3
Introduzione
«Abbiamo rinunciato a considerare noi stessi
come i soggetti della storia, e al nostro posto
abbiamo collocato altri soggetti della storia,
anzi un solo altro soggetto: la tecnica. [ … ]
Dal suo corso, infatti, e dal suo impiego
dipende l’essere o il non essere dell’ umanità»
(Günther Anders)
1
.
Da una prospettiva epistemologica riconducibile alla teoria sistemico-
costruttivista di Niklas Luhmann, il presente studio analizza il
corrispondente modello di autodescrizione della società moderna,
concentrandosi sulla memoria informatica che ne guida la semantica,
secondo l’orientamento del lavoro di Elena Esposito “La memoria sociale.
Mezzi per comunicare e modi di dimenticare”.
La forma di memoria della nostra “società-mondo” è distinta dalle
memorie psichiche individuali. Essa si rivolge al livello del sociale, alle
comunicazioni che, secondo la teoria dei sistemi sociali, costituiscono la
società.
Le memorie individuali irritano e sono influenzate dai sistemi sociali in
quanto ambiente funzionale alla riproduzione degli stessi. Nel co-evolvere
con le tecnologie, la memoria raggiunge elevati gradi di astrazione che
1
Günther Anders, L’uomo è antiquato, vol. II: Sulla distruzione della vita nell’epoca
della terza rivoluzione industriale, Il Saggiatore, Milano, 1963, p. 258.
4
dispiegano prestazioni maggiori per i sistemi quanto più essa riesce a
dimenticare.
I sistemi sociali, le cui connessioni sono garantite dalla memoria
informatica, hanno come unico ente di riferimento l’apparato tecnocratico.
L’ambiente umano, essendo accoppiato strutturalmente a tale apparato
che prescrive la società, è esposto a trasformazioni evolutive.
Il cambiamento antropologico prospettato con l’autonomizzazione del
mondo tecnico rispetto agli individui, è tangibile.
Questo studio intende rovesciare la prospettiva costruttivista
evidenziando l’infondatezza della distinzione dualistica cartesiana su cui la
teoria fonda la sua esistenza, individuando una prospettiva per l’individuo,
costante antropologica della società, diversa da quella prevista dalla
tecnocrazia.
La concezione dualistica mente-corpo si innesta nella cultura umanistica
del seicento che inaugura l’era moderna, con il costituirsi dell’uomo come
subjectum, il quale a partire dalle anticipazioni mentali del cogito risolve il
mondo (ob-jectus- posto contro) nella propria rappresentazione.
Nel contesto moderno in cui è l’apparato tecnico a costituirsi come
unico soggetto, rispetto al quale l’ambiente umano è suo predicato,
capovolgere la prospettiva dualistica, significa considerare l’individuo come
ente indivisibile, nella sua accezione latina di in-dividuum, e ripristinare la
percezione dello stesso e la sua capacità di comprensione annichilita dal
mondo dischiuso e prescritto dalla tecnica.
Questa induce l’individuo-funzionario a concepire tale realtà come
l’unico mondo possibile, con le conseguenze implicate per il soggetto
umano, che non è più definito a partire dalla propria capacità di agire, ma
dalle competenze prescritte dall’apparato tecnico e acquisite nello stesso.
Per tale analisi del livello individuale questo lavoro si richiama in
prevalenza al lavoro di Umberto Galimberti “Psiche e Techne” e al testo di
Antonio Damasio “Alla ricerca di Spinoza”.
5
Capitolo primo
Definiamo la memoria
1.1. La memoria nell’era pre-tecnologica
«Conoscere è ricordare»
2
.
Quest’affermazione di Platone esprime l’idea che sia la “memoria”a
definire l’Io e il Mondo nel suo ri-accordo a quella trama di costruzioni in
cui si rintracciano soggettività e oggettività: l’Io, come soggetto, è definito
a partire dall’ insieme di azioni, vissuto e pensieri che la memoria permette
di riconoscere e ricondurre a esso.
Il mondo, invece, emerge come sfondo di significato già stabilito, a
partire dal quale la memoria connette tra loro le visioni che risulterebbero
altrimenti sempre nuovi spettacoli non riaccordabili a un significato
condiviso.
La memoria inaugura un tempo progettuale per l’uomo che si
costituisce come individuo, il quale attraverso la propria azione, e i risultati
positivi di questa, costruisce il mondo che abita e viene esposto alla
creazione del senso.
La sua esistenza, come intende Martin Heidegger, considerando
l’etimologia greca del termine ex-sistere
3
, è un’esistenza al di fuori del ciclo
della natura che non gli ha destinato un luogo specifico adatto alle proprie
2
Cit. da Umberto Galimberti Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica, Feltrinelli,
Milano, 2005, Platone, Menone, in Tutti gli scritti, Rusconi, Milano, 1991, p. 76.
3
Cfr, idem.
6
caratteristiche, da abitare.
La sua sopravvivenza e dunque la sua esistenza, divengono possibili
attraverso la tecnica.
Possiamo allora definire la memoria dell’era pre-tecnologica, come
quel deposito di regolarità e connessioni acquisite dall’uomo, che ne
caratterizzavano la sua specificità di essere biologicamente carente di
quell’istinto appartenente a ogni specie animale, che ha permesso loro di
adattarsi a un ambiente specifico.
Mancante di un istinto specifico per un determinato ambiente,
condizione imprescindibile di esistenza per l’uomo è stata la tecnica.
Come afferma Arnold Gehlen, la non specializzazione dell’istinto
dell’uomo, fa di lui un essere vivente con una capacità di adattamento che
gli consente di «ricavare da ogni e qualsiasi costellazione di condizioni
naturali, modificandole, delle tecniche e degli strumenti per la sua
esistenza»
4
.
Attraverso la ricerca di regolarità nelle operazioni tecniche, l’uomo ha
potuto costruire il proprio spazio vitale in quella natura che altrimenti non
gli avrebbe permesso alcuna vita.
Concetti come anima, ragione, coscienza, costituiscono nell’era pre-
tecnologica l’interiorizzazione dello schema dell’operare tecnico senza di
cui il corpo umano non potrebbe essere al mondo.
È a partire da questa concezione che da Platone trova riscontro in autori
quali I. Kant, J.G. Herder, A. Schopenhauer, F. Nietzsche, A. Gehlen e H.
Bergson risulta infondato quel dualismo antropologico anima e corpo che ha
impedito a discipline quali la biologia e la psicologia di oltrepassare i
concetti di organismo e psiche per comprendere l’uomo come unità di mente
4
Cit. A. Gehlen, tr. it. L’uomo. La sua natura e il suo posto nel mondo, Feltrinelli, Milano,
1983.
7
e corpo
5
. Tale separazione, infatti, risponde a esigenze di metodo e non a
una condizione naturale.
1.2 . La memoria sociale
Tralasciando le forme di memoria che si sono definite storicamente
nell’alternarsi delle diverse strutture della società, conduciamo la nostra
analisi a partire dalla memoria della società moderna differenziata
funzionalmente, sulla base epistemologica costruttivista considerata.
Il concetto di memoria a cui rimanda la teoria dei sistemi sociali di
Niklas Luhmann, è una memoria prettamente sociale, che prescinde dagli
individui e che si rivolge alle comunicazioni, ciò di cui è costituito il
sistema della società, e alle loro connessioni, in una condizione di autologia,
operando con un elevato livello di astrazione.
Ciò permette alla teoria di rendere conto e spiegare la contingenza delle
osservazioni di secondo ordine che guidano la semantica della società
moderna differenziata funzionalmente e in cui la stessa teoria dei sistemi
sociali è inclusa.
Parlando di memoria sociale ci riferiamo dunque alle comunicazioni e al
loro carattere di ricorsività. Infatti la comunicazione si applica ai risultati
delle operazioni precedenti per generare ulteriori operazioni.
La ricorsività, genera forme che diventano stabili, condensa cioè delle
identità (attraverso la ripetizione e la ridondanza), a partire dalle quali si
riconosce qualcosa come noto, evitando così al sistema di confrontarsi ogni
volta con qualcosa di non conosciuto.
5
Cfr. idem.
8
Ecco che la memoria si configura come organizzazione dell’accesso
all’informazione e non come semplice raccolta di fatti passati
6
.
Essa riguarda la capacità di selezionare a partire da uno sfondo di dati
ambientali possibili, ciò che è informativo per il sistema, ciò che viene
riconosciuto come diverso rispetto a quello che è già noto, attraverso la
ripetizione e la ridondanza, cioè la costituzione di identità.
La genesi di ridondanza è la condizione per avere la varietà; entrambe
sono cioè lati della stessa distinzione, e la forma di questo rapporto varia al
variare della memoria.
In questa accezione la memoria è fondamentale per regolare il rapporto
tra il sistema e l’ambiente, impedendo di essere esposti in modo
incontrollato a tutto ciò che arriva da esso e coordinando gli eventi che
verranno proiettati all’esterno.
Essa cioè realizza una costante verifica di coerenza delle operazioni del
sistema, creando un ordine nella loro successione.
Regolare il rapporto tra l’autoreferenza e l’eteroreferenza che la
memoria presuppone, significa regolare l’ordine e la forma dell’
osservazione
7
.
Funzione della memoria è quella di evitare il blocco del sistema nel suo
adattamento al mondo, condensando i dati che rimangono stabili, le identità,
che vengono appunto ricordate; e ciò avviene dimenticando tutto ciò che la
memoria non seleziona.
6
Cfr. Elena Esposito, La memoria sociale. Mezzi per comunicare e modi di dimenticare,
Laterza, Roma – Bari, 2001.
7
Cfr. idem.
9
1.3 Rete e contingenza
Il modello di memoria che così delineato è quello della rete, intesa come
metafora di memoria di una società ad alta complessità dalla classificazione
di Aleida Assmann
8
o come memoria procedurale secondo l’elenco di Elena
Esposito
9
.
Tale forma mnemonica procedurale non si rivolge più ai contenuti e
dunque alle stesse informazioni in termini di conservazione ma, come detto
in precedenza, alla capacità di mantenere le possibili connessioni secondo
un modello autologico-cibernetico.
Collocandosi al livello delle comunicazioni mediate dalle nuove
tecnologie cibernetiche, la semantica non è più definita a partire
dall’attribuzione dell’osservazione ai soggetti, nella distinzione
soggetto/oggetto che caratterizzava la memoria culturale, ma a partire dalle
connessioni possibili tra le comunicazioni, connessioni che si modulano sul
modello della contingenza, indicando per ogni distinzione entrambi i lati: sia
la scelta sia l’alternativa.
La società si autodescrive presentando e riproducendo la propria
contingenza
10
: la memoria procedurale, come verifica di coerenza delle
connessioni, opera la ricorsività, genera cioè ridondanza e varietà,
definendosi nella forma della distinzione ricordo/dimenticanza, dove il
ricordo orienta le operazioni successive e la dimenticanza lascia sullo
sfondo le possibilità altre a cui il sistema si può rivolgere in ogni momento
attualizzandole
11
.
8
Cfr. Aleida Assmann, Ricordare. Forme e mutamenti della memoria culturale. Il Mulino,
Bologna, 2002.
9
Cfr. E. Esposito, La memoria sociale. o.p. cit.
10
Cfr. idem.
11
Cfr. idem.