SCHEDA DI PRESENTAZIONE DELLA TESINA
Il lavoro svolto in questa tesina consiste fondamentalmente
nell'analisi tecno-tipologica dei reperti litici del sito di superficie Moroni
Vigna Giulia in zona Orentano (Colline delle Cerbaie, Pisa) e nel confronto
con altri siti simili dei risultati ottenuti.
L'impostazione del lavoro si fonda, per quanto concerne il quadro
introduttivo, sulla presentazione e spiegazione degli obiettivi della ricerca e
del lavoro; successivamente si tratteggiano i concetti generali del periodo
storico-culturale (Paleolitico Medio) nel quale è possibile inquadrare il sito;
si prosegue con l'esposizione della metodologia di studio adottata (schede
riassuntive utilizzate per la raccolta dei dati ed illustrazione del database
elettronico impiegato); in seguito si avanza con l'analisi vera e propria dei
reperti (suddivisi per gruppi di appartenenza morfologica e tipologica):
analisi della materia prima utilizzata (per risalire ad una probabile ricerca
per l'approvvigionamento della stessa), misurazioni dei reperti, descrizione
nei minimi particolari di tutte le caratteristiche dei singoli reperti; infine si
porta a termine il lavoro confrontando i dati conseguiti con altri dati di siti
simili o addirittura coevi fino a trarre le "classiche" conclusioni sul tipo di
ritrovamento fatto (perché la supremazia di una certa tipologia di reperti
piuttosto che altri). Una sezione a parte avranno i riferimenti bibliografici
(testi presi in esame e consultati durante la stilatura dell'elaborato scritto
da cui poter prendere informazioni per eventuali chiarimenti riguardo allo
stesso).
L'elaborazione sarà perfezionata dall'aggiunta in appendice del
catalogo completo dei reperti più significativi (strumenti ritoccati, pseudo-
ritoccati e schegge non ritoccate) a dimostrazione di come sia stata
portata avanti l'attività di ricerca.
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INTRODUZIONE
Obiettivi della ricerca
L’obiettivo di questo lavoro è l’individuazione e lo studio del sistema
tecnico della produzione litica e la definizione degli elementi naturali e
culturali che ne hanno condizionato l’organizzazione e la gestione nel sito
di Moroni Vigna Giulia.
Per “sistema tecnico” (GENESTE 1991; BOËDA 1994) s'intende l’insieme di
nozioni e di elementi che regolano i processi di produzione e fabbricazione
dei manufatti litici, attraverso l’applicazione di precise norme di
predeterminazione.
Un sistema di produzione è costituito da vari sottosistemi
strettamente interdipendenti fra di loro, i quali possono essere
schematizzati così:
1- acquisizione della materia prima (reperimento, caratteristiche ed
economia);
2- lavorazione del nucleo (inizializzazione, preparazione e gestione);
3- produzione (débitage);
4- trasformazione (ritocco);
5- utilizzazione ed abbandono.
Per giungere a questo obiettivo si è ricorsi ad un’analisi tecno-
tipologica, utilizzando la ricostruzione delle sequenze operative (chaîne
opératoire) come sistema di ricerca utile per riconoscere l’insieme delle
diverse fasi della produzione litica (PÉLEGRIN ET ALII 1988; BOËDA ET ALII
1990; MELLARS 1996).
La sezione che segue, “Inquadramento Storico-Culturale”, è la
traduzione libera dei primi 5 paragrafi del capitolo “Stone Tool Technology”
scritto da Paul Mellars (MELLARS 1996).
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1. INQUADRAMENTO STORICO – CULTURALE
1.1 Il Paleolitico Medio: concetti generali
Gli studi sulla tecnologia dei manufatti litici hanno occupato
sempre un posto centrale nel modo di affrontare lo studio del Paleolitico
Medio: le ragioni sono evidenti. Qui, come nel resto del Paleolitico, le
associazioni degli strumenti litici forniscono di gran lunga un documento
più costante e completo sullo sviluppo umano e sono più utili di uno
studio sugli assemblaggi faunistici associati e ancora più completi di uno
sui resti scheletrici di una popolazione involuta. Non senza stupore, la
complessità delle modificazioni nelle tecniche di scheggiatura dei
manufatti litici e i sottili cambiamenti, modellati cronologicamente sulle
forme degli strumenti, hanno sempre fornito la principale struttura sia
per le sequenze cronologiche regionali sia per le differenze documentate
all’interno di schemi di sviluppo tecnologici e culturali in diverse regioni.
Dal risultato di metodi più sofisticati riguardanti un’analisi
sviluppatasi durante le ultime due decadi, adesso è chiaro, comunque,
che gli approcci allo studio della tecnologia litica possono andare ben
oltre. Una corretta comprensione della natura e della struttura della
tecnologia litica può fare un’importante luce sui modelli di movimento
dei gruppi umani all’interno del territorio; particolari attività economiche
e tecnologiche sono state eseguite in siti differenti, e potenzialmente
applicate ai processi mentali e cognitivi che sono presenti dietro la
produzione dei manufatti. Ci sono pochi dubbi che, in futuro, questi ed
altri metodi di studio dell’analisi della tecnologia degli strumenti
continueranno a fornire un interesse centrale della ricerca all’interno del
comportamento e dell’organizzazione delle comunità del Paleolitico.
L’analisi della tecnologia dei manufatti può essere eseguita a molti
livelli diversi, ciascuno che pone i propri particolari problemi di
metodologia ed interpretazione e ciascuno che fornisce intuizioni
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piuttosto differenti all’interno della struttura e dell’organizzazione delle
attività che è presente dietro la produzione dei resti degli strumenti. In
un primo momento l’aspetto più essenziale è caratterizzato dai metodi
attraverso i quali le fonti disponibili di selce o di altre materie prime
furono ridotte sistematicamente in varie schegge, lame o in altre forme
indefinite ciascuna per un uso immediato o per una modificazione
successiva in una gamma di forme ritoccate. In secondo luogo, nasce la
domanda di come queste iniziali forme indefinite furono ridotte in più
regolari e definitivi esempi di strumento ritoccato e dell’importanza in
termini funzionali, stilistici o in altri termini che può essere attribuita a
queste categorie di manufatti distinte morfologicamente e
tipologicamente. Sono parimenti importanti le strategie e le procedure
attraverso le quali le fonti native di materie prime furono sfruttate dai
gruppi del Paleolitico Medio e successivamente distribuite attraverso il
territorio per l’impiego o per una supplementare lavorazione all’interno
di un insediamento definitivo o in siti di attività speciali. In conclusione,
e tuttora molto controversa, sorge la domanda in relazione a quale
preciso significato dovrebbe essere attribuito alle stupefacenti variazioni
tecniche e tipologiche che adesso possono essere documentate riguardo
all’ampia portata di spazio e tempo del Paleolitico Medio.
1.2 Tecniche di scheggiatura primaria
Gli studi sulle tecniche di scheggiatura primaria, attraverso le
quali gli approvvigionamenti disponibili di selce o altra materia prima
venivano ridotti in forme indefinite o pre-forme utilizzabili per la
produzione degli strumenti, sono fondamentali per qualsiasi studio di
tecnologia Paleolitica. Questa è un’area nella quale è stata effettuata
un’esauriente ricerca durante gli ultimi dieci anni e nella quale sono
stati realizzati alcuni dei più rilevanti progressi. Il merito per questi
sviluppi appartiene soprattutto alla scuola Francese di Studi Paleolitici,
stimolata inizialmente dalla ricerca pionieristica di François Bordes. È
stato Bordes che ha introdotto il concetto dei metodi quantitativi per lo
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studio della tecnologia del Paleolitico Inferiore e Medio e con ciò ha
posto le fondamenta per tutti gli studi sistematici successivi sulla
variazione e lo sviluppo tecnologici. È stato Bordes, inoltre, ad essere
responsabile di alcuni fra i primi approcci sperimentali alla tecnologia
litica, che implicano non solo una personale padronanza di differenti
tecniche Paleolitiche ma anche di esperimenti atti ad indagare i risultati
di diverse strategie di scheggiatura sia sulle forme di strumenti finiti sia
sui modelli di scheggiatura che producono debris dalla loro
preparazione.
Studi più recenti hanno diffuso questi approcci attraverso diversi
tipi di indagine. Ulteriori esperimenti sulla ripetizione sistematica delle
tecniche di scheggiatura Paleolitica sono state intraprese da Jacques
Tixier, per esempio, e più recentemente da alcuni suoi studenti (più in
particolare Eric Boëda e Jacques Pélegrin) che operano nel “Laboratorio
per la Preistoria e la Tecnologia” a Meudon. Progressi ugualmente
importanti, relativi allo stesso periodo, sono derivati da studi sistematici
sulla dettagliata distribuzione spaziale dei manufatti litici e dei residui di
scheggiatura sulle superfici d’occupazione, combinati con ricostruzioni
accurate dei prodotti di un residuo di lavorazione, al fine di creare
prospetti relativi all’intera sequenza e ai disegni che sono alla base delle
complesse procedure di scheggiatura. Tutti questi approcci sono
direttamente pertinenti non solo per la comprensione dei vari stadi di
produzione dei manufatti litici, ma anche per indagare i processi
primari, concettuali e mentali, che sono presenti dietro il criterio di
pianificazione e realizzazione degli strumenti.
Il concetto principale che si trova alla base di tutti questi recenti
studi di tecnologia litica è genericamente riportato nella letteratura
Francese come il metodo di studio della chaîne opératoire, e nella
letteratura Inglese come gli studi della lithic reduction (PÉLEGRIN ET ALII
1988; BOËDA ET ALII 1990; MELLARS 1996). Tutte queste procedure si
basano sul riconoscimento del fatto che l’intero corso di produzione e