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Cap. 3 Analogie e differenze nell'ecopedagogia di Steiner e Montessori
Sull'onda dell'attivismo pedagogico e delle “nuove scuole” fin dal primo
'900 in Europa, Montessori e Steiner, praticamente contemporanei,
rispettivamente con le “Case dei bambini” e le “scuole Waldord” hanno
sicuramente influenzato molti approcci innovativi nella scuola e
nell'educazione a tutti i livelli, formale, non formale e informale. La
differenza generale fra i due che salta all'occhio è il contesto culturale nel
quale queste due esperienze pedagogiche sono ritagliate. Maria Montessori
era pedagogista e dottoressa in medicina e aveva un approccio analitico-
scientifico nello studio dell' infanzia e dell' adolescenza, intorno a cui
specializzò i suoi studi e basato sulla verificazione di ipotesi e
sull'osservazione empirica. Rudolf Steiner era innazitutto un filosofo, che
aveva sviluppato una propria originale visione dell'uomo e del mondo, oggi
appunto conosciuta come “Antroposofia”, alla luce della quale ha studiato
olisticamente quasi ogni ambito del sapere umano, apportando nuove teorie
e punti di vista, dalla religione alla medicina, dall'economia alla fisica,
dall'agricoltura all'educazione e alle arti, dando alla creatività e all'arte un
importanza speciale. Per quanto riguarda Steiner, proprio in virtù di questa
forte interdisciplinarità, ogni cosa è interdipendente da altre, in una visione
olistica dove il tutto e le parti sono sinergiche come un organismo vivente
che tende a svilupparsi. Nel caso specifico dell'educazione egli usa il
concetto di triarticolazione.
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Come l'organismo fisico dell'uomo è costituito
da tre parti che collaborano naturalmente fra loro, testa (pensiero), arti
(volontà), cuore-tronco (sentimento), così l'organismo sociale è costituito
dalle tre rispettive parti culturale, economico, politico-giuridico. Quando
prevale una delle tre dimensioni sulle altre, il corpo fisico così come la
società si ammalano. Viceversa, se la società rispetta i principi ispiratori dei
tre ambiti, libertà per la cultura, fraternità per l'economia, uguaglianza per i
diritti, essa è sana e può svilupparsi armonicamente.
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Cfr. Steiner R. Libera scuola e triarticolazione, Milano, Edizione Antroposofica, 1980
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La scuola, che ha il compito di educare l'uomo e i futuri uomini dovrebbe
ispirarsi a questi tre valori fondamentali, anche se ciò può andare contro il
periodo storico-ideologico del momento.
E' chiaro dunque che l'intero processo educativo rispecchia questa profonda
visione dell' uomo e del suo ruolo sulla terra.
Riprendendo il filo con quanto detto sopra, il bambino dovrà sviluppare la
capacità di pensare, ovvero collegare, usare i nessi logici - la capacità
emotiva, ovvero saper riconoscere e gestire le proprie emozioni - la capacità
di volontà, necessaria per portare a compimento le azioni. Come già
accennato, la crescita è composta da cicli di settenni, infatti, per Steiner,
ogni sette anni avviene un ricambio intero delle cellule e con esso anche un
salto in uno stadio successivo della crescita, con i relativi bisogni (0-7,7-
14,14-21). L'intensità e la scansione delle lezioni è pensata per essere in
naturale accordo ai tempi di apprendimento del bambino; i maestri
“crescono” e imparano insieme al bambino, perché in costante
aggiornamento e ricerca anche sperimentale; le valutazioni tradizionali
considerate bloccanti per il sereno apprendimento sono sostituite da
un'osservazione oggettiva e condivisa tra maestro e compagni di classe; si
stimola il bambino stesso a creare, con materiali naturali, gli strumenti e i
giochi utili per l'apprendimento; la didattica è finalizzata, specialmente nella
prima infanzia fino ai sette anni, allo sviluppo di immaginazione e
creatività, infatti un ruolo privilegiato è dato alle discipline artistiche,
essenziali per equilibrare il sovraccarico delle discipline logico-razionali e
svilupperebbe le parallele capacità espressive.
Le Scuole Waldorf devono devono ispirare al bambino un amore verso la
natura: da qui, l'importanza di tutto ciò che sia naturale (dalla medicina
all'alimentazione), la natura come punto di partenza per studiare tutte le
discipline, che trovano in ogni parte di essa corrispondenze concrete visibili
ed esperibili, nonché simboli e allegorie con tutto ciò che esiste e avviene,
sul piano etico, il senso di responsabilità nei confronti dell'ambiente e degli
altri, sul piano conoscitivo, la capacità di accogliere con naturalezza e senza
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giudizio se stessi, gli altri, l'intero ambiente. Nella prassi didattica, nelle
scuole vengono utilizzati il più possibile materiali naturali, i pastelli per
colorare sono fatti di cera di api, le matite ed e gli acquerelli a base di
pigmenti naturali, altri materiali come lana, legno, metalli, cuoio, creta,
sabbia etc. sono usati per laboratori e attività manuali con la finalità di
conoscere le origini di ogni lavoro produttivo, viceversa i materiali
artificialmente elaborati o antiecologici come la plastica sono evitati.
All'interno dell'edificio scolastico infatti vi è sempre il cosiddetto “Angolo
della natura” dove i bambini possono rivedere e riusare i vari materiali
naturali, ma anche piante, minerali, i frutti e gli ortaggi di stagione, creare il
“Tavolo delle stagioni” etc.. Almeno nel primo periodo di crescita fino alla
scuola elementare, l'uso delle tecnologie e dei media è evitato per poter far
immergere il bambino completamente in una dimensione solo naturale. Per
la salute psico-fisica, vista ovviamente come un tutto inscindibile, si impara
ad accordare i ritmi della propria esistenza con i ritmi della natura attraverso
lunghe passeggiate ed esplorazioni didattiche nella natura, con la guida
dell'insegnante-educatore.
Per quanto riguarda Montessori, anche lei, riprende l'idea di Froebel del
giardino nella scuola (Kindergraten)
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e della centralità dell' apprendere con
piacere, cioè il gioco, mettendo però da parte i significati intrinsecamente
cristiani e mistici dell'idea froebeliana e steineriana, ma accentuando l'idea
scientifica che la natura faccia bene alla crescita del bambino e sia il luogo
adatto in cui la sua “mente assorbente” può imparare. Nella scuola
montessoriana, i cicli della crescita rispettano i tradizionali cicli scolastici
(3-6, 6-10, 11-13). Anche qui il tempo del bambino è rispettato nei suoi
momenti di agitazione o stanchezza. La prassi didattica è finalizzata alla
concretezza. Perciò è privilegiata l'attività manuale, per cui ogni materia
disciplinare è affrontata e studiata attraverso un'esperienza fisica concreta,
usando svariati materiali come la terra stessa, le piante, i solidi ed oggetti
specifici e in continua sperimentazione, preferibilmente costituiti da
materiali naturali. La valutazione diventa auto-valutazione, offrendo al
bambino i mezzi per verificare e correggersi, senza sentirsi giudicato. Il
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Cfr. Froebel F. Educare l'umanità, Edizioni Morcelliana, 2018 (1826)
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maestro non ha una cattedra, perché è un facilitatore, una guida che
accompagna il bambino nel suo attivo, e non solo ricettivo, apprendimento.
Gli strumenti messi a disposizione dalla scuola sono sempre ad hoc,
ciascuno pensato per un preciso scopo didattico; anche qui è immancabile il
“Tavolo della natura” ,in cui vengono classificati nominati analizzati studiati
gli elementi naturali con lenti di ingrandimento, microscopi etc..(dai fiori
alle pigne, dalle foglie ai minerali ecc..), la “Cassetteria botanica”, in cui la
nomenclatura botanica e vegetale avviene tramite il gioco del
riconoscimento delle forme (ad esempio delle foglie specifiche di ogni
pianta), i compiti di esperienza come il prendersi cura di una pianta o di un
piccolo animale (che fa parte della più generale cura dell'altro su cui
Montessori ha sempre insistito). Vi è sempre almeno un giardino da
esplorare, un orticello da coltivare, sono programmate costantemente gite
esterne per conoscere piante ed animali. L'esperienza immersi nella natura
ha la sua massima importanza proprio perché è l'esperienza più piena di
sviluppo di tutti i sensi del bambino, nonché della sua libertà d'azione e la
sua manualità. Ancor più nelle scienze naturali l'educatore è un osservatore
insieme ai bambini e non un insegnante, proprio perché, ciò che si vuol far
emergere è lo stupore, la curiosità e, come effetto successivo, la sensibilità e
il rispetto ecologico del bambino. La fortuna del metodo montessoriano, e in
particolare della sua parte “verde”, si pensi ad esempio all'ortoterapia, la
pet-therapy, alle attività outdoor fino agli asili nel bosco, la riscontriamo
ancora oggi non solo nelle scuole ordinarie, ma anche nei centri
extrascolastici per bambini e ragazzi, anche con bisogni speciali, nei carceri,
negli ospedali, nelle case di riposo etc.
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In un confronto di massima, possiamo dire che in Montessori natura è
sinonimo di cosmo, universo, totalità, appartenenza terrena, in Steiner è
sinonimo di totalità, spiritualità, creatività, arte. Nella prima, in un senso più
laico e scientifico, la natura è in rapporto di volta in volta dialettico e
conciliante con la cultura, nel secondo, in senso romantico, la natura è lo
specchio in cui deve riflettersi la cultura (diventando così, arte). Al di là di
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Cfr. AA.VV . (a cura di L. De Sanctis) In giardino e nell'orto con Maria Montessori. La
natura nell'educazione dell'infanzia pp. 47-51, 117-124.