9
Introduzione
Due sono i poli di questa tesi. Il primo è l’editoria scolastica
che con la nuova normativa ministeriale e la diffusione del
digitale è costretta a reinventarsi per sopravvivere; l’altro è
la scuola che con la società in continuo cambiamento, anche
da un punto di vista tecnologico, fatica a mantenere un ruolo
pregnante nella formazione dei giovani e nella diffusione
della lettura.
In questo contesto, l’e-book potrebbe ritagliarsi un posto di
rilievo? Potrebbe rivelarsi uno strumento capace di incidere
in modo positivo e innovativo nel panorama delineato?
Potrebbe creare i presupposti per un rinnovamento di portata
generale?
Queste sono le domande che hanno dato vita al lavoro che
segue.
La trattazione definisce in primo luogo i confini entro cui
collocare il potenziale intervento dell’e-book
contestualmente al settore scolastico. Sono stati pertanto
analizzati singolarmente i tre attori principali, l’editoria
10
scolastica, la scuola e l’e-book, per delineare una
panoramica di partenza.
Nel capitolo secondo sono stati trattati i punti di forza e di
debolezza dell’e-book relativi all’istruzione. Il cosiddetto
libro elettronico quali vantaggi potrebbe apportare
nell’editoria scolastica? Quali nella scuola, nella didattica e
nella lettura? Quali potrebbero essere invece gli ostacoli nel
suo inserimento?
Nel terzo capitolo sono stati presentati alcuni dati per
definire il panorama del mondo scuola e del mercato
editoriale dell’e-book; in seguito, sono stati introdotti i
principali strumenti che potrebbero lavorare insieme al libro
digitale per una nuova didattica.
Nel quarto capitolo sono state proposte alcune iniziative
intraprese dalle case editrici, dagli Istituti scolastici e dal
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
(MIUR) nel campo del digitale e sono state poi avanzate in
merito alcune considerazioni. A queste sono seguite
osservazioni di carattere più generale sul quadro descritto
nel suo complesso.
Nel quinto capitolo si è inserita la presentazione della casa
editrice scolastica Zanichelli, a titolo di esempio di attività
11
in evoluzione, seguita dall’intervista del Direttore editoriale
Giuseppe Ferrari.
Nelle conclusioni si è cercato poi di rispondere alle
domande che hanno dato vita alla tesi.
Al fondo, in appendice, si trovano le leggi più rilevanti in
materia di adozioni scolastiche digitali e il nuovo codice di
autoregolamentazione dell’Associazione Italiana degli
Editori.
Infine, la bibliografia e la webgrafia propongono testi di
approfondimento e siti internet inerenti alla trattazione.
La scelta del tema di questa tesi è stata motivata da un forte
interesse personale in merito al miglioramento della
didattica e all’esigenza di un rinnovamento generale per
mezzo della tecnologia.
Significative per il lavoro svolto sono state alcune riflessioni
scaturite da un incontro sull’e-book con ospiti del settore
editoriale presso il Salone internazionale del Libro di Torino
2010, dal primo utilizzo di un dispositivo elettronico di
lettura alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria
Più Libri Più Liberi 2009 di Roma e dagli anni trascorsi a
scuola. Durante quegli anni è stata frequente la percezione
di un distacco tra le lezioni svolte tra quelle mura e la realtà
12
circostante, come se fossero due mondi distinti e paralleli da
mantenere ben separati.
In questa tesi si è cercato di indagare le specifiche
applicazioni e connotazioni che potrebbero legare l’e-book
al mondo scuola, inteso come l’insieme di relazioni tra case
editrici, istituzioni scolastiche, docenti e studenti.
Il passo successivo è stato quello di ipotizzare le condizioni
di fattibilità di un cambiamento di più ampio respiro, di una
reale riforma che veda entrare il digitale a pieno titolo sia
nell’editoria scolastica sia nella scuola. Nel primo caso con
la speranza di agevolare e migliorare il lavoro secondo una
buona equazione in termini di qualità, tecnologia, costi e
tempi; nel secondo caso, con l’auspicio che ci sia il giusto
stimolo per il rinnovamento dell’istituzione a cui spetta un
ruolo primario nella formazione e nella crescita dei giovani,
nella diffusione della lettura e nell’elaborazione di una
capacità critica e di una forma mentis adeguate ai tempi e
alla società (culturale, tecnologica, etc).
Capitolo 1
I protagonisti del mondo scuola
13
1.1 L’editoria scolastica e le sue peculiarità
L’editoria scolastica presenta delle caratteristiche specifiche
rispetto all’editoria libraria. Il numero dei testi da produrre,
la loro dimensione, il loro costo, per esempio, sono stabiliti
da altri attori, primo fra tutti il Ministro dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca, a cui seguono i docenti e le
famiglie degli studenti.
Si tratta di un’editoria che può permettersi previsioni
sufficientemente precise in termini di pubblico e di tirature.
Non a caso la si può definire un’editoria di progetto per
distinguerla da quella d’autore
1
per la quale l’autore è
all’origine del testo, lo scrive spontaneamente, per conto
proprio e la capacità dell’editore sta (anche) nella ricerca
dello scrittore e nella rielaborazione del suo elaborato. La
1
Distinzione tra editoria di progetto e d’autore proposta da Gian
Arturo Ferrari, ex dirigente Mondadori Libri e presidente del
Centro per il libro per la promozione della lettura, durante
l’incontro al Salone internazionale del Libro del 13 maggio 2010,
www.salonelibro.it/it/organizza-la visita/programma/details/1702-
la-quarta-rivoluzione-sei-lezioni-sul-futuro-dei-libri-
presentazione-del-volume-di-gino-roncaglia-grandi-ospiti.html
(data consultazione: 29.06.2010).
14
scolastica ha procedure differenti e più simili a quelle di un
processo produttivo a monte del quale un imprenditore dà
l’incarico di realizzare un prodotto preciso. Il risultato sarà
un oggetto da immettere sul mercato in maniera controllata,
con un’ampia prevedibilità sulla tipologia di target di
riferimento e sul numero di copie richiesto, nonché più
mirata dal punto di vista della distribuzione.
Una peculiarità di questa editoria riguarda il meccanismo
delle adozioni grazie alla quale non sussiste il problema
delle rese. Nello specifico, l’adozione dei libri di testo
rientra nei compiti attribuiti al collegio dei docenti
2
(che
delibera la scelta dopo il confronto con i consigli di
interclasse o di classe). Fino al 2008
3
, i requisiti di cui il
collegio doveva tenere conto per la scelta del testo più
idoneo erano principalmente quattro. Il libro doveva
presentare contenuti propri di ogni insegnamento e doveva
evidenziare al contempo i nessi e i collegamenti con le altre
2
Disposizione del Decreto legislativo n. 297 del 16 aprile 1994,
art. 7, www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/tu02.html (data
consultazione: 02.04.2010).
3
Nel 2008 la legge 133 del 6 agosto, la nuova normativa in
materia di libri di testo, decreta l’adozione di testi digitali, ma
nulla precisa in merito ai loro requisiti.
15
materie; doveva poi usare un linguaggio coerente con l’età
dei destinatari per garantire la massima comprensibilità;
doveva inoltre recare ben chiara l’indicazione bibliografica,
per permettere eventuali approfondimenti e infine doveva
essere presentato con indicazioni che ne rivelassero
l’impostazione, la metodologia, i prerequisiti necessari agli
studenti per una completa fruizione dello strumento
didattico e gli obiettivi di apprendimento che il libro stesso
si prefiggeva. Nota di merito era rappresentata dalla
presenza di un glossario interno che potesse aiutare nella
comprensione delle parole sconosciute allo studente.
In primavera, gli agenti delle case editrici si recano nelle
scuole per incontrare gli insegnanti e promuovere i
potenziali libri di testo (quasi sempre rappresentano più di
una casa editrice, si chiama infatti sistema plurimandatario e
ha preso il posto del monomandatario degli anni Ottanta). Si
tratta di una campagna scolastica che copre circa quattro
mesi all’anno e per cui sono assunti alcuni giovani con il
solo compito di presentare i libri ai docenti e di lasciare loro
una copia omaggio affinché possano esaminarne il livello e
la qualità.
16
L’azione di promozione dei volumi scolastici è un’azione
capillare che vede i suoi frutti in estate, quando la casa
editrice ottiene la lista delle adozioni, in altre parole l’elenco
degli insegnanti, delle sezioni e delle classi che
utilizzeranno un dato volume. In base a questo indicatore
avviene la stampa di una tiratura commisurata alle richieste.
All’inizio dell’anno scolastico si avvia la distribuzione delle
copie. Riguarda solo le città in cui sono stati adottati i libri
e, più precisamente, seleziona i soli punti vendita situati nei
paraggi degli istituti scolastici in cui saranno utilizzati. Sono
cautele che consentono di limitare al massimo l’esposizione
finanziaria e che soprattutto mettono al riparo dal “bagno”,
il termine usato per indicare una tiratura esuberante la cui
ultima melanconica tappa è il macero
4
.
Come si realizza un libro di testo? Due sono le strade
possibili. La prima e la più battuta prevede che la casa
editrice si rivolga a un insegnante di particolare prestigio o
4
Maiorino Tarquinio e Marchetti Tricamo Giuseppe, La fabbrica
delle emozioni. Così si fa l’editore in Italia, Franco Angeli,
Milano, 2005, p.38.
17
di particolare valore
5
. Scelti la materia e il programma del
volume, si individuano un professore universitario di buona
fama affinché svolga il ruolo di supervisore e un professore
di liceo o di un istituto tecnico che possa scrivere il libro e si
commissiona loro il lavoro. Il prodotto finale è così
l’insieme ben studiato del materiale fornito dall’autore
grazie alle sue competenze e della strutturazione e
rielaborazione all’interno della casa editrice o della società
che cura l’editing.
Segue invece l’altra strada l’autore che propone alla casa
editrice un libro di testo. In questo caso l’editore si avvale di
consulenti per le varie materie, si tratta di insegnanti, per la
lettura e la valutazione qualitativa dei testi proposti. Questa
seconda procedura è però ormai rara, oggi la stesura di un
volume scolastico è per lo più commissionata: si cercano
autori leader a cui affidarla.
5
Cavalli Settimio Paolo, Il marketing librario. Comunicare e
promuovere il prodotto editoriale, Editrice Bibliografica, Milano,
1999, p. 38.
18
Gli editori scolastici sono circa 450
6
, ma si tratta di
un’approssimazione per difetto poiché, soprattutto a livello
locale, sono molte le piccole case editrici la cui attività
dipende da un personale molto ridotto (si parla addirittura di
un’unica persona) e ruota intorno a un solo titolo.
Rappresentano un settore significativo dal punto di vista
economico, ma negli ultimi due anni, il Rapporto sullo stato
dell’editoria in Italia 2009
7
ha registrato una contrazione
delle vendite di quasi il 6%. L’analisi ne individua alcune
cause minori nell’accentuarsi del mancato acquisto,
nell’aumento dei prestiti e nel sempre più frequente ricorso
all’usato, ma attribuisce le responsabilità maggiori alle
misure disposte dal 2008 dal Ministro dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca che prevedono l’introduzione
di strumenti digitali nella didattica a scapito dei libri
cartacei, l’estensione anche per le scuole superiori del tetto
di spesa delle famiglie per l’acquisto dei libri di testo e il
6
Cavalli Settimio Paolo, Il marketing librario. Comunicare e
promuovere il prodotto editoriale, Editrice Bibliografica, Milano,
1999, p. 37.
7
Peresson Giovanni (a cura di), Rapporto sullo stato dell’editoria
in Italia 2009, Ediser e AIE, Milano, 2009, pp. 63-64.
19
blocco delle adozioni per la durata di cinque anni (il che
incrementa ulteriormente il mercato dell’usato).
1.2 L’istituzione scuola e i suoi attori
L’istituzione scuola è un’espressione che racchiude in sé più
realtà e più attori di natura e competenze differenti. Basti
accennare all’intreccio di influenze che provengono dal
Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, dal
personale docente e non, dagli studenti e dalle loro stesse
famiglie. Il Ministero, per esempio, svolge le sue funzioni di
spettanza statale, nell’istruzione non universitaria, in materia
di organizzazione generale dell'istruzione scolastica, di
ordinamenti e programmi scolastici, di stato giuridico del
personale, di definizione dei criteri e dei parametri per
l'organizzazione della rete scolastica, di criteri e parametri
per l'attuazione delle politiche sociali nella scuola, di
determinazione e assegnazione delle risorse finanziarie a
carico del bilancio dello stato e del personale alle istituzioni
scolastiche autonome, di valutazione del sistema scolastico,
di ricerca e sperimentazione delle innovazioni funzionali
alle esigenze formative, di riconoscimento dei titoli di studio
e delle certificazioni in ambito europeo e internazionale, di
20
attivazione di politiche dell'educazione comuni ai paesi
dell'Unione Europea, di assetto complessivo dell'intero
sistema formativo, di individuazione degli obiettivi e degli
standard formativi e percorsi formativi in materia di
istruzione superiore e di formazione tecnica superiore, di
consulenza e supporto all'attività delle istituzioni scolastiche
autonome e in materia di molte altre questioni
8
. Si è pensato
di iniziare con questa carrellata di funzioni per dimostrare la
varietà di argomenti sul macro sistema scuola, ma si è scelto
di trattarlo da precise e circoscritte angolazioni, funzionali
allo sviluppo di questo lavoro.
In primo luogo sono stati individuati i tre livelli di
istruzione, così come sancito dal Ministero, affinché fosse
possibile valutare singolarmente gli obiettivi e le peculiarità
di ciascuno. Si definisce Scuola Primaria il primo ciclo, i
primi cinque anni di studio a cui seguono i tre anni della
Scuola Secondaria di primo grado. Si conclude con il
8
Disposizioni del Decreto legislativo 300/1999 art. 50, comma 1.
Richiami anche alla Legge 23/1996 art. 13, comma 2 e al Decreto
legislativo 112/1998 art. 138, comma 3.
21
quinquennio della Scuola Secondaria di secondo grado che
comprende i licei e gli istituti
9
.
In secondo luogo si è dato spazio alle più recenti indagini
svolte sui sistemi educativi dall’Ocse
10
, l'Organizzazione per
la cooperazione e lo sviluppo economico, sulle condizioni di
vita e di lavoro nella scuola italiana dall’Istituto IARD
11
e
sullo stato dell’editoria in Italia dall’AIE
12
, l’Associazione
italiana editori.
Il rapporto Ocse 2010
13
offre una panoramica generale.
Rileva che l’Italia investe ancora poco nell’istruzione: solo
9
La Scuola Materna non è stata oggetto di studio in questo lavoro
poiché non prevede l’uso di libri di testo.
10
Si fa riferimento all’ultimo rapporto 2010 sui sistemi educativi,
l’"Education at a Glance 2010", presentato a Parigi nell’ottobre
2010 e che rielabora i dati 2007 e 2008.
11
Si tratta di un istituto che opera nel campo della ricerca sociale
dal 1961. Fulcro dell’attività di ricerca è l’osservazione dei
fenomeni legati alla condizione giovanile. Realizza studi su
problematiche più ampie, con particolare riferimento alle
politiche sociali, scolastiche, culturali e del lavoro. Le due
indagini precedenti sono state condotte nel 1990 e nel 1999.
12
Peresson Giovanni (a cura di), Rapporto sullo stato
dell’editoria in Italia 2009, Ediser e AIE, Milano, 2009.
13
Rapporto "Education at a Glance 2010"
www.oecd.org/document/0,3343,en_2649_39263238_4589 (data
consultazione: 13.09.2010 ).
22
il 4,5% del Pil contro una media Ocse del 5,7%, soltanto la
Repubblica Slovacca spende meno tra i Paesi
industrializzati.
Complessivamente, la spesa per la scuola è pari al 9% della
spesa pubblica totale, a fronte del 13,3% della media Ocse e
si tratta del livello più basso tra i Paesi industrializzati.
L’80% della spesa corrente è assorbito dalle retribuzioni del
personale, docente e non, contro il 70% medio nell’Ocse.
La spesa media annua complessiva per studente non è molto
lontana dalla media Ocse, ma è focalizzata sulla Scuola
Primaria e Secondaria a scapito dell’Università, dove la
spesa media per studente, inclusa l’attività di ricerca, è di
appena 8.600 dollari contro i quasi 13.000 Ocse.
In Italia si sono rilevate numerose criticità, a partire dalla
lunghezza dell’orario scolastico che prevede 8200 ore fra i
banchi tra i 7 e i 14 anni, mentre la media Ocse si ferma a
6.777.
Le dimensioni delle classi sono maggiori, 18 alunni contro
22, e il rapporto studenti/insegnante è tra i più bassi, si tratta
di 10,6 alla scuola primaria contro una media di 16,4. Non è
quindi un caso che gli insegnanti siano pagati meno rispetto
alla media, soprattutto ai livelli più alti di anzianità di
23
servizio. Altra nota dolente riguarda il numero dei diplomati
e dei laureati: 53% contro 71% nel primo caso, 14% della
popolazione adulta italiana contro la media Ocse del 28%
nel secondo caso.
Il segretario generale dell’organizzazione, Angel Gurria, ha
invitato i Paesi dell’area Ocse al miglioramento dei sistemi
educativi poiché ”l’istruzione rappresenta un grosso capitolo
della spesa pubblica” ed è ”un investimento essenziale per
sviluppare il potenziale di crescita a lungo termine dei Paesi
e rispondere ai cambiamenti tecnologici e demografici che
stanno rimodellando i mercati del lavoro”
14
.
Dall’indagine
15
dell’Istituto IARD è stata estratta un’analisi
sugli strumenti didattici impiegati in aula dai docenti
italiani.
14
www.ilsole24ore.com/pdf2010/SoleOnLine5/_Oggetti_Correlati
/Documenti/Notizie/2010/09/Educationa_at_a_glance_summary_
ITALIANO_final.pdf?uuid=e384e202-ba6c-11df-ae48-
4418b911a0ee (data consultazione: 22.09.2010 ).
15
Cavalli Alessandro e Argentin Gianluca (a cura di), Gli
insegnanti italiani: come cambia il modo di fare scuola. Terza
indagine dell'Istituto IARD sulle condizioni di vita e di lavoro
nella scuola italiana, il Mulino, Bologna, 2010.