6
1.1 Internet of things.
La vita degli uomini è modellata e condizionata dall’ambiente in cui
vivono. Il filosofo John Dewey
7
, nel suo Art as Experience del 1930,
affermava: «life goes on in an environment; not merely in it, but because
of it, through interaction with it»
8
. In pochissime parole il filosofo ha
espresso un concetto importantissimo: la vita esiste in un ambiente, a
causa di esso e grazie alle interazioni con esso. Sulla base di questa
definizione è evidente che in un mondo come quello di oggi, dominato
sempre più dalle tecnologie, il rapporto uomo-ambiente si è tramutato
quasi in una “simbiosi”: esse rappresentano un ponte diretto, un canale
sempre aperto al dialogo con l’ambiente e costantemente con l’uomo,
accentuandone e migliorandone le capacità cognitive.
7
«Filosofo e pedagogista statunitense […] muove dall’esigenza di conseguire un punto di
vista globale per la comprensione tanto della natura quanto del comportamento umano»
in https://doc.studenti.it/riassunto/pedagogia/dewey-john.html, consultato il 25 Gennaio
2018.
8
D. Benyon, Spaces of Interaction, Places for Experience, Morgan & Claypool Publishers,
Collana: Synthesis Lectures on Human-Centered Informatics, 2014, pag. 5.
7
Dunque è chiaro che stiamo assistendo decisamente a un
“tecnomorfismo”, per utilizzare il termine del sociologo Marshall McLuhan:
le tecnologie sono concepite come fossero delle “estensioni dell’uomo”,
estensioni tecnologiche dei sensi e delle percezioni sensoriali che
modificano le sue caratteristiche psicologiche e sociali. Come i media
osservati dal sociologo, i dispositivi tecnologici influenzano la società e gli
individui che la compongono: essi «non "rappresentano" il mondo, ma
"danno forma" al mondo, poiché danno forma alla nostra stessa
esperienza del mondo»
9
plasmando e configurando la nostra “forma
mentis”, diventando così «il mondo reale e rimodellando radicalmente la
cultura e la società»
10
.
Proseguendo sotto questa ottica, la presenza di tecnologie stimola la
conformazione di un nuovo ambiente. Lo scrittore statunitense William
Gibson, tra i maggiori esponenti del filone fantascientifico cyberpunk, nel
suo romanzo Burning Chrome, parlò di un “Cyberspace”: spazio nella
quale sono presenti «the Internet and other networked information and
communication technologies (ICT)»
11
. Quest’ultime, in italiano “Tecnologie
dell'Informazione e della Comunicazione (TIC)”, non sono altro che «la
convergenza dell’informatica con le telecomunicazioni e che identifica ogni
settore legato allo scambio di informazioni e tutti i metodi e le tecnologie
che servono a realizzarlo, compreso l’hardware, il software e i servizi
connessi»
12
, permettendo di agevolare e migliorare la qualità della vita.
9
P. Mancini e R. Marini (a cura di), Le comunicazioni di massa. Teorie, contenuti, effetti,
Carocci Editore, 2006, pag. 28.
10
Ibidem.
11
Tradotto: «Internet e altre tecnologie di comunicazione e informazione in rete (ICT)»,
D. Benyon, Spaces of Interaction, Places for Experience, cit., pag.1.
12
Definizone di ICT - Information and Communication Technology in
http://www.treccani.it/enciclopedia/ict_(Lessico-del-XXI-Secolo)/, consultato il 22
Gennaio 2018.
8
Una delle applicazioni dell’ICT è senza alcun’ombra di dubbio
l’Internet of Things, in italiano “Internet delle cose” che può essere
letteralmente descritto come “una rete virtuale di oggetti interconnessi”.
Grazie all’Internet of Things è avvenuta come una evoluzione della rete
Internet: si è passati da un Web 2.0, appartenente ai Computer, a una sua
estensione anche ad oggetti fisici prima esclusi. Si viene così a creare una
fitta rete di collegamenti e interazione che aggiungono «sensing
(percezione) e communication capabilities (capacità di comunicazione) agli
oggetti per la casa/industria per rendere possibile monitoraggio e gestione
in remoto»
13
, quasi come se questi acquisiscano una propria intelligenza e
che li renda in grado di riconoscersi gli uni agli altri e comunicare dati su
sé stessi e su ciò che li circonda, aiutando l’agire umano.
(fonte: https://www.pubnub.com)
Dunque il concetto di fondo dell’Internet of Things è: ogni oggetto
fisico può essere virtualmente connesso a Internet, divenendo così un
dispositivo “intelligente” che incorpora in sé semplici funzionalità di calcolo
tali da permettergli di partecipare e contribuire all’inserimento di dati in
rete. Si può a questo punto concludere affermando: «the Internet of
Things (IoT) is the interconnection of uniquely identifiable embedded
computing devices within the existing Internet infrastructure»
14
che
13
L. Coppolino, S. D’Antonio, L. Romano e L. Sgaglione, “IoT: una tecnologia
distruptive”, La Comunicazione N.R.&N., p.274.
14
Tradotto: «l'Internet of Things (IoT) è l'interconnessione di dispositivi informatici
incorporati identificabili in modo univoco all'interno dell'infrastruttura Internet esistente»,
9
«aggiunge una nuova dimensione, permettendo al mondo fisico e agli
oggetti che con esso direttamente si interfacciano, di generare moli di dati
in forma del tutto autonoma»
15
.
1.1.1 Caratteristiche oggetti.
Questa nuova dimensione “cyber” o “intelligente” è possibile, come
abbiamo visto, grazie a dispositivi “smart” che, attraverso le interazioni tra
loro e le persone, tracciano una mappa digitale del mondo reale,
attribuendo identità digitali a entità materiali. Pensiamo per esempio a un
frigorifero, da sempre all’interno dell’insieme degli oggetti del quotidiano.
Se debitamente fornito di capacità di calcolo, integrato poi nell‘ambiente,
può fornire informazioni dettagliate e puntuali su quale alimento è assente
nella nostra scorta o quale di questi sia vicino alla scadenza. Ancora,
pensiamo a un altro oggetto quotidiano, come potrebbe esserlo un
orologio: direttamente a contatto con il nostro corpo, con l’ausilio di
sensori, può facilmente «raccogliere dati relativi a stati fisiologici come la
glicemia, stati psicologici come il tono dell‘umore, movimenti, abitudini
come la nutrizione o il sonno, così come alla localizzazione o a parametri
ambientali come la temperatura, l‘umidità, etc.»
16
. La raccolta di dati
eseguita da questi oggetti intelligenti, o “smart”, avviene in modo
continuativo e trasparente, indipendentemente che riguardino le attività
dell‘utente o l‘ambiente fisico nel quale si trovano.
L. Coppolino, S. D’Antonio, L. Romano e L. Sgaglione, “IoT: una tecnologia distruptive”,
cit., pag.280.
15
G. Fratini, Smart City e Internet of Things: analisi dello scenario applicativo UK e
confronto con l’Italia, Tesi di Laurea Magistrale, Facoltà di Ingegneria dei Sistemi –
Politecnico di Milano, 2015, pag.26.
16
F. Cena, A. Rapp, A. Marcengo, A. Brizio, D. Hilviu e M. Tirassa, “Internet of Things e
affordance per il cambiamentodei comportamenti” in Corpi, strumenti e cognizione. XI
convegno annuale dell’Associazione Italiana di Scienze Cognitive, NEA-SCIENCE -
Giornale Italiano di neuroscienze, psicologia e riabilitazione, Vol.5, pag.88.
10
Quindi, ogni oggetto con cui si ha a che fare quotidianamente
potrebbe far parte della rete che compone l’Internet of Things. Essi sono
dispositivi caratterizzati da componenti elettroniche che, abilitando le loro
capacità sensoriali, diventano intelligenti configurando così una nuova
generazione di oggetti, gli “smart object”: dispositivi dotati, anche in
forma minimale, della capacità di trasmettere un proprio segnale
identificativo e che, situati ai nodi di questa rete e interconnessi tra loro,
possono comunicare dati e operare in completa autonomia. Dunque, la
trama dell’Internet of Things è composta da smart objects caratterizzati
da:
• Natura hardware – intendendo «i componenti fisici
(apparecchiature, dispositivi, circuiti ecc.) dei sistemi elettronici e,
in particolare, degli elaboratori elettronici»
17
;
• Identificatore univoco – inteso come «un numero di
identificazione unico assegnato a un hardware […] in modo tale che
la probabilità di un altro dispositivo con lo stesso numero sono
estremamente rare»
18
;
• Capacità di calcolo – per raccogliere ed elaborare dati ambientali
e/o dei soggetti che lo abitano;
• Efficiente gestione energetica – per esempio potrebbero essere
muniti di batterie di lunga durata o alimentazione a corrente;
17
Definizione di Hardware in
http://www.treccani.it/enciclopedia/hardware_(Enciclopedia-della-Matematica)/,
consultato il 28 Gennaio 2018.
18
“Trova i numeri UUID”, in http://it.abcarticulos.info/article/trova-i-numeri-uuid,
consultato il 13 Dicembre 2017.
11
• Capacità per cercare e/o scoprire altri oggetti della rete;
• Sensori per l’interazione con l’ambiente circostante;
• Protocollo di comunicazione.
Quest’ultimo punto si riferisce a: l’«insieme di regole formali e di
procedure che consentono di stabilire una connessione e mettere in
comunicazione due o più entità, in particolare due apparati elettronici […]
definisce le modalità per scambiare informazioni tra entità distinte […] a
carico del protocollo è la definizione dei meccanismi che descrivono
l’utilizzo del mezzo di comunicazione, il formato dei dati scambiati, il
formato degli indirizzi, il meccanismo d'instradamento, la direzione
dell’informazione, le modalità per confermarne la ricezione e quelle per
rilevare e correggere errori di trasmissione»
19
.
Quindi tutti gli smart objects rispondo a delle regole ben precise per
comunicare con altri dispositivi con una moltitudine, non facilmente
quantificabile, di protocolli, come:
• Rete cellulare: anche detta “rete di telecomunicazioni cellulare”
che «permette la telecomunicazione in tutti i punti di un territorio
suddiviso in aree di non grandi dimensioni, chiamate "celle",
ognuna servita da una diversa stazione di telecomunicazione»
20
;
• WiFi: è un protocollo di comunicazione «per la trasmissione di dati
su brevi distanze tramite onde elettromagnetiche: la procedura
consente di creare reti senza fili di calcolatori di estensione
19
Definizione di Protocollo di comunicazione in
http://www.treccani.it/enciclopedia/protocollo-di-comunicazione_(Lessico-del-XXI-
Secolo)/, consultato il 27 Gennaio 2018.
20
Definizione di Rete Cellulare in https://it.wikipedia.org/wiki/Rete_cellulare, consulato il
28 Gennaio 2018.
12
relativamente limitata nello spazio (per es., all’interno di un alloggio
o di un’azienda), a loro volta collegate alla rete Internet»
21
;
• QR Code: abbreviazione di “Quick Response Code” (codice a
risposta veloce), «è una matrice bidimensionale, o codice 2D,
composto da una serie di moduli neri disposti all’interno di uno
schema a forma quadrata, che viene impiegato per memorizzare
informazioni destinate alla lettura di dispositivi elettronici,
precisamente cellulari e smartphone»
22
;
• NFC: precisamente “Near Field Communication”, «una nuova
tecnologia di trasmissione dati in radiofrequenza che ha due
peculiarità. La prima è quella di operare in un campo d’azione molto
ristretto, non più di un paio di centimetri, appunto; la seconda, di
essere stata pensata appositamente per operare in un telefono
cellulare»
23
. Essa permette una comunicazione bidirezionale:
quando due apparecchi con NFC vengono accostati si crea tra i
dispositivi una rete peer-to-peer (tra dispositivi di pari livello), dove
entrambi possono scambiare informazioni contenute e fungere
rispettivamente da ricevitore o trasmettitore;
• Bluetooth: presente già da molti anni soprattutto nei dispositivi
portatili – come cellulari, laptop, auricolari, speaker esterni,
smartwatch e molti altri – è una tecnologia di comunicazione a
21
Definizione di WiFi in http://www.treccani.it/enciclopedia/wi-fi/, consultato il 28
Gennaio 2018.
22
“QR Code cos’è e come funziona, una tecnologia sviluppata nel 1994 e diffusasi negli
ultimi anni grazie agli smartphone.” in https://www.lenus.it/2012/07/qr-code-cose-come-
funziona/, consultato il 24 Novembre 2017.
23
Definizione di NFC in in http://www.treccani.it/vocabolario/nfc_(Neologismi)/,
consultato il 24 Novembre 2017.
13
corto raggio, diventata importante nel campo dell'informatica e in
molti mercati di prodotti di consumo.
Quest’ultimo protocollo di comunicazione, nella sua ultima versione 4.0 –
chiamata anche Bluetooth Low-Energy (BLE) o Bluetooth Smar – è
attualmente il più impiegato nella creazione di reti di oggetti. Il suo basso
consumo energetico e il suo basso costo di produzione, lo rendono il
protocollo più diffuso e utilizzato nella creazione di innumerevoli
dispositivi. Un esempio è il Beacon che, grazie al segnale Bluetooth,
permette ad altri dispositivi intelligenti di capire la sua posizione e ottenere
contenuti e/o far partire delle azioni, argomento di cui ci occuperemo
abbondantemente nel secondo capitolo.
1.1.2 Domini applicativi.
Come insegna la storia, ogni rivoluzione porta con sé ripercussioni
più o meno incisive e più o meno positive sulla vita umana. Un esempio
potrebbe essere la rivoluzione industriale: dapprima introduce macchinari
nelle catene di produzione per ripetere un’operazione infinite volte, poi li
porta all’interno delle case per eseguire faccende domestiche, facilitando
l’operato dell’uomo e alleggerendo la sua esistenza.
In questo senso, oggi l’Internet of Things sta introducendo la “quarta
rivoluzione industriale”, con ripercussioni sulla nostra vita e nelle nostre
abitazioni. Si tratta della cosiddetta “industry 4.0”: «tendenza
dell’automazione industriale che integra alcune nuove tecnologie
produttive per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la
produttività e la qualità produttiva degli impianti»
24
. Come gli oggetti
24
Definizione di Industry 4.0 in https://it.wikipedia.org/wiki/Industria_4.0, consultato il
29 Gennaio 2018.