Introduzione
30
Introduzione
Secondo i dati pubblicati dal National Vital Statistics Reports dello U.S. Department of Health
and Human Services, nel 2010 il 12% dei nati era prematuro (età gestazionale inferiore alle 37
settimane). L’incidenza di nascite ad età gestazionale inferiore alle 34 settimane era del 3.5%,
e tra queste si è riscontrata la condizione di Very Low Birth Weight (VLBW, ovvero peso alla
nascita < 1500 g ed età gestazionale generalmente non superiore alle 28 settimane)
nell’1.45% dei casi. La prematurità è stata dimostrata essere la causa principale di mortalità
infantile nel mondo, con un milione di decessi ogni anno. I neonati che superano i primi mesi
di vita devono spesso fronteggiare il rischio di condizioni di salute precarie a lungo termine:
insufficienze respiratorie, paralisi cerebrali, difficoltà nell’apprendimento. Per questi neonati,
il cui apparato respiratorio non è giunto a completo sviluppo, è necessario un approccio
terapeutico che supporti la funzionalità polmonare: ciò richiede l’uso della ventilazione
artificiale, necessaria per consentire un adeguato riempimento del polmone e per garantire
un sufficiente scambio di gas con il sangue.
In alcuni casi, questo contesto è aggravato dalla diagnosi di Sindrome da Distress Respiratorio
Infantile (IRDS), una patologia che colpisce il 10% dei nati prematuri e la cui incidenza dipende
dal grado di prematurità e dal peso alla nascita del neonato (Figura E). Gli alveoli del neonato
sano sono rivestiti internamente da uno strato di surfattante, una sostanza lipidica prodotta
dal polmone durante la maturazione del feto in preparazione alla nascita. Se il polmone del
neonato prematuro non ha ancora secreto una sufficiente quantità di surfattante, esso non è
in grado di distendersi a sufficienza durante l’atto respiratorio, tendendo invece al collasso. La
conseguente riduzione della distensibilità del tessuto polmonare richiede un lavoro
polmonare elevato e favorisce lo sviluppo di condizioni quali l’aumento delle resistenze
vascolari e l’alterazione della perfusione a livello polmonare, compromettendo la diffusione
gassosa tra alveoli e capillari.
Introduzione
31
Figura E: Incidenza dell’IRDS negli Stati Uniti in dipendenza dal peso del neonato alla nascita. [Horbar et al.,
2003].
La ventilazione meccanica riveste dunque una notevole importanza come terapia
assistenziale dei neonati affetti da questa patologia, durante le loro prime settimane di vita
extrauterina: essa apre il polmone collassato del bambino, ripristinando la sua capacità
funzionale residua, e lo ventila con un volume corrente adeguato. La ventilazione artificiale,
insieme alla terapia suppletiva di surfattante polmonare, ha permesso una riduzione drastica
del rischio di mortalità per IRDS negli ultimi 40 anni.
Tuttavia, l’assistenza ventilatoria può aumentare il rischio di lesioni al tessuto polmonare già
delicato del neonato prematuro, favorendo, nei casi peggiori, lo sviluppo della displasia
broncopolmonare (BPD). Dunque è importante identificare delle tecniche ventilatorie che
massimizzino l’ossigenazione polmonare senza arrecare lesioni al tessuto. La ventilazione
oscillatoria ad alta frequenza (HFOV) costituisce un’alternativa alla ventilazione convenzionale
a pressione positiva: essa utilizza frequenze ventilatorie comprese tra i 10 e i 15 Hz e volumi
tidali inferiori al volume dello spazio morto polmonare anatomico, che minimizzano lo stress
di reclutamento/dereclutamento alveolare nel passaggio tra fasi inspiratorie ed espiratorie.
Le oscillazioni respiratorie ad alta frequenza sono sovrapposte ad una pressione positiva
continua che viene mantenuta per tutta la durata del ciclo respiratorio, e che è finalizzata a
mantenere il polmone costantemente in apertura. Sebbene sia stato dimostrato che l’HFOV, a
breve termine, ha benefici più immediati rispetto alla ventilazione meccanica convenzionale
[McCulloch et al., 1988; Delemos et al., 1987; Hamilton et al., 1983], i trial clinici a lungo
Introduzione
32
termine [Henderson-Smart et al., 2007] non hanno fornito una risposta univoca sugli effetti
dell’HFOV sull’incidenza e sulla gravità della BPD.
Le manovre di reclutamento polmonare sono comunemente usate all’inizio del trattamento
con HFOV per superare l’iniziale atelettasia del polmone e per contrastare la progressiva
riduzione dei volumi alveolari che può risultare dalla ventilazione a basso volume corrente.
Esse consistono in un progressivo aumento della pressione media imposta all’apertura delle
vie aeree e, proprio per via della loro gradualità, rendono l’HFOV una strategia ventilatoria
protettiva per il tessuto polmonare, consentendo di raggiungere volumi relativamente elevati
senza incorrere nel rischio di causare sovradistensioni regionali. L’effetto di queste manovre
sull’emodinamica neonatale (specialmente su quella polmonare e sulla funzionalità cardiaca)
non è però ancora compreso a fondo.
Questo lavoro di tesi si colloca nel contesto così delineato, con l’obiettivo di indagare
l’influenza di pressioni positive crescenti sulle performance cardio -circolatorie e i relativi
meccanismi che possono portare ad una depressione della perfusione polmonare e sistemica.
Sarà necessario mettere a fuoco le problematiche connesse all’imposizione di una pressione
continua e fortemente positiva a livello polmonare, studiare il modo in cui essa si trasmette
alle strutture circolatorie intratoraciche e la sua ripercussione sul piccolo circolo in termini di
volumi e di flussi. Anche le strutture cardiache, in quanto contenute nel torace, saranno prese
in considerazione dal punto di vista di questa influenza: le modifiche sul riempimento delle
camere, sull’entità delle eiezioni sistoliche e sul lav oro cardiaco dipendente dal postcarico
saranno analizzate criticamente in riferimento ai cambiamenti della pressione intratoracica
nella fase di reclutamento polmonare. Da ultimo, anche la perfusione delle strutture
sistemiche da parte del grande circolo può risentire di eventuali modifiche dell’output
ventricolare sinistro.
L’insieme di questi fattori e dei conseguenti effetti sarà analizzato mettendo a punto un
modello matematico della circolazione neonatale e delle sue interazioni meccaniche con il
sistema polmonare. Su questo modello sarà simulata una manovra di reclutamento
polmonare che riproduce gli aumenti della pressione ventilatoria effettuati nella pratica
clinica. In output, saranno analizzati i cambiamenti subiti dalle variabili emodinamiche di
importanza cruciale per la valutazione del buono stato del sistema circolatorio del prematuro,
Introduzione
33
con l’ottica di poter fornire un metodo per stimare il corso temporale di variabili non
comunemente misurate in clinica (come l’output cardiaco e il flusso attra verso il dotto
arterioso, se pervio) e di variabili che non possono essere monitorate per motivi di invasività
della misura.
Nel Capitolo 1 viene introdotta la fisiopatologia del polmone prematuro, presentando la
condizione di Sindrome da Distress Respiratorio e i metodi terapeutici attualmente impiegati
in questo contesto, con particolare attenzione alla ventilazione oscillatoria ad alta frequenza.
Vengono poi considerate l’interazione cardio -polmonare, il sistema circolatorio neonatale e le
problematiche emodinamiche legate alla condizione patologica di IRDS e all’uso di una
ventilazione artificiale a pressione positiva.
Nel Capitolo 2 viene descritto il modello di interazione tra sistema polmonare e sistema
emodinamico nel neonato prematuro. Vengono inoltre illustrate le fonti e le equazioni
utilizzate per la scelta dei parametri del modello e viene spiegata la loro fase di
ottimizzazione.
Il Capitolo 3 riporta i risultati ottenuti dalle simulazioni, dapprima presentando gli output del
modello durante la simulazione di una condizione polmonare fisiologica (ovvero, con
pressioni intratoraciche negative), poi mostrando i risultati della simulazione della manovra
ventilatoria di reclutamento polmonare. I due casi sono validati rispettivamente tramite il
confronto con dati di letteratura e mediante opportune considerazioni su dati emodinamici
raccolti in clinica su un numero ridotto di pazienti.
Il Capitolo 4 contiene la discussione dei risultati presentati, la discussione dei limiti del
modello implementato e i possibili sviluppi futuri di questo lavoro.
Il lavoro è stato svolto presso il Laboratorio di Tecnologie Biomediche (TBM Lab) e il
Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano.
Capitolo 1
Fisiopatologia polmonare neonatale e ventilazione artificiale
34
1 Fisiopatologia polmonare neonatale e
ventilazione artificiale
1.1 Sistema respiratorio e circolatorio alla nascita
Il presente lavoro tratterà il caso di neonati prematuri affetti da insufficienza respiratoria: per
poter analizzare questo caso è necessario innanzitutto soffermarsi sulla fisiologia della nascita
e sulle modifiche che avvengono ai sistemi polmonare e cardiocircolatorio nel passaggio tra la
vita intrauterina e quella extrauterina, ed inoltre approfondire quali siano quei meccanismi
critici con cui i neonati prematuri si devono confrontare durante questo passaggio.
Dal punto di vista polmonare il maggiore cambiamento che il feto deve affrontare con la
nascita è il riempimento della cavità polmonare con aria, mentre fino a quel momento essa
era collassata su se stessa e piena di liquido polmonare. Il liquido polmonare presente nel
sistema respiratorio in via di sviluppo è prodotto dall’epitelio alveolare del feto e viene spinto
nelle cavità alveolari da un gradiente osmotico: la sua secrezione inizia verso la 20° settimana
di età gestazionale (EG) e aumenta nel corso della gravidanza. Esso ha la funzione di aiutare lo
sviluppo dell’apparato respiratorio, poiché determina forma e volume delle unità polmonari
periferiche: il volume polmonare totale del feto a termine è di circa 20-30 ml/kg, valore
comparabile a quello della capacità funzionale residua (FRC) di un polmone normale.
Nel neonato pretermine il volume polmonare non è arrivato ad aumentare fino a questo
valore: per questo motivo la sua FRC non è adeguata, con conseguenze sull’entità del lavoro
polmonare dopo la nascita. Il lavoro necessario per aprire il polmone, infatti, dipende dalla
FRC secondo la curva pressione-volume statica del polmone (Figura 1.1), la cui pendenza
rappresenta la compliance, ovvero la distensibilità del tessuto polmonare. Essa è bassa al di
sotto della pressione critica di apertura (pressione necessaria per aprire gli alveoli
atelettasici), ed in questa zona il lavoro polmonare sarà elevato; ciò fa sì che con un
consistente incremento della pressione si abbia un modesto aumento del volume polmonare.
Capitolo 1
Fisiopatologia polmonare neonatale e ventilazione artificiale
35
Invece la compliance è massima nella zona centrale della curva pressione-volume, dove nel
caso di un neonato sano cade la FRC, che è il punto di lavoro ottimale del sistema, perché a
questo volume le forze opposte di espansione della gabbia toracica e di retrazione del
polmone si uguagliano. Oltre il punto C della curva, invece, si ha sovradistensione polmonare
e il lavoro polmonare sarà nuovamente svantaggioso. Pertanto, in presenza di una FRC ridotta
il polmone lavora prevalentemente nella regione bassa della curva (la compliance diminuisce
per via dell’eccessiva quantità di liquido), con evidente dispendio energetico e bassa
efficienza del sistema.
Figura 1.1: Curva pressione-volume del polmone (curva di compliance). CFR: capacità funzionale residua;
∆V: variazione di volume; ∆P: variazione di pressione [Moretti, 2003].
Per quanto riguarda lo sviluppo alveolare, dalla 25° settimana di EG inizia per il feto il
cosiddetto periodo sacculare, in cui le vie aeree terminali si dilatano costituendo i sacculi, con
un notevole incremento del volume polmonare e della superficie di scambio. Le reti capillari
che avvolgono i sacculi si avvicinano progressivamente e la struttura del microcircolo
polmonare si modifica. Solo dalla 36° settimana di EG ha inizio la fase alveolare, con la
suddivisione del sacculi in subunità e la formazione dei veri e propri alveoli. Questa fase
continua dopo la nascita e avrà termine nella prima infanzia: anche in questo caso, quindi, un
polmone prematuro risentirà del mancato inizio della fase alveolare in sede intrauterina. Il
liquido polmonare verrà riassorbito a partire dal momento del travaglio, per via di effetti
meccanici legati al compimento del parto e grazie anche all’aumento della pressione
transpolmonare conseguente alla ventilazione e all’improvviso incremento della perfusione
Capitolo 1
Fisiopatologia polmonare neonatale e ventilazione artificiale
36
nel piccolo circolo in seguito al crollo delle resistenze vascolari polmonari. La condizione di
prematurità, che è associata a bassa concentrazione proteica nell’interstizio e quindi a basso
gradiente osmotico per il riassorbimento del liquido, ostacola questo fenomeno e può dar
luogo ad un edema transitorio.
Dal punto di vista cardiocircolatorio, il feto è caratterizzato da basse resistenze nella
circolazione sistemica, che è in comunicazione con la placenta, e alte resistenze nel circolo
polmonare, intensamente vasocostretto per via dello spessore della tunica muscolare dei vasi
arteriosi polmonari. Durante la vita fetale, dunque, i due ventricoli lavorano “in parallelo”:
essi perfondono entrambi la circolazione sistemica, e mentre il ventricolo sinistro irrora con
sangue ossigenato d’origine placentare la metà superiore del corpo, il ventricolo destro
permette la perfusione della metà inferiore attraverso il passaggio che porta dal dotto
arterioso in aorta discendente (Figura 1.2).
Figura 1.2: Rappresentazione schematica della circolazione fetale riportante la direzione del flusso ematico
e le percentuali della gittata cardiaca complessiva dei due ventricoli [Teitel, 1987].
Alla nascita, la caduta delle resistenze vascolari polmonari (Figura 1.3) contemporanea
all’esecuzione dei primi atti respiratori e dovuta all’assottigliamento delle pareti dei vasi
polmonari provoca la redistribuzione della gittata cardiaca. L’incremento del flusso
polmonare favorisce un più consistente ritorno venoso; ciò si abbina ad una diminuzione della
Capitolo 1
Fisiopatologia polmonare neonatale e ventilazione artificiale
37
pressione atriale destra (per diminuzione del postcarico), mentre la pressione nell’atrio
sinistro aumenta e le resistenze periferiche si innalzano. Di conseguenza, il precarico ed il
postcarico del cuore sinistro aumentano, provocando la necessità di un maggior lavoro da
parte del cuore e accrescendo il consumo di ossigeno. Il cuore del neonato a riposo lavora
quindi con poca capacità di riserva, condizione legata all’alta richiesta metabolica necessaria
per un normale adattamento alla vita extrauterina. Variazioni del precarico e del postcarico
possono perciò determinare una disfunzione del miocardio neonatale tanto più marcata
tanto più il cuore è immaturo.
Figura 1.3: Variazioni delle resistenze polmonari e dello spessore della tunica muscolare delle arterie
polmonari del neonato (riga continua) e nel prematuro (riga tratteggiata) prima e dopo la
nascita [Rudolph, 2009].
Le modifiche sopra menzionate provocano anche la chiusura funzionale del forame ovale di
comunicazione tra i due atri e quella del dotto arterioso, favorita dall’aumento della P O
2
che
si verifica con l’inizio degli scambi gassosi e che costituisce uno stimolo vasocostrittivo.
L’adattamento cardiocircolatorio alla nascita può subire dell e alterazioni rispetto al caso
fisiologico. Una delle più frequenti è la persistenza del dotto arterioso (PDA), che può essere
provocata da varie condizioni patologiche associate o meno ad insufficienza polmonare, ma
sicuramente correlate alla prematurità della nascita. In bambini prematuri, infatti, a causa
dell’incompleto sviluppo della muscolatura liscia delle arteriole polmonari, vi è una caduta più
rapida e marcata delle resistenze polmonari alla nascita, che è oltretutto enfatizzata dalla
somministrazione di surfattante per il miglioramento dell’ossigenazione. Questo provoca la
Capitolo 1
Fisiopatologia polmonare neonatale e ventilazione artificiale
38
comparsa di uno shunt sinistro-destro (S-D) a livello del dotto arterioso tra aorta e arteria
polmonare, con aumento del flusso nel piccolo circolo. Della mancata chiusura del dotto sono
responsabili la bassa pressione parziale di ossigeno dovuta all’insufficiente ventilazione e la
troppo elevata concentrazione ematica di prostaglandine, note come agenti vasodilatatori.
Inoltre, più il dotto è immaturo, più esso è sensibile agli stimoli vasodilatativi piuttosto che a
quelli costrittivi. Il flusso aumentato a livello polmonare per via dello shunt duttale e la ridotta
capacità del polmone immaturo di reclutare nuovi vasi polmonari provocano un aumento dei
fluidi a livello interstiziale ed alveolare e la comparsa di edema. Inizialmente, la gittata
cardiaca è aumentata per via dell’aumento del ritorno venoso e per la concomitante
riduzione del postcarico del cuore destro. In aorta, il flusso si mantiene elevato prima
dell’origine del d otto, mentre a valle subisce una drastica riduzione, con conseguente
ipotensione sistemica. Questo può provocare, in presenza di uno shunt importante, la
riduzione della perfusione cerebrale e coronarica, con rischi di emorragie intraventricolari e
alterazione della funzione cardiaca.
1.2 Sindrome da distress respiratorio del neonato (IRDS)
La sindrome da distress respiratorio è una delle condizioni patologiche dell’apparato
respiratorio più comuni nei neonati prematuri.
Figura 1.4: Rapporto tra età gestazionale e incidenza dell’RDS [Robertson et al., 1992] .
La sua causa primaria è un deficit di surfattante nel polmone, che determina una crescente
difficoltà nel compimento del normale atto respiratorio: i suoi sintomi si manifestano subito
dopo la nascita e peggiorano progressivamente. La sua incidenza è del 80% nei nati a 26-28