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La Mostra d'Arte Missionaria dell'Anno Santo del 1950 ed i partecipanti artisti giapponesi

Alcuni anni fa alla Pontificia Università Urbaniana, mi sono imbattuta per caso nei dipinti di alcuni pittori giapponesi che furono esposti alla Mostra d'Arte Missionaria dell'Anno Santo del 1950. Secondo la biografia di questi pittori, la collocazione attuale di questi dipinti era da considerare come "sconosciuta".
L'obiettivo principale di questo studio è perciò rintracciare i dipinti dei pittori giapponesi come Luca Hasegawa, Kimiko Koseki, Seikyo Okayama, esposti alla Mostra d'Arte Missionaria del 1950 perché dopo la sua chiusura, della maggior parte di essi si persero le tracce.
Alcuni dipinti di questi pittori sono conservati al Museo Etnologico Vaticano, istituito dopo l'Esposizione Missionaria Vaticana voluta da Pio XI in occasione dell'Anno Santo del 1925 e così ho cominciato a indagare su questa Mostra, frequentando i diversi archivi ecclesiastici, per cercare soprattutto le fonti dirette, come le lettere, scambiate tra le persone come mons. Celso Costantini, Segretario di Propaganda Fide, mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico in Giappone, padre Heuvers, consulente dell'Associazione degli Artisti Cattolici in Giappone, ed il Segretario di Stato di Sua Santità come il card Pacelli e mons Montini, che poi anche da Pontefice svolgeranno un ruolo importante per l'arte sacra. Inoltre ho letto molte lettere e gli articoli scritti dai pittori giapponesi e quando è stato possibile ho anche intervistato delle persone direttamente, o tramite e-mail o al telefono. La mia fortuna è stata il fatto di avere avuto la testimonianza lasciatami dalla nipote della pittrice Kimiko Koseki. Erano dei documenti inediti e grazie ai quali sono venuta a conoscenza dei titoli originali dei suoi dipinti e utilizzando queste informazioni ho potuto identificare alcuni suoi dipinti e la loro collocazione.
Nel corso della ricerca, ho notato che la Mostra d'Arte Missionaria del 1950 veniva molto spesso confusa con l'altra mostra anch'essa dello stesso anno, l'Esposizione d'Arte Sacra, ed è da questo fatto che è nata poi la confusione nel rintracciare i dipinti degli artisti giapponesi. Inoltre, quella d'arte missionaria era circoscritta per i paesi di Missione mentre quella d'arte sacra era chiamata "internazionale" e da questo fatto nacque la delusione di alcuni artisti giapponesi, perché in quel tempo la Chiesa giapponese era già indipendente, gestita dal clero locale e non riteneva di essere un paese di Missione.
La confusione di queste due mostre si riscontra tuttora ma con l'attenta lettura dei documenti dell'Archivio Storico di Propaganda Fide sono riuscita ad analizzare la complicata vicenda della mostra d'arte missionaria voluta da Pio XI come una continuazione dell'Esposizione Missionaria Vaticana del 1925 che promuoveva l'opera delle Missioni, poi con la morte del Pontefice e con lo scoppio della guerra fu inaugurata alla fine da Pio XII per l'Anno Santo del 1950.
D'altra parte, con la lettera enciclica Mediator Dei del 1947, Pio XII pose le base della riforma liturgica, comprese le arti liturgiche, culminata al Concilio Vaticano II, e per questo volle organizzare insieme alla mostra d'arte missionaria, anche la mostra d'arte sacra, per sottolineare che quando l'arte vuole entrare nella Chiesa come ancella obbediente e intelligente della sacra liturgia, deve parlare un linguaggio chiaro e corrispondente al luogo sacro. Perciò queste due mostre non devono essere confuse ma distinte perché ogni una ha il suo proprio sfondo diverso e la mia tesi, tenendo conto di questo aspetto ha chiarito questo problema.
Come il risultato della mia ricerca, sono riuscita a rintracciare alcuni dipinti dei pittori giapponesi al Museo Missionario di Propagada Fide, alla Università Pontificia Urbaniana, alla Galleria d'Arte Contemporanea della Pro Civitate Christiana di Assisi, e al Museo Civico d'Arte ed al Museo Diocesano d'Arte Sacra di Pordenone. Per quanto riguarda l'abside della chiesa dei Santi Martiri Giapponesi, dipinta da Luca Hasegawa, che è un'opera conosciuta, ma io intenzionalmente l'ho analizzata nell'ottica del movimento d'arte missionaria promossa da mons. Celso Costantini in quel tempo. Quando nel 1954 l'abside con la Madonna giapponese in kimono fu inaugurata da colui che nel frattempo è divenuto il card. Costantini, abbiamo visto uno dei risultati più importanti del movimento d'arte missionaria.
Nel corso della ricerca ho riscontrato anche numerose donazioni fatte ai Pontefici dai diversi personaggi o enti giapponesi e ho fatto anche delle piccole scoperte. So che ogni oggetto che viene donato al Santo Padre resta di Sua proprietà per vari usi, e soltanto una piccola parte viene trasmessa ai Musei Vaticani, e molto spesso viene assegnato alle istituzioni esterne alla Città del Vaticano, e quindi la maggior parte di questi oggetti rimane sconosciuta a noi. Penso che, rintracciando alcune opere di questi artisti giapponesi, ho contribuito ad aggiungere qualche informazione in più alla loro biografia.

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PONTIFICIUM ATHENEUM S.ANSELMI DE URBE PONTIFICIUM INSTITUTUM LITURGICUM LA MOSTRA D’ARTE MISSIONARIA DELL’ANNO SANTO DEL 1950 ED I PARTECIPANTI ARTISTI GIAPPONESI Kaori SAKAI 10208 Thesis ad Diploma in Alta educatio ad viarum atque itinerum ducem formandam MODERATOR Marco G GA AL LL LO O Romae 2021

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Informazioni tesi

  Autore: Kaori Sakai
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Guida Turistica
Anno: 2021
Docente/Relatore: Marco Gallo
Istituito da: Pontificio Ateneo S. Anselmo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 302

FAQ

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