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INTRODUZIONE
Il Web sempre più popolato dalle donne: è questo l’obiettivo che spero di
aver raggiunto in questo mio elaborato finale. Ho cercato di mettere in
rilievo le modalità attraverso cui le donne, riferendomi in particolare alla
fascia d’età che va dai 25 ai 40 anni, riescono a fare di Internet uno
strumento a fini professionali per trarne guadagno, ma soprattutto per
affermare se stesse e continuare ad essere attive nell’ambito lavorativo.
Questo perché molto spesso, le donne sono costrette a dedicare maggior
tempo alla cura del nido familiare, anche se i tempi, rispetto al passato si
sono evoluti, è sempre la donna ad occupare tale ruolo, sia per necessità che
per istinto materno. Grazie al Web, ho cercato di far trapelare un processo
che si evolve e che porta al mutamento di una passione, in una professione.
I Blog personali di alcune donne che ho raccontato nel corso dei miei
capitoli, sono volti appunto a mettere in risalto la crescente presenza
femminile online e la loro capacità di creare qualcosa di innovativo. Per
cercare, appunto di descrivere questo processo ho appreso, attraverso lo
studio, non solo con alcuni testi che mi hanno aiutato a comprendere le
modalità e i rapporti di collaborazione che si possono creare tra le blogger e
le aziende, che ormai devono avere un profilo ed essere costantemente
presenti online; ma mi sono anche dedicata a seguire i Blog delle donne che
ho deciso di raccontare: di alcune mi sono semplicemente limitata a leggere
la loro pagina Web, e soffermarmi anche sul tipo di lettrici e lettori che le
seguono e le commentano, di alcune invece, ho avuto l’opportunità di
conoscerle di persona: come Francesca Sanzo e alcune ragazze
dell’associazione GGD Bologna; altre invece, soltanto via mail: come
Daniela Bortolotti, vice presidente dell’associazione GGD Bologna. Per
quanto riguarda appunto le GGD Bologna, ho partecipato ad alcuni incontri
che si sono tenuti in città e di conseguenza ho avuto modo di conoscere
personalmente, anche se per un breve istante, Linda Serra, Enza
Capobianco e Francesca Sanzo; inoltre con Francesca e Daniela Bortolotti,
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come dicevo, ho avuto la possibilità di effettuare ad entrambe un’intervista
via mail, ambedue sono state molto disponibili, non solo per le loro risposte
tempestive, ma anche per la qualità delle informazioni che mi hanno dato
nelle loro risposte e che mi sono state di grande aiuto per comprendere
come si vive da blogger di professione, come dividono la loro vita privata
dalla vita professionale e quali sono stati i cambiamenti nelle loro realtà (ho
posto le interviste in allegato, alla fine di questo mio elaborato). Oltre
l’intervista, Daniela Bortolotti, mi ha anche inviato delle slides riguardanti
le varie tematiche affrontante dalle GGD Bologna nei loro diversi incontri,
che hanno contribuito ad accrescere la mia conoscenza su questo tema.
Ho scritto e raccontato di donne, affrontando questa tematica in questa mia
tesi, perché a mio parare, navigando in Rete tutto ciò che vedo e leggo di
innovativo e diverso, che attira l’attenzione e che riesce a coinvolgere un
gran numero di persone, in molti casi è creato da donne e ragazze
giovanissime che fanno del Web una parte della loro vita, addirittura
Internet è paragonato a pratiche quotidiane come “il lavarsi i denti al
mattino o cambiarsi giornalmente la maglietta” (D. Bortolotti). Sono le
donne che riescono a capire i gusti di un certo target molto prima rispetto ai
tempi delle strategie di marketing predisposti dalle aziende, per questo in
molti casi sono le aziende stesse che ricercano figure femminili che siano
esperte di Internet e in grado di accelerare i tempi di connessione e
partecipazione al dialogo con i clienti già acquisiti o potenziali. Inoltre ho
scelto questa tematica, perché era mia intenzione cercare di mettere in
risalto la crescente importanza dell’esperienza del networking online per le
donne: le donne nel Web ci sono sempre state, l’impronta “maschile” della
Rete era dovuta alla tradizionale prevalenza di uomini in alcune delle
scienze come la fisica e l’elettronica. “Non si può tracciare una storia della
Rete senza trovare contributi femminili: in ogni fase di sviluppo di Internet,
il ruolo delle donne è sempre rilevante, anche quando è meno conosciuto e
poco appariscente” (Granieri 2008).
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In Italia la crescita della presenza femminile in Rete c’è, ed è notevole
(come mostrato da un grafico riportato nel primo capitolo). Questa tendenza
sembra continuare a gran velocità: è probabilmente vero che il numero di
donne che utilizzano Internet in Italia ha superato i 10 milioni nel 2010.
Questa presenza continua ad aumentare, riportando anche un incremento
rispetto agli anni passati, come ho voluto mostrare riportando i dati
Audiweb, riferiti a settembre 2012.
Questi dati mettono in chiaro che la “Rete è femmina” come afferma
Livraghi: Internet è un ecosistema biologico, che funziona come il cervello
umano, ma soprattutto uno dei motivi più interessanti per cui Livraghi fa
questa affermazione è perché Internet offre la possibilità alle donne, di
continuare nel lavoro, negli studi, e nella coltivazione di interessi culturali.
Per descrivere in modo chiaro la mia tematica, sviluppata con le
metodologie di cui sopra ho accennato, ho strutturato la mia tesi in tre
capitoli: nel primo capitolo ho parlato di quelli che sono i Social Network
più famosi, che vengono sfruttati dalle donne come strumenti per fini non
solo personali, ma anche professionali. Ho parlato di Facebook e Twitter
come i giganti delle nuove piattaforme social, di come le donne ne fanno
uso. Ho riportato all’interno del primo capitolo i dati, sia a livello globale
che per quanto riguarda l’Italia, riguardanti la presenza femminile online, i
dati sono stati affiancati dai grafici che mi sono procurata attraverso
Audiweb ed altri siti attinenti.
A livello globale le donne hanno speso il 16,3% del loro tempo online sui
Social Network nell’aprile 2010, rispetto all’11,7% degli uomini, questa
crescita constatata non solo per Facebook e Twitter, ma anche per le attività
di PhotoSharing, diventati una parte importante dell’esperienza del
networking: grazie all’accesso al digitale. Per quanto riguarda l’Italia, ho
riportato i dati Audiweb che mostrano la presenza femminile in Rete,
maggiormente nella fascia d’età che va tra i 34 e i 54 anni. Oltre tutto ciò
comunque, in questo capitolo, ho approfondito il fenomeno del Blog che,
come è stato affermato da Granieri, è considerato la creatura più matura del
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Web: potrebbe essere definito come un punto di incontro tra i Network
Sociali e i Network Tecnologici. Ho approfondito come il Blog è divenuto
uno strumento di massa grazie al suo essere semplice dal punto di vista
tecnico, in quanto non richiede nessuna competenza tecnica particolare, se
non quella di saper scrivere testi al computer. “Il Blog è un applicazione del
Network Sociale che rappresenta l’elemento singolo del sistema:
l’individuo” (Kaminski 2012). Ho spiegato che il Weblog diviene un modo
di essere visibili, una declinazione specifica di quel più generale fenomeno
di “vetrinizzazione” della vita sociale che è stato indicato come una delle
grandi metafore della nostra contemporaneità. E mi sono ricollegata al
genere femminile perché questo fenomeno può essere visto come un
allargamento della presa di parola a soggetti generalmente definiti
“silenziosi”, come appunto le donne, che hanno iniziato a scrivere sui Blog
riempiendoli con i contenuti a loro più affini. Donne che si raccontano e
sempre più spesso prendono la parola coesistono in Rete come fuori, in
ambiti professionali e sociali. Ho messo in risalto due ragioni che spiegano
la presenza femminile nella specifica prospettiva dei Blog: la prima
riguarda la consistenza del fenomeno in sé, una realtà che è sempre più in
crescita (negli ultimi anni il fenomeno ha raggiunto dimensioni
impressionanti: si calcola una stima di 60/70 milioni di Blog attivi). La
seconda riguarda la presenza sempre più attiva, rilevante che le donne
hanno assunto nella Blogosfera: la popolarità di un Blog sarebbe il risultato
di una forte e profonda interazione sociale. Oltretutto la crescita femminile
in Rete grazie al Blog è una realtà che si evolve con una velocità
impressionante, difficile da documentare; ne è venuto fuori anche come
questo strumento è in grado di trasformare i blogger in personaggi di
successo, come alcune ragazze di cui ho narrato la loro storia nel secondo
capitolo: alcune sono state tanto cliccate, da essere chiamate a partecipare o
condurre programmi televisivi, considerata la notorietà ottenuta in Rete. In
uno degli ultimi due paragrafi del primo capitolo l’ho dedicato a Francesca
Sanzo e Daniela Bortolotti. Ho raccontato le loro storie attraverso non solo
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il materiale consultato tramite Internet e i loro Blog, ma soprattutto grazie
alle interviste di cui ho avuto l’opportunità di effettuare via mail, come ho
accennato precedentemente. Francesca e Daniela mi hanno raccontato come
si vive da blogger di passione e professione, come sono diventate blogger
professioniste e come hanno conquistato i lettori del Web. Mi hanno
spiegato come dividono il loro tempo, tra la vita privata e lavorativa,
soprattutto Francesca che ha una bimba piccola, mi ha spiegato che si dà
degli orari, come se avesse un #ufficioincasa: questo è l’hashtag da cui poi
la Sanzo ha ideato un progetto riguardante una Community chiamata
appunto Ufficioincasa.it, dedicata agli homeworks italiani: un luogo di
confronto tra chi è freelance o vive in modalità telelavoro. Chi lavora da
casa deve avere molta disciplina, per evitare di non lasciarsi mangiare il
tempo libero. Quello di cui, realmente la Sanzo si occupa è di narrare
l’identità di un azienda o di un progetto in un flusso continuo e liquido che
parte dal sito e arriva sui diversi profili social e risponde a quella che è
l’etica di quell’azienda o di quel progetto. Francesca mi ha spiegato come
“la blogger Panzallaria mette credibilità grazie alla sua presenza
personale in Rete, anche nell’ambito professionale” (Sanzo 2012). Da qui
ho compreso che la fluttuazione tra ambito privato e pubblico, viene così a
divenire una delle chiavi più importanti di questo fenomeno. Infatti è
proprio su questo che ho notato la differenza di Daniela Bortolotti che nella
mia intervista racconta come la sua vita privata e il suo Blog sono
indivisibili e legati a doppio filo, “per cui Daniela e Ladra di Caramelle
sono la stessa cosa” (Bortolotti 2012). LdC mi ha raccontato del suo lavoro,
non c’è solo quello artistico fatto di scrittura , Blog e reading, ma è
impegnata anche nel settore IT. Quello che scrive è frutto della sua
spontaneità: scrive ciò che le succede o quello che le viene da dire, “parla
di faccende personali e di mille svariate amenità, rigorosamente in salsa
bolognese” (ib.). Ciò che l’ha spinta ad iniziare a scrivere online è stato il
suo sentirsi “un’egocentrica, convinta di essere un argomento molto
interessante per tutto il mondo” (ib.).
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I pareri dei suoi diversi lettori, e la loro partecipazione non le fanno mai
venir meno la voglia di raccontarsi. Lo scambio di mail con Daniela, mi ha
dato modo anche di approfondire lo studio dell’associazione delle GGD
Bologna, considerato che la Bortolotti è la vice presidente di questa
associazione, a cui ho dedicato l’ultimo paragrafo di questo mio primo
capitolo. E’ un associazione composta da solo donne, che contribuiscono a
rendere ancor di più, la Rete Dipinta di Rosa attraverso le loro iniziative, i
loro eventi e incontri, che sono finalizzati a coinvolgere le donne all’uso e
allo sfruttamento delle nuove tecnologie, e al tempo stesso contribuiscono a
renderle cittadine attive nell’ambito del digitale. Le GGD Bologna è
un’associazione sociale che promuove Internet come driver di democrazia,
libertà e cultura, lavorano in stretta collaborazione con le istituzioni del
territorio per facilitare le iniziative, atte a combattere il Digital Divide, per
promuovere l’inclusione digitale e la Rete come strumento per
l’emancipazione per le donne. Ho raccontato come nascono le GGD: da
un’idea di Sarah Blow a Londra nel 2005, la prima Girl Geek italiana si è
tenuta a Milano nel 2007 e poi a Roma, Bologna, Urbino e tante altre città
del mondo. Attraverso la consultazione del sito delle Girl Geek di Bologna
e con delle slides, che mi sono state inviate tramite mail da Daniela
Bortolotti, sono venuta a conoscenza dei temi più importanti che si sono
tenuti nei diversi eventi organizzati: dalla “Sicurezza 2.0” che è stato il
tema affrontato nel primo evento bolognese nel 2009, a “Donne e Motori di
Ricerca”, “Amore per la Rete” e tanti altri.
Dopo le GGD Bologna, ho deciso di dedicare il secondo capitolo ad alcune
donne che mi hanno interessato, tramite Web, per cercare di mettere in
risalto quel processo che vi è dietro la semplice spontaneità e che ha fatto
conquistare a molte di queste ragazze, una certa visibilità e una certa
reputazione online e dal quale poi hanno instaurato diversi rapporti di
collaborazione con grandi aziende. Ho raccontato di Claudia Vago perché
mi ha colpito il suo modo di vedere il mondo e poi riportarlo su Twitter. La
sua capacità di attirare l’attenzione con la sua modalità di scrittura, i molti
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lettori che giornalmente leggono e ritwittano i suoi post/tweet, generando
un circolo che nel tempo le ha dato modo di crearsi una certa notorietà e che
attraverso essa, Claudia è riuscita a realizzare molti progetti. Il più
importante è quello di “Manda Tigella a Chicago”: è riuscita a farsi
finanziare dai suoi lettori, per andare a seguire di persona un grosso evento
#OccupyChicago: l’occupazione di tutto il mese di maggio della città di
Chicago, dove si tennero il G8 e il vertice Nato. Ho raccontato attraverso la
consultazione online di interviste che Claudia ha tenuto su diversi
quotidiani online o siti internet, il suo modo di fare di Twitter il suo lavoro,
il suo dedicarsi a raccontare fatti del mondo in modo assiduo e veritiero
oltre che una semplicità e spontaneità che hanno conquistato molti suoi
followers. In questo secondo capitolo ho raccontato anche di Chiara Maci
che attraverso il suo Blog Sorelle in Pentola, ha raggiunto una certa
notorietà ed è stata reclutata nel programma televisivo Cuochi e Fiamme in
onda su La7; tutto questo grazie ai precisi e puntuali aggiornamenti sulla
sua pagina Web, alla continua proposta di ricette, al taglio moderno dei post
ed una politica comunicativa d’eccellenza. All’interno di Sorelle in Pentola,
tra le molte sezioni, vi è quella, a mio parere, più importante, dove sono
elencate i marchi delle grandi aziende con le quali Chiara ha instaurato un
rapporto di collaborazione. Ho narrato anche il caso di Lorella Zanardo e
del suo modo di contribuire a cambiare la condizione delle donne nel
mondo. La voce di Lorella è arrivata anche ai media tradizionali (come la
tv, es il caso di Striscia). E infine ho dedicato l’ultima parte di questo mio
secondo capitolo a Chiara Ferragni ed altre fashion blogger: Giorgia
Capaccioli e Demetra Dossi. Un fenomeno questo, che sta diffondendo un
nuovo modo di percepire e vivere la moda: ormai sono in moltissime le
donne che cercano le nuove tendenze via Web, o che sperano di capire quali
saranno gli stili del futuro. Anche questo fenomeno ha suscitato l’interesse
di molte aziende, che vedono in queste ragazze, ma anche in altre di cui nel
mio elaborato non ho parlato, una nuova modalità di fare marketing online.
Un modo di accorciare i tempi per generare nuove strategie di marketing: