3. La semiotica
Un'ulteriore analisi che si può fare sui mass media, dopo aver analizzato come vengono
selezionati e gerarchizzati gli episodi che diventano notizia attraverso l'agenda setting, e
dopo aver visto come la presentazione, ossia la cornice, entro la quale la notizia viene
presentata incida sulla formazione di un opinione nei cittadini, si può fare un ulteriore
approfondimento ed andare ad analizzare la scelta delle parole, e il significato che a queste
viene attribuito e che queste attribuiscono al discorso.
La semiotica è proprio la disciplina che studia il linguaggio in quanto significaizone, ovvero
il modo in cui un segno, o una parola sono "qualcosa che rinvia a qualcos'altro", e ogni volta
che si mette in pratica una relazione di significazione si mette in atto un processo di
comunicazione. In questo senso si può dire che la semiotica è una disciplina che studia la
comunicazione. Attraverso la categorizzazione semiotica è possibile capire come attori,
azioni, processi, obiettivi inerenti ai fatti trattati dalla stampa vengano descritti, quali siano le
parole usate, le prevalenze negli interessi tematici, e appunto quale senso il lettore possa
trarre dalla lettura e con esso quale rappresentazione ideale farsi delle situazioni delineate
dagli autori.
22
(Eco 1993)
Facendo un'analisi delle parole utilizzate nei giornali nell'arco dell'ottobre 2011, momento
significativo nella lotta No-Tav potremmo vedere che il tema più presente è quello della
violenza: la violenza in quanto macroarea, in quanto tema generale, occupa le prime due
posizioni per tutte e tre le testate (Corriere della sera, La Repubblica, La Stampa); è
l’insieme dei lemmi variamente utilizzati più rinvenuti nei testi, e va dal 40 al 47% di
incidenza. In questo momento però ci limiteremo a delineare come la scelta di una parola
incida sul nostro immaginario relativo al tema trattato, delineando la differenza tra
significato e senso di una parola, ovvero tra denotazione e connotazione.
23
( Bonato 2014 )
3.1 Significato e senso: denotazione e connotazione
Oltre alla normale attribuzione di una qualità con cui normalmente un aggettivo serve a
modificare semanticamente un nome (ad esesmpio da semplice "manifestazione" a
22 Eco U., Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani,1993
23 Bonato M., La rappresentazione del movimento No Tav nei media, Torino, Controsservatorio Valsusa, 2014
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"manifestazione pacifica" o "manifestazione violenta" ) vi sono dei dispositivi nella lingua e
conseguentemente nella comunicazione con cui il lessico può rappresentare di per sè un
valore, distinguendo subito tra ciò che è puro riferimento a una cosa, o caricando la cosa
stessa di un proprio valore, questa è la distinzione tra denotazione e connotazione.
Per denotazione si intende la caratteristica che identifica il significato di base di ogni parola,
ciò che il termine indica con precisione. Si tratta del senso proprio del termine, di un
significato che dovrebbe essere neutro ed oggettivo, ed ha una funzione informativa, e così è
riconosciuto da tutte le comunità dei parlanti.
Per connotazione invece si intendono i significati che vengono attribuiti a una parola insieme
al suo significato basilare (denotazione), l'insieme dei valori affettivi o espressivi
supplementari che si aggiungono ai significati di una espressione o di un testo ( come
emozioni, sentimenti, valori paritcolari, allusivi ed evocativi). Questo ha una funzione
evocativa e proprio per questo il suo significato non è universale, varia tra culture diverse e
tra parlanti diversi, dipende dalla situazione in cui avviene la comunicazione.
24
(Lyons 1977 )
La connotazione quindi è un elemento accessorio che contribuisce a costruire il significato di
una parola e consiste nelle sfumature di ordine soggettivo. Secondo John Lyons una parola
va considerata come connotativa se indica, oltre ad un oggetto, anche le proprietà, mentre
non lo è se si limita ad indicare il solo oggetto o soltanto una proprietà.
La connotazione va decisa quindi nel contesto in cui si esprime, in quanto percorso di senso
a livello testuale. Se per denotazione quindi intendiamo un significato specifico ed univoco,
uguale per tutte le culture, allora per connotazione intendiamo:
➢ un significato generico e polisemico: ai lemmi autonomo, anarchico o militante
comunista corrisponde univocamente un referente individuale della parte politica di
appartenenza o la dottrina di appartenenza. Diverso può essere il discorso per
antagonista o black bloc che individua genericamente una parte politica avversa,
contraria, oppositrice senza che sia definita l'oggetto del suo contendere nè una
dottrina politca. L'indefinitezza nell'utilizzo di questi termini utilizzati talvolta in
espressioni congiunte come anarchi e antagonisti o antagonisti e violenti, o
addirittura troviamo anche anarchici e autonomi, è essa stessa la connotazione, che si
carica come detto di un sistema valoriale (questo sì) definito.
➢ Un significato che intrattiene relazioni semantiche: di iponimia, ossia in rapporto di
24 Lyons J., Semantics, Cambridge, Cambridge University Press, 1977; trad. it. Manuale di semantica,
Laterza, Roma-Bari 1980, vol. I.
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‘subordinazione’ di un vocabolo che, rispetto ad un altro, abbia un significato meno
esteso, o sinonimia, ossia un traslato, una parola cioè che ha significato proprio ma
viene utilizzata metaforicamente come sinonimo di un'altra parola. In questo sesno
un esempio sono le parole ala o frangia utilizzate come sinonimo di area di
appartenenza, o ancora l'iperbolico esercito, utilizzato molto spesso in "esercito No-
Tav" richiamando anche al frame di guerra.
➢ Un significato proprio che però nel contesto utilizzato risulti ironico e beffeggiante: è
il caso della parola gita che ha di per sè un significato denotativo, ma viene utilizzato
in sintagmi come "Le gite in Val di Susa, gli assalti e le botte, le violenze nelle
scorribande No-Tav" (Corriere della Sera), posto su di un piano di congiunzione
sintattica e logica con altri attributi connotati.
➢ Un significiato attributivo, che sia grammaticamente un sostantivo o un aggettivo: è
il caso di estremo, estremista o il cattivo. Ma anche il caso più fortemente
significativo per cui ad accusato, termine denotativo di un determinato individuo per
il quale è stato accertato un reato, si accompagnano termini quali estremista (senza
una chiara idea di cosa è moderato e cosa estremo) o delinquente (generico ed
indefinito anch'esso), o ancora terrorista (termine utilizzato in senso streattamente
evocativo, perche non esiste sentenza in merito).
25
( Bonato 2014 )
4. Rapporto mass media – movimenti sociali
La rilevanza dei media per le forme non convenzionali di azione politica, cioè i movimenti
sociali quali il movimento No-Tav, è indubitabile, e tale rilevanza è ancora più incisiva e
determinante di quanto accada, invece, per le forme istituzionali. È evidente la complessità
di questa relazione tra media e movimenti sociali, una relazione che si può definire come un
sistema di interdipendenze fluide. Tuttavia sembra essere condivisa l'idea che i movimenti
dipendano nettamente dei media, avendo più da chiedere che da offrire, più sicuramente di
quanto i media dipendano dai movimenti.
La relazione è dunque asimmetrica, e per questo la simbiosi che si può stabilire tra la
protesta e il sistema informativo tante volte è conflittuale. La struttura delle opportunità
25 Bonato M., La rappresentazione del movimento No Tav nei media, Torino, Controsservatorio Valsusa, 2014
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discorsive, cioè dei meccanismi della visibilità, della risonanza e della legittimità attraverso
cui avviene la selezione dei messaggi del movimento è dipendente dalla definizione e dalla
volontà di altri attori che occupano consolidate posizioni di potere, autorevolezza e
rappresentatività. A fronte di una copertura mediatica assente o inadeguata nell'esprimere il
senso della protesta, e in particolare le sue ragioni di fondo, i movimenti reagiscono a questa
dinamica attraverso quattro strategie comunicative differenti, riassumibili nello schema delle
quattro A: astensione, attacco, adattamento e alternative. La routine più utilizzata nel narrare
le dinamiche di protesta sociale è quella del Protest paradigm, teoria che verrà analizzata
meglio nel prossimo capitolo, studiando la rappresentazione del movimento No-Tav.
26
(Spina
2013 )
Per ora è importante sottolineare come la copertura mediatica spesso non riesca, o scelga di
non riuscire, a concentrarsi sui problemi e sulle idee dei movimenti sociali, e facilmente
depreca i partecipanti, semplificando e delegittimando, mirando così gli sforzi dei movimenti
sociali. La copertura dei mass media, o la sua mancanza, influenza la natura, la forma e lo
sviluppo dei movimeti sociali, nonchè la loro capacità di raggiungere i loro obiettivi. Per
questo motivo comprendere i mass media è fondamentale per comprendere come i
movimenti sociali si uniscono, si costruiscono e soprattutto come vengono inquadrati
dall'esterno.
Secondo Marco Giugni l'interazione tra i movimenti sociali e i mass media si traduce quasi
sempre in una dialettica di escalation in cui i dissidenti si sentono spinti ad ampliare le loro
tattiche. Questa escalation da parte dei movimenti sociali dipende dalla capacità degli
attivisti di rispondere alle tattiche dei media, ossia sono il risultato dell'inestinguibile
propensione dei mass media alla novità, la costante ricerca di qualcosa di nuovo o diverso,
quindi più facilmente notiziabile. Gli attivisti e i movimenti, che tante volte sono
svantaggiati in termini di status sociale e risorse, spesso cercano di compensare queste
limitazioni impegnandosi in azioni eccezionali e creative, progettate in gran parte per attirare
l'attenzione dei mass media. Dopo una prima rappresentazione sui mass media è improbabile
che l'esecuzione di azioni contenute e sanzionate attiri l'attenzione dei media, perciò risulta
fondamentale adoperarsi in eventi dirompenti e sbalorditivi. Questo può creare un dilemma
in cui i dissidenti si sentono obbligati a fometare attività di proteste che sono abbastanza
nuove da essere degne di nota, ma non facilmente disconoscibili come ingannevoli, violente
26 Spina F., Protesta sociale. I movimenti tra criminalizzazione e ideologie comunicative, Università del
Salento, 2013
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o strane, o ancora che banalizzino o distraggano i loro obiettivi di movimento sociale.
Questo causa non pochi problemi ai movimenti sociali in quanto anche se guadagnassero lo
sguardo attento dei mass media questo non durerebbe all'infinito, in quanto ciò che è
eccezionale e nuovo è una categoria velocemente mutabile e in continua evoluzione.
27
(Giugni 1999)
27Giugni M.,Mobilitazioni su ambiente, pace e nucleare, in «Quaderni di Sociologia», n.21, 1999
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