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4 INTRODUZIONE
APE
4.1.1 CLASSIFICAZIONE SISTEMATICA
L’Apis mellifera (A. mellifera), descritta nel 1758 da Carlo Linneo, è un insetto altamente
sociale di grande importanza sia ambientale sia economica. Appartiene alla classe Insecta,
all’ordine Hymenoptera, alla famiglia Apidae e al genere Apis. È ampiamente diffusa in
tutto il mondo e, occupando zone con diverse caratteristiche geoclimatiche, è sottoposta a
differenti pressioni selettive. Di conseguenza, si sono formate varie razze, suddivisibili in tre
gruppi: europea, africana ed orientale (Ruttner, Tassencourt e Louveaux, 1978).
4.1.2 SUPERORGANISMO
La popolazione di una colonia di api è composta da una sola ape regina o femmina feconda,
da migliaia di api operaie o femmine sterili e da poche centinaia di fuchi o maschi (Pistoia,
2016, A). Tutte queste tre forme derivano da un uovo. Nel caso in cui sia fecondato, da esso
possono derivare operaie oppure regine, aventi un corredo cromosomico diploide (2n=32).
I maschi derivano, invece, da uova non fecondate, grazie ad un fenomeno definito
partenogenesi arrenotoca. Il loro corredo cromosomico è aploide (n=16).
La regina è specializzata nella deposizione delle uova, i fuchi nella riproduzione e le api
operaie svolgono tutti i lavori necessari alla comunità.
La società di questi insetti può essere considerata come un solo organismo, in cui l’ape stessa
esplica le funzioni di una cellula. L’alveare è, perciò, un “superorganismo” che esiste grazie
alla coordinazione armonica di ogni singolo componente che si adopera per un fine comune.
Il superorganismo possiede funzioni vitali proprie, in particolare:
• si nutre, in virtù delle api bottinatrici che trasportano all’alveare il cibo
• cresce, grazie alla regina che depone le uova
• si difende, in quanto le operaie, nel proteggere l'alveare, sacrificano la propria vita
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• si riproduce, infatti, quando il numero delle api dentro la colonia cresce, un gruppo
si stacca ed origina un nuovo superorganismo (Pistoia, 2016, B)
La contemporanea presenza di queste caratteristiche individua le api come insetti eusociali
(Batra, 1966).
APE REGINA
Nella famiglia di api è fondamentale la presenza della regina. Questo individuo nasce da un
uovo fecondato ed alimentato solamente con pappa reale.
La vita preimmaginale, dalla deposizione dell’uovo allo sfarfallamento dell’ape regina, è di
16 giorni. Si sviluppa in celle reali posizionate ai margini del favo e presenta un addome più
lungo e voluminoso rispetto all’operaia. Il compito dell’ape regina è deporre le uova, circa
2000 al giorno (Pistoia, 2016, A). Le sue uniche uscite dall’alveare avvengono quando,
ancora vergine, si deve accoppiare in volo con i fuchi. Una regina può vivere fino a cinque
anni, ma la durata di deposizione delle uova è mediamente di tre, quattro anni.
API OPERAIE
Le operaie sfarfallano dopo tre settimane dalla deposizione di uova fecondate, alimentate nei
primi tre giorni con pappa reale e con miele e polline in quelli successivi (Pistoia, 2016, C).
È femmina e sterile, solo in un caso eccezionale depone le uova, ovvero quando la colonia è
orfana di regina. Questo vuole essere un estremo tentativo di continuazione della vita del
superorganismo, ma le uova deposte, non essendo fecondate, porteranno la colonia
inevitabilmente all’indebolimento ed alla conseguente morte.
La durata media della vita di quest’ape, dalla fuoriuscita dalla celletta, è di 40-45 giorni nel
periodo primaverile ed estivo, fino ad arrivare a 180 giorni in quello invernale.
Le api operaie mostrano polietismo, ossia il loro comportamento varia con l’avanzare
dell’età (Pistoia, 2016, C):
• 1°-2° giorno → pulizia delle celle, riscaldamento della covata (pulitrice)
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• 3°-5° giorno → nutrimento delle larve adulte (nutrice)
• 6°-13° giorno → alimentazione delle larve giovani e della regina,
immagazzinamento delle provviste di miele e polline (nutrice e immagazzinatrice)
• 14°-19° giorno → pulizia dell’alveare, ventilazione, costruzione dei favi, voli di
esplorazione (ventilatrice, ceraiola o architetto)
• 20°-21° giorno → guardia dell'alveare (guardiana)
• 22° – fino alla morte → attività all'esterno dell’alveare, ovvero esplorazione, raccolta
di acqua, nettare, polline e propoli (bottinatrice)
Per difendere se stesse e la colonia, usano il pungiglione che si trova nell’addome. Durante
il tentativo di allontanamento per spiccare il volo, si ha, però, la lacerazione di alcune parti
che compongono la camera del pungiglione e l’intestino. L’ape, perciò, è destinata a perire.
FUCHI
I fuchi hanno il corpo più grande rispetto alle operaie, sono tozzi e robusti. Il ciclo di sviluppo
ha una durata di 24 giorni (Pasini e Falda, 2013). Il loro compito è quello riproduttivo e non
svolgono attività utili alla famiglia. Per questo motivo, sono presenti nell'alveare solo quando
necessario, ovvero in primavera ed in estate, periodo di fecondazione delle regine.
L’accoppiamento avviene in volo e, al termine, il maschio, cercando di distaccarsi, provoca
la rottura dell’endofallo. Di conseguenza, cade al suolo e perde la vita (Pistoia, 2016, A).
4.1.3 IMPORTANZA IN CAMPO ECONOMICO
L’impiego del miele a scopo alimentare è quello più familiare, infatti, fino allo sfruttamento
della barbabietola da zucchero, ha rivestito il ruolo di principale dolcificante.
L’uomo, inoltre, nel corso del tempo, ha scoperto l’importanza della totalità dei prodotti
dell’alveare e ha esteso, grazie a studi e ricerche, i settori di impiego. Oltre che in campo
alimentare, vengono, infatti, utilizzati in quello cosmetico e farmaceutico. Questo dimostra
come l’apicoltura abbia da sempre occupato un posto di rilievo per l’umanità.
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4.1.4 IMPORTANZA IN CAMPO AGRARIO
Le api hanno un rapporto di dipendenza reciproca con i fiori, infatti, attirate dal nettare, si
dirigono verso le piante, garantendo l’impollinazione e il mantenimento della biodiversità.
L’incidenza economica dell’impollinazione entomofila è estremamente rilevante, infatti
rappresenta circa il 9,5% dell’intero valore dei prodotti agricoli. A dimostrazione di ciò, è
risaputo che alcune piante non possono essere fecondate senza l’intervento degli insetti
pronubi. Altre non lo richiedono, benché dia un notevole beneficio, in quanto aumenta sia la
qualità sia la quantità delle produzioni agricole (Johnson, 2008).
4.1.5 IMPORTANZA IN CAMPO ECOLOGICO
Le api hanno la funzione di organismi indicatori di inquinamento biologico ed ambientale,
infatti, essendo estremamente delicate e sensibili, in presenza di agenti contaminanti,
tendono ad abbandonare il posto o, nella peggiore delle ipotesi, muoiono.
L’eventuale estinzione delle api potrebbe causare danni enormi ed irreparabili, come il
decremento di specie e prodotti agricoli, lo scatenamento di frane e alluvioni e lo squilibrio
delle catene alimentari di vari animali (Contessi, 2007).
APICOLTURA
4.2.1 APICOLTURA IN NUMERI
PRODUZIONE DI MIELE NEL MONDO
La produzione mondiale di miele, secondo le stime della Food and Agriculture Organization
of the United Nations (FAO), si attesta intorno a 1,86 milioni di tonnellate nel 2018. Negli
ultimi dieci anni si è assistito ad una crescita del trend produttivo del 23%.
I principali continenti produttori di miele sono le Americhe, l’Europa e l’Asia. Al primo
posto si piazza l’Asia con il 49% del totale mondiale, di cui il 29% solo da parte della Cina.
Segue l’Europa con il 21% e le Americhe col 18%.
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Altri paesi che risultano grandi produttori sono, in ordine decrescente, Turchia, Argentina,
Iran, USA, Ucraina, Russia e India con dati che oscillano tra 115 000 e 65 000 tonnellate.
La produzione europea di circa 230 000 tonnellate è concentrata in alcune nazioni, in
particolare Spagna, Romania, Ungheria, Germania, Francia ed Italia (www.fao.org).
Considerando le dichiarazioni dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare
(ISMEA), il valore delle importazioni di miele è pari a 1,8 miliardi di euro.
L’Europa deve importare il prodotto per soddisfare le esigenze dei consumatori, infatti ha
un’autosufficienza solo del 60% (www.informamiele.it, A).
La Cina, seguita da Nuova Zelanda, Argentina e Germania, riveste un ruolo guida tra i paesi
esportatori per un valore di oltre 211 milioni di euro. La Germania si piazza anche al secondo
posto tra gli importatori, preceduta dagli USA e seguita dal Giappone. La Cina, l’Ucraina,
l’Argentina e il Messico risultano i maggiori fornitori dell’Unione Europea (UE)
(www.ismea.it).
PRODUZIONE DI MIELE IN ITALIA
Secondo l’Istituto nazionale di Statistica (ISTAT), la produzione italiana si aggira intorno
alle 8000 tonnellate di miele. È necessario, però, tenere in considerazione che questi dati
sono esclusivamente legati ad allevamenti apistici strutturati, quindi escludono numerosi
apicoltori che non associano l’apicoltura ad un’attività agricola. Per questo motivo, la
quantità stimata dall’Osservatorio Nazionale Miele è decisamente maggiore, infatti si attesta
su oltre 23 000 tonnellate (www.ismeamercati.it).
Gli apicoltori non professionisti costituiscono, allo stesso tempo, un aspetto sia positivo sia
negativo. Questo perché, da un lato, contribuiscono alla biodiversità degli ambienti ed
all’impollinazione ma, dall’altro, a volte, svolgono l’attività senza un effettivo controllo
sanitario (www.ismea.it).