2
INTRODUZIONE
Chi ha affrontato il problema della droga lungo il percorso
letterario, cinematografico o giornalistico, si è trovato di fronte a
numerosi problemi di varia natura. Uno di questi è quello dell’impatto
che le droghe hanno nei comportamenti e nelle abitudini dei giovani.
La letteratura che si occupa del tema dello spaccio e utilizzo di
stupefacenti, soprattutto droghe leggere ed eroina, comprende un insieme
di opere molto varie. Queste hanno trattato il tema sotto più punti di
vista, sottolineando i problemi politici, sociologici e sociali, medici,
psicologici e personali della società. Il più delle volte gli scritti in
questione hanno ristretto il campo d’indagine intorno alle figure singole
che utilizzano droghe, cercando di capirne le ragioni, i sentimenti e i
motivi che spingono a tale scelta estrema.
La psicologia del drogato, del “tossicomane”, del deviato e
dell’escluso dalla società sembra essere molto complessa, difficile da
interrogare e da comprendere. Ed è proprio questo che la letteratura ha
cercato di fare dagli anni ’60 fino ad oggi: tentare di inquadrare il
problema all’origine, passando attraverso i suoi molteplici sviluppi e
arrivando ad individuarne le ragioni e le cause. Le forze dell’ordine
hanno instaurato una vera e propria lotta e repressione per arginare il
problema e i governi hanno ben messo in luce il lavoro svolto in questo
senso.
La mancanza di adeguate politiche di intervento che regolassero o
impedissero l’utilizzo di droghe leggere o pesanti è stata una delle cause
3
maggiori dell’aumento del fenomeno. Questo aumento ha fatto scattare
la volontà di far conoscere determinate esperienze presenti un po’ in tutte
le culture del mondo. Ed in questo caso particolare, il cinema è stato uno
dei maggiori protagonisti al riguardo.
Un vero e proprio libro-scandalo ha inquadrato il problema in modo
lucido e a volte anche ironico, senza tenere conto di interventi morali o
etici che turbassero lo svolgersi della vicenda, evitando inutili
preconcetti: si tratta del romanzo di Irvine Welsh, Trainspotting, del
1993, da cui è stato tratto il film omonimo del 1996 diretto da Danny
Boyle. Scrittore e regista sono ben noti per i problemi di natura sociale
trattati nelle loro opere.
Trainspotting è un romanzo che al suo interno contiene non solo
temi riguardanti l’uso e il consumo di stupefacenti (soprattutto eroina),
ma mette l’accento anche su altri problemi ben noti alla società odierna:
l’alcoolismo, la violenza, l’assenza della politica in determinati momenti
di disagio e crisi, l’indifferenza nei confronti del tossico o addirittura
l’odio nei suoi riguardi. Il film riprende e amplifica tramite l’uso delle
immagini questi temi proponendoli ad un pubblico eterogeneo. E sono
proprio le diverse visioni del tema in questione che susciteranno tanto
scandalo da parte della critica soprattutto cinematografica, portando
anche alla censura del film in Gran Bretagna.
Questo lavoro ha lo scopo di effettuare un’analisi, a livello di
linguaggio cinematografico, della pellicola in rapporto al romanzo. Non
saranno perciò né trattati, né approfonditi temi di natura sociale,
economica o politica riguardanti il tema “stupefacenti”; tuttavia, essi
saranno inquadrabili ed inquadrati all’interno delle due opere in
questione.
4
Il primo capitolo si aprirà con una presentazione di quella che è la
vita del romanzo di Welsh e del film di Boyle, con alcune notizie e
curiosità riguardanti le due opere: i luoghi in cui si svolgono le vicende,
il periodo, alcune curiosità inerenti la struttura del romanzo e così via. Ci
si soffermerà altresì sulle critiche che il film ha suscitato alla sua uscita.
La prima parte dell’analisi verterà sul montaggio, la sequenza e la
velocità delle scene: si descriveranno dettagliatamente tutte le scene
peculiari del film, suddividendo la pellicola in più parti, sottolineando
alcune particolarità dei movimenti della macchina da presa, le location,
gli sguardi tra gli attori e tutto ciò che può interessare il montaggio e il
ritmo della narrazione. Il tutto risulterà importante anche per inquadrare
il comportamento di determinati personaggi e del loro modo di agire.
La seconda parte dell’analisi si soffermerà sul tipo di materiale
narrativo estrapolato dal romanzo ed utilizzato nel film dallo
sceneggiatore. Questo servirà altresì ad inquadrare queste parti del
romanzo come soggetto, non potendo utilizzare il testo per intero nella
stesura della sceneggiatura. Il compito di questa parte è quindi quello di
sottolineare l’importanza della scelta che lo sceneggiatore compie per
dare scorrevolezza alla sua storia. Inoltre, si sottolineeranno tutte le
differenze fondamentali tra le due opere, individuandole nei capitoli
narrati in prima persona e quelli narrati in terza. Si indicheranno, a tal
scopo, le pagine del libro utilizzate per la stesura della sceneggiatura e le
scene a cui esse si riferiscono.
L’ultima parte del primo capitolo sarà un’individuazione dei temi
che il romanzo ed il film trattano, allo scopo di sottolineare anche la
differenza in questo campo tra le due opere. Sarà anche possibile notare
in che modo certi temi siano più o meno presenti in determinati
personaggi.
5
Il secondo capitolo tratterà, nella sua parte iniziale, del rapporto
esistente tra le immagini di un film sulla pellicola (o sulla carta, se si
tratta di una sceneggiatura di un film ancora da realizzare) e le immagini
mentali che il lettore si costruisce nel momento in cui legge un libro. A
tale scopo, si indicheranno alcune generalità sulla modalità di scrittura di
una sceneggiatura rintracciabili nella manualistica al riguardo,
soprattutto sullo story concept. Infine, si indicheranno queste generalità
all’interno delle scelte compiute dallo sceneggiatore John Hodge per il
film Trainspotting. Onde evitare confusioni, seguiranno alcuni esempi
tratti dal film.
In entrambe le opere sarà analizzata la tipologia di narratore
utilizzato. Si parlerà dell’importanza della voice over utilizzata nel film
in rapporto alla prima persona di alcuni capitoli del libro, le differenze
tra la prima persona del protagonista del romanzo e del film.
Individualità e soggettività saranno accomunate a livello di narrazione
sia nel film che nel romanzo.
Il cuore di questo lavoro è rintracciabile nella terza parte di questo
secondo capitolo: l’individuazione degli elementi tecnici della
sceneggiatura di Trainspotting in base ai due modelli fondamentali di
Field e Vogler. Dopo una presentazione dei due modelli, qui solo il film
sarà preso in considerazione e, in base alle tappe individuate, sarà
analizzato e scomposto, minuto per minuto, proprio per cercare di capire
in che modo la storia è costruita e secondo quali criteri fondamentali (le
tappe di Vogler, i plot point, le pinze e il punto di non ritorno di Field).
Si individueranno, infine, i punti in cui i due modelli coincidono
nell’analisi del film.
6
Nel terzo capitolo si tratterà il linguaggio delle due opere: la
parolaccia, il turpiloquio e il gergo utilizzato dai protagonisti in quasi
tutte le vicende narrate nelle varie persone, cercando di descrivere, nella
prima parte, l’imbarazzo suscitato sullo spettatore e il modo in cui lo
sceneggiatore ha saputo provocarlo.
La seconda parte si concentra sui termini linguistici utilizzati nei
dialoghi tra i protagonisti, per sottolineare il linguaggio volgare. Si
indicheranno le scene in cui esso sembra avere particolari effetti e si
proporrà nuovamente il confronto con alcuni capitoli del romanzo, ove
possibile. Infine, l’analisi si sposterà sul campo dei monologhi e delle
voice over, in cui è possibile rintracciare tutta la tipologia di linguaggio
del protagonista del film in contrapposizione alla volgarità, o meno,
degli altri personaggi.
Nella parte finale di questo capitolo si individueranno determinati
termini e frasi con cui lo sceneggiatore ha creato effetti di disturbo a
livello di disgusto, sorpresa o qualsiasi altro effetto egli abbia voluto
provocare. Si indicheranno qui i termini in lingua originale così come
sono scritti in sceneggiatura, tentandone una traduzione il più possibile
fedele, cercando anche qui di comprendere se vi siano affinità al
romanzo. L’individuazione delle scene e dei capitoli sarà, anche in
questo caso, fondamentale.
7
I
Trainspotting
Prima di addentrarsi in una descrizione dettagliata delle scene e di
quali temi sono presenti in Trainspotting e di come essi si distribuiscono
nella materia narrativa e cinematografica, occorrerà per lo meno
tracciare una breve storia della nascita sia del romanzo che del film,
anche se i riferimenti bibliografici a riguardo sono assai scarsi. Per lo
più, si tratta di fonti raccolte via internet, soprattutto dal sito dell’autore
Irvine Welsh, dalle schede cinematografiche del film stesso e da alcuni
articoli di giornale.
Essendo tratto da un romanzo, lo sceneggiatore ha dovuto compiere
delle scelte ben precise tenendo in considerazione la costruzione
narrativa tramite immagini. Quindi sarà altresì fondamentale parlare
della tecnica di montaggio utilizzata per la realizzazione della pellicola.
Infine, si instaurerà un confronto articolato della materia narrativa
con quella filmica. Romanzo e film si porranno su due piani contrapposti
e si tenterà di individuare tutte le differenze e le somiglianze che
riguardano le vicende narrate, i personaggi e l’individuazione dei temi
trattati nelle due opere.
1.1 Il romanzo di Irvine Welsh e il film di Danny Boyle
Il libro
1
esce ufficialmente nel 1993 in Gran Bretagna e nel 2004 in
Italia.
1) I. Welsh, Trainspotting, Ugo Guanda ed., Parma, 2008 (1993)
8
Nel suo sito ufficiale
2
, Welsh afferma che il suo romanzo è inserito
all’interno di una realtà odierna definita come “nichilista”, ossia
rifiutante l’esistenza di qualsiasi valore in sé e di qualsiasi verità
oggettiva. Nella sua forma più radicale, vi è il rifiuto della realtà stessa.
L’ambientazione è l’Edimburgo di fine anni ’80, precisamente
Leith, con la sua vita frenetica, i suoi pub, la sua musica e la paura di una
malattia che dilaga senza freni: la droga. Il romanzo presenta una
struttura non lineare, formata da capitoli per la maggior parte narrati in
prima persona dai protagonisti stessi, maggiori o minori che siano. Ad
una lettura superficiale, sembrano essere dei racconti indipendenti l’uno
dall’altro poiché presentano situazioni particolari che non danno seguito
ad una trama uniforme. In effetti, prima dell’uscita del libro, alcuni di
questi brani sono apparsi su riviste e pubblicazioni come Scream If You
Want To Go Faster: New Writing Scotland 9 (ASLS), West Coast
Magazine al numero 11, Rebel Inc al numero 1 e così via
3
. Il titolo
Trainspotting si riferisce probabilmente ad uno del capitoli del romanzo,
Guardando i treni alla stazione centrale di Leith: <<allude ad un hobby
(nato all’epoca delle locomotive a vapore) che consiste nel registrare il
numero di identificazione dei treni al loro passaggio>>
4
. Leggendolo, si
capisce che quella è una stazione abbandonata, ma proprio per questo
Welsh forse ha voluto sottolineare la nullità della vita: essa sembra
essere vuota come quella stazione e ogni cosa che si osserva sembra non
avere più senso.
La capitale scozzese, in questo libro, prende vita e forma in tutte le
sue innumerevoli sfaccettature e non è forse un caso che lo scrittore
abbia voluto utilizzare in alcune parti proprio il dialetto di Edimburgo.
Freddo, cinico, distaccato, violento, volgare e poco compassionevole, il
romanzo presenta vite, azioni, frodi, assurdità, gaffe, scherzi e battute
2) www.irvinewelsh.net
3) Welsh, Trainspotting, cit. pag 4
4) ibid., pag. 6