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INTRODUZIONE
«Pero si me educo y nos formamos en una cultura, en la cultura del despilfarro
innecesario para que el Capitalismo siga acumulando, porque si no mete una cultura
de despilfarro pierde la fuente esencial de la acumulación. Si seguimos en esa trampa
es posible que logremos Desarrollo Material, pero no lograremos Desarrollo
Humano».
1
José “Pepe” Mujica
Siamo quello che consumiamo. Le nostre vite sono ormai scandite dall’utilizzo
di beni, cominciando dal primo mattino quando suona la sveglia grazie alla pila
sistemata al suo interno, fino alla tarda sera quando ci laviamo i denti prima di coricarci.
Molte delle azioni che eseguiamo sono per noi vitali e, per metterle in pratica, abbiamo
assoluto bisogno di beni di consumo.
Lo stesso termine consumare (cum: con; summare: prendere senza rapire) è
stato svuotato del suo significato originario, tanto che oggi ci sentiamo in diritto di
usufruire di questi beni non solo in modo esclusivo e personale, ma ci sentiamo anche
«liberi di rapirli e gettarli nonostante qualcun altro potrebbe ancora farne uso»
2
. Così,
nelle economie capitaliste contemporanee, ha avuto luogo una coincidenza fra questo
termine ed il concetto di consumismo, assumendo un significato prettamente negativo
che viene letto come quel comportamento «che porta alla ricorrente e frenetica ricerca
di beni e servizi, alcuni dei quali superflui, che il mercato mette continuamente a sua
disposizione»
3
. Un mercato quindi caratterizzato da una montagna di prodotti nuovi,
pronti per essere acquistati e per soppiantare quelli vecchi, magari obsoleti ma ancora
perfettamente funzionanti ed utilizzabili.
1
«Noi tutti siamo parte della cultura dello spreco inutile, che fa sì che il Capitalismo continui ad
accumulare, perché senza spreco esso perderebbe la fonte essenziale dell’accumulazione. Se continuiamo
a cadere in questa trappola potremo raggiungere uno Sviluppo Materiale, ma non uno Sviluppo Umano».
Discorso di José “Pepe” Mujica, ex-Presidente della Repubblica dell’Uruguay al G77+Cina, 15 giugno
2014. Testo del discorso: http://www.el19digital.com/articulos/ver/titulo:19387-discurso-del-presidente-
jose-mujica-en-reunion-g77-china. Video: https://www.youtube.com/watch?v=BvDbcDPUTcI.
2
Andrea Segrè (2008), Politiche per lo sviluppo agricolo e la sicurezza alimentare, Roma, Carocci, pagg.
212-213.
3
Ibidem.
2
Lo stesso Pier Paolo Pasolini, uno dei più grandi artisti ed intellettuali italiani,
parlava già negli anni ’70 della trasformazione della società contemporanea nella
cosiddetta “civiltà dei consumi” all’interno della quale la merce è un feticcio e il suo
consumo un rito sacro
4
. Pasolini definisce in termini dispregiativi questa società
consumistica come una nuova forma di fascismo, il cui fine ultimo è l’omologazione
totale della persona operata attraverso i mezzi di comunicazione e di informazione
(televisione in primis). Un processo che punta alla trasformazione delle persone in meri
consumatori, rinnegando modelli culturali reali a favore di una omologazione di massa,
il cui motore è costituito dall’ansia per il consumo. Un consumismo che riguarda quindi
fortemente gli aspetti etici e culturali della società e che investe tutte le dinamiche
umane, creando in definitiva un nuovo modello antropologico di persona moderna, che
basa la propria vita sui beni di consumo
5
.
Alla dimensione culturale della “civiltà dei consumi” alla quale si riferiva
Pasolini si affianca una dimensione materiale, caratterizzata dalle montagne di rifiuti
che vengono generati quotidianamente. Prodotti alimentari e non-alimentari che
finiscono inevitabilmente per essere gettati e poi distrutti senza porsi troppe domande,
perché il rifiuto per definizione tende ad essere rimosso sia fisicamente che
mentalmente. Nel momento in cui lo si getta esso sparisce dalle nostre menti risucchiato
da quel buco nero che è il sacco dell’immondizia, salvo poi ripresentarsi alla ribalta
nazionale quando si verificano vere e proprie emergenze
6
, che giustamente indignano,
ma che spesso restano nella nostra memoria solamente i pochi minuti di un servizio al
telegiornale. Questa realtà rende le nostre città tanto simili all’apocalittica Leonia, che
Calvino narrava così:
L’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate
via per far posto alle nuove. […] Dove portino ogni giorno il loro carico gli
spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori dalla città, certo; ma ogni anno la città
s’espande, e gli immondezzai devono arretrare più lontano; l’imponenza del
4
Pier Paolo Pasolini (1975), Scritti corsari, Milano, Garzanti, II
a
ed., 1976, pagg. 152-159. Articolo
originariamente pubblicato col titolo “Non aver paura di avere un cuore”, Corriere della Sera, 1 marzo
1975.
5
Pier Paolo Pasolini (1975), op. cit., pag 34.
6
Basti pensare alle crisi che si succedono in Campania da venti anni e le immagini dei mucchi di
spazzatura che i telegiornali mostrano; ma anche alle notizie che giungono sull’inquinamento da rifiuti
tossici nelle cosiddette “terre dei fuochi” con tutti i problemi alimentari che ne conseguono; ai cumuli di
rifiuti che ostruiscono i letti dei fiumi e ne causano lo straripamento; o ancora, “nel piccolo”, alle quantità
di bicchieri di plastica e pacchetti di sigarette che rimangono a terra a termine dei festival musicali.
3
gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un
perimetro più vasto. […] Il risultato è questo: che più Leonia espelle roba più
ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si
può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella
sola forma definitiva: quella delle spazzature d’ieri che s’accumulano sulle
spazzature dell’altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri
7
.
«In una società dominata dall’eccesso e dallo sperpero, raggiungere una
situazione più equilibrata implica dover rivedere non solo un aspetto, ma prendere
iniziative riguardo a tutte le fasi del ciclo di produzione-consumo dei beni e di gestione
dei rifiuti»
8
. Pensare ai rifiuti solamente come l’ultima fase del consumo di un bene è
sbagliato. Occorre invece focalizzare l’attenzione su tutto il processo, partendo
addirittura prima della fase di produzione, ad esempio concentrandosi su una
progettazione eco-innovativa o con la scelta dell’utilizzo di materiali riciclabili, fino ad
arrivare alla fase dello smaltimento. Bisogna quindi non più pensare unicamente alla
gestione dei rifiuti, come spesso accade oggi, bensì a come evitarne al massimo la
produzione, partendo dall’eliminazione degli sprechi. Allo stesso modo questi beni che
ancora non sono diventati rifiuto, vengono gettati senza domandarsi quanto ci siano
costati sia in termini monetari sia in termini di risorse utilizzate per produrli. Ridurre gli
sprechi vuol dire quindi operare nell’ottica di uno Sviluppo Sostenibile, che è oggi la
vera sfida dal punto di vista ecologico. Se vogliamo continuare a beneficiare delle
risorse naturali (suolo, acqua, energia) anche in futuro, allora è necessario dare loro il
tempo di rigenerarsi autonomamente e per far questo occorre partire, appunto, dal
produrre meno rifiuti.
Due sono le strade fondamentali dalle quali partire. Da una parte è necessario
l’emergere della nuova figura del “consumatore-cittadino” sempre più informato,
capace di attribuire valori etici ai beni e di valutare anche dal punto di vista ambientale i
singoli acquisti
9
. Un consumatore consapevole che è criticamente in grado di ripensare e
mettere in discussione il proprio stile di vita e di scegliere una nuova strada attraverso la
quale approcciarsi tanto alla spesa alimentare quanto alla vita di tutti i giorni. Dall’altra
parte sono necessarie delle politiche pubbliche ad ogni livello, che dettino le linee guida
in tema ambientale e che indirizzino le loro azioni verso l’obiettivo finale: lo Spreco
7
Italo Calvino (1972), Le città invisibili, Torino, Einaudi, pagg. 119-120.
8
Andrea Segrè (2013), Vivere a spreco zero, Venezia, Marsilio, pag. 31.
9
Roberta Paltrinieri e Maria Luisa Parmigiani (a cura di) (2005), Sostenibilità ed etica? Per un’analisi
socioeconomica della responsabilità sociale d’impresa, Roma, Carocci.
4
Zero
10
. È una sfida che dobbiamo e possiamo raccogliere, ma è anche una scelta
consapevole che dobbiamo fare, per il nostro stesso futuro.
Non è un caso che si parli sia di spreco che di rifiuto. Essi non sono sinonimi,
anche se fra di loro esiste un legame particolarmente stretto, al punto che il termine
inglese waste li accomuna entrambi. Questa Tesi li terrà distinti, come accade nella
lingua italiana, e si concentrerà su di essi in modo separato. Solo facendo così infatti si
può pensare ad una «società in cui entrambi tendano a zero, ma mentre per il primo
termine, lo spreco, l’obiettivo deve essere concretamente lo zero, per i rifiuti la non
coincidenza con lo zero si può ammettere se questi diventano risorse da utilizzare»
11
.
Partendo da queste premesse, questa Tesi di Laurea Specialistica si propone di
offrire uno sguardo d’insieme su questo vasto problema. La Tesi sarà suddivisa in tre
parti ed ognuna di esse si prefigge un obiettivo specifico:
1 - La prima parte – WASTE – si propone l’obiettivo di fornire una panoramica
generale in campo europeo sul tema dei rifiuti attraverso la definizione del
termine stesso, la legislazione di riferimento e specialmente analizzando
l’andamento della produzione di rifiuti sia totale che specifica per alcuni tipi di
rifiuti, con l’individuazione dei loro trend nel corso degli anni.
2 - La seconda parte – FOOD WASTE – si propone l’obiettivo di fornire una
panoramica sul tema degli sprechi alimentari, inquadrando dapprima il problema
nel vasto ambito della malnutrizione e della sicurezza alimentare, definendo gli
sprechi alimentari e le loro cause. Verranno analizzati in modo particolare,
attraverso i dati più recenti, i trend di spreco alimentare e i loro impatti sia in
Europa che in alcuni Stati. Inoltre si offrirà una panoramica su alcune delle
principali iniziative di prevenzione adottate al mondo.
3 - La terza ed ultima parte – NO WASTE – è dedicata al progetto di riduzione dei
rifiuti No Waste, attivo nei Comuni di Reggio Emilia e Trento dal 2012.
L’obiettivo di questa terza parte è duplice: da un lato fornire uno sguardo
d’insieme sul progetto, gli scopi che si propone e le azioni che mette in campo;
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“Spreco Zero”, oltre ad un motto, è anche un marchio rilasciato da Last Minute Market, che certifica
l’adozione di una serie di strumenti, procedure e sistemi di controllo, che garantiscono un uso razionale
ed efficiente delle risorse e una gestione dei rifiuti ispirata ai principi di prevenzione, riutilizzo e riciclo
dei materiali: http://www.lastminutemarket.it/media_news/sprecozero.
11
Andrea Segrè (2013), op. cit., pagg. 35-36.
5
dall’altro lato offrire una valutazione della realizzazione dell’intero progetto
attraverso l’analisi e l’elaborazione dei dati disponibili e focalizzando
l’attenzione, coerentemente con la seconda parte della Tesi, sull’azione di
riduzione degli sprechi alimentari dei prodotti in scadenza.
Nella prima parte, denominata WASTE, verrà presentata nel Capitolo 1 – I
Rifiuti una overview generale sul tema dei rifiuti a livello europeo. Innanzitutto verrà
introdotto il concetto stesso di rifiuto e inserito in un contesto più ampio di quello a cui
normalmente lo attribuiamo. Verrà poi fornita una panoramica della piattaforma
normativa europea di base in tema di rifiuti. Infine verrà introdotto il concetto di
prevenzione come opzione preferita per affrontare il problema. La letteratura utilizzata
verte su alcuni testi specifici, che allo stesso tempo forniscono uno sguardo generale
offrendo una serie di linee guida per questo tema.
Nel Capitolo 2 – La Produzione di Rifiuti in Europa si passerà alla
quantificazione dei rifiuti totali prodotti in Europa ed all’analisi dei trend nel corso degli
anni. Questi dati verranno forniti sia per l’Europa a 27 che per i singoli Stati Membri,
sia a livello aggregato che a livello pro-capite. Verranno quantificati i rifiuti prodotti dal
settore domestico, di grande importanza in quanto ultimo stadio del ciclo di vita del
prodotto. Verrà fornita inoltre una previsione della generazione dei rifiuti per il 2020,
nonché la sua ripartizione in categorie di materiali e settori d’impiego. I dati saranno
ricavati specificatamente dal database Eurostat; per le previsioni e la ripartizione è stato
invece utilizzato lo specifico studio europeo BIOIS et al. (2011a).
Nel Capitolo 3 – Tipi di Rifiuti verranno sviscerati alcuni fra i più importanti (o
particolarmente rilevanti ai fini del prosieguo di questa Tesi di Laurea Specialistica)
flussi di rifiuti a livello europeo. Per ciascuno di questi verrà indicata la legislazione
principale in materia e gli obiettivi di riduzione, riciclo o recupero che in essa sono
previsti; la quantificazione dei rifiuti generati ed il loro trend nel corso degli anni. Dove
possibile, e dove la letteratura esistente li prevede, sarà indicata anche una stima futura
della quantità di rifiuti generati per alcuni di questi flussi, la ripartizione in categorie di
materiali e settori d’impiego e l’andamento degli obiettivi di recupero e riciclo. I flussi
di rifiuti sui quali si concentrerà l’attenzione sono: i rifiuti organici e biodegradabili, la
plastica, gli imballaggi e le apparecchiature elettriche ed elettroniche. Senza dimenticare
6
il database Eurostat, verrà utilizzata una letteratura particolarmente ampia e
comprendente una serie di papers pubblicati dalla Commissione Europea o da
organizzazioni che si occupano di specifici flussi di rifiuti qualora fossero più dettagliati
ed aggiornati.
Nel Capitolo 4 – Policy Options verranno elencate una serie di strategie previste
a livello europeo per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, suddivise in tre categorie;
per ognuna di esse verranno indicati uno o più esempi pratici. Inoltre saranno indicati
gli stakeholders verso i quali queste policies sono indirizzate. Per la preparazione di
questo capitolo è stata utilizzata in particolare la pubblicazione della Commissione
Europea BIOIS et al. (2012), oltre alla consultazione del sito web dell’Unione Europea.
Il Capitolo 5 – Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti, che chiude
questa prima parte, verte sul Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti italiano,
richiesto dalla legislazione europea e recentemente approvato.
Per quanto riguarda la seconda parte, denominata FOOD WASTE, nel Capitolo
6 – Il Paradosso della Malnutrizione verrà affrontato il tema della malnutrizione,
sviscerando il problema della sottonutrizione e della sicurezza alimentare nei sue due
distinti concetti, specialmente nei Paesi in Via di Sviluppo e fornendo dati aggiornati sul
numero di sottonutriti nel mondo. Sulla base dei dati precedenti verranno poi illustrati i
quattro paradossi alimentari del mondo moderno. La letteratura utilizzata si basa
specialmente su studi prodotti dalla FAO e da altre organizzazioni internazionali come
WFP e WHO e su pubblicazioni accademiche di Andrea Segrè; importante è stato anche
il ricorso al database FAOStat.
Nel Capitolo 7 – Gli Sprechi Alimentari verrà fornita una serie di possibili
definizioni di spreco alimentare a livello globale e di filiera alimentare, della quale si
introdurranno le singole fasi. Per la stesura di questo capitolo si è fatto ricorso ad una
serie di pubblicazioni specifiche di organizzazioni internazionali che si occupano di
sprechi alimentari, come BCFN, FAO, WRAP e USDA.
Il Capitolo 8 – Le Cause degli Sprechi Alimentari fornirà la lista delle
principali cause della produzione di sprechi alimentari, innanzitutto distinguendo fra
sprechi a valle, tipici dei Paesi Sviluppati, e sprechi a monte, tipici dei Peasi in Via di
Sviluppo. Per ogni fase della filiera alimentare introdotta nel capitolo precedente, dalla
7
coltivazione e produzione agricola al consumo domestico, verranno indicate le relative
cause di spreco. Inoltre sono previsti due focus specifici su due aspetti particolarmente
importanti: le date di scadenza e le porzioni alimentari. In questo caso è stata effettuata
un’ampia rassegna bibliografica riguardante importanti pubblicazioni specifiche
(BCFN, BIOIS et al., FAO e SIK, Segrè e Falasconi).
Il Capitolo 9 – Gli Sprechi Alimentari nel Mondo fornirà una panoramica dei
dati sugli sprechi alimentari, prendendo come base gli studi e le ricerche più ampie e
recenti sul tema. L’attenzione si focalizzerà inizialmente sugli sprechi nell’Unione
Europea. Grazie ai dati presenti nel database Eurostat verranno analizzati non solo gli
sprechi totali e la loro evoluzione nel corso degli anni per ogni Stato Membro ed a
livello comunitario, ma anche gli sprechi generati dai settori agricolo, di produzione e
domestico. Nella secondo paragrafo verrà analizzata la situazione italiana, suddivisa per
le singole fasi della filiera che vanno dalla produzione nei campi al consumo finale; per
la stesura verranno utilizzate le ultime ricerche condotte da Segrè e Falasconi e dagli
osservatori Last Minute Market e Waste Watcher. L’analisi della situazione nel Regno
Unito, nel terzo paragrafo, si concentrerà prevalentemente sul settore domestico,
approfondendo i dati relativi alle singole categorie alimentari; saranno utilizzati come
riferimenti principali gli studi condotti dal WRAP. Infine, gli sprechi negli Stati Uniti
verranno analizzati sia per le fasi di distribuzione e consumo che per l’intera filiera ed
inoltre un focus sarà dedicato alla destinazione di questi sprechi alimentari; i materiali
fondamentali per questo paragrafo sono degli studi condotti da esperti (Linda Scott
Kantor et al.) e da organizzazioni del settore (NRDC e FWRA e BSR).
Nel Capitolo 10 – Gli Impatti degli Sprechi Alimentari verranno indicati e
quantificati i tre tipi di impatti causati dagli sprechi alimentari: per l’impatto ambientale,
calcolato in base a particolari indicatori, verrà fornita la stima europea, italiana e
britannica; per gli impatti economico e sociale quella italiana. Qui sono state utilizzate
quattro principali pubblicazioni diffuse da organizzazioni (BCFN, WRAP), autorità
(BIOIS et al.) ed esperti del settore (Segrè e Falasconi).
Nel Capitolo 11 – La Prevenzione degli Sprechi Alimentari verrà posto
l’accento sulla riduzione degli sprechi alimentari tramite azioni concrete. Innanzitutto
verranno illustrati due recenti impegni come la “Dichiarazione congiunta contro lo
spreco alimentare” e il “Protocollo di Milano” per poi passare alle iniziative di
8
intervento sul territorio europeo suddivise per tipo di strumento adottato. Sono previsti
alcuni focus specifici su alcune fra le iniziative più importanti nei Paesi in Via di
Sviluppo, nel Regno Unito, negli Stati Unti ed in Italia, per le quali verranno riportati
anche i più recenti risultati. Infine, data l’importanza del settore, verrà posto l’accento
sulle potenzialità di riduzione della Grande Distribuzione Organizzata, per la quale
verranno indicate una serie di iniziative di intervento specifiche sia in tutta Europa che
negli Stati Uniti. Fra le fonti principali alle quali si è attinto, oltre ai documenti ufficiali
relativi ai vari progetti, sono stati particolarmente utili una serie di papers pubblicati
dalla Commissione Europea e dal Barilla Center for Food and Nutrition.
Nella terza parte, denominata NO WASTE, verrà presentato nel Capitolo 12 – Il
Progetto No Waste il progetto sul quale si concentrerà quest’ultima parte. Oltre ad
inquadrarlo all’interno del tema generale del resto della Tesi di Laurea, nel quadro
normativo di riferimento e nell’ambito del Programma comunitario LIFE+ , ne verranno
delineati gli obiettivi fondamentali, i risultati attesi e i partners che partecipano
all’iniziativa (i Comuni di Reggio Emilia e Trento, Reggio nel Mondo, Ambiente Italia,
Coop Consumatori Nordest).
Nel Capitolo 13 – Le Azioni del Progetto verrà sviscerato il progetto nelle sue
sei fasi fondamentali: Gestione, Monitoraggio, Mappatura, Sperimentazione del Piano,
Centro del riuso, Comunicazione. Per ogni azione verranno infatti indicati e chiariti gli
obiettivi generali e le singole attività previste, con l’ausilio dei documenti basilari
prodotti dai partners per il funzionamento del progetto stesso. In particolare ci si
concentrerà sulle azioni 2 e 4. Per l’azione 2 – “Monitoraggio dell’efficacia del
progetto” verranno segnalati, sottoforma di tabelle, gli indicatori e le performance
obiettivo che guidano il monitoraggio del progetto. Per l’azione 4 – “Sperimentazione di
un Piano per la riduzione dei rifiuti nella GDO” verrà presentato il Piano d’azione ed il
Piano di comunicazione, cuore del progetto, attivati nel Comune di Reggio Emilia, con
l’illustrazione delle azioni obbligatorie e facoltative da mettere in campo ed
approfondendo quella sulla quale si concentrerà la valutazione contenuta nell’ultimo
capitolo della Tesi: la riduzione degli sprechi dei prodotti in scadenza.
Nel Capitolo 14 – I Risultati del Progetto – verranno esposti i risultati ottenuti
dal Progetto No Waste. I dati aggiornati, pervenuti direttamente dalla Policy “Cura della
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Città e Sostenibilità Ambientale” del Comune di Reggio Emilia in collaborazione con
Ambiente Italia che ne ha curato la raccolta e l’elaborazione, sono stati in parte
presentati il 30 novembre 2014 durante la conferenza finale del progetto. Innanzitutto
verranno analizzati i risultati ottenuti dal progetto nel suo insieme e per ogni singola
azione riguardo l’anno 2013 e il primo semestre del 2014, fornendo uno sguardo in
particolare sulla riduzione della produzione per ogni tipo di rifiuto (carta, plastica,
pericolosi ecc.). In conclusione si concentrerà l’attenzione sull’azione considerata: la
riduzione degli sprechi dei prodotti alimentari in scadenza per la quale, oltre a fornire i
dati aggiornati, verrà operata una valutazione dell’azione riferendosi in particolare al
confronto fra i risultati ottenuti, le previsioni di riduzione iniziali e le performance
obiettivo del benchmarking. A corollario, partendo dai dati ottenuti dal recupero di beni
alimentari, verranno stimati il numero di pasti recuperati e il loro valore economico.
Oltre ai materiali già elencati e presentati nella bibliografia finale, si sono
rivelati molto importanti anche due appuntamenti istituzionali che hanno permesso di
allargare il discorso sul tema dei rifiuti e degli sprechi alimentari con interessanti spunti
di discussione e di studio futuri. Si tratta di Verso un’economia circolare: rifiuti come
opportunità – Conferenza finale del Progetto No Waste, svoltasi il 21 novembre 2014
presso la Sala degli Specchi del Teatro Romolo Valli a Reggio Emilia; e Stop Food
Waste, Feed the Planet – La Carta di Bologna contro lo Spreco Alimentare, tenuta il 24
novembre 2014 presso l’Aula Absidale di Santa Lucia dell’Università di Bologna.