opera così importante, il
titolo rimase infine invariato. Inoltre, il titolo “La montagna incantata” ha un suono più musicale ed
è entrato, ormai, nel patrimonio culturale italiano.
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Un ulteriore esempio riguarda la traduzione di “Harry Potter and the Order of the Phoenix”
(Harry Potter e l'ordine della fenice).
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Questo libro ha fatto gridare allo scandalo gli appassionati
italiani per un banale errore di traduzione presente alla pagina 120 della prima edizione: nella
versione inglese si fa riferimento, per la prima e unica volta in tutto il testo, a un “locket”
(medaglione), erroneamente e frettolosamente tradotto in italiano con "lucchetto". Il testo recita per
la precisione: “un pesante lucchetto che nessuno di loro riuscì ad aprire”. Pur non essendo niente di
così particolarmente eccezionale e scandaloso, questo errore si è rivelato più grave del previsto in
quanto l'anonimo locket/medaglione si è trasformato improvvisamente in un elemento centrale
dell'epopea di Potter, ricoprendo un ruolo fondamentale sia nel sesto volume della saga (Harry
Potter e il principe mezzosangue, pubblicato in Italia nel 2006) sia nel settimo (Harry Potter e i doni
della morte, pubblicato in Italia nel 2008). In questi due ultimi volumi, infatti, si compie una sorta
di indagine poliziesca attorno al medaglione, la cui vera identità ha tenuto col fiato sospeso tutti i
fan della saga. Il medaglione, dunque, è ricomparso nel sesto capitolo della saga senza mai essere
stato citato nei precedenti libri italiani, proprio per questo svarione traduttivo. L’errore è stato
probabilmente dovuto ad una svista, coniugata anche a molta sfortuna, dato che, ironia della sorte,
questo oggetto è diventato di vitale importanza nei due successivi volumi della saga. L'errore si è
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I.Katerinov, Lucchetti babbani e medaglioni magici, Camelozampa, Monselice (PD),2012, pp. 175-177
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R.G.Capuano, 111 errori di traduzione che hanno cambiato il mondo, cit., p. 188
rivelato tanto grave che la casa editrice Salani è stata costretta a fare pubblica ammenda sul proprio
sito, annunciando la pronta ristampa.
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Il testo del comunicato della Salani, recitava:
Errata corrige. Poco dopo l'uscita della prima edizione di Harry Potter e l'Ordine della Fenice sono
cominciate ad arrivare alcune lettere che segnalavano un errore di traduzione: un 'locket' tradotto
erroneamente come lucchetto'. Ringraziamo i lettori per la segnalazione: l'errore è già stato corretto
nelle ristampe dello stesso volume, ma ci sembra giusto segnalare la cosa a quanti di voi hanno la
versione con il testo sbagliato. Scriveteci per segnalare eventuali sviste o errori.
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Questo non è l'unico errore di traduzione presente nelle versioni italiane dei libri di Harry Potter,
come riportano molti siti e i forum dedicati. A differenza di altri, però, questo è stato uno dei pochi
in grado di agitare movimenti adolescenziali di protesta.
2.3.4 E r r or i di tr aduz ione ne i film
Sul web è possibile trovare molti siti che affrontano la tematica dei bloope rs, gli errori commessi
durante la realizzazione dei film a dispetto dei mille controlli effettuati da produttori, registi e
montatori. Si tratta per lo più di errori che non hanno conseguenze negative sulle pellicole, anzi
diventano delle curiosità, stimolando i fan a trovarne quanti più possibile a puro scopo di
divertimento. Talvolta però, i cosiddetti bloope rs possono mettere a repentaglio la reputazione di un
regista o scatenare serie reazioni da parte degli spettatori. Proprio questo è avvenuto in Italia con il
film “The Millionaire” di Danny Boyle, che ha vinto otto Oscar nel 2009, tra cui quelli come
miglior film e miglior regista. Ambientato in un'India tormentata da scontri interreligiosi e lotte
nazionaliste, la pellicola ripercorre la vita di Jamal Malik, il quale, attraverso la sua partecipazione
all'equivalente indiano di “Chi vuol essere milionario?”, riuscirà a vincere il premio più alto e a
unirsi alla sua amata Latika, nonostante arresti, torture e ostacoli vari. Sebbene appaia centrato su
una vicenda privata, l'obiettivo è più ampio, il regista ha asserito infatti che il film si propone di
denunciare e informare sul clima di terrore che regna in molti Stati dell'India, in cui le minoranze
islamiche e cristiane sono perseguitate in maniera brutale. Tuttavia, un grave errore di doppiaggio
della versione italiana ha tradito rovinosamente le intenzioni del regista, sollevando proteste tra i
musulmani del nostro Paese. L'errore si è verificato in una delle scene centrali del film, in cui la
madre del protagonista, musulmana come Malik, viene uccisa da un gruppo di integralisti indù. Nel
corso della scena, una voce fuori campo dice: "Sono musulmani, scappiamo!", mentre nell'originale
inglese si sente: "They are muslims, get them", di cui la traduzione corretta è: "Sono musulmani,
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Ivi, p.178
84
"Corriere della Sera", 4 febbraio 2009 "I musulmani italiani: «Cambiate il doppiaggio in The Millionaire»,
URL: https://cinematv.corriere.it/cinema/09_febbraio_04/millionaire_doppiaggio_musulmani.html (consultato in data
24/02/2022)
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LINGUAENAUTI “ Chi ha paura dei blooper? Errori di traduzione al cinema” URL:
https://linguaenauti.com/2016/05/17/chi-ha-paura-dei-blooper-errori-di-traduzione-al-cinema/ (consultato in data
24/02/2022)
prendeteli!". L'errore non è di poco conto, se si pensa che inverte totalmente il senso della scena,
facendo credere agli spettatori che gli assalitori, dunque i cattivi, sono musulmani, mentre gli
assaliti, quindi i buoni, sono gli indù.
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Ahmad Gianpiero Vincenzo, il presidente degli Intellettuali
Musulmani Italiani, ha immediatamente chiesto di correggere il doppiaggio del film nella versione
italiana. Purtroppo, per il film proiettato nelle sale cinematografiche, non c'è stato nulla da fare. La
versione in DVD è però stata modificata e la Lucky Red, la casa di distribuzione del film, si è
ufficialmente scusata, anche se con qualche ritardo.
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Anche in Batman del 1989 c’è un curioso errore di traduzione nel doppiaggio che vede come
protagonista l’antagonista per eccellenza della saga, Joker. In una scena, Vicky, una giovane e
bella fotografa e cronista di gran fama, lancia dell’acqua in faccia a Joker. Il clown inizia a
urlare: “Aiuto! Mi strucco!” e Vicky, preoccupatissima, cerca di aiutarlo, con una reazione che
sembra molto eccessiva per chi ha un po’ di trucco colante. Il chiarimento lo si ottiene ascoltando la
versione originale, in cui ci si rende conto che Joker in realtà dice “Help me! I’m melting” , ossia
“Aiuto! Mi sto sciogliendo!”. Nella versione inglese compare sottilmente il legame morboso,
viscerale e ineludibile di Joker con il suo trucco. In altre parole, Joker è il suo trucco, e il trucco è la
sua identità. Quando questo si scioglie, è lui stesso a sentirsi svanire. Non è quindi un semplice “mi
strucco!”, ma un conflitto profondo di un uomo prigioniero del suo ruolo, della sua rabbia e del
personaggio.
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Un altro grande timore dei traduttori sono i cartelli. Difatti, se nella traduzione dei cartelli c’è un
errore, buona parte degli spettatori se ne accorge facilmente ed è assicurata una magra figura del
traduttore. Un chiaro errore di questo tipo è reperibile nel capolavoro “Edward Mani di Forbice”.
Nella pellicola vi è un dolcissimo momento in cui Edward ricorda il suo creatore intento a leggergli
dei libri. Durante la scena il suo creatore esclama: “Ora passiamo alla prosa”, benché sulla copertina
del libro c’è scritto chiaramente “The door of poetry”, che altro non è se non la poesia.
Ultimo errore che vado a riportare è contenuto nel film Alien. Il primo film è il capostipite di una
fortunata serie di pellicole, nonché di libri, fumetti e videogiochi, ed è considerato uno dei
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capolavori del regista Ridley Scott. Le vicende ruotano attorno a una specie aliena che nella storia
viene identificata con la generica definizione xenomorfa, costituita da feroci predatori dotati di
intelligenza ma incapaci di provare emozioni, che si riproducono come parassiti annidandosi nei
corpi di altri esseri viventi provocandone la morte. Questo film contiene un grossolano errore di
traduzione dovuto a un falso amico. Durante il film si scopre che il componente principale
dell’atmosfera del pianeta Dallas è il “Nitrogeno”. Inizialmente questo potrebbe non sembrare un
errore e riecheggiare senza problemi nella nostra mente, quando la realtà è ben diversa: questa
parola nella lingua italiana non esiste. Quello che in inglese si chiama “nitrogen”, tradotto come un
calco nella versione originale del film, in italiano è l’azoto.