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2.2. Un’isola mai considerata: Taquile
L’isola di Taquile è situata nel mezzo del lago Titicaca tra il Perù e la Bolivia; non è
l’unica isola, nello stesso lago infatti, troviamo la presenza di altre isole popolate da
indigeni come Amantani e Uros, delle quali parleremo nei successivi paragrafi.
Ufficialmente appartenente al territorio peruviano, Taquile è composta in
prevalenza da colline e terrazzamenti
70
; la popolazione fino al 1940 era di circa 215
abitanti, per poi aumentare sul finire del secolo, raggiungendo i circa 1.800 abitanti.
Oggi, secondo quanto riportatomi da Ruben Quispe Huatta
71
, la popolazione di
Taquile è composta da 2.000 persone nonostante il numero sia drasticamente variato
durante gli ultimi quarant’anni; il turismo, infatti, è stato capace di richiamare
sull’isola la maggior parte della popolazione che, fino agli anni 80’, cercava di
emigrare sulla terraferma in cerca di un futuro migliore
72
. L’isola dista tre ore di
barca dalla più vicina città sulla terraferma, ossia Puno, una cittadina estremamente
interessante sotto il profilo folkloristico, ma al contempo altrettanto povera.
70
La tecnica dei terrazzamenti è stata tramandata dagli Inca, e prevede la costruzione di vere e
proprie terrazze, le quali consentono di avere una superfice coltivabile maggiore, oltre che
contrastare l’erosione del terreno provocata da venti e piogge.
71
Fonti locali nella persona di Ruben Quispe Huatta, 24/08/2019, Taquile, vd. appendice.
72
Cfr. ZORN 2004, p. 28.
40
Puno si affaccia sul lago Titicaca, rendendo così Taquile un’isola doppiamente
svantaggiata in quanto «[…] emarginata in un contesto di per sé già marginale
73
»; è
qui che i Taquileños provvedono al rifornimento di carburante e beni primari. Se oggi
il tragitto in barca può sembrare piacevole, è interessante notare come negli anni ’40
la traversata durava dalle dieci alle dodici ore su barche a vela ed era pericolosa. La
popolazione dei Taquileños ha sempre sopravvissuto grazie ad una fiorente
agricoltura, alla pesca di trucha
74
, e a piccoli allevamenti di mucche e pecore. La
popolazione di Taquile è per la maggior parte endogama, vale a dire che i membri
dell’isola si sposano prevalentemente con altri Taquileños; tuttavia, tale regola non è
obbligatoria, i ragazzi Taquileños, infatti, che si sposano tra i 18 e i 23 anni, sono liberi
di farlo liberamente senza alcun vincolo
75
. Al momento sull’isola troviamo la scuola
materna, la primaria e la secondaria; i ragazzi hanno la possibilità di studiare fino a
diciassette anni, dopodiché, se vogliono continuare gli studi devono emigrare verso
le grandi città come Cusco o Lima. Riguardo al processo di alfabetizzazione, fino al
1980 la popolazione era evidentemente arretrata rispetto al resto del paese; le poche
persone, circa il 10% secondo ciò che mi ha riportato Cecilio Quispe Huatta durante
il mio soggiorno, a saper leggere e scrivere in spagnolo, erano uomini impegnati nel
commercio con l’esterno
76
. Tale considerazione porta a sottolineare un gap
significativo all’interno della comunità di Taquile; le donne, infatti, sono sempre
state dedite alla tessitura e quasi mai al turismo, ne consegue che il rapporto con lo
73
JACOBSEN 1993, p. 309.
74
La trucha sarebbe la nostra trota, il pesce più comune nelle acque del lago Titicaca.
75
Fonti locali nella persona di Cecilio Quispe Huatta, 25/08/2019, Taquile, vd. appendice
76
Fonti locali nella persone di Cecilio Quispe Huatta, 24/08/2019, Taquile, vd. appendice
41
straniero è sempre stato mediato dall’uomo, compromettendo la pratica di
alfabetizzazione ed empowerment delle donne.
Negli ultimi anni, anche a seguito della pubblicazione del volume di Elayne Zorn
77
,
considerato in tutto il mondo come uno dei documenti più approfonditi sulla
comunità dei Taquileños, molte donne stanno lottando per raggiungere
un’eguaglianza sociale ed economica ed in particolare per l’alfabetizzazione e
l’istruzione. Tratto fondamentale dello stile di vita Taquileño è l’organizzazione
sociale: la popolazione isolana è infatti estremamente solidale al suo interno; e di tale
spirito solidaristico un buon esempio è la pratica della rotazione dei terreni. I
Taquileños, infatti, utilizzano un sistema basato sulla condivisione dei compiti rurali;
per un interno anno, solo la metà del terreno viene coltivata presso Taquile, vale a
dire tre dei sei suyos
78
presenti nell’isola. Gli altri tre invece, appartenenti all’altra
metà della popolazione, rimangono a riposo secondo il classico sistema del maggese,
con l’obiettivo di incrementare la fertilità della terra per l’anno successivo
79
. Alle
comunità che hanno la terra a riposo viene comunque garantito il sostentamento con
le materie prime provenienti dagli altri suyos.
Infine, un ruolo chiave, per diversi motivi, nella storia culturale di Taquile, è assunto
dal vestiario, specialmente manufatti tessili che i Taquileños indossano da centinaia
di anni. Il ruolo della tessitura, infatti, se in periodo coloniale era considerata
semplice tradizione, nel XXI secolo assume un carattere di unicità che rende Taquile
77
Zorn E., Weaving a future; tourism, cloth & culture on an Andean Island, University of Iowa
Press, Iowa City, United States of America, 2004.
78
Suyo è una parola scritta in lingua Quechua che significa “settore”. L’isola di Taquile è infatti
suddivisa in sei Suyos, i quali, annualmente, si spartiscono il lavoro. La rappresentazione dei suyos
è uno dei disegni che è rimasto nelle opere tessili dall’antichità fino ad oggi.
79
ZORN 2004, p. 33.
42
famosa nel mondo e genera imponenti indotti turistici. Mi è stato spiegato che negli
anni, nonostante i disegni siano parzialmente variati (si è passati dalla tessitura di
elementi prettamente naturali a figure geometriche
80
), la tecnica è rimasta a lungo
paradossalmente la stessa, nonostante l’avanzare del tempo abbia portato alla
possibilità di aggiornarsi e diminuire il carico di lavoro
81
.
Ad oggi però, nonostante moltissime persone – maggiormente tra gli anziani –
tessano ancora sui vecchi telai, parte della popolazione ha dovuto abbandonare o
ridurre tale attività per far fronte agli impegni derivanti da un’ulteriore risorsa: il
turismo.
2.3. Comunicazione e rapporto con il mondo esterno
Da sempre estremamente discriminati, i Taquileños non hanno mai avuto vita facile
durante la loro storia, specialmente sul finire del XX secolo, quando lo sviluppo
turistico all’interno dell’isola non era ancora totalmente diffuso, e quindi Taquile era
una semplice isola popolata da indigeni senza alcun futuro. Gli unici buon rapporti
sociali esterni che i Taquileños hanno instaurato nel tempo sono stati quelli con le
comunità delle isole citate nel paragrafo precedente, Amantani e Uros
82
. I rapporti
con Amantani, secondo Elayne Zorn, sono quasi sempre stati positivi; le due
popolazioni, infatti, potevano considerarsi “vicini di casa”, in quanto al tempo
83
raggiungere la terra ferma a Puno era estremamente complicato. Tuttavia, da
80
Gli elementi naturali maggiormente rappresentati sono uccelli, farfalle e piante. Elementi
geometrici sono i sei triangoli che rappresentano le sei comunità nelle quali l’isola è divisa.
81
Fonti locali nella persona di Delma Delsy Huatta, 26/08/2019, Taquile, vd. appendice
82
Le isole Uros sono un arcipelago di isole galleggianti all’interno del lago Titicaca; sono costitute
completamente di totora intrecciata.
83
Ci riferiamo sempre agli anni 70’/80’.
43
quando il turismo di massa è sbarcato nell’isola di Taquile
84
, i rapporti con Amantani
non sono più così genuini, poiché i Taquileños hanno saputo organizzare al meglio
il proprio settore turistico. Nonostante tali premesse, ad oggi le due isole continuano
ad avere rapporti e cooperano per la vendita di tessuti
85
. Per quanto riguarda le isole
galleggianti degli Uros, le sue comunità intrattengono con Taquile relazioni
soddisfacenti. Entrambe le popolazioni, infatti, spesso cooperano per ciò che
riguarda le questioni sulla salvaguardia ambientale del lago.
È noto però che, seppur i Taquileños abbiano, negli anni, instaurato buoni rapporti
con i propri vicini, al contrario la loro considerazione da parte del governo
peruviano e della cittadina di Puno, alla quale Taquile ha fatto e tutt’ora fa
riferimento per molti servizi, è sempre stata molto instabile. Lo sviluppo del turismo
ha posto i Taquileños nella condizione di dover interagire quasi forzatamente con il
governo peruviano; trovandosi su un’isola, infatti, Taquile, da quando si è trovata a
gestire un numero imponente di turisti, ha dovuto far riferimento al governo sotto
diversi punti di vista. La collaborazione con il governo peruviano ha infatti
permesso a Taquile di superare tutte le difficoltà derivanti dalla complessa
burocrazia e dai conflitti con le agenzie esterne che stavano, con il tempo,
approfittando degli isolani, sfruttandoli senza riconoscer loro il giusto valore
(approfondiremo tale argomento nel paragrafo 3.2).
Il rapporto con la città di Puno ci porta in qualche modo ad introdurre un tema di
assoluta importanza per quanto riguarda la storia dell’isola di Taquile: il razzismo.
Il razzismo ha sempre contraddistinto l’esistenza della popolazione Taquileña; basti
84
Il turismo di massa (anni 90), verrà trattato nel capitolo 3.
85
ZORN 2004, p.47.
44
pensare che, alla fine degli anni ‘70, quando la scuola superiore non esisteva ancora
sull’isola, i ragazzi non resistevano per più di due anni nei licei di Puno
86
. Tale voglia
di tornare a casa era principalmente dovuta al razzismo che perseguitava i Taquileños
al di fuori della loro terra. Altri episodi di razzismo sono facilmente rintracciabili, ad
esempio, durante festività e manifestazioni pubbliche, dove i Taquileños non
indossavano i loro abiti tradizionali per paura di esser vittime di razzismo. Le cose
però son cambiate; dagli anni ’90 infatti, quando il turismo divenne consistente e
l’identità di Taquile non era più vista come negativa, anzi, era vista come fonte di
introito per la vicina Puno – crocevia fondamentale per i turisti – la considerazione
per le comunità indigene è cambiata in positivo. I Taquileños iniziano ad essere
considerati valorizzatori della cultura peruviana; i loro abiti sono sinonimo di
tradizione storica e socioculturale, e, per tal motivo, vengono ormai indossati con
orgoglio anche nelle conferenze internazionali
87
. In tal senso un episodio
significativo nella storia di Taquile è stato quando, nel 2002, Juan Quispe, una delle
autorità Taquileños, ha rappresentato il Perù in una conferenza negli Stati Uniti
d’America, parlando in uno spagnolo estremamente fluente; vent’anni prima un
episodio del genere sarebbe stato una vera e propria utopia. La personalità dei
Taquileños è stata il vero punto a favore per uno sviluppo così fiorente dell’industria
turistica: una popolazione discriminata divenne, infatti, in pochi anni, protagonista
principale dei dépliant turistici che pubblicizzavano l’isola di Taquile; attrarre i
turisti con abiti e filati tipici dei runa
88
non era più visto infatti come negativo, anzi,
86
A Taquile negli anni 70’ non vi era alcun liceo; ad oggi nel 2020 a Taquile è presente la scuola fino
ai 17 anni; per l’università è necessario spostarsi però nelle grandi città come Cusco e Lima.
87
ZORN 2004, p.69.
88
Dalla lingua Quechua, l’indigeno.
45
questo era uno strumento per attirare l’attenzione dei turisti, sempre più in cerca
dell’autenticità
89
. Ricollegandoci a quanto detto inizialmente riguardo il rapporto
con il governo peruviano, possiamo dire con certezza che, nonostante in passato le
difficoltà siano state evidenti, ad oggi il ruolo sociale dei Taquileños all’interno della
società peruviana sta nettamente progredendo. Episodi in grado di dimostrare tale
affermazione sono rintracciabili nella visita del presidente Fujimori
90
, nella
campagna elettorale del 2001, senz’altro l’incontro politico più importante nella
storia di quest’isola.
2.4. Punto di svolta per il rilancio di una comunità: 1976
La tematica del turismo, in principio, non era stata neanche nominata
dall’antropologa Elayne Zorn nella sua ricerca; la studiosa, infatti, si recò nell’isola
di Taquile per apprendere e studiare i tratti caratteristici della tessitura andina. In
un secondo momento, però, si ritrovò ad osservare le abitudini dei Taquileños sotto
un punto di vista totalmente inaspettato, ossia quello riguardante l’interazione con
i primi stranieri approdati sull’isola, del quale approfondiremo la tematica nel
paragrafo successivo
91
. Facendo un passo indietro e concentrandosi sull’arco di
tempo che parte dagli anni ’40 agli anni ’70, l’ingresso nell’isola era consentito
solamente una volta l’anno ad un sacerdote per celebrare matrimoni, a pochissimi
insegnanti e sporadicamente qualche antropologo
92
. Al tempo gli indigeni in grado
di comunicare in spagnolo si contavano sulle dita di una mano; ciò rendeva
89
Cfr. cap. 3, par. 3.2
90
Fujimori fu Presidente del Perù per dieci anni dal 1990 al 2000.
91
Cfr Cap. II, par. 2.5.
92
ZORN 2004, p. 12.
46
impossibile qualsiasi forma di commercio e comunicazione con il mondo esterno,
alimentando il razzismo verso questa popolazione dimenticata nel mezzo di uno dei
laghi più grandi al mondo
93
. Il processo di sviluppo di Taquile parte dagli anni ’40,
quando iniziarono ad esser costruite e varate le prime barche a vela in legno
94
; le
decine di ore di navigazione, però, non giovarono al turismo, che stentava a
decollare nonostante l’isola avesse caratteristiche uniche da mostrare.
Come però spesso accade nella vita di queste popolazioni, un piccolissimo evento è
in grado di ribaltare totalmente il destino di un’intera comunità: era il 1976 quando
la guida “South America Handbook”
95
descriveva Taquile come l’isola più interessante
del lago Titicaca, aprendo le porte ad un turismo che caratterizzerà la vita dei
Taquileños fino alla guerra civile
96
, e incredibilmente riprenderà a grandi ritmi anche
dopo il termine della stessa. Nella guida è riportato come uno degli aspetti più
interessanti che veniva mostrato dai Taquileños fosse la loro auto-sufficienza ed
apertura sociale; le abitazioni non venivano chiuse la sera, gli abitanti erano
totalmente solidali tra loro ed estremamente organizzati
97
. Solamente un anno
prima, nel 1975, alcuni rappresentanti della comunità Taquileña parteciparono ad
una fiera dell’artigianato a Lima, dove iniziarono a mostrare le loro opere tessili al
mondo esterno; opere che verranno, nel giro di pochi anni, commercializzate in tutto
il mondo
98
. I primi visitatori attirati dalla guida turistica già citata arrivarono nel
93
Cfr Cap. II, par 2.4.
94
ZORN 2004, p. 31.
95
La South America Handbook è la guida turistica più longeva in lingua inglese, la prima edizione
fu pubblicata nel 1924.
96
Parliamo della guerra civile combattuta tra gli anni ’80 e ’90 tra l’organizzazione guerrigliera del
Partito Comunista del Perù: Sendero Luminoso, e i gruppi militari peruviani.
97
Cfr. capitolo II, par. 2.2 dove viene narrata l’organizzazione dei Taquileños.
98
ZORN 2004, p. 123.