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Introduzione
Le nuove frontiere della comunicazione politica e in particolare
l’incontro tra politica e tecnologie di relazione sociale sono
tematiche che riscontrano oggi particolare interesse sia nella
comunità accademica sia, più in generale, nel mondo della
comunicazione. Il presente lavoro nasce dalla volontà di analizzare e
comprendere come la politica interpreta l’uso di queste tecnologie
da cui ormai non è più possibile prescindere, soprattutto in fase di
campagna elettorale, e come i cittadini le sfruttino per discutere di
politica e venire a contatto con i loro leader e/o candidati.
L’oggetto di questa indagine sono le ultime elezioni regionali
siciliane, svoltesi nei giorni del 28 e 29 ottobre 2012, e in particolare
e discussioni sviluppatesi in quest’occasione sulla piattaforma di
microblogging Twitter. Tali consultazioni hanno riscosso particolare
interesse sia per ragioni personali sia per il peso e l’importanza di
questa tornata elettorale sull’isola, motivo per cui si è scelto di
analizzare questa campagna elettorale che, fin dal primo momento,
si è caratterizzata per il fatto di presentare un numeroso bacino di
candidati impegnati nel tentativo di rispondere ad una manifestata
disaffezione verso la politica, che per la prima volta infatti ha fatto
registrare un’affluenza inferiore al 50%.
La scelta di analizzare le discussioni avvenute su Twitter deriva dalla
volontà di comprendere quanto e come i candidati siciliani fossero in
grado di misurarsi con uno strumento che apre nuove finestre
rispetto all’impostazione tradizionale di una campagna elettorale.
Già da agosto 2012 si è potuto notare sulla piattaforma un aumento
del dibattito sul tema, segnale che ha permesso di supporre che
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avvicinandosi alla data della competizione elettorale vi sarebbe stata
un’interessante porzione di discussione da analizzare. Nella prima
fase del lavoro di raccolta dei dati si è ritenuto opportuno
monitorare anche i contenuti prodotti dai singoli candidati su
Facebook. In seguito la scelta è ricaduta sulla sola analisi della
piattaforma Twitter, proprio per lavorare sulla discussione
guardando sia all’operato dei leader politici sia ai produttori dei
tweet.
Questo lavoro quindi si prefigge da una parte di guardare ai
protagonisti, individuando chi sono e le caratteristiche dei tweet che
hanno realizzato, partendo dalla consapevolezza che l'impegno e
l'autonomia necessari per produrre un tweet variano in base al suo
formato e che quindi questo elemento diventa un importante
indicatore nell'osservazione del comportamento degli autori.
D’altra parte invece di guardare ai candidati, considerato sia quanto
sono stati chiamati in causa, citati e menzionati, nella discussione su
Twitter, sia quanto hanno utilizzato questo strumento e con che
finalità. Ciò al fine di verificare se nella strategia comunicativa
impostata è prevalso un approccio informativo, volto alla diffusione
unidirezionale delle attività del candidato e dei principali punti del
programma, o se si è tentato invece di avviare un approccio
relazionale, cogliendo le opportunità di conversazione e sfruttando
tutte le occasioni possibili per entrare in contatto sia con i propri
follower sia con nuovi possibili pubblici, dialogando ed esponendo il
proprio punto di vista senza alcuna forma di mediazione.
Questo punto di vista permette anche di osservare se la mancanza di
una mediazione venga colta come opportunità o al contrario vissuta
con difficoltà.
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Il primo capitolo servirà ad introdurre il lavoro dal punto di vista
teorico attraverso una ricostruzione dello status della
comunicazione politica e dell’incontro tra politica e nuove tecnologie
di relazione sociale. Si partirà analizzando le fasi essenziali del
dibattito sul rapporto tra rete e politica ponendo in rilievo il
cambiamento culturale imposto dal web 2.0, le principali teorie sul
ruolo svolto dai social network e l’influenza sul concetto di
democrazia. Si proseguirà focalizzandosi su Twitter, evidenziando le
caratteristiche di questa piattaforma che hanno fortemente influito
su modalità di utilizzo e diffusione, rendendola luogo prediletto per
la ‘discussione’ e in seguito valido terreno per la comunicazione
politica.
All’oggetto di quest’indagine e quindi al caso delle elezioni siciliane
per il rinnovo dell’Assemblea regionale sarà dedicata la restante
parte del lavoro. Si analizzeranno i casi, raccolti nel periodo dal 20 al
29 ottobre 2012, approfondendo prima il contesto elettorale,
politico e comunicativo, per poi concentrarsi su una lettura critica
dei dati emersi dal campione, suddiviso a tal scopo per tipologie di
autori e di tweet. Si esamineranno le caratteristiche della
discussione avvenuta nella settimana osservata indagando però
anche il tipo di comunicazione effettuata dai candidati, mettendo in
relazione i tweet dei singoli leader con le citazioni e menzioni
ricevute dalla tweetsfera e tentando di individuare le opportunità
messe in campo dalla presenza di un hashtag, #elesicilia, in grado
catalizzare una fetta molto ampia della discussione sul tema.
L’impronta lasciata dallo spin doctor e il rapporto tra questa figura e
il leader politico saranno oggetto dell’ultima parte del lavoro, in cui
si è scelto di indagare il comportamento dei singoli candidati e la
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strategia impostata spostando il punto di vista “dietro le quinte” e
intervistando i social media manager di due candidati che
appartengono a opposte aree politiche e che, da una prima
osservazione, hanno assunto un comportamento molto diverso sulla
piattaforma. L’obiettivo è stato quello di comprendere le
caratteristiche della strategia impostata per capire se il risultato in
termini di performance comunicativa ottenuto corrisponde ad una
precisa logica adottata. Sono così emersi punti di vista rilevanti che
sono stati confrontati e commentati alla luce dei risultati dell’analisi
svolta.
L’indagine ha fatto emergere un contesto complesso, in cui si
incontrano e scontrano la volontà di dialogo e confronto di cittadini
e mondo dell’informazione, che sfruttano le opportunità offerte da
Twitter per avviare una ricca discussione sul tema, con
l’impostazione più tradizionale dei candidati, che utilizzano poco la
piattaforma e lo fanno principalmente a scopo informativo perdendo
completamente la grande opportunità di intessere relazioni e
raggiungere nuovi pubblici a loro disposizione.
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Capitolo 1
Politica e tecnol ogie di relazione social e
Il modello tradizionale di comunicazione politica oggi ha lasciato
spazio ad una fase completamente nuova: la fase della
partecipazione. La comunicazione politica va oltre gli uomini politici
e i partiti, con l'obiettivo di individuare in una strategia efficace i
nuovi e vecchi strumenti per rendere i messaggi chiari e agevolare la
partecipazione (Pira, 2012, pag. 8). Lo spazio della politica non può
essere più solo di candidati, partiti e movimenti. La comunicazione
ha il compito di coinvolgere anche i cittadini che, liberi di diffondere
le proprie idee, siano in grado di formare un'opinione e decidere
liberamente da chi essere rappresentati.
Mazzoleni (2012) distingue due modelli di comunicazione politica:
pubblicistico-dialogico e mediatico. Il primo si basa sull'idea che i
media non rappresentino lo spazio pubblico ma contribuiscano a
crearlo. Nel modello mediatico invece la comunicazione fra i
principali attori (sistema politico, sistema mediale, cittadini) si
svolge all'interno dello spazio pubblico mediatizzato, i media
rappresentano il canale, la politica stessa si svolge sui media.
Ciò non vuol dire che non vi siano altri fattori ad influenzare l'esito
elettorale ma - come spiega Manuel Castells (2009) - che i media
sono lo spazio in cui le relazioni di potere vengono decise tra attori
politici e sociali in competizione.
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1.1. Politica e nuove tecnologie della comunicazione
Il dibattito sul rapporto fra rete e politica si è strutturato
essenzialmente in due fasi: la prima, sviluppatasi negli anni ’90, ha
visto la contrapposizione tra apocalittici e integrati, ovvero tra
coloro che guardavano alle tecnologie di informazione come
strumento di oppressione verso i cittadini e chi invece considerava
l’avvento di internet un’opportunità per riavvicinare i cittadini alla
politica (Mosca, Vaccari, 2011).
La seconda fase, concentrata nell'ultimo decennio, è stata invece
segnata dal dibattito su come internet avrebbe modificato le
relazioni di potere nell'arena politica. Mosca e Vaccari (2011)
spiegano a questo proposito che sono state formulate tre ipotesi:
quella dell'equalizzazione, per cui internet favorirebbe gli attori
marginali e con scarso accesso a canali istituzionali, essendo un
nuovo strumento per accrescere il loro peso in politica; l'ipotesi
della normalizzazione, secondo cui questa opportunità per i poteri
dal basso scemerebbe nel breve termine in quanto nel medio-lungo
periodo gli attori tradizionali si sarebbero appropriati della rete;
infine quella del rafforzamento, secondo cui internet sarebbe stata
solo una risorsa aggiuntiva per i poteri forti, che avrebbero usato la
rete per accrescere la propria visibilità.
Ciò che appare certo è, da una parte, che cittadini e attori politici
sono liberi di scegliere tra le varie potenzialità che la tecnologia
offre, plasmandole in base alle singole esigenze ma non
modificandone i tratti fondamentali. Nell’affrontare quindi un’analisi
sul rapporto tra internet e politica è utile ricordare quanto spiegato
da Chadwick (2006), per cui “internet è un insieme di tecnologie
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intrinsecamente politiche, ma il suo utilizzo politico dipende da
decisioni prese in contesti eminentemente politici”.
D’altra parte emerge come alle letture pessimistiche e ottimistiche
sfugge un punto fondamentale: la consapevolezza di quanto l'uso
delle nuove tecnologie della comunicazione sia contestuale e risulti
da un insieme di fattori strutturali, organizzativi e individuali.
La tecnologia non è in sé né negativa né positiva ma tantomeno è
priva di valore (Kranzberg, 1986), il suo valore risiede in come viene
sviluppata dai suoi ideatori e in come gli utenti la utilizzano per
adattarla alle proprie necessità. “Internet non funziona per conto suo
ma è embedded nella vita reale e nelle cose concrete che le persone
fanno”(Wellman, 2002).
Vari studiosi si sono occupati di tracciare le peculiarità di internet
legate al suo uso politico da parte di istituzioni e movimenti. Sara
Bentivegna (2002) nell'analisi del rapporto tra internet e politica
sintetizza le proprietà della rete individuando i seguenti elementi:
economicità; velocità; compresenza di un flusso verticale e
orizzontale; assenza di confini; multimedialità; disintermediazione
della comunicazione; interattività.
A partire dall’economicità, l’opportunità di usufruire di occasioni
comunicative a basso costo è di per se rilevante, lo diventa ancor più
in un contesto in cui i costi per acquisire spazio sui media
tradizionali sono sempre più alti. Ciò favorisce quindi la nascita e
l’emersione di movimenti nuovi, “dal basso”, privi delle risorse dei
grandi partiti.
La velocità riduce il tempo che intercorre tra produzione e
distribuzione dei messaggi fino a raggiungere l’immediatezza nel