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INTRODUZIONE
Negli ultimi vent’anni nella UE gli orientamenti delle politiche dei trasporti
si sono diretti verso obiettivi di maggiore efficienza, eco-sostenibilità e
completamento del mercato unico europeo (aumento della concorrenza fra le
imprese di trasporto e interoperabilità delle reti). Al trasporto ferroviario
regionale è stato attribuito il compito di agevolare la mobilità dei pendolari
in maniera più efficiente che in passato e con un minore impatto ambientale
in termini di inquinamento e congestione rispetto a quello su gomma.
La pratica di affidare la competenza dei trasporti ferroviari alle Regioni
largamente diffusa in Europa, perché responsabilizzerebbe gli enti più vicini
ai cittadini nella definizione di politiche più efficaci di trasporto locale, viene
adottata in Italia nel 2000 con la riforma Bassanini, tuttavia tale pratica ha
portato a scompensi in termini di risorse, servizi e conseguentemente sulla
domanda di trasporto, tra le varie Regioni, ampliando cosi il gap tra Regioni
più sviluppate e Regioni meno sviluppate. Questo mutamento di prospettiva,
nella politica economica parallelamente al decentramento alle Regioni delle
competenze nei servizi pubblici locali, replica spesso lentezze, esitazioni e
ripensamenti.
Lo studio proposto si configura come un contributo di elaborazione relativo
al servizio ferroviario italiano, con particolare riferimento a quello destinato
al servizio regionale.
Si valuta la trasformazione dell’assetto complessivo del comparto in
relazione sia all’evoluzione normativa sia alla sua maggiore rispondenza alle
finalità pubbliche dichiarate. si analizzano, Regione per Regione, i
cambiamenti nell’offerta e nei servizi di trasporto rispetto alle esigenze
espresse dalla domanda dei pendolari.
Nella prima parte della tesi è stato illustrato un quadro del sistema
ferroviario nazionale. In particolare è stato riportato l’attuale quadro
normativo presente oggi in Italia, una descrizione delle aziende ferroviarie
che operano sul territorio nazionale. È stata riportata la descrizione
dettagliata dell’offerta di trasporto, con particolare riferimento
all’infrastruttura, alle prestazioni offerte e all’organizzazione del servizio, in
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questa fase è stato inoltre riportando una parte esclusivamente dedicata alla
descrizione dell’infrastruttura dedicata all’alta velocità. Con riferimento a
Ferrovie dello Stato Italiane (FSI) e alle altre aziende operanti è stata
riportata l’evoluzione temporale delle risorse umane, del parco veicoli e
della domanda di trasporto registrata. È stata inoltre effettuata un’analisi dei
costi, dei finanziamenti pubblici intercettati e degli investimenti effettuati dal
gruppo FSI.
Nella seconda parte della tesi è stato illustrato un quadro del sistema delle
infrastrutture e dei servizi ferroviari, articolato per ogni Regione. La
ricostruzione di questo quadro informativo ha richiesto un’indagine
bibliografica approfondita, la consultazione di numerosi siti web, il contatto
diretto con esperti, enti pubblici, aziende di trasporto, associazioni di
pendolari e di categoria. Per ciacuna Regione, sono stati rilevati in
particolare, i dati socio-economici, una descrizione generale delle aziende di
trasporto operanti, l’offerta di trasporto con le principali caratteristiche
dell’infrastruttura suddivisa per ogni azienda operante, le risorse umane e
veicolari, le caratteristiche del servizio di trasporto offerto e i dati principali
della domanda di trasporto.
Nella terza parte viene effettuato un focus diretto sui Contratti di Servizio e
sulle carte regionali dei servizi Trenitalia, analizzandone la struttura caso per
caso e riportando i principali articoli in essi contenuti. Grazie alla
consultazione diretta con esperti del settore, alle richieste proposte dai
comitati dei pendolari e dalle associazioni, sono stati proposti come ultima
analisi degli elementi propositivi rivolti a migliorare la struttura di tali
documenti.
Nella quarta parte, in riferimento a quanto rilevato, come ultima fase dello
studio sono stati illustrati i risultati di elaborazioni relative alle prestazioni
rese da ogni azienda del settore, ottenute attraverso un’analisi per indicatori
ed una DEA, mettendo in luce le principali criticità di ognuna di esse, e
quindi di ogni Regione, relativamente alle prestazioni offerte dalle altre
aziende operanti.
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1. SISTEMA FERROVIARIO NAZIONALE
INTRODUZIONE
Il sistema di trasporto ferroviario italiano è un sistema molto complesso.
Esso comprende componenti strutturali, materiali, veicolari, ma anche
risorse umane, componenti organizzativi e gestionali particolarmente
articolati.
Le relazioni tra le diverse componenti sono numerose, variegate, intrecciate
per cui non è agevole la composizione di un quadro informativo unitario. Nel
seguito, tuttavia, si tenterà di effettuare tale operazione, attraverso una
trattazione strutturata in sei paragrafi; nell’ordine:
• Quadro normativo del trasporto ferroviario;
• Imprese ferroviarie in Italia;
• Offerta di trasporto;
• Risorse umane e parco veicoli;
• Costi, finanziamenti pubblici ed investimenti del gruppo FS;
• Domanda di trasporto.
1.1. QUADRO NORMATIVO DEL TRASPORTO FERROVIARIO
Gli interventi europei nella regolamentazione delle ferrovie sono stati avviati
con la direttiva CE 29 luglio 1991, n. 440, che prescriveva in particolare
misure per:
• Il risanamento delle imprese ferroviarie attraverso la creazione di
aziende separate dallo Stato con criteri di gestione commerciale;
• La liberalizzazione dell’accesso all’infrastruttura ferroviaria per il
trasporto ferroviario di merci (con la separazione almeno contabile
fra gestore dell’infrastruttura e gestore del servizio), il divieto di
sussidi incrociati fra le due attività e l’applicazione di principi non
discriminatori nell’allocazione delle tracce orarie alle imprese
ferroviarie
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La direttiva escludeva infine dal suo campo di applicazione i trasporti
regionali. In Italia il relativo regolamento di attuazione, (D.P.R. 8 luglio
1998, n. 277), prevedeva una separazione solo contabile fra gestione
dell’infrastruttura e servizio e liberalizzava il servizio solo per alcuni casi. I
successivi passi della regolamentazione italiana delle ferrovie nazionali sono
costituiti principalmente dall’attuazione dei tre pacchetti ferroviari della UE.
Il primo, effettivo dal 2004, introduce regole trasparenti e uniformi di
accesso alla rete e alcune prime misure per la liberalizzazione del trasporto
ferroviario di merci trans-europeo. Il secondo, effettivo dal 2005, prevede la
piena apertura del mercato UE del trasporto ferroviario merci dal 2007, poi
anticipata al 1° gennaio 2006. Il terzo prevede l’apertura del mercato dei
servizi ferroviari dei passeggeri dopo il primo gennaio 2010.
In Italia il “primo pacchetto ferroviario” è stato recepito con il D.L. 8 luglio
2003, n.188, che introduce:
• Il principio di libertà di accesso a nuove imprese ferroviarie (che
devono ottenere una licenza e un certificato di sicurezza);
• La separazione (giuridica, organizzativa o decisionale) tra gestore
dell’infrastruttura e del servizio; al primo è affidato anche il compito
di riscossione dei canoni, di assegnazione della capacità e di rilascio
dei certificati di sicurezza;
• La separazione nel bilancio tra la gestione del servizio passeggeri e
quella di trasporto merci;
• Una chiara attribuzione nel bilancio degli eventuali sussidi, con
divieto di effettuare sussidi incrociati;
• L’attribuzione al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT)
delle funzioni di regolatore del mercato.
Sono escluse dall’applicazione del decreto le reti ferroviarie locali e
regionali isolate (non interconnesse con la rete nazionale) adibite al trasporto
passeggeri. Per le ferrovie regionali e locali rientranti nel decreto è richiesta
la separazione aziendale e contabile fra gestione dell’infrastruttura e gestione
del servizio. Il quadro normativo nazionale si è ulteriormente allineato alle
prescrizioni comunitarie attraverso una serie di norme (D.L. n. 162 del 2007;
D.L. n. 163 del 2007 e D.L. n. 99 del 2009) che recepiscono il secondo ed il
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terzo “pacchetto ferroviario europeo” ed hanno liberalizzato dal 01/01/2010
il trasporto ferroviario di passeggeri. Altre importanti innovazioni erano
costituite dalla separazione contabile fra gestore della rete e impresa
ferroviaria, dall’introduzione di un contratto di servizio con il gestore di
durata non superiore a 9 anni (modificata in 6 anni rinnovabili di altri 6), che
preveda compensazioni economiche per obblighi di servizio pubblico, dalla
scelta del gestore mediante gare.
Per quanto concerne la regolamentazione del trasporto ferroviario
passeggeri, viene dedicata particolare attenzione al “terzo pacchetto
ferroviario europeo”, approvato il 23 Ottobre 2007 e composto dalle direttive
2007/58/CE, 2007/59/CE nonché dai regolamenti 2007/1370/CE, 2007
1371/CE e 2007/1372/CE che vengono recepite in Italia dalla Legge 23
Luglio 2009 n.99. che introduce il principio del diritto di accesso alla rete
ferroviaria anche al trasporto passeggeri, nell’intento di ampliare la
concorrenza nel settore. In particolare, viene prevista, a partire dal gennaio
2010, l’apertura del mercato ferroviario per il trasporto internazionale di
passeggeri e, indirettamente, anche per il cabotaggio, ovvero per il trasporto
effettuato sul territorio nazionale nell’ambito di un tragitto internazionale.
Prevede il diritto di accesso all’infrastruttura di tutti gli Stati membri per
l’esercizio internazionale del trasporto di passeggeri ed il diritto, durante lo
svolgimento di tale servizio, di far salire e scendere passeggeri tra due
stazioni situate lungo l’itinerario internazionale, ivi compreso tra due
stazioni situate nel medesimo Stato membro. L’introduzione della possibilità
di effettuare soste anche all’interno del tragitto nazionale è considerata
fondamentale per attirare nuovi competitors sul mercato e garantire, quindi,
il successo del progetto di apertura del mercato del trasporto dei passeggeri
alla concorrenza di nuovi operatori ferroviari. Il terzo pacchetto prevede,
comunque, la possibilità di limitare l’accesso sulle tratte che sono soggette a
contratto di servizio pubblico tra imprese ferroviarie e Stato o comunità
locali per l’erogazione di alcuni servizi di trasporto non remunerativi sotto il
profilo commerciale ma considerati di rilevanza sociale. Sono state
introdotte inoltre regole riguardanti l’informazione ai passeggeri prima e
durante il viaggio, le modalità di risarcimento ai passeggeri in caso di
ritardo, il trattamento dei reclami e l’assistenza alle persone con mobilità
ridotta.
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Il 30 gennaio, la Commissione europea ha presentato il “Quarto Pacchetto
Ferroviario” (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea Serie C
327/122 del 12.11.2013), che prevede una serie di proposte legislative volte
ad aprire i mercati ferroviari nazionali e a raggiungere l'armonizzazione
tecnica nel settore ferroviario europeo. Le proposte sono incentrate su
quattro ambiti principali:
• Efficienza delle norme e delle omologazioni: la Commissione intende
ridurre le spese amministrative delle imprese ferroviarie e favorire
l’ingresso di nuovi operatori sul mercato. In base alle nuove proposte,
l’Agenzia ferroviaria europea diverrà lo “sportello unico” per il
rilascio dell’autorizzazione all’immissione dei veicoli sul mercato e
del certificato pan-UE di sicurezza degli operatori.
• Qualità migliore e maggiore possibilità di scelta grazie all’ingresso di
nuovi attori nella gestione dei servizi ferroviari: la Commissione
propone di aprire a nuovi operatori e servizi il trasporto nazionale di
passeggeri per ferrovia a decorrere dal dicembre 2019. L’obiettivo
della Commissione è consentire alle imprese ferroviarie, attraverso
l’aggiudicazione mediante gara obbligatoria, di offrire servizi
commerciali su base competitiva oppure presentando offerte per
contratti di servizio pubblico.
• Una struttura funzionante: la Commissione propone di rafforzare il
ruolo dei gestori dell’infrastruttura, rendendoli operativamente e
finanziariamente indipendenti, in modo che essi abbiano il controllo
di tutte le funzioni centrali della rete ferroviaria - compresa la
pianificazione degli investimenti nell’infrastruttura, la gestione
quotidiana e la manutenzione e la pianificazione degli orari. Per
conseguire questo obiettivo, la proposta punta sulla separazione
istituzionale (unbundling), consentendo alle imprese ferroviarie
indipendenti dai gestori dell’infrastruttura immediato accesso al
mercato interno del trasporto di passeggeri, a partire dal 2019.
• Una forza lavoro competente: nelle intenzioni della Commissione, da
un lato, il quadro normativo dell’Unione europea dovrà continuare a
garantire agli Stati membri la possibilità di tutelare i lavoratori,
imponendo alla nuova impresa che si è aggiudicata il contratto di
servizio pubblico di assorbire il personale della vecchia impresa al
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momento del passaggio di consegne, andando oltre gli obblighi
generali sul trasferimento di imprese sanciti dall’UE; dall’altro, dovrà
favorire la possibilità di attirare nuovo personale per sostituire un
terzo del loro organico che andrà in pensione, reagendo al contempo
a un contesto nuovo e più competitivo.
1.2. IMPRESE FERROVIARIE IN ITALIA
La Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. (fino al 21 giugno 2011 Ferrovie dello
Stato S.p.A.), fu fondata nel 1905 in seguito alla statalizzazione di numerose
ferrovie italiane. Nel 1945 divenne Azienda autonoma delle ferrovie dello
Stato, sotto il controllo del ministero dei trasporti e nel 1986 fu trasformata
in ente pubblico economico. Nel 1992 l’ente fu trasformato in società per
azioni con partecipazione statale totale attraverso il Ministero delle
dell’Economia e delle Finanze.
Dall’introduzione del primo “pacchetto ferroviario”, che ha imposto la
separazione tra gestore dell’infrastruttura e gestore del servizio, l’ente viene
completamente ridisegnato, creando una holding Ferrovie dello Stato S.p.a.,
di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze con al suo interno
66 società autonome.
1.2.1. FERROVIE DELLO STATO ITALIANE
Il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (FSI), il cui capitale sociale è
interamente detenuto dal Ministero dell’Economia e Finanze, opera lungo
tuto il sistema del trasporto ferroviario: progettazione, realizzazione e
gestione delle infrastrutture ferroviarie, trasporto passeggeri e merci, servizi
di logistica e progettazione delle stazioni e delle proprietà immobiliari.
Al 31 dicembre degli esercizi 2009/2010 il capitale sociale di Ferrovie dello
Stato Italiane S.p.A. ammontava a 38.790.425.485,00 € i.v. La struttura del
gruppo FS (Figura 1.1) deriva dal processo di riorganizzazione avviato nel
2000. L’attuale assetto organizzativo è quello di Gruppo industriale con una
Capogruppo, Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A., a cui fanno capo le Società
Operative nei diversi settori della filiera e altre Società di servizio e di
supporto al funzionamento del Gruppo. Le società sono dotate di una propria
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specificità aziendale e godono di una autonomia gestionale nel
perseguimento degli obiettivi di business. Nel 2010 il Gruppo Ferrovie dello
Stato Italiane comprendeva 58 società consolidate, controllate o collegate,
oltre alla capogruppo e ad 8 società partecipate e non consolidate (Ministero
delle infrastrutture e dei trasporti, 2010-2011).
Viaggi e Trasporti Infrastrutture Urbanizzazione Servizi
TRENITALIA
RFI GRANDISTAZIONI FERCREDIT
100% 100% 60% 100%
FS LOGISTICA ITALFERR NETINERA FERSERVIZI
100% 100% 51% 100%
BUSITALIA Sita Nord CENTOSTAZIONI FS SISTEMI URB.
100% 60% 100%
Figura 1.1 Struttura del gruppo FSI con le principali società partecipate da Ferrovie dello
Stato Italiane S.p.a. (www.fsitaliane.it, 2013).
Tra le principali società del gruppo si ricordano Trenitalia, Rete Ferroviaria
Italiana, Italferr (che opera sul mercato italiano e internazionale nel campo
dell’ingegneria dei trasporti ferroviari), Ferservizi (che gestisce per il
Gruppo le attività di back office non direttamente connesse all’esercizio
ferroviario), FS Logistica (che gestisce i servizi di logistica), FS Sistemi
Urbani (che opera per la valorizzazione del patrimonio del Gruppo non
funzionale all’esercizio ferroviario per i servizi integrati urbani), Fercredit
(società di servizi finanziari), Grandi Stazioni (società di servizi per la
riqualificazione e la gestione delle principali stazioni ferroviarie italiane),
Centostazioni (che opera per la valorizzazione, riqualificazione e gestione
degli immobili ferroviari distribuiti sul territorio nazionale).
Gli organi sociali di FS sono costituiti dall’assemblea dei soci, dal consiglio
di amministrazione e dal collegio sindacale (Figura 1.2 e Figura 1.3).
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PRESIDENTE
Direzione Centrale Audit
AMMINISTRATORE DELEGATO
Direzione Centrale Media Direzione Centrale Comunicazioni Esterne
Direzione Centrale Amministrazione
Bilancio e Fiscale
Direzione Centrale Protezione Aziendale
Direzione Centrale Affari Societari
Direzione Centrale Strategie e
Pianificazione
Direzione Centrale Legale Direzione Centrale Sistemi Informativi
Direzione Centrale Risorse Umane e
Organizzazione
Direzione Centrale Affari Istituzionali
della Concorrenza
Direzione Centrale Finanza Controllo e
Patrimonio
Figura 1.2 Organigramma di Ferrovie dello Stato Italiane (Rapporto annuale di bilancio
FSI, 2012).
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Presidente
Amministratore delegato
Consiglieri
COLLEGGIO SINDACALE
Presidente
Sindaci Effettivi
Sindaci Supplenti
Magistrato della Corte dei Conti delegato al controllo su F.S. Italiane S.p.A.
Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari
Figura 1.3 Organi sociali interni a FS (www.fsitaliane.it, 2013)