1
INTRODUZIONE
Il presente elaborato è una proposta di traduzione passiva dall‟inglese
all‟italiano di alcune parti del libro Deeds Not Words: The Story of Women’s Rights,
Then and Now, scritto da Helen Pankhurst, studiosa e attivista per i diritti delle
donne. L‟autrice, di origini britanniche, è la pronipote di Emmeline Pankhurst e
nipote di Sylvia Pankhurst, entrambe leader del movimento delle suffragette del
Regno Unito. Sulle orme di queste ultime, Helen Pankhurst s‟impegna
quotidianamente nella lotta per i diritti delle donne e nel promuovere l‟attivismo
attraverso numerose campagne e iniziative.
La scelta di tale testo nasce da un personale interesse nei confronti del
femminismo presente sin dalla giovane età, che mi ha sempre spinta a reagire di
fronte alle disparità di genere e al sessismo che si manifestano, in modo più o meno
evidente, nella vita di tutti i giorni. Spesso si tende a dare per scontati molti dei diritti
dei quali oggi godiamo, senza pensare a quanto faticoso e lungo sia stato il percorso
verso il loro ottenimento. Per questo motivo, credo sia indispensabile conoscere a
fondo la storia e tutto ciò che si cela dietro a quello che oggi giorno riteniamo
“ovvio” o “naturale”. Il libro in questione, scritto in occasione del centenario del
suffragio femminile in Inghilterra, è il mezzo perfetto per comprendere al meglio la
dura lotta delle donne per i propri diritti, nonché un‟ottima fonte di spunti di
riflessione. Ciò che mi ha incuriosito maggiormente di questo libro, e che dunque mi
ha spinto a preferirlo rispetto ad altri di natura simile, è la presenza di numerose
testimonianze di donne che raccontano la propria storia. Questa caratteristica
conferisce al testo un carattere molto personale, poiché esso non si limita a elencare
una serie di avvenimenti e dati statistici: ogni singolo racconto arricchisce a modo
suo le pagine del libro, permettendo a quest‟ultimo di instaurare una connessione più
profonda con il lettore.
Dopo un‟attenta riflessione, ho deciso di incentrare il lavoro di traduzione su
due sottocapitoli: “Work” (Il lavoro) e “Casual sexism to rape” (Dal sessismo
occasionale allo stupro); il primo fa parte del capitolo relativo al denaro (“Money”),
mentre il secondo si trova all‟interno del capitolo sulla violenza (“Violence”). Ho
2
scelto queste due sezioni in particolare perché i temi e le problematiche in esse
analizzati continuano ancora oggi a rappresentare una triste realtà; pertanto, ho
preferito dare maggior rilevanza a tali argomenti piuttosto che ad altri.
Il primo sottocapitolo preso in analisi (“Work”) fornisce una panoramica sulla
condizione femminile in ambito lavorativo a partire dalla Prima Guerra Mondiale,
periodo in cui il contributo delle donne fu di vitale importanza data l‟assenza della
forza lavoro maschile, impegnata sul campo di battaglia. Segue poi un lungo
excursus che vede la figura femminile affermarsi sempre di più nel mondo del
lavoro, seppur con molte difficoltà, poiché costantemente ostacolata da sessismo e
disparità di genere. La situazione odierna, seppur decisamente più favorevole rispetto
a quella di cento anni fa, è ben lontana dalla perfezione: le discriminazioni di genere
in ambito lavorativo continuano a essere presenti, causando disuguaglianze sia a
livello di trattamento, sia a livello di salario.
“Casual sexism to rape”, invece, affronta argomenti che vanno dai fischi e
dalle piccole allusioni fino alla violenza sessuale e allo stupro. In questa sezione,
l‟autrice pone particolare attenzione sul modo in cui la legge in materia di molestie
sessuali è cambiata nel corso del tempo, passando da un ruolo di nemica delle vittime
a quello di loro protettrice. Tuttavia, come spiega il libro, alcune problematiche
continuano a rendere la vita delle vittime più difficile di quanto non lo sia già; una di
queste è la tendenza generale a colpevolizzare la persona che ha subito violenza
piuttosto che l‟aggressore. I temi analizzati nel capitolo in questione sono piuttosto
delicati, ma il modo in cui l‟autrice affronta l‟argomento si rivela molto interessante:
attraverso metafore, ironia e sarcasmo, Helen Pankhurst riesce a spiegare concetti
apparentemente complessi in maniera semplice e comprensibile.
Per realizzare la traduzione dei due capitoli è stato necessario ricorrere alle
diverse tecniche e strategie traduttive apprese durante i tre anni di studio; queste
verranno analizzate nel dettaglio all‟interno del commento che segue la proposta di
traduzione. Successivamente, sono riportati un glossario bilingue inglese-italiano e la
conclusione, dove vengono messe in luce le difficoltà riscontrate durante il processo
traduttivo. Alla fine dell‟elaborato sono invece presenti la bibliografia, la sitografia e
un elenco dei dizionari consultati ai fini della realizzazione della tesi.
3
INTRODUCTION
This work consists in the passive translation from English into Italian of some
parts of the book Deeds Not Words: The Story of Women’s Rights, Then and Now,
written by British scholar and women‟s rights activist Helen Pankhurst. The author is
the great-granddaughter of Emmeline Pankhurst and granddaughter of Sylvia
Pankhurst, both leaders of the British Suffragette movement. Following in their
footsteps, Helen Pankhurst has always worked very hard to fight for women‟s rights
and promote activism through a number of campaigns and initiatives.
The choice of this book arises from the personal interest in feminism that I
have had since I was little, which has always pushed me to counter the gender
inequality and sexism that occur, more or less explicitly, in everyday life. We often
tend to take many of the rights that we have for granted, without considering how
long and difficult the journey towards their achievement was. For this reason, I
believe that knowing the history and everything that underlies what we consider as
“obvious” or “natural” is essential. This book, written on the occasion of the
centenary of women‟s suffrage in England, is the perfect medium for better
understanding how hard women have fought for their rights, and it is also a great
source of food for thought. The feature of this book that most caught my attention,
and which therefore led me to choose it amongst similar ones, is the presence of
many testimonies of women who tell their story. This element gives the book a
highly personal nature, which enables it to develop a deeper connection with the
reader.
After careful consideration, I decided to focus my translation on two
subchapters: “Work” and “Casual Sexism to Rape”; the former belongs to the
chapter about money, while the latter can be found inside the chapter regarding
violence. I chose these two particular sections because the topics and problems
analyzed in them are still a sad reality; for this reason, I decided to give greater
relevance to these subjects rather than to others.
The first chapter I chose (“Work”) provides an overview of the female
condition in the workplace, starting from the First World War, a period in which
4
women‟s contribution was vital due to the absence of the male workforce, which was
engaged on the battlefield. The narration then continues with a long excursus that
shows how women have increasingly established themselves in the workplace, albeit
with great difficulties, since they have always been hindered by sexism and gender
inequality. Even though it is more favourable than it was a hundred years ago,
today‟s situation is nowhere near perfect: gender discrimination still exists in the
workplace and it keeps causing inequalities both as regards treatment and salary.
“Casual Sexism to Rape”, instead, addresses subjects ranging from wolf
whistles and small innuendos to sexual abuse and rape. In this section, the author
pays particular attention to the way that the law regarding sexual harassment has
changed over time, going from being the victims‟ enemy to becoming their protector.
However, as explained in the book, there are some problems that keep making the
victims‟ life even harder than it already is; one of them is the general tendency to
blame the victim instead of the perpetrator. The themes analyzed in this particular
chapter are quite delicate, but the way the author addresses them is definitely
interesting: through the use of metaphors, irony and sarcasm, Helen Pankhurst
manages to make apparently complex concepts very easy to understand.
To translate these two chapters I had to rely on the different translation
techniques and strategies that I have learnt throughout my three years of study, which
will be analyzed in depth inside the commentary that follows the translation
proposal. After that, I will present an English-Italian bilingual glossary and a
conclusion, where the difficulties I came across during the translation process are
discussed. At the end of the work, I have included a reference list with the texts,
websites and dictionaries I referred to during the making of this thesis.
5
1. TRADUZIONE
1.1. Il lavoro
Prima della Seconda Guerra Mondiale, la vita di una donna era
principalmente determinata dalla posizione sociale e salute del proprio capofamiglia.
Nelle famiglie più povere, donne e ragazze giovani diventavano domestiche fisse o
trovavano lavoro occasionale nei servizi domestici, nel settore agricolo o nelle
fabbriche. Le donne del ceto medio e quelle più benestanti non erano tenute a cercare
lavoro fuori di casa. Tuttavia, oltre a occuparsi del volontariato e dell‟attività politica
menzionati nel precedente capitolo, le donne borghesi trovavano lavoro come
insegnanti, infermiere o impiegate in uffici e negozi.
Durante la Prima Guerra Mondiale, il numero di donne impiegate aumentò
fino a quasi raddoppiare, passando dal 24 per cento nel 1914 al 47 per cento nel
1918. Le donne presero il posto degli uomini nei mestieri che questi avevano lasciato liberi
e vennero impiegate in nuove occupazioni create dalla guerra. Tra queste vi erano le
“canaries”, donne la cui pelle diventava giallastra a causa del TNT che maneggiavano nelle
fabbriche di munizioni. Spesso, le condizioni lavorative e i salari erano pessimi, ma pur
sempre visti come un mezzo di riscatto da parte di quelle donne che ne ricavavano un po‟ di
libertà e nuove prospettive di vita. In più, senza realmente creare un vero e proprio diritto al
lavoro, nel 1919 il Sex Disqualification (Removal) Act permise finalmente alle donne di
accedere ad alcune professioni di pubblica amministrazione o utilità, come magistrato,
Giudice di Pace, avvocato o procuratore legale.
Successivamente, nell‟arco di un anno a decorrere dall‟armistizio, un numero
stimato di 775.000 donne lasciò la propria occupazione formale, volontariamente o a
seguito di licenziamento, e mezzo milione di donne venne registrato come
disoccupate. Dato il periodo di grande disoccupazione maschile, le donne che
volevano continuare a lavorare venivano criticate, e quelle che, nella speranza di una
prospettiva migliore, si rifiutavano di svolgere lavori domestici o di lavanderia,
subivano tagli ai sussidi da parte dell‟Ufficio di collocamento. La maggior parte di
loro perse la speranza, e negli anni „30 il numero di donne registrate come