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INTRODUZIONE
Il tema dell’omosessualità è sempre più presente ed attuale nella vita sociale. E’ una
realtà che non si limita più agli omosessuali, non rappresenta soltanto un orientamento, ma
una posizione nei confronti della vita e della società. Come singoli, come famiglie e come
comunità e società educante non possiamo non lasciarci interpellare dalle problematiche
che le nuove generazioni si trovano a fronteggiare appartenendo, ancora, ad una minoranza
discriminata ed emarginata.
Le più recenti statistiche offrono un quadro della situazione in cui emerge che un
numero sempre maggiore di persone omosessuali manifesta il proprio orientamento, ma
ancora troppo alti sono gli indici che sottolineano un clima di discriminazione e di
omofobia generalizzata molto spesso celata dietro atteggiamenti di falsa tolleranza.
Si è ritenuto interessante affrontare questo tema in chiave pedagogica per
evidenziare quanto sia essenziale, nella vita di un omosessuale, il poter contare su un
appoggio familiare positivo e incoraggiante e quanto il processo evolutivo possa subire dei
rallentamenti, o dei bruschi arresti, se viene meno la capacità genitoriale di adulti che
sappiano accompagnare la persona nella sua crescita fino al momento in cui potrà sentirsi,
a tutti gli effetti, facente parte della famiglia e del tessuto sociale. Il tema scelto intende
quindi soffermarsi sul piano intimo della famiglia che vive la delicata questione
dell’accettazione e della paura del giudizio e pregiudizio, ponendosi come risorsa per
l’individuo in cerca di una definizione e accoglienza di sé. Col presente lavoro non si
intende esprimere un giudizio morale-etico sulla tematica omosessuale, quanto
approfondire l’aspetto educativo nell’ambito pedagogico familiare.
Si è voluto incentrare il lavoro su una genitorialità che rimane “sempre” il distinguo
fondamentale della crescita positiva di un figlio nell’accompagnarlo ad entrare da adulto in
una società che tuttora, purtroppo, presenta atteggiamenti discriminatori e ghettizzanti,
quelli stessi che molto spesso vivono gli stessi genitori nei primi momenti della scoperta di
un orientamento che sconvolge e pone in pericolo il delicato equilibrio familiare. Nello
stesso tempo si è voluta analizzare anche la situazione del genitore che, dopo un percorso
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di vita eterosessuale, scopre il proprio orientamento omosessuale senza perdere il ruolo e la
competenza genitoriale pur dovendo ridisegnare i confini dell’agire educativo.
L’interesse per tale tematica nasce altresì dalla personale attività di consulente
familiare e dall’esperienza di ascolto di genitori di figli omosessuali e di persone che
vivono un orientamento che non sempre dà vita ad un percorso di crescita privo di
difficoltà, sofferenze e problematiche e che necessita, sia nel primo come nel secondo caso,
di accoglienza e sostegno in un’ottica di empowerment delle risorse personali e familiari.
Nella trattazione del tema si è attinto alle fonti rappresentate da studi e ricerche in
campo psicologico, pedagogico e sociologico facendo presente che molto del materiale
raccolto appartiene ad una letteratura straniera. Questo è dovuto al fatto che in Italia la
tematica omosessuale solo in tempi recenti ha assunto una particolare rilevanza sia in
campo sociale, con la battaglia per i diritti civili per le coppie omosessuali, sia in campo
educativo dove si stanno muovendo importanti passi in sostegno alle famiglie.
Il lavoro è strutturato in tre capitoli.
Nel primo si approfondisce il tema della costruzione dell’identità, con particolare
riferimento all’identità e orientamento omosessuale così come si struttura nella crescita
dell’individuo in relazione alla sua provenienza e background familiare.
Nel secondo capitolo si affrontano le problematiche vissute dal nucleo familiare nel
passaggio dal delicato momento del coming out fino alla ridefinizione del proprio ruolo
genitoriale ed educativo necessario per la completa accettazione del sé e la nascita di nuove
relazioni genitori-figli.
Nel terzo capitolo si individuano le strategie di intervento in sostegno alla famiglia
che si trova a vivere l’omosessualità di un figlio o di un genitore con particolare
riferimento alle esperienze dell’Agedo e della Rete Genitori Rainbow già attivi nel campo
da tempo. Inoltre si presenta lo strumento del counseling come intervento a sostegno della
genitorialità nel difficile momento della ridefinizione dei rapporti affettivi e della
ricostruzione del clima familiare in prospettiva educativa.
Si è scelto di non trattare l’aspetto delle famiglie omogenitoriali che avrebbe aperto
un’ulteriore riflessione sull’argomento ma avrebbe rischiato di allargare il focus della
trattazione non permettendo l’approfondimento delle due tematiche di base.
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Capitolo I
L’IDENTITA’ PERSONALE E LA SUA REALIZZAZIONE
La costruzione dell’identità è un processo che si sviluppa durante tutto l’arco della
vita ma ha il suo momento focale nell’adolescenza in cui la persona struttura quel divenire
adulta che rappresenta il compito esistenziale di questa fascia evolutiva. Nel seguente
capitolo si analizzerà l’adolescenza nelle sue caratteristiche salienti al fine di comprendere
più profondamente le difficoltà e il disagio esistenziale che l’adolescente omosessuale si
trova a vivere dovendo fronteggiare maggiori e diversi compiti evolutivi rispetto
all’adolescente eterosessuale.
1. Processi di costruzione dell’identità
La vita di un individuo è un processo che porta a far nascere progressivamente se
stesso in un itinerario di crescita verso l’indipendenza dai genitori, realizzando ed
esercitando autonomia e senso di responsabilità sulle proprie scelte. La persona risulta
ingaggiata nel difficile ma affascinante compito di costruire ed armonizzare la personalità
individuale e sociale che va a costituire il nucleo profondo dell’identità.
1.1. L’identità come processo
L’identità, secondo Jervis, è «tutto ciò che caratterizza ciascuno di noi come
individuo singolo e inconfondibile. E’ ciò che impedisce alle persone di scambiarci per
qualcun altro. Così come ognuno ha un’identità per gli altri, ha anche un’identità per sé.
Quella per gli altri è l’identità oggettiva, l’identità per sé è l’identità soggettiva».
1
L’identità risulta, quindi, un complesso schema mentale formato da elementi,
personali e sociali, ordinati secondo l’importanza che assumono per il soggetto.
1
G. JERVIS, La conquista dell’identità, Milano, Feltrinelli Editore, 2009, p. 12.
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Higgins sostiene che il soggetto si pensa in termini di Sé reale (come sono), di Sé
ideale (come mi piacerebbe essere) e di Sé normativo (come dovrei essere), andando
incontro a discrepanze e, a volte, fratture, tra i vari aspetti del sé, e vivendo una vasta
gamma di sensazioni a volte contrastanti e di non facile gestione.
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Da questo si comprende che la costruzione dell’identità avviene a più livelli i quali
riguardano l’identità personale, ovvero come l’individuo vede se stesso; l’identità fisica,
rappresentata dal corpo che cambia gradualmente nel tempo e di cui fa parte l’identità
sessuale; l’identità sociale, attribuita all’individuo dal gruppo sociale di appartenenza e,
infine, l’identità psicologica formata dalle caratteristiche psicologiche della persona.
3
I vari tipi di identità interagiscono tra di loro durante la fase adolescenziale in cui,
più che in ogni altro momento, si costruisce l’identità personale ovvero ciò che il soggetto
pensa e percepisce di essere in relazione all’identità oggettiva. Da quanto detto risulta già
chiaro come il processo di costruzione di identità nell’omosessuale sia notevolmente più
difficoltoso in quanto chiamato a raggiungere una corretta percezione di sé, l’identità
personale, che contrasta sia con un’identità fisica, che parla di un corpo ricco di impulsi
ritenuti sbagliati, sia con un’identità sociale che fatica a essere riconosciuta dal gruppo di
appartenenza di maggioranza ovvero il mondo eterosessuale.
Quando si parla di identità come processo occorre sottolineare la non linearità di
tale percorso: si possono, infatti, verificare, all’interno del percorso di formazione, delle
battute di arresto, dei blocchi o delle ridefinizioni. L’adolescenza è riconosciuta come
periodo di “moratoria sociale” in cui la società accorda al soggetto la possibilità di
sperimentarsi a 360° tollerando sbagli, ripensamenti e ridefinizioni fino a giungere alla
realizzazione dell’identità personale.
Nel periodo adolescenziale il soggetto riflette sul valore di sé e, dato che cerca di
sviluppare il senso di autostima e successo in diversi ambiti e un’integrazione nel gruppo
dei pari così importante per la sua strutturazione, l’appartenere ad un gruppo minoritario e
2
Cfr. L. PIETRANTONI, L’offesa peggiore. L’atteggiamento verso l’omosessualità: nuovi approcci psicolo-
gici ed educativi, Tirrenia, Edizioni del Cerro, 1999, p. 39.
3
Cfr. P. GAMBINI, Introduzione alla psicologia. I processi dinamici, Milano, Franco Angeli, 2006, p. 186.
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stigmatizzato, quale quello omosessuale, rischia di portarlo a plasmare la propria
personalità al giudizio sociale per evitare la discriminazione.
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L’interazione tra il soggetto e l’ambiente sociale assume nell’adolescenza
un’importanza determinate ai fini del senso di autostima ed efficacia personale. In questa
fase, disturbi nella costruzione del concetto di sé possono essere determinanti a causa della
capacità limitata del soggetto di elaborare positivamente le interazioni con il tessuto sociale
percepito come discriminante e ghettizzante.
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Un altro aspetto fondamentale del processo identitario è l’atteggiamento delle
persone significative che possono agevolare o meno la costruzione della stima del sé:
questo vale ancora di più in adolescenza in cui il sentirsi sostenuti ed apprezzati rinforza ed
incoraggia la percezione positiva di sé.
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Erikson, nella sua suddivisione in stadi dello sviluppo psicosociale della persona, si
è soffermato sull’adolescenza come momento privilegiato di costruzione dell’identità in
cui il soggetto riconosce la sua similitudine e differenza dal resto del mondo e mira al
conseguimento del senso di autonomia ed indipendenza. Ogni stadio di sviluppo, secondo
Erikson, è contraddistinto da un conflitto che l’individuo deve superare per potere giungere
alla fase successiva di formazione e crescita. La soluzione di tale conflitto tra opposte
tendenze, rappresenta il compito di sviluppo: nell’adolescente si tratta di mediare tra
l’acquisizione del senso di identità e il senso di diffusione dell’identità stessa ridefinendo i
valori ricevuti dai genitori e scegliendoli autonomamente come validi per sé.
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I compiti di sviluppo possono riguardare problematiche legate sia all’area personale
(accettazione del proprio corpo, acquisizione dell’autonomia, sviluppo della
consapevolezza di sé); sia all’area relazionale (rapporti con i coetanei e relazioni di
coppia); sia all’area sociale (completamento degli studi, inserimento nel mondo lavorativo,
raggiungimento dell’indipendenza economica).
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4
Cfr. L. PIETRANTONI, L’offesa peggiore. L’atteggiamento verso l’omosessualità: nuovi approcci psicolo-
gici ed educativi, p. 53.
5
Cfr. Ibidem, p. 40.
6
Cfr. Ibidem, p. 41.
7
Cfr. P. GAMBINI, Introduzione alla psicologia. I processi dinamici, p. 188.
8
Cfr. R. ROSSI, L’adolescenza, in C. SIMONELLI (a cura di), Psicologia dello sviluppo sessuale ed affetti-
vo, Roma, Carocci Editore, 2011, p. 115.