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CAPITOLO 1
IL TOURING CLUB ITALIANO
1.1 CENNI STORICI
Il Touring Club Italiano nasce a Milano l'8 novembre 1894 come Touring Club
Ciclistico Italiano.
I soci fondatori sono un gruppo di 57 velocipedisti il cui scopo è quello di voler
diffondere i valori ideali e pratici del ciclismo e del viaggio
1
, sulla scia di quanto già
sta succedendo in altri paesi europei come Inghilterra, Austria o Germania, dove Club
turistici sono già operativi o stanno per nascere, e dove la forte industrializzazione ha
trasformato questo mezzo, inizialmente utilizzato per scopi sportivi, in un vero e
proprio mezzo di trasporto di facile utilizzo tale da renderlo succedaneo ai mezzi
trainati dagli animali od ai mezzi collettivi come il treno, grazie anche alla diminuzione
del suo prezzo di vendita, che passa dalle 500-600 lire negli ultimi anni del XIX secolo
alle 150-200 lire dei primi anni del novecento.
2
L’ambizione iniziale del Touring è quindi quella di essere testimone attivo di
questa trasformazione sociale e di costume, tant’è vero che la sua attività spazia oltre
che da eventi collettivi e dal proselitismo (escursioni, raduni, passeggiate) anche in
diverse altre direzioni: assistenza e difesa degli associati, affiliazioni e sconti con
alberghi, meccanici, legali;
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creazione sul territorio di strumenti di orientamento e di
assistenza: è infatti del 1895 la proposizione delle prime piste ciclabili, così come
1
Cfr. https://www.touringclub.it/chisiamo/la-nostra-storia
2
Cfr. http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB001A44/
3
Cfr. Ibidem
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degno di nota è nel 1897 l’inizio della realizzazione e dell’impianto dei cartelli stradali
turistici.
4
La denominazione del TCCI cambia nel marzo del 1900 divenendo Touring Club
Italiano. E' chiaramente un passaggio obbligatorio, ed è il frutto dell'affrancamento dal
mezzo di locomozione singolo, quale è la bicicletta, ai nuovi mezzi di trasporto come
l'automobile, l'aereo, la nautica senza tralasciare l'escursionismo a piedi e il treno come
mezzi complementari per il fine ultimo: “Far conoscere l'Italia agli Italiani”.
5
(La copertina del primo numero della “Rivista Mensile” del Touring Club Ciclistico Italiano, gennaio 1896)
4
Cfr. https://ecobnb.it/blog/2018/03/bicicletta-200-anni-cicloturismo/
5
Cfr. http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB001A44/
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1.2 MISSION ED EVOLUZIONE INIZIALE
La missione del TCI trova il suo sbocco ideale con la pubblicistica e in particolare
con la produzione degli annuari, poi delle guide e infine della cartografia turistica:
quest'attività prenderà ben presto un posto di preminenza nella vita associativa: in
breve tempo il numero degli iscritti raggiunge quota 17.000 (primi del 1900), che
diventeranno alla vigilia della prima guerra mondiale 117.000.
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Nasce così la prassi
- ancora oggi presente - dei libri o carte in dono ai soci al momento dell'iscrizione,
proprio per far si che «ogni lira spesa dal socio deve ritornargli in termini di servizi
duraturi»
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, come recita il motto del Touring.
Ma è su impulso in particolare del consigliere Luigi Vittorio Bertarelli, attorniato
da molti nomi legati al mondo del giornalismo, delle scienze, della letteratura,
dell’arte, della tecnica e del settore più propriamente turistico, che le riviste edite dal
TCI diventano quindi, oltre a rivestire un carattere geografico e di divulgazione
culturale, anche un potente mezzo di comunicazione, nel cui novero si inserisce la
pubblicazione più importante denominata “Rivista Mensile”, che diventerà a partire
dal settembre 1917 “Le Vie d’Italia”, dapprima edita come supplemento alla Rivista
Mensile ed in seguito assorbita, dal 1921, da questa nuova pubblicazione. “Le Vie
d’Italia” sarà pubblicata fino al 1967 ed in questo cinquantennio si farà portavoce della
valorizzazione delle industrie italiane, nello specifico di quelle afferenti al turismo,
sentito come possibile veicolo di rinascita del Paese a livello economico e culturale,
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con testi a firma di innumerevoli giornalisti e scrittori, assieme ad un ricco repertorio
di illustrazioni che corredano i testi, pregevoli copertine e controcopertine, anche a
6
Ibidem
7
Ibidem
8
Cfr. Relazione del Consiglio, in “Rivista Mensile Touring”, Aprile 1917, pag. 177
11
firma di noti illustratori, designer, architetti, che pubblicizzano la marca di un prodotto
italiano. Una felice intuizione, quella della rivista mensile del TCI, che non solo
«anticipa la diffusione del modello italiano del made in Italy ma anche l’idea di un
sistema che connetta prodotti, servizi, città e territori per agire strategicamente sulla
relazione tra patrimonio culturale e turismo. La valorizzazione del patrimonio
culturale diventa quindi impulso fondamentale del turismo e quest’ultimo è dispositivo
straordinario per la conoscenza del patrimonio culturale».
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Tutto ciò può avvenire
solo attraverso lo sfruttamento di mezzi ed infrastrutture che rappresentano il tessuto
industriale su cui far poggiare la crescita economica di un Paese che vuole agganciarsi
alla locomotiva delle economie industriali già ampiamente sviluppate in Europa
(Inghilterra, Germania, Francia in primis). Una rivista che quindi propone sì
esperienze di viaggio, ovvero percorsi ed itinerari per la costruzione e la scoperta
dell’identità urbana e del paesaggio italiano, ma lo fa smuovendo le coscienze dei
fruitori, mettendoli cioè di fronte a delle vere e proprie testimonianze di lavoro, di
industrializzazione, di crescita, di paesaggistica, in sintesi di una opulenza e di una
voglia di fare e scoprire che finalmente acquistano visibilità, il tutto finalizzato al
perfezionamento, grazie al veicolo turistico, dell’unità d’Italia nelle coscienze e nelle
conoscenze collettive. Come dirà lo stesso Bertarelli: «datemi il sentimento e l’Italia,
ed il Touring l’aiuterà, l’Italia farà gli italiani».
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9
Cit. E.Ippoliti – F. Guadagnoli. “Le Vie d’Italia” (1917-1935). Apparati grafici ed iconografici nella
costruzione di un immaginario dell’identità urbana e del paesaggio italiano – Abstract – VIII
Congresso AISU, su: https://www.researchgate.net/publication/323116853_Le_vie_d'Italia_1920-
1935_Apparati_grafici_e_iconografici_nella_costruzione_di_un_immaginario_dell'identita_urbana_e
_del_paesaggio_italiano
10
Slogan pronunciato da Bertarelli nel discorso tenuto in occasione del Convegno Ciclistico di
Bologna del Maggio 1901, poi pubblicato sul “Resto del Carlino” di Bologna del 29 Maggio ed infine
nel numero di Luglio della “Rivista Mensile” a pag. 199.
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1.3. LE “GRANDI FIRME”
Innumerevoli saranno le firme giornalistiche presenti sui numeri della rivista
principale, ma anche delle consorelle che presto si aggiungeranno alla vasta
produzione editoriale del TCI (molte di queste firme sono legate ad un’altra istituzione
editoriale milanese come il “Corriere della Sera”). Citiamo fra tutti: Mario Borsa,
direttore dapprima del “Secolo” dal 1911 al 1918, di seguito a lungo perseguitato dal
regime fascista fino alla conclusione della seconda guerra mondiale, quando diviene
direttore del “Corriere della Sera” dal 1945 al 1946
11
; Augusto Guido Bianchi, cronista
del “Corriere della Sera” nonché intimo amico di Giovanni Pascoli e socio fondatore
dello stesso TCI;
12
Cesco Tomaselli, per quarant’anni celebre inviato del “Corriere
della Sera”, e il critico animatore di diverse riviste letterarie Giovanni Titta Rosa,
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autori presenti fino alla sospensione del mensile a causa del conflitto mondiale. Alla
ripresa nel secondo dopoguerra il giornalista Antonio Bandini Buti diviene
caporedattore della rivista, affiancato da figure di spicco quali Orio Vergani,
considerato il primo fotoreporter italiano nonché famoso scrittore e giornalista del
“Corriere della Sera”,
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gli inviati del Corriere Filippo Sacchi e Silvio Negro, ed a due
giovani “promettenti” come Antonio Cederna, divenuto successivamente famoso
giornalista e scrittore, e soprattutto Irene Brin, giornalista di moda e costume,
viaggiatrice, ma anche scrittrice, autrice tra l’altro del bellissimo “L’Italia esplode.
Diario dell’anno 1952”, una carrellata di grandi personaggi dell’epoca con i quali
11
Cfr. M.A. De Nicola, Mario Borsa. Biografia di un giornalista, Viterbo, Università della Tuscia,
2012
12
Cfr. C. Scarpati, Le Lettere di Pascoli ad Augusto Guido Bianchi, V&P 1979.
13
Cfr. S.Lonati, Relazione su Tesi di dottorato La Scoperta dell’Italia. Letteratura, geografia e
turismo nella rivista “Le Vie d’Italia” (1917-1967) del Touring Club Italiano, Université de Geneve,
2011, in http://studiumanistici.unipv.it/?pagina=p&id=454
14
Cfr. http://www.treccani.it/enciclopedia/orio-vergani/
13
l’autrice assieme al marito Gaspero Del Corso intrattennero rapporti di amicizia e
collaborazione.
15
Numerose sono poi le collaborazioni di scrittori “puri” che hanno collaborato con
il mensile, tra le quali non possiamo non citare gli esponenti della cosiddetta “linea
lombarda”, costituita dalla triade Carlo Linati - Carlo Emilio Gadda - Delio Tessa,
presenti fino ai primi anni Quaranta, e da Piero Gadda Conti, cugino del più celebre
Carlo Emilio, che dagli anni Cinquanta cura la rubrica cinematografica. Ma ancor più
rappresentative saranno le collaborazioni con scrittori italiani di ogni regione d’Italia,
ognuno di essi portatore di uno spaccato della sua vita e del suo mondo: sin dai primi
decenni, gestiti abilmente durante il fascismo, tra difficoltà e inevitabili compromessi,
oltre agli articoli del futurista Paolo Buzzi ed a quelli del poeta Giovanni Bertacchi,
arrivano alla redazione milanese di Corso Italia gli scritti del marchigiano Mario
Puccini, del toscano Cosimo Giorgieri Contri, del romano Lorenzo Viani, del
veneziano Domenico Varagnolo, del ligure Ettore Cozzani, dei napoletani Ettore Lo
Gatto ed Ernesto Murolo, dell’istriano Ervino Pocar, dei fiorentini Giuseppe Fanciulli
e Bino Sanminiatelli.
16
In particolare, sotto la direzione di Giovanni Mira (1946-1962)
la rivista richiama a sé scrittori e intellettuali impegnati tra le file della Resistenza,
come Gianni Stuparich, Massimo Mila e Franco Antonicelli, tutti accomunati da un
fervente credo antifascista che li ha resi nel periodo pre-bellico invisi alla logica di
Stato.
Accanto a loro figurano, nell’ambito delle prestigiose collaborazioni con la
Rivista, altri pilastri della letteratura novecentesca, tra i quali: Diego Valeri, Dino
Buzzati, Piero Bargellini, Domenico Rea, Saverio Strati, Luciano Bianciardi, Giorgio
Vigolo, Mario Praz e Giovanni Comisso. Più sporadici, ma non per questo da non
15
Cfr. https://www.viella.it/libro/9788867282777
16
Cfr. S.Lonati, La Scoperta dell’Italia… cit. in http://studiumanistici.unipv.it/?pagina=p&id=454
14
ricordare, i contributi di Riccardo Bacchelli, Giorgio Bocca, Carlo Cassola, Vasco
Pratolini, Michele Prisco, Giovanni Arpino, Corrado Alvaro, Carlo Bo, Anna Maria
Ortese, Alberto Moravia e Leonardo Sciascia. Saranno le loro divagazioni
paesaggistiche, perlustrazioni cittadine ed autentici reportages (codificando l’articolo
di viaggio come vero e proprio genere giornalistico), a deliziare i lettori con i loro
personali sguardi d’autore sul paesaggio italiano.
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Accanto agli scrittori, sottolineiamo importanti contributi dati da prestigiosi
artisti, disegnatori e pittori del periodo, tra cui Marcello Dudovich, uno dei padri della
cartellonistica pubblicitaria italiana, il designer Fulvio Bianconi, l’architetto Marco
Del Corno, o il fotografo-poeta Fosco Maraini, i quali hanno collaborato, assieme a
tanti altri nomi, ad elevare il valore grafico della rivista, ed a renderla patrimonio
culturale, artistico, letterario e scientifico di un cinquantennio di storia italiana.
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1.4 LA VASTA EDITORIA
Con la crescita esponenziale degli iscritti, copiosa diventa quindi la produzione di
riviste edite dal TCI, in particolare ricordiamo: “Le Vie del Mondo”, “Le Vie d’Italia
e d'America Latina”, “Le Vie d’Italia e del Mondo”, “L'Albergo in Italia”, “Bollettino
d'informazione ai Soci”, “L'Alpe”, “La Sorgente”, “Monti e Boschi”, “Turismo”,
“Turismo e Alberghi”, “Le Strade”, “Marco Polo”, “Qui Touring” e “La Rivista del
Turismo”: tutte insieme rappresenteranno uno spaccato della vita italiana dell'ultimo
secolo
19
.
17
Ibidem
18
Ibidem
19
Cfr. G.Rosselli – Nota storica in http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-
conservatori/MIAA000C6E/