PONTIFICIUM ATHENEUM S.ANSELMI DE URBE
PONTIFICIUM INSTITUTUM LITURGICUM
LA MOSTRA D’ARTE MISSIONARIA DELL’ANNO
SANTO DEL 1950 ED I PARTECIPANTI ARTISTI
GIAPPONESI
Kaori SAKAI
10208
Thesis ad Diploma in Alta educatio ad viarum atque itinerum
ducem formandam
MODERATOR
Marco G GA AL LL LO O
Romae 2021
PREFAZIONE
I visitatori che entrano ai Musei Vaticani dovranno necessariamente attraversare la
porta bronzea di Cecco Bonanotte, arrivando poi nella grande sala dove ammireranno la
statua di Giuliano Vangi, entrambe eseguite per l’Anno Santo del 2000 aperto da
Giovanni Paolo II. Tutti i papi in occasione dell’Anno Santo hanno lasciato il proprio
segno attraverso opere, eseguite e spesso donate dagli artisti stessi e che continuano a
ricordarci quegli “Anni Speciali”, come scrisse mons. Giovanni Fallani nel catalogo
“Artisti per l’Anno Santo 1975” che l’Anno Santo «non si esaurisce nei dodici mesi, ma
continua a vivere nelle anime per l’efficacia dei carismi che avvivano l’organismo
ecclesiale, come nel Cenacolo della Pentecoste, interiormente illuminato dalla fede»
1
.
In questo catalogo che elenca le pitture e le sculture eseguite per Paolo VI da artisti
come Pericle Fazzini, Lello Scorzelli, Emilio Greco, e Giacomo Manzù, tra cui anche
due artisti giapponesi Insho Domoto ed Ikuo Hirayama, mons. Fallani scrive «Il lettore
che guarda questo volume avrà desiderato di trovare molte di queste opere tra le altre
della collezione vaticana»
2
, perché in realtà molte di esse non le troviamo esposte nei
Musei Vaticani. Allora dove si trovano? Anche se non è scritto da nessuna parte, è
ovvio che siano nei depositi dei Musei Vaticani
3
.
1
G. FALLANI, Artisti per l’Anno Santo 1975, LEV, Città del Vaticano 1976, 5.
2
Ibid, 11.
3
Cf. M. FORTI, «Arte moderna e contemporanea nei Musei Vaticani», in I Musei Vaticani e l’arte
contemporanea. Acquisizioni dal 1980 al 2003, Mostra. Città del Vaticano, Sala Polifunzionale, 21
maggio-27 luglio 2003, De Luca Editori d’Arte, Roma 2003, 35-36, «i Musei hanno da sempre avuto una
grande e particolare visibilità internazionale, aspetto questo, che non sempre coincide con la possibilità di
coordinare e guidare la ricerca di nuove opere e che rende viceversa complessa la gestione delle offerte di
donazione, spesso lontane dall’essere idonee ad un contesto museale».
LA MOSTRA D’ARTE MISSIONARIA DELL’ANNO SANTO DEL 1950 ED I PARTECIPANTI
ARTISTI GIAPPONESII
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Questa è una semplice domanda che mi sono fatta durante la stesura della mia tesi di
master in beni ecclesiastici, dal titolo “Il percorso dei martiri giapponesi e dei luoghi
cristiani legati al Giappone a Roma e Civitavecchia”. Per consultare i vari documenti
necessari ho frequentato l’Archivio Storico “de Propaganda Fide” presso la Pontificia
Università Urbaniana, dove, casualmente, mi sono imbattuta in dipinti di pittori
giapponesi, come Luca Hasegawa, Kimiko Koseki e Seikyo Okayama, scoprendo poi
che quei dipinti erano stati esposti alla Mostra d’Arte Missionaria dell’Anno Santo del
1950 tenutasi al Vaticano sotto Pio XII.
Successivamente ho preso contatto con i familiari di Hasegawa, che
sorprendentemente non sapevano l’ubicazione attuale dei dipinti. Nel 2017 è stato
pubblicato per l’occasione del cinquantenario della scomparsa del pittore, un libro
commemorativo dove sono stata citata come la “riscopritrice” dei dipinti di cui si erano
perse le tracce
4
. Dopo che la mia tesi è stata pubblicata sulla rivista giapponese “Seibo
no Kishi (la Milizia dell’Immacolata)”
5
, ho ricevuto una lettera da una suora
domenicana, che era la nipote della pittrice Kimiko Koseki, suor Kyoko Shibukawa del
Monastero di S. Giuseppe, e anche lei non sapeva la collocazione attuale del dipinto. A
questo punto ho deciso di continuare questa ricerca, che è poi con il tempo diventata
una sorta di “Missione” nella Missione in questo elaborato dedicato all’arte missionaria.
Per approfondire la mia ricerca, avevo intenzione di incontrare suor Kyoko per
ascoltare direttamente la storia di sua zia, ma lei stava nel monastero di clausura in una
città lontana da Tokyo, ed io a Roma, desiderio difficile da realizzare e, quando
finalmente ho deciso di partire, lei purtroppo era scomparsa. Così vorrei dedicare questa
4
H. MIZUNO, Luca Hasegawa. Pioniere degli affreschi e dei mosaici (epub), San Paolo, Tokyo 2017, 70.
5
K. SAKAI «Il percorso dei martiri giapponesi e dei luoghi cristiani legati al Giappone a Roma e
Civitavecchia», Seibo-no-kishi, 3 (2017) 28-29. La rivista dei Francescani Conventuali fu fondata da
padre Massimiliano Maria Kolbe (1894-1941) a Nagasaki nel 1930.
PREFAZIONE
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mia tesi a lei, suor Kyoko, che generosamente mi ha donato tante informazioni inedite
sulla pittrice Kimiko Koseki, incluso un suo ritratto da bambina (vedi Tav. XXI-b, 243).
Nel febbraio del 2019, durante le giornate di studio ad Assisi del Corso di Guida
Turistica del nostro Ateneo Sant’Anselmo, abbiamo visitato la Galleria d’Arte
Contemporanea della Pro Civitate Christiana sotto la guida della dott.ssa Anna Nabot,
Direttrice della stessa Galleria, e casualmente ho scoperto che anche qui sono conservati
i dipinti di Luca Hasegawa e Kimiko Koseki! Se questa non è la divina provvidenza,
comunque io sono una studentessa molto fortunata e quindi, ringrazio per avermi dato
questa occasione Sant’Anselmo ed il nostro tutor, l’arch. Gabriele Orlandi.
Alcuni dipinti di questi pittori giapponesi sono conservati anche al Museo
Etnologico Anima Mundi (già Museo Missionario Etnologico) dei Musei Vaticani,
istituito dopo l’Esposizione Missionaria Vaticana voluta da Pio XI in occasione
dell’Anno Santo del 1925. Grazie alla ricerca fatta all’Archivio Apostolico Vaticano (ex.
Archivio Segreto Vaticano), nuova denominazione per Motu Proprio di papa Francesco
del 22 ottobre 2019, mi sono resa conto dell’importanza di questa grande evento
dedicato alle Missioni di tutto il mondo. Alcuni documenti erano ancora sigillati ed altri
erano coperti dalla polvere ed ogni volta che aprivo i fascicoli, mi veniva in mente la
famosa frase di Paolo VI che definiva gli archivi ecclesiastici come «la testimonianza
del transitus Domini nella Chiesa»
6
(vedi pp. 25-28).
Nel 2015 cadeva sia il 150° anniversario dell’individuazione dei cristiani giapponesi
nascosti durante le persecuzioni, che il 400° anniversario della morte di Giusto Ukon
Takayama
7
ed il 400° anniversario dell’arrivo a Civitavecchia di Tsunenaga Hasekura
8
.
6
PAOLO VI, «Allocuzione ai partecipanti al Convegno degli Archivisti ecclesiastici (26-9-1963)», Archivia
Ecclesiae, V-VI (1962-1963) 174.
7
Takayama Ukon ( 高山右 近 1552-1615) fu samurai cattolico, morto in esilio a Manila; beatificato nel
2017 ed è diventato il primo beato giapponese non martire.
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ARTISTI GIAPPONESII
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Nella mia ultima tesi del 2015 citai questi importanti eventi per la storia del
cristianesimo in Giappone.
Ora con questo nuovo elaborato vorrei evidenziare altri importanti avvenimenti. Nel
2017 è avvenuto il 75° anniversario dei rapporti diplomatici tra la Santa Sede ed il
Giappone, nel 2018 i “Siti cristiani nascosti della regione di Nagasaki” sono stati inseriti
nel Patrimonio UNESCO. Nel marzo 2019 è iniziata la causa di beatificazione di
Giovanni Battista Sidotti, ultimo Missionario del XVIII secolo e morto martire in
Giappone (vedi pp. 209-212).
L’ottobre del 2019 è stato il mese missionario straordinario per ricordare il
centesimo anniversario della lettera apostolica Maximum illud di Benedetto XV, ed ha
avuto come tema “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”. Il 1
ottobre papa Francesco ha rimarcato che nella Chiesa non c’è spazio «per una fede da
sagrestia, perché il Signore ama una chiesa in uscita»
9
. Era il giorno della festa di santa
Teresa del Bambino Gesù, beatificata, canonizzata e proclamata patrona delle Missioni
da Pio XI.
Ancora nell’ottobre del 2019 il Museo Etnologico Anima Mundi dei Musei Vaticani
è stato riaperto con un nuovo allestimento e inaugurato da papa Francesco con i Padri
concistoriali che insieme discutevano dei problemi relativi alla deforestazione
dell’Amazzonia.
8
Vassallo di Masamune Date ( 伊達政宗 1567-1636), daimyo (signore feudale) di Sendai, Rokuemon
Tsunenaga Hasekura ( 支倉 六右衛門 常 長 1571-1622) salpò alla volta dell’Europa nel 1613 e giunse a
Roma nel novembre 1615 ottenendo udienza da Paolo V. Testimonianza ne è la pittura del Quirinale che
mostra Hasekura accanto a francescano Luis Sotelo (1574-1624). Dall'amicizia tra Date e Sotelo nacque
i'idea di un'ambasceria con lo scopo di ottenere contatti con l'estero per commercio e domandare al Papa di
creare una diocesi e un seminario nel nord-est del Giappone.
9
«Il Papa: la Chiesa è in uscita, no a oasi protette», ROMASette (6-10-2019) 3.
PREFAZIONE
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A novembre del 2019, dopo 38 anni dall’ultima visita di Giovanni Paolo II del 1981,
papa Francesco ha visitato il Giappone per la prima volta, dove da giovane gesuita,
avrebbe desiderato andare in Missione. A Nagasaki, il Papa ha con un fuori programma
visitato la mostra dedicata al pittore Seikyo Okayama, uno degli artisti partecipanti alla
Mostra d’Arte Missionaria del 1950 (vedi pp. 143-144).
Quando avevo iniziato la ricerca agli archivi ecclesiastici, i documenti riguardanti
l’Anno Santo del 1950 non erano consultabili, in quanto il limite era fissata alla fine del
pontificato di Pio XI (1939), ma nel marzo del 2020, grazie a papa Francesco anche
questi documenti sono diventati consultabili. Purtroppo solo alcuni giorni dopo tutti gli
archivi sono stati chiusi per l’emergenza sanitaria per il Covid-19.
A causa di questa situazione critica, non ho potuto continuare a frequentare gli
archivi e non sono potuta andare neanche in Giappone per consultare i documenti
giapponesi, ma desidero continuare le ricerche e spero che questa tesi possa essere solo
la base di partenza ad ulteriori approfondimenti.
Padre Nicola Mapelli PIME, Curatore del Museo Etnologico Anima Mundi, chiama
il suo impegno presso il rinnovato Museo in Vaticano «riconnessione», e spiega
«attraverso la nostra attività di studio e ricerca rintracciamo i villaggi e i discendenti
degli autori di molti degli oggetti in collezione»
10
. In questa tesi ho provato a fare
questa “riconnessione”, rintracciando le opere degli artisti giapponesi che sono sparse
nei vari musei o in altri luoghi e delle quali si sono perse le tracce. Nel corso delle
ricerche ho riscontrato molte opere d’arte legate al Giappone, che non parteciparono
direttamente alla Mostra d’Arte Missionaria del 1950 ma che alla fine sono tutte
collegate.
10
C. BIASINI SELVAGGI, «Non solo Raffaello e Michelangelo. Ecco il “nuovo” museo d’arte di Papa
Francesco», La Freccia, 2 (2020) 94.
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ARTISTI GIAPPONESII
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Spero che questo lavoro possa essere utile alla “riconnessione” e come ho detto,
spero di poter rintracciare ancora altre opere in futuro.
Prima di procedere, vorrei dedicare questo spazio della prefazione alle persone che
mi hanno aiutato alla realizzazione della tesi. In primis, un ringraziamento speciale al
mio moderatore il prof. Gallo, che conosco dall’epoca della mia tesi triennale alla
LUMSA, per le conoscenze trasmesse durante tutte le sue lezioni. Ringrazio
infinitamente la dott.ssa Fiussello del Museo Etnologico Anima Mundi per i suoi
preziosi consigli anche da esperta della “yamatologia”. Ringrazio di cuore il dott.
Eckerstorfer, Rettore Magnifico, il dott. Piqué i Collado, Preside, e tutti i professori e gli
staff di Sant’Anselmo; la dott..ssa Jatta, Direttore, padre Mapelli, la dott.ssa Pandozy, la
dott.ssa Passerini, la dott.ssa Pagliarani, la dott.ssa Di Pinto dei Musei Vaticani; la
dott.ssa Dong della Biblioteca Apostolica Vaticana; mons. Ugolini, Prefetto ed il dott.
Piacquadio, il dott. Gauvain dell’Archivio del Capitolo di San Pietro in Vaticano; il card.
Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro e Presidente della Fabbrica di San
Pietro, mons. Lanzani, Delegato, il dott. Solazzi della Fabbrica di San Pietro; don Luis,
la sig.ra Tibalducci, il dott. Preti, il dott. Giardinetti dell’Archivio Storico “de
Propaganda Fide”; il prof. Sileo, Rettore Magnifico della Pontificia Università
Urbaniana; il sig. Alesiani, ex. Bibliotecario della Biblioteca Urbaniana; il dott. Olivieri
dell’Ufficio Filatelico Numismatico Vaticano; don Zelinka SDB, Direttore
dell’Archivio Salesiano Centrale; padre Wojcik SVD, Direttore dell’Archivium
Generalatus SVD; padre Gasçon SM dell’Archiviio Generale Marianista; il dott.
Palagiano dell’Archivium Societatis Iesu; il dott. Cappa, Direttore della Sala
Manoscritti e Rari della Biblioteca Nazionale Centrale; don Francesco, il dott. Orlando;
la dott.ssa Spigarell; padre Eusebio della chiesa dei Santi Martiri Giapponesi a
Civitavecchia; la dott.ssa Nabot e la dott.ssa Borgognoni della Galleria d’Arte
PREFAZIONE
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Contemporanea della Pro Civitate Christiana di Assisi; la.dott.ssa Bagnarol del Museo
d’Arte Civico di Pordenone; don Simone e la dott.ssa Pippo del Museo Diocesano di
Arte Sacra di Pordenone; mons. Okolo, Nunzio Apostolico di Dublino; la dott.ssa
Kanno del Museo d’Arte della Prefettura di Miyagi; la dott.ssa Furusama del Museo
d’Arte Moderna della Prefettura di Shiga; la dott.ssa Kurokawa dell’Oriens Institute for
Religious Research; la dott.ssa Shimomura dell’Urakami Christian Museum; il dott.
Miyata del Japan Twenty-Six Martyrs Museum; la dott.ssa Otsuka del Sophia
University Archives; la dott.ssa Iwasaki della Sophia Kirishitan Bunko Library; la
dott.ssa Yaguchi del Hino Museum; il prof. Nakamura della Tsukuba University; la
prof.ssa Douya della Joetsu Uiversity of Education; il prof. Sugawara della Pontiicia
Università Gregoriana; il card. Maeda dell’Arcidiocesi di Osaka; mons. Takami
dell’Arcivescovo di Nagasaki; mons. Narui SVD Vescovo di Niigata; padre Canducci
OFM; don Compri SDB; suor. Inagawa FMA e suor. Takiguchi FMA; la sig.ra Kurata
della chiesa di Yamaguchi; la sig.ra Aizawa della chiesa di Katase; la sig.ra Ota; il dott.
Hanawa; ed i colleghi e gli amici, Davide, Elide, Emiko, Gabriele, Giacomo, Hiroko,
Kieko, Kiyono, Kyoko, Naomi, Piero, Rieko, mio marito Luciano, mio papà; ed infine
suor Maria Emiliana Kyoko Shibukawa OP, alla quale dedico questa tesi.