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"Il miglior fantasy è scritto nella lingua dei sogni. È vivo, come sono vivi i sogni, più reale
della realtà – per un momento, almeno…quel lungo magico momento prima di aprire gli
occhi e alzarci.
Il fantasy è argentato e scarlatto, indaco e azzurro, ossidiana con venature dorate e
lapislazzulo. La realtà è di linoleum e plastica, fatta di marroni fango e verde oliva. Il fantasy
ha il sapore di peperoncini e miele, cannella e chiodi di garofano, di rara carne rossa e vino
dolce come l’estate. La realtà sa di fagioli e tofu, e cenere alla fine. La realtà è fatta di gelidi
centri commerciali a Burbank, i camini di Cleveland, un parcheggio di Newark. Il fantasy è le
torri di Minas Tirith, le antiche pietre di Gormenghast, le sale di Camelot. Il fantasy vola sulle
ali di Icaro, la realtà sulla Southwest Airlines. Perché i sogni diventano tanto più piccoli
quando finalmente diventano veri?
Leggiamo il fantasy per ritrovare i colori, credo. Per assaggiare forti spezie e ascoltare il canto
delle sirene. C’è qualcosa di antico e vero nel fantasy che parla a qualcosa di profondo dentro
di noi, al bambino che sognava quel giorno in cui avrebbe cacciato di notte per le foreste, e
avrebbe festeggiato sotto le colline cave, e trovato un amore che sarebbe durato per sempre in
qualche luogo a sud di Oz e a nord di Shangri-La.
Possono tenersi il loro paradiso. Quando morirò, voglio andare nella terra di Mezzo."
[Discorso di George R.R. Martin sul Fantasy. 12 aprile 2010]
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Capitolo primo
Corno di bicorno, pelle di Girilacco e GrinfaFichi.
La ricetta del genere Fantasy.
“La mente dipende dai libri quanto la spada dall’affilatura.
Per questo leggo sempre, Jon Snow.”
TYRON LANNISTER
“Chi legge vive mille vite prima di morire”
JOJEN REED
-Emma:“Questa è la realtà, questo è il mondo reale.”
- Cappellaio Matto: “Solo uno dei mondi reali. Sei arrogante nel credere che il tuo mondo sia l'unico e il solo,
devi aprire la tua mente. I mondi si toccano, sono vicinissimi, uno accanto all'altro e sono tutti reali. Ciascuno
con le sue regole: in alcuni c'è la magia, in altri non c'è ma ce n'è un disperato bisogno. Come succede qui”.
ONCE UPON A TIME
“I fantasmi non esistono. Lo dicono tutti che non esistono.
Ma allora perché c'erano tante storie che parlavano proprio di fantasmi?
Forse tutti quelli che dicevano che i fantasmi non esistevano, avevano soltanto paura di ammetterlo”.
LA STORIA INFINITA
1.Meraviglia, passato e magia: le caratteristiche del fantasy
Nella nostra vita ci sono dei confini; confini che tengono alla larga paesaggi, panorami,
persone. Si può passare la vita vivendo all’interno di quei confini, restringendo la mente
all’interno della banale quotidianità, vivere una vita fatta di grigio potendo affermare di essere
perfettamente normali. Prendere il signore e la signora Dursley come modello di vita, ad
esempio. Potere affermare di essere “le ultime persone al mondo da cui aspettarsi [di avere] a
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che fare con cose strane o misteriose”. (Rowling 2002, 5) Oppure si può superare quei confini
per addentrarsi in paesaggi e mondi incantati e sconosciuti, vivere la vita all’insegna della
fantasia e dell’avventura, cercando una risposta “divergente” alle varie problematiche della
vita. Essere, diciamo così, extra ordinari.
Questo comportamento nei confronti del confine segna due categorie di persone: quelle
ordinarie e quelle extra ordinarie. Le seconde fanno del Fantasy il loro vessillo, e conoscono,
quasi come se fossero persone in carne e ossa, il Portatore dell’Anello, la Ghiandaia
Imitatrice, il Prescelto, i Lupi e tanti altri.
Si dice che chi legge vive due volte, ma chi legge Fantasy vive tante, tantissime volte.
Sperimenta le avventure più straordinarie, fa viaggi intorno al mondo, incontra strane creature
o terribili mostri, si inchina ai più grandi re del passato, salva il mondo e impara a combattere
con arco e spade. Insomma il Fantasy sbaraglia i confini, perché per quelle persone, la
fantasia non ha nessun limite, accettano le regole di mondi diversi dal nostro, e sognano in
segreto che quei mondi eccezionali di cui leggono da qualche parte possano esistere.
Eroi dall’armatura splendente, maghi, draghi e folletti occupano, adesso come mai prima
d’ora, la nostra vita in maniera preponderante. Entrando in qualsiasi libreria vedrete libri
Fantasy, o presunti tali, messi in bella mostra, come se le librerie si vantassero di essere al
passo con i tempi; parlerò più avanti del rapporto conflittuale che le librerie, e le biblioteche,
hanno con i Fantasy, per ora mi limiterò solamente a dire che oramai i libri Fantasy sono un
po’ d’ovunque.
Viene da chiedersi come mai il Fantasy sia così famoso nel mondo contemporaneo che
sembra scoraggiare queste tematiche.
Prima di tutto il Fantasy è stato riscoperto, grazie anche ai numerosissimi film e telefilm che
si dicono Fantasy e poi anche perché noi abbiamo bisogno di elfi, folletti e maghi per sfuggire
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alle ansie e alle aspirazioni della società di oggi: non a caso libri come Harry Potter vengono
presi come emblema da un numero sempre crescente di adulti.
Un altro interrogativo che sorge spontaneo guardando il fenomeno Fantasy è il seguente: qual
è il segreto meccanismo letterario che fa in modo che lettori di tutte le età restino incollati a
leggere dall’inizio alla fine romanzi lunghi, come sono i principali libri Fantasy, senza
lasciarsi sfuggire uno sbadiglio? È infatti noto a tutti che i libri Fantasy sono perlopiù libri in
serie, spesso anche molto lunghi come Il Trono di Spade, e spesso anche provvisti di mole
considerevole; questo non scoraggia certo i lettori, anzi le serie vengono lette e rilette più
volte: un accanito fan di Harry Potter leggerà l’intera saga molte volte della sua vita senza
mai annoiarsi, anzi trovando qualche particolare che nelle letture precedenti era sfuggito, e lo
stesso accade per i lettori de Il Signore degli Anelli, Le Cronache di Narnia e per ogni libro
Fantasy che si porta al seguito i propri fan, per non parlare delle storie spesso molto
complesse. Questo appare ancora più straordinario se pensiamo che al giorno d’oggi gli
scrittori “tradizionali” tendono a produrre romanzi brevi e lineari per paura che i lettori,
abituati al veloce stile televisivo, non leggano la loro opera.
Per cercare di risolvere tutti i nostri interrogativi si devono andare a cercare tutte quelle
caratteristiche che fanno di un Fantasy un Fantasy, e soprattutto, che lo fanno apprezzare da
un range di lettori ampissimo che va dai dieci ai novanta anni. Il lavoro di William Grandi,
Infanzia e mondi fantastici, ci aiuterà nella nostra ricerca.
La prima caratteristica che possiamo notare è, sicuramente, la meraviglia.
Questo tipo di meraviglia è usata per infrangere i confini della realtà e per ampliarli, per
portarci in una realtà altra da noi, in un mondo incantato. È un tipo di meraviglia che vuole
assomigliare al momento in cui, dopo una lunga camminata arrivi in cima alla montagna e
osservi il panorama, oppure alla sensazione che provi quando sei davanti al Big Ben o alle
Cascate del Niagara. La meraviglia si sprigiona anche nei suoi elementi meravigliosi come
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draghi, Ippogrifi, elfi e magie straordinarie, elementi che vengono inseriti per creare un
distacco tra la realtà e il mondo della finzione, abbandonare la prima e immergersi in questo
mondo altro da noi; gli elementi prodigiosi ci ricordano che dobbiamo meravigliarci spesso
quasi ad indicarci che stiamo leggendo di imprese eroiche e leggendarie, molto diverse dai
banali fatti che accadono nella realtà.
La meraviglia, inoltre, fa da ponte tra i protagonisti e i lettori: i primi si muovono in un
mondo meraviglioso e i secondi rimangono legati a loro e alle loro storie e non smettono di
seguirli fino a quando non si arriva alla fine, proprio perché quelle avventure sono una
bellissima alterativa alla banalità della quotidianità.
La letteratura Fantasy, infatti, come diceva J.R.R. Tolkien, è una letteratura di evasione: ci fa
evadere da quella prigione grigia che è la realtà che ci circonda.
Ma come in tutte le cose, il troppo è troppo, e troppo meraviglioso renderebbe la storia
inverosimile e pesante: ecco perché i libri Fantasy raccontano perlopiù di cose normali,
quotidiane. Il meraviglioso balza agli occhi se è inserito in qualcosa di “normale”, come la
normalità disarmante degli Hobbit ne Il Signore degli Anelli, la normale scuola di Harry
Potter, solo che, qui, le materie sono magiche.
La seconda caratteristica è il fatto che la maggior parte delle storie Fantasy vedono nel
passato, e in particolare nel Medioevo, il riferimento storico e simbolico per le loro storie. Si
rimanda a un passato, più o meno lontano, perché un tempo remoto appare più desiderabile
della modernità per quanto riguarda i valori: nel passato, infatti, i valori della vita erano più
puri e incontaminati, molto diversi dall’oggi, soffocante e materialista.
Inoltre nel passato è più facile collocare elementi meravigliosi e incredibili, infatti, è più
semplice pensare che altrove, in un tempo e luogo lontano, fossero possibili magie e prodigi.
Il Medioevo è particolarmente attraente perché è da sempre considerato un tempo “oscuro”,
misterioso e arcano, quando il panorama era dominato da castelli merlati con alte torri, da
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alchimisti e maghi, da cantori e da sovrani giusti e terribili, e anche se gli studi scientifici
l’hanno negato, nulla potrà portarci via la convinzione che lì, nell’età di mezzo, avrebbero
potuto esserci streghe e magie. J.R.R. Tolkien ambienta i suoi romanzi in un passato
antecedente la supremazia degli uomini sulla terra, J.K. Rowling ambienta il suo Harry Potter
in un presente che rivive il periodo edoardiano inglese, con i suoi castelli con le sue alte torri,
G.R.R. Martin ambienta il suo Trono di Spade in un magico Medioevo: cavalieri, tornei,
singolar tenzone, cantori e storie di onore e amore trovano in questo sfondo fantastico ma
realistico la loro abitazione ideale.
I libri Fantasy vedono il presente come corrotto, noioso e avvilito. Spesso i Fantasy finiscono
con un tono dolce-amaro, come ne Il Signore degli Anelli quando gli elfi lasciano la Terra di
Mezzo, il loro tempo è finito, il passato è soppiantato dal presente, infatti gli elfi lasciano tutto
nelle mani degli uomini, esseri così fragili che non riusciranno più a garantire quell’armonia e
quello splendore che per secoli gli elfi hanno cercato di difendere.
Il Fantasy prende moltissimo spunto anche dal folclore locale, soprattutto celtico, che
riecheggia di antiche magie e creature, passaggi nascosti alla vista che portano in luoghi felici
dove umani e folletti vivono con grande armonia, in luoghi di felicità e di eterna primavera. Il
folclore non è l’unico genere da cui gli scrittori prendono spunto. Infatti, questo genere, più di
qualsiasi altro, è contaminato da tantissimi generi differenti: la detective story, il romanzo di
avventura, il romanzo di formazione, l’Horror, il dramma d’amore, le leggende, l’epica e
molti altri ancora. Se uno intende rintracciare tutte le citazioni presenti in un’opera Fantasy
perderebbe il suo tempo, e ridurrebbe la narrazione a un puro e semplice “copia incolla”;
d’altronde come dice Martin “Le idee sono tutte cheap, è l’esecuzione che conta” .
Un’altra caratteristica è la presenza della magia. Non esiste libro Fantasy che non abbia
almeno un accenno di magia. In alcune opere la magia è una parte preponderante, come nel
caso di Harry Potter, in altre opere è più nascosta, come nel caso de Il Signore degli Anelli.
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Qui, infatti, gli incantesimi veri e propri sono pochi e se ci sono, spesso sono lanciati da
personaggi negativi, come Saruman e Sauron che usano la magia per incrociare i goblin con i
folletti e creare orchi ancora più feroci, per bruciare la natura circostante e in generale per
tiranneggiare sugli altri. Gli elfi invece, possiedono una magia più spirituale, infatti, i loro
poteri sono attribuiti dal cielo come doni speciali di cui essi sono grati. Comunque Il Signore
degli Anelli è tutto attraversato dalla contrapposizione tra Magia e Potere, chi è magico ma
non anela al potere, come Gandalf, spesso sembra che dimentichi la magia, mentre chi vuole
il Potere userà ogni mezzo, sia magico che non, per accrescere il proprio dominio; la magia
qui è qualcosa a cui fare attenzione: la magia dell’unico Anello è pericolosa ed è facile cedere
al suo potere.
Completamente diverso è il caso, appunto, di Harry Potter in cui vediamo che la magia è
ovunque, la difficoltà sta nell’usarla per la Luce o per l’Ombra.
Ne Il Trono di Spade George Martin ci dice che nel continente di Westeros la magia è quasi
del tutto scomparsa. Agli albori dei Westeros la magia era molto potente grazie al fatto che
era legata e praticata agli abitanti antichi: i Primi Uomini. È proprio a causa della loro
scomparsa e dall’estinzione delle creature magiche come draghi, manticore e altri, la magia si
è sempre più indebolita. Rimane come una leggenda, praticata da pochi e ritenuta solo una
credenza da molti; le stesse creature fantastiche come meta-lupi e mammut non si vedono più
da tantissimi anni.
Ma qualcosa sta cambiando, infatti nel primo libro della saga di Martin quando incontriamo
per la prima volta gli Stark assistiamo al ritrovamento di una cucciolata di meta-lupi, cosa
inusuale, infatti come dice Theon Greyjoy “Sono duecento anni che non si vede un meta-lupo
a sud della Barriera” (Martin 2011, 24), e lo stesso è sottolineato anche da Catelyn Tully: