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INTRODUZIONE
Il cinema sostituisce al nostro sguardo un mondo che si accorda ai nostri desideri
È così che Andrè Bazin descrive il cinema in un saggio raccolto nell’opera “Che
cos’è il cinema?” ed è in questo modo che noi instancabili cinefili pensiamo al
cinema. Un cinema inteso come arte, un’arte che permette di modellare il tempo,
riflettendo la realtà quotidiana e rivisitandola attraverso la sintesi di elementi visivi e
sonori, un cinema impegnato da cui tendiamo ad apprendere qualcosa attraverso la
visione. Il cinema può anche essere visto come una forma di intrattenimento, che
porta all’evasione piuttosto che alla riflessione. Allo stesso tempo ha una forte
valenza culturale ed è anche attraverso il mezzo cinematografico che si formano le
identità culturali di un Paese. Questo settore, dunque, racchiude in sé vari aspetti,
quello artistico - culturale e quello d’intrattenimento. Tutto ciò, però, vive nella
misura in cui si prende in considerazione un terzo aspetto determinante, ovvero
quello economico - industriale. E’ necessario, infatti, attribuire la giusta importanza
non solo al suo aspetto artistico e culturale ma soprattutto al suo potenziale
economico: pensare, dunque, al cinema come un’attività industriale senza la quale
l’artista non potrebbe esprimersi. Il prodotto artistico ha valore di esistere nel
momento in cui c’è un pubblico che lo accoglie, ovvero nel momento in cui esso
viene venduto e distribuito. Questa ricerca si presuppone di analizzare non il cinema
inteso come arte ma il cinema inteso come industria. Nella prima parte del mio
lavoro descriverò le varie fasi della vita commerciale del prodotto cinematografico,
partendo dallo sviluppo fino alla distribuzione. Una particolare attenzione sarà
dedicata allo sfruttamento del prodotto cinematografico non solo all’interno del
mercato nazionale ma in particolare a quello internazionale. Sono pochi gli studi e le
ricerche che si occupano di analizzare la circolazione del nostro cinema fuori i
confini nazionali, penalizzando a mio parere l’industria, poiché, non conoscendo il
mercato estero, non abbiamo modo di individuare le strategie commerciali più idonee
per il successo internazionale delle nostre opere. Questa quasi totale mancanza di dati
a cui poter attingere mi ha portata ad effettuare delle ricerche per scoprire quali sono
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i film italiani che vengono maggiormente distribuiti all’estero. Dopo aver stilato una
lista dei film che hanno richiesto il visto censura negli anni 2014 e 2015, attraverso il
database del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, ho effettuato
delle ricerche film per film, cercando i distributori internazionali e i festival
internazionali in cui erano stati ospitati. Era mia intenzione ricercare i dati del box
office nei Paesi stranieri, i quali, purtroppo, non è possibile consultare a causa della
loro totale inesistenza: mancano, infatti, resoconti che riportino quanto i nostri
prodotti cinematografici, distribuiti fuori il territorio nazionale, abbiano incassato nei
Paesi stranieri. La seconda parte del lavoro è dedicato, quindi, alla valutazione delle
ricerche da me effettuate, partendo da un’ analisi generale dei film distribuiti nei vari
continenti, per poi approfondire Paese per Paese. Riporterò il numero dei titoli
italiani distribuiti all’estero, attribuendo una particolare attenzione a quali sono i
generi cinematografici maggiormente apprezzati, quali hanno ricevuto una
nomination nei festival internazionali e quanto questo abbia influito nell’individuare
un distributore nel Paese in cui tali festival hanno luogo. Il mio rapporto vuole
informare su come circola il nostro cinema, credendo che l’informazione e il sapere
sia il punto di partenza per poter dare al settore cinematografico nazionale le basi per
la sua crescita. E’ un errore tipicamente italiano, infatti, quello di concentrarsi
esclusivamente sul mercato nazionale, senza guardare oltre i nostri confini, ma è
proprio questo sguardo all’orizzonte che allunga la vita commerciale del prodotto
cinematografico e che può portare ad una considerevole espansione e, di
conseguenza, al potenziamento dell’industria cinematografica italiana.
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I. La struttura dell’industria cinematografica
1. La filiera cinematografica
Prima di parlare dell’esportazione del cinema italiano è necessario focalizzare
l’attenzione sulle diverse fasi lavorative che portano alla realizzazione del prodotto
cinematografico o audiovisivo in generale. Descriverò le varie fasi della filiera
cinematografica, partendo dall’ideazione fino alla fruizione del film. Il prodotto
cinematografico è un’ibridazione tra un prodotto commerciale e un prodotto artistico,
dobbiamo, dunque, comprendere come valorizzare la sua componente artistica senza
dover rinunciare al suo potere economico. Durante il flusso lavorativo dell’impresa
cinematografica si vanno a delineare le caratteristiche del prodotto cinematografico
che determineranno il suo successo a livello internazionale, ma anche nazionale. La
filiera cinematografica prevede tre fasi, alcune delle quali presentano anche delle
sotto-fasi: la Produzione, la Distribuzione e l’Esercizio .
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2. Produzione
Il produttore è il soggetto che si occupa dell’intero processo, sia nella parte artistiche
che in quella industriale. Secondo quanto previsto dalla legge sul diritto d'autore (n.
633/1941) è definito come colui che “ha organizzato la produzione”. La stessa
legge, all'Art. 44, comma 1, recita: “L'esercizio dei diritti di utilizzazione economica
dell'opera cinematografica spetta a chi ha organizzato la produzione dell'opera
stessa”. Quindi, i diritti di sfruttamento economico del prodotto sono attribuiti al
soggetto che ha organizzato la produzione dell'opera, ovvero al produttore.
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Di conseguenza il produttore è il proprietario originario dell’opera cinematografica.
Essendo questo un bene immateriale, il patrimonio del produttore consiste nella
G. Celata, L’impresa audiovisiva: economia, scenari, tecnologie mercato, Dispense del corso “Creazione di
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impresa audiovisiva, A.A. 2014-2015
Ufficio Studi ANICA, I Quaderni dell’ANICA, N. 5 - L’export di cinema italiano, 2010
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titolarità dei diritti di sfruttamento dell’opera sul mercato. Il produttore è dunque la
figura centrale dell’industria cinematografica perché si occupa della realizzazione del
prodotto e a questo fine del reperimento delle risorse sia artistiche che economiche
necessarie; inoltre, è proprietario del prodotto e in quanto tale gestisce l’attività di
commercializzazione.
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La Produzione è la fase che va dalla nascita del prodotto audiovisivo fino alla
realizzazione della prima copia ed è rappresentata da “tutte quelle attività finalizzate
alla realizzazione definitiva della copia originale di un film, che è alla base del
processo di moltiplicazione; processo da cui, poi, si ottengono le copie da
commercializzare” . E’ un fase ad alta intensità lavorativa, e vengono coinvolte nella
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lavorazione sia le maestranze tecniche che artistiche, generalmente però questa è la
fase in cui prevalgono le componenti artistiche. La produzione a sua volta si
suddivide in quattro fasi: Sviluppo, Pre-Produzione, Riprese, Post-Produzione .
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2.1 Sviluppo
Lo sviluppo è la fase in cui il prodotto audiovisivo inizia a prendere una prima
forma. Il produttore, insieme allo sceneggiatore e in alcuni casi al regista, sviluppano
il soggetto del film. Il soggetto può essere tratto da due diversi tipi di proprietà: il
soggetto originale o un adattamento tratto da un opera letteraria. Per soggetto
originale o sceneggiatura originale si intende “una sceneggiatura di particolare
rilievo culturale o sociale, idonea alla realizzazione di film di lungometraggio, che
non sia frutto di adattamento di altra opera dell’ingegno” . L’acquisizione dei
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diritti d’autore è il primo segnale di concretezza, ovvero il momento in cui il
produttore decide di impegnarsi nel progetto. In questa fase il produttore provvederà
Ufficio Studi ANICA, I Quaderni dell’ANICA, N. 5 - L’export di cinema italiano, 2010
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R. Perretti, G. Negro, Economia del cinema. Principi economici e variabili strategiche del settore
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cinematografico, Milano, Etas, 2003
G. Celata, L’impresa audiovisiva: economia, scenari, tecnologie mercato, Dispense del corso “Creazione di
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impresa audiovisiva, A.A. 2014-2015
Decreto Ministeriale 15 luglio 2015, n. 3210, Capo I, Art. 1, Comma 2
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ad acquisire i diritti di sfruttamento economico dell’opera letteraria, nel caso in cui
parliamo di un adattamento letterario, oppure, nel caso di una sceneggiatura
originale, egli sarà il titolare dei diritti di sfruttamento economico. Secondo quanto
previsto dalla legge sul diritto d’autore, all’art.44, comma 1, “L’esercizio dei diritti
di utilizzazione economica dell’opera cinematografica spetta a chi ha organizzato la
produzione dell’opera stessa”. Di conseguenza, i diritti di sfruttamento economico
del prodotto cinematografico sono attribuiti al soggetto che ha organizzato la
produzione dell’opera, ovvero al produttore . Tali diritti sono connessi alla proprietà,
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è possibile, dunque, che il produttore possa acquisirli in blocco o solo in parte. Tali
diritti sono, ad esempio, il diritto a programmare la pellicola nelle sale
cinematografiche, oppure il diritto di distribuzione in modalità home video. È
possibile che già nella fase di sviluppo il produttore possa scovare un distributore
interessato al progetto e quindi intenzionato a stipulare un accordo di Produzione-
Finanziamento-Distribuzione, nel quale si impegna a finanziare parte del progetto e a
distribuire il prodotto finale.
Tale fase inizia con la presentazione di un soggetto cinematografico, il quale può
essere presentato al produttore da parte di uno sceneggiatore o un regista oppure lo
stesso produttore può presentare un soggetto a uno sceneggiatore commissionandogli
il lavoro di stesura della sceneggiatura. Il soggetto cinematografico deve essere un
riassunto della storia che si vuole sviluppare; deve essere abbastanza breve da
invogliare la lettura, ma anche sufficientemente dettagliato da renderne evidente il
potenziale narrativo .
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Stendere la sceneggiatura durante lo sviluppo prevede, inoltre, quattro sotto-fasi. La
prima è costituita dal trattamento, in cui si sviluppa a grandi linee il soggetto da
trattare e si presentano le caratteristiche dei personaggi; è fondamentale che il
trattamento non sia interpretato soltanto come progetto creativo ma anche come
progetto operativo, poiché tramite questo si definiscono le quantità e le specificità di
Ufficio Studi ANICA, I Quaderni dell’ANICA, N. 5 - L’export di cinema italiano, 2010
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C. Biondi, Come si produce un film (Vol. II) - Tecnica e pratica della produzione dallo script alla sala, Audino
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Editore, 2001