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“Denn der Mensch schreitet aufrecht,
die erhabenen Zeichen der Seele ins Gesicht gebrannt”
(V. Canetti)
“Non sa che il 20 aprile è il compleanno del nostro Führer?
Ogni anno la nazione tedesca gli offre in regalo
un’intera generazione di bambini!”
(M. Tournier)
“Un dramma umano si può sempre esprimere
con la metafora della pesantezza.”
(M. Kundera)
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1. INTRODUZIONE
Il presente lavoro nasce, analogamente ai pochi altri lavori critici su
Venetiana Taubner-Calderon, da un moto di curiosità suscitato dalla
scoperta dell’esistenza di tre volumi, rispettivamente intitolati Die
Gelbe Straße
1
, Der Oger. Ein Stück
2
e Geduld bringt Rosen
3
, recanti
la firma di Veza Canetti. Il lettore di Elias Canetti, o quantomeno il
conoscitore della sua trilogia autobiografica, si stupisce nel prendere
atto che la prima moglie del noto scrittore mitteleuropeo, nonché
indimenticabile personaggio della stessa trilogia, ove è descritta
esclusivamente come bella, intelligente e colta compagna di tante
discussioni letterarie, sia stata anche una scrittrice i cui racconti
vennero pubblicati tra il 1932 e il 1934 su un noto quotidiano
viennese, l’Arbeiter-Zeitung.
Ecco come si giunge al confronto coi testi, quindi al desiderio di
sapere qualche cosa di più su questa autrice e di fissare alcune delle
riflessioni che la lettura ha suscitato.
Questo lavoro è suddiviso sostanzialmente in quattro parti.
La prima ha lo scopo di presentare la donna e l’autrice. Oltre ad una
biografia e alla raccolta di materiale utile a dare una idea del profilo
fisico, caratteriale e culturale, si è tentata anche una spiegazione del
1
Canetti,V., Die gelbe Straße, Fischer Taschenbuch Verlag, Frankfurt/M. 1993 (I edizione: Carl
Hanser Verlag, München 1990)
in seguito indicato con la sigla GS
2
Canetti,V., Der Oger. Ein Stück, Fischer Taschenbuch Verlag 1993 (I edizione: Carl Hanser
Verlag, München 1991)
3
Canetti,V.,Geduld bringt Rosen, Fischer Taschenbuch Verlag 1994 (I edizione: Carl Hanser
Verlag, München 1992) in seguito indicato con GbR
in seguito indicato con la sigla GbR
In Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Brasile, Giappone, Olanda, Svezia sono state tradotte e
pubblicate le opere di Venetiana Taubner Calderon. Per l’Italia l’Editore Anabasi pubblicò Geduld
bringt Rosen nel 1993 col titolo La pazienza porta rose. La casa editrice è fallita. La Adelphi
Edizioni di Milano, interrogata, ha dichiarato di avere acquisito i diritti alla traduzione delle altre
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significato dei tre pseudonimi da lei utilizzati. Questa parte dovrebbe
anche chiarire e giustificare la scelta, che qui si è compiuta, di
utilizzare, per semplicità, sempre il nome da nubile, appunto
Venetiana Taubner-Calderon (che per comodità sarà abbreviato in
VTC) e non gli pseudonimi. L’esclusione del nome ‘Veza Canetti’ è
dipesa invece dal fatto che nessuna delle opere citate è stata firmata
con questo nome, né è stata scritta dopo il matrimonio con Elias
Canetti. La casa editrice che ha intrapreso l’edizione delle opere di
VTC all’inizio degli anni ‘90, avrà probabilmente deciso che
l’utilizzazione del cognome ‘Canetti’ avrebbe contribuito ad una
maggiore diffusione delle opere stesse.
Nella seconda parte si sono voluti mettere in risalto, dopo un
necessario riassunto della trama, alcuni aspetti particolari della prima
delle tre opere di VTC oggi disponibili in commercio, Die Gelbe
Straße: il valore ed il significato del titolo e la poetica dello sguardo
come segni distintivi dello stile dell’autrice e rivelatori delle
tematiche. Da questa analisi emerge un particolare interesse di VTC
per il problema della dignità dell’uomo. La verifica di questa ipotesi
si snoda anche attraverso un confronto tra alcuni topoi e
interpretazioni relativi al tema delle dignità dell’uomo tratti dalla
storia della filosofia ed il riscontro della loro presenza, naturalmente
in una veste letteraria, nel testo.
Il fatto che il tema della dignità dell’uomo, non sia stato più affrontato
nelle restanti parti, e che abbia ciò nonostante trovato il suo spazio nel
titolo di questa tesi di laurea, è un invito a tenerlo presente sempre
come chiave di lettura di tutta l’opera, cosa che dovrebbe essere
due opere, ma non ha in programma di editarle, almeno per l’anno 1997.
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facilitata anche dalle trame che precedono l’analisi di ogni testo e le
considerazioni critiche in essa contenute.
Nello scegliere di dare un simile taglio al lavoro, si è consapevoli di
aver compiuto una selezione tra gli innumerevoli aspetti del romanzo,
come delle altre opere di VTC che sarebbero stati degni di attenzione
e di aver imposto un punto di vista particolare. Tuttavia, chi fosse
interessato a letture differenti potrà naturalmente farlo seguendo le
indicazioni bibliografiche, magari sulla scia di alcuni riferimenti
contenuti nell’analisi stessa. Si noterà abbastanza presto che le
citazioni da altri lavori critici sono ridotte al minimo, una scelta
rischiosa ma necessaria per presentare un approccio il più possibile
personale, evitando, in un momento in cui Venetiana Taubner
Calderon è ancora così poco conosciuta in Italia, di dover già aprire in
questa sede un didattito critico.
La terza parte è dedicata a Der Oger. Ein Stück., ed in particolare alla
sua struttura e alle sue implicazioni sul piano del contenuto.
Similmente al procedimento caro a VTC, per cui la prima impressione
non è necessariamente né quella definitiva, né quella giusta, si sono
individuati due nodi tematici, rovesciati poi, testo alla mano per una
seconda rilettura, nella loro negazione: dramma dello smascheramento
e della emancipazione versus dramma della negazione dello
smascheramento e dell’emancipazione.
Nella quarta parte si sono voluti ‘leggere’ i racconti contenuti nella
raccolta Geduld bringt Rosen, prescindendo non poco dall’aspetto
stilistico, per evidenti analogie con la prosa del dramma,
concentrandosi maggiormente sull’aspetto tematico e, in generale,
sulle novità rispetto al romanzo e al dramma.
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Anche qui, trattandosi di racconti che difficilmente sono noti al
lettore, a causa soprattutto del fallimento precoce della casa editrice
italiana che li ha tradotti e pubblicati, non si è voluto rinunciare alla
trama incorrendo nei rischi tipici che comporta il riassunto dei
racconti cosiddetti brevi :di fare una parafrasi e di non riuscire ad
impedire uno scivolone interpretativo che non trova rispondenza nel
testo dello scrittore. Va detto che, se il lettore non riscontrerà, una
volta avuto accesso agli originali, questo genere di deformazione, sarà
soprattutto merito della stessa VTC, che raramente non spiega un
comportamento o una frase di un suo personaggio esplicitamente o
attraverso trasparenti scelte stilistiche.
A completamento di questa che vuole essere una presentazione,
personale, di un’autrice viennese, nota altrimenti che per la sua
scrittura, si è voluto allegare un piccolo schema riassuntivo delle
pubblicazioni di VTC negli anni ‘30, copie dei testi che l’Archivio
della Camera del Lavoro di Vienna ha potuto fino ad oggi ritrovare
sui giornali dell’epoca ma che non sono stati ancora riediti e, infine,
un piccolo testo anonimo che mi è stato inviato da un libraio viennese
e che, a fronte delle difficoltà incontrate nel reperimento del materiale
biografico, mi ha ripagato almeno un po’ col piacere di un maligno
sorriso.
Colgo l’occasione per ringraziare sentitamente quanti mi hanno aiutato nella fase
di ricerca come in quella di stesura.
In particolare, a Vienna, il signor Eckarth Früh della Camera del Lavoro, Otto
Michael Gugler dell’ufficio ‘Informationsvermittlungstelle für Maschinelle
Literatursuche’ dell’Università, l’Archivio del Literaturhaus e la gentile Signora
Schöbel della libreria Leporello.
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Per aver risposto ai miei appelli, due appassionati ricercatori di VTC, Angelica
Schedel e Roland Krysl; la dottoressa Hornung; le case editrici Peter Alban di
Londra, Calman-Levy di Parigi, New Directions di New York, Polak & Van
Gennep di Amsterdam, Forum di Oslo e soprattutto la signora Kramer dell’Ufficio
Stampa dell’Hanser Verlag di Monaco.
Per il sostegno morale e fattuale necessario per ogni inizio, la Dott.ssa Valentini
della biblioteca comunale di Trento.
Per la pazienza e la fiducia riposte in me e nel mio lavoro, Maurizio Masoch.
Per i loro preziosi suggerimenti in fatto di contenuto e di stile Barbara Casalini,
Mersia De Min e Susanna Galletto.
Per avermi reso possibile l’accesso ed il lungo protrarsi degli studi universitari,
sempre sordi a qualunque umanissimo dubbio, Ines Marozza e Sandro Casalini.
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2. UNA BIOGRAFIA
Venetiana Taubner Calderon nasce a Vienna il 21 Novembre 1897.
Suo padre, Hermann Taubner, è un commerciante ebreo-ungherese,
sua madre, Rahel Calderon, è un’ebrea spagnola nata a Semlin in
Serbia da una famiglia originaria di Sarajevo, in Bosnia.
Hermann Taubner muore quando sua figlia Veza è ancora una
bambina. Madre e figlia vivono nella terza circoscrizione-Landstraße
nella Untere Viaduktgasse 23, a sud del canale, ramo del Danubio che
attraversa Vienna, chiamato ‘Donaukanal’.
Rahel Calderon, definita da Elias Canetti “ Eine sehr schöne Witwe”
4
,
si risposa una seconda volta e poi una terza, intorno al 1910, con il
settantenne commerciante e propretario terriero in pensione Mento
Altaras, che sarà per Veza un patrigno terribile. Nell’agosto del 1918
tutta la famiglia si trasferisce al numero 29 della Ferdinandstraße
nella seconda circoscrizione-Leopoldstadt, dall’altra parte del
‘Donaukanal’ e vicino al ‘Prater’, noto area verde e parco dei
divertimenti, in un appartamento in affitto. E’ probabilmente questo
cambiamento ad aiutare Veza a dominare l’inferno della sua vita col
patrigno, che subisce per non doversi separare dalla madre. Elias
Canetti dedica, nella sua autobiografia, ampio spazio alla descrizione
di questo ricchissimo avaro, dispotico e collerico, che minaccia
chiunque con un bastone e maledizioni in lingua spagnola.
Quest’uomo vive solo per il vino, l’arrosto e per proteggere i rotoli di
denaro che tiene nascosti ovunque nella sua stanza e che conta e
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E.Canetti, Die Fackel im Ohr, Carl Hanser Verlag, München 1983, pag.
Trad. it. di A. Casalegno in: Il frutto del fuoco, Adelphi Edizioni, collana Gli Adelphi, Milano
1995, pag. 139: