3
INTRODUZIONE
L’oggetto del presente lavoro è l’insegnamento della preistoria nella scuola italiana e la sua
evoluzione negli ultimi cinquant’anni. Lo scopo è quello di capire le modalità attraverso cui si
esplica il sistema di trasmissione della cultura per quanto riguardo la preistoria in ambito
scolastico, l’adeguatezza degli strumenti messi in atto e i mutamenti che hanno portato alla
situazione attuale.
Il primo capitolo prende in esame i programmi e le indicazioni ministeriali dagli anni ’60 ad
oggi. Vengono esaminati gli interventi legislativi riguardo l’insegnamento della storia in
generale e della preistoria in particolare, cercando di tenere presente le ragioni e soprattutto gli
effetti di tali scelte, che hanno portato ad una parziale scomparsa delle tematiche preistoriche
negli istituti superiori.
Il secondo capitolo si occupa dei manuali, analizzando un campione di circa venti testi di diversi
periodi e ordini di scuola. Vengono confrontati i dati significativi riguardo la preistoria, dalla
percentuale di spazio dedicato agli specifici contenuti, mettendo in risalto i limiti ancora presenti.
Il terzo capitolo si concentra infine sulla formazione e sul reclutamento dei docenti. Vengono
messe in luce le forti criticità dei sistemi di selezione e limiti di una formazione che spesso
esclude lo studio della preistoria o comunque non lo ritiene un prerequisito fondamentale per i
futuri docenti.
4
CAPITOLO 1
I PROGRAMMI MINISTERIALI E L’INSEGNAMENTO DELLA
PREISTORIA
1.1 Dagli anni ’60 alla sperimentazione Brocca
Gli anni ’60 del XX secolo sono anni di grandi movimenti di protesta, di contestazioni
studentesche, di mutate ideologie politiche, sociali e religiose, che non potevano escludere il
mondo della scuola. L’insegnamento della preistoria compare in modo esplicito nei programmi
di storia previsti dal ministro Bosco, nel 1960
1
. In questi programmi (valevoli nei licei classici e
scientifici e negli istituti magistrali) per quanto riguarda il primo anno si legge:
«L’Oriente e la Grecia. La preistoria. Le civiltà degli antichi popoli mediterranei. Il popolo
greco; tratti essenziali delle civiltà preelleniche; città e loro ordinamenti; colonizzazione. Le
guerre persiane. Le egemonie ateniese, spartana, tebana. La civiltà della Grecia classica:
caratteri, espressioni, valore. L’egemonia macedone; l’impero di Alessandro Magno. Lo
smembramento dell’impero. La civiltà ellenistica»
2
.
Un'innovazione importante si ha nei programmi delle scuole medie emanati con il D.M. del 9
febbraio 1979. Per la prima volta viene prevista una scansione cronologica annuale con la
presenza della preistoria:
«Classe I: dalla preistoria al IX secolo
Classe II: dal X secolo al 1815
Classe III: dal 1815 ai giorni nostri con riferimenti essenziali all'Europa, al mondo, alla
decolonizzazione. Si avrà particolare riguardo all'Italia nell'ultimo cinquantennio, nel quadro
della storia mondiale»
3
.
Nello stesso decreto si precisa che questa divisione annuale si limita a fissare dei termini
cronologici, in modo da lasciare ai singoli docenti la programmazione curriculare, in rapporto al
livello di partenza degli alunni: «Il consiglio di classe concorda ed elabora la programmazione
didattica, secondo una precisa impostazione metodologica che presuppone un progetto educativo
e didattico»
4
.
1
D.P.R. 6 novembre 1960 n. 1457.
2
D.M. 9 febbraio 1979 n. 50.
3
Ibidem.
4
Ibidem.
5
Con i primi anni ’80 si fa sempre più forte l’esigenza di un rinnovamento dei contenuti didattici
anche per le scuole elementari
5
. Dal 1981 convegni nazionali, studi, dibattiti, riviste
specializzate, partiti politici e gruppi di pedagogisti sostengono la necessità di un cambiamento.
I programmi allora vigenti risalgono ancora a quelli del ministro Ermini del 1955 che indicano
l'insegnamento religioso come fondamento e coronamento di tutta l'opera educativa
6
. Nel 1982
la commissione Fassino si riunisce e nel 1985 il ministro Falcucci emana il D.P.R. 104/1985
7
.
Nel decreto si legge: «a partire dal terzo anno della scuola elementare, si avvierà uno studio che
progressivamente porti il fanciullo dalla interpretazione della storia del suo ambiente di vita alla
storia dell'umanità e, in particolare, alla storia del nostro Paese. Tale studio porrà peculiare
attenzione ai momenti di promozione e trasformazione delle civiltà, colti nel tessuto di una
periodizzazione essenziale. In seno a questa periodizzazione si fisseranno cronologicamente i
più rilevanti avvenimenti civili, sociali, politici, religiosi di cui sono stati protagonisti popoli,
personalità e forme di organizzazione sociale, che nel tempo hanno contraddistinto l'evolversi
della società umana. Pare opportuno che il fanciullo, nel quinquennio del corso elementare,
pervenga ad una visione sufficientemente articolata dei momenti significativi della storia,
connettendoli in un quadro cronologico a maglie larghe
[…] Nell'affrontare la costruzione di una
più ampia periodizzazione l'insegnante eviterà che l'alunno percepisca, come progressione
deterministica, la successione dei vari tipi di società fatti oggetto di studio, facendo rilevare
come nello stesso tempo possano coesistere diverse società e come, all'interno di una società
moderna, possano sussistere, integrati, alcuni elementi di realtà sociali del passato»
8
. Si legge
anche che lo studio della storia va affrontato usando i “quadri di civiltà”
9
cioè la descrizione dei
tratti caratterizzanti la vita collettiva di gruppi umani, in un ambiente e in un periodo ben
delimitati
10
. I programmi non elencano liste di contenuti, non prescrivono gli argomenti da
trattare anno dopo anno, ma suggeriscono una sovrabbondanza di possibili temi, lasciando agli
insegnanti il compito di selezionarli nell’ambito della programmazione didattica. Il decreto
prevede che il bambino studi un ciclo di storia completo dalla preistoria ad oggi a partire dalla
terza alla quinta elementare
11
. La sovrabbondanza dei temi suggeriti lascia pochissimo spazio
allo studio della preistoria.
5
ALBERTI, 1994 p. 4.
6
D.P.R. 14 giugno 1955 n. 503.
7
Ivi, p. 11.
8
D.P.R. 12 febbraio 1985 n. 104.
9
MATTOZZI, 2009 p. 79.
10
Ibidem.
11
D.P.R. 12 febbraio 1985 n. 104 p. 55.
6
Un’altra tappa importante nella storia dell’istruzione italiana si ha con la commissione Brocca,
dal nome del sottosegretario alla Pubblica Istruzione Beniamino Brocca, che nel 1988 riceve il
mandato di revisionare i programmi della scuola superiore, fermi ai già citati programmi Bosco
del 1960. Nel 1989 si ha l'elaborazione dell'area comune del biennio, mentre nel 1991 il mandato
viene esteso ai piani di studio del triennio
12
. ll progetto Brocca è interessante ai fini del nostro
discorso perché prevede un biennio unico per tutti i tipi di scuola con alcune discipline comuni
tra cui appunto la storia
13
.
La commissione Brocca prevede per gli indirizzi a durata triennale solo il programma di storia
contemporanea
14
, mentre per gli indirizzi quinquennali: «Il programma di storia antica e
altomedievale è per il biennio degli indirizzi di durata quinquennale e consiste nelle due prime
annualità dell’unico ininterrotto programma che dovrà esaurire, appunto in cinque anni, l’intero
corso della storia universale, dalla preistoria ai nostri giorni»
15
. Al primo anno si prevede
un’articolazione che va dalla preistoria alla fine della Repubblica romana.
Per la preistoria si legge:
«1. CULTURE DELLA PREISTORIA E CIVILTÀ PROTOSTORICHE
a) Dal paleolitico all'uso dei metalli: forme insediative e produttive; forme di culto
b) Le grandi civiltà del vicino Oriente: il delinearsi del fenomeno urbano e l'invenzione della
scrittura»
16
.
Come si nota i contenuti sono suddivisi in punti numerati progressivamente, nei quali sono
indicati, in successione cronologica, i momenti fondamentali dello sviluppo storico. La selezione
di tali contenuti spetta al docente
17
.
Le indicazioni della Commissione Brocca fanno esplicito riferimento alle culture preistoriche e
tendono nel complesso a valorizzarne lo studio non solo nei programmi di storia
18
, ma anche in
quelli di arte
19
e in biologia per quanto riguarda l’evoluzione della specie umana
20
.
L’elenco dei contenuti, oltre ad essere molto dettagliato, è caratterizzato da un’apertura alla
storiografia, alla storia della cultura, alla storia economica e sociale. Inoltre viene ampliato lo
12
GIOIA, 2005 p. 76.
13
COMMISSIONE BROCCA, 1992 pp. 23-25.
14
Ivi, p. 27.
15
Ivi, p. 143.
16
Ivi, p. 137.
17
Ivi, p. 148.
18
Ivi, p. 143.
19
Ivi, p. 275.
20
Ivi, p. 177.
7
spazio dato all’insegnamento della storia del Novecento, a cui viene riservato l’intero ultimo
anno
21
.
I programmi della Commissione Brocca vengono adottati in via sperimentale a partire dal 1991
solo in un ristretto numero di scuole, ma esercitano subito un influsso riformatore sugli altri
istituti
22
. In particolare si introduce per la prima volta lo studio della preistoria nei nuovi
programmi degli istituti tecnici industriali e commerciali
23
.
21
CAJANI, 2014 p. 3.
22
Ibidem.
23
D.M. 9 marzo 1994; D.M. 31 gennaio 1996.