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INTRODUZIONE
Per le imprese oggi è sempre più difficile entrare in contatto con i
target di riferimento, in quanto il contesto social e e culturale in cui
esse operano è profondamente cambiato.
I consumatori di oggi si mostrano sempre più refrat tari alla pubblicità
tradizionale; essi sono sempre più consapevoli dell e sue logiche di
funzionamento e si ha una progressiva diminuzione d ella sua efficacia
(Cova et al. , 2008).
Le imprese, di conseguenza, stanno operando una pro gressiva
riallocazione delle risorse investite in comunicazi one e marketing, a
vantaggio di strategie di marketing innovative e a discapito delle
pratiche di advertising più comuni.
E’ proprio tra le strategie di marketing più innova tive che si inserisce
il product placement, uno strumento utile per l’app licazione di
strategie di brand management, un’attività manageri ale sempre più
complessa alla luce della difficoltà di presentare al consumatore un
messaggio coerente in ogni sua forma.
In particolare, il product placement cinematografic o, esistente
secondo alcuni studiosi fin dalla nascita del cinem a stesso 1
, è una
leva del communication mix aziendale capace di raggiungere obiettivi
chiari e precisi, quando sostenuta con coerenza ris petto ai valori
associati al brand che le imprese intendono trasmet tere ai
consumatori e, soprattutto, rispetto al contesto na rrativo in cui il
brand o il prodotto sono inseriti.
In Italia lo sviluppo di questo strumento di comuni cazione è stato
rallentato da un percorso legislativo ostile; a cau sa di ciò, ancora oggi
il product placement viene tendenzialmente sottoval utato dalle
1
La prima proiezione cinematografica della storia, ad opera dei fratelli Lumiere, svoltasi a Parigi il 28
Dicembre del 1895, mostra l’uscita da una fabbrica degli operai festanti per il pranzo, fabbrica di
proprietà degli stessi fratelli Lumiere.
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imprese italiane, le quali utilizzano tale strument o come mezzo per
avere pubblicità a basso costo (Dalli et al. , 2008) senza lo studio di
strategie di inserimento coerenti ed efficaci: una tale mancanza di
coerenza strategica può rendere un’operazione di pr oduct placement
del tutto inefficace se non addirittura dannosa. No nostante ciò, gli
investimenti in product placement delle imprese azi endali sono in
continua crescita.
Per questa tesi si è in primo luogo cercato di dare un quadro
completo del contesto in cui si inserisce il produc t placement
cinematografico come tecnica di comunicazione d’imp resa.
Se ne è studiato il funzionamento, commentando i di versi metodi,
tipologie e strategie di placement possibili, dando inoltre qualche
accenno sugli elementi che dovrebbero essere tenuti in
considerazione per la scelte di una strategia in am bito internazionale.
Si è osservato quali sono i soggetti coinvolti in u n operazione di
product placement, riservando particolare attenzion e al ruolo svolto
dalle agenzie di intermediazione tra aziende inserz ioniste e imprese di
produzione cinematografica.
Si è analizzato il rapporto tra product placement e spettatore,
commentando inoltre le teorie presentate dagli stud i più recenti.
Sempre col fine di comprendere al meglio le scenari o attuale in cui
agiscono le imprese che vogliono utilizzare questa tecnica di
comunicazione, si è voluto approfondire il contesto normativo italiano,
il quale solo da pochi anni ha lasciato spazio allo sviluppo di questa
particolare forma di comunicazione.
In secondo luogo, dopo aver definito il quadro cont estuale del product
placement cinematografico, si è voluto focalizzare l’attenzione sulla
questione degli approcci strategici, per analizzare quali fossero, nella
pratica, gli approcci effettivamente messi in atto.
Prendendo come base di ricerca un precedente studio condotto da
Rea e D’Antone (2009) sui placement nei film italia ni del 2007, si è
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condotto uno studio sui 25 film più visti in Italia nella stagione
cinematografica 2010/2011; per ogni film visionato sono stati
registrati tutti gli inserimenti di brand riscontra ti, per poi effettuare
una cluster analysis che raggruppasse gli inserimen ti di marchi
effettuati con approcci simili.
Rispetto allo studio di partenza, che ha analizzato esclusivamente gli
inserimenti dei film italiani, per questa tesi si è effettuata la cluster
analysis per due campioni separati, quello delle pe llicole italiane e
quello delle pellicole statunitensi: in questo modo è stato possibile
effettuare un confronto sugli approcci strategici u tilizzati nei due Paesi
in questione, oltre che confrontare la quantità di inserimenti per ogni
categoria merceologica nei due campioni.
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1 PRODUCT PLACEMENT: DEFINIZIONI E
TECNINCHE
1.1 Definizioni di product placement in letteratura
La letteratura sul tema si è impegnata a dare diver se definizioni per
chiarire il concetto di product placement.
Una delle definizioni più citate, soprattutto in am bito cinematografico
e televisivo, descrive il product placement come un messaggio
finalizzato a influenzare il pubblico attraverso l’ inserimento oneroso,
pianificato e non invadente di un prodotto di marca in un film o in un
programma televisivo (Balasubramanian, 1994, p.31).
Nel pensiero di Balasubramanian il product placemen t rientra nei
messaggi aziendali “ibridi”, ovvero quei messaggi c he tentano di
influenzare il pubblico servendosi di mezzi che di per sé non
perseguono (solamente) uno scopo commerciale. Il co nsumatore
percepisce quindi il messaggio in maniera diversa d ai normali
messaggi pubblicitari delle aziende. Questa definiz ione ha il merito di
distinguere il product placement dai tradizionali m etodi di
comunicazione d’impresa, ma è limitata, in quanto n on tiene conto di
tutti quei messaggi che sono sì onerosi e pianifica ti, ma la cui natura
non è sempre non invadente.
La definizione è stata recentemente ampliata per te ner conto di
questo aspetto e del fatto che il product placement non si serve più
solamente del cinema e della TV, ma anche di altri mezzi di
intrattenimento.
Il product placement viene così definito come l’ins erimento oneroso
attraverso modalità visive e/o uditive di prodotti di marca o dei
relativi segni distintivi all’interno della program mazione dei mass
media con finalità commerciali (Karrh, 1998, p.33).
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Questa definizione individua tutte le componenti de l concetto di
product placement (oggetto, contesto di inserimento ed obiettivo) ma
insiste sul carattere oneroso che non è componente assolutamente
necessaria per identificare il product placement.
Una terza definizione, ancora più recente, amplific a ulteriormente il
concetto, presentando la pratica del product placem ent come
l’inserimento finalizzato di una marca in un veicol o di intrattenimento
(Russel e Belch, 2005, p. 33).
Questa terza definizione ha il merito di far decade re il carattere
oneroso del product placement, non sempre presente, ma si interessa
alle sole marche senza interessarsi ai prodotti.
1.1.1 Product placement tra obiettivo commerciale e obiettivo
culturale
Per arrivare a comprendere appieno cos’è il product placement
bisogna innanzitutto chiarire che esso ha una doppi a natura in base
all’obiettivo che si vuole perseguire tramite il su o utilizzo.
Nel caso in cui sia presente il carattere oneroso, esso può essere
definito come una tecnica di comunicazione d’impres a consistente
nell’inserimento di un prodotto, di un brand o di u na serie di elementi
atti alla sua facile identificazione, all’interno d i un qualsiasi contesto
narrativo precostituito 2
, da un film a un romanzo o videogioco, ecc.
Qui l’obiettivo dell’inserimento, come viene eviden ziato da
Balasaubramanian nella sua definizione, è influenza re il pubblico, o
meglio gli utenti del mezzo d’intrattenimento attra verso il quale viene
espresso il contesto narrativo.
Quando però non vi è il carattere oneroso, il produ ct placement non
può essere descritto come una “tecnica di comunicaz ione d’impresa”:
in tal caso l’inserimento di beni o marchi non avvi ene per raggiungere
22
Questa definizione è una rielaborazione e integrazione personale della definizione di product placement
data da Gerardo Corti, 2004, p.12
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uno scopo commerciale bensì culturale, in quanto be ni e marchi
vengono utilizzati per descrivere il contesto della narrazione, i
personaggi, gli eventi, i luoghi presenti in essa; in particolare, nel
campo cinematografico, questo tipo di product place ment è detto
intenzionale: registi e sceneggiatori decidono cons apevolmente di
utilizzare prodotti e marchi senza che vi sia stato un accordo
commerciale; ciò avviene soprattutto in quanto i pr odotti
costituiscono nella nostra cultura importanti vetto ri di significato, per
via della loro diffusione tra il pubblico, al pari di altri simboli più
tradizionali (Dalli, 2008). Gli inserimenti intenzi onali vengono
effettuati talvolta in modo positivo, altre volte i n modo neutro, altre
volte ancora in modo negativo o critico.
Figura 1.1: Fotogramma dal film Fight Club (Fonte: screenshot da dispositivo di
riproduzione)
Uno dei casi più rilevanti di marchi utilizzati con connotazioni negative
è il film Fight Club (1999) dove marchi famosi come Ikea, Gucci,
Volkswagen, Bmw e Hp vengono denigrati o vengono di strutti
prodotti di tali marche; nel film i due protagonist i combattono contro
tutto ciò che rappresenta la cultura consumistica o ccidentale, frustrati
dal loro sentirsi non uomini, ma meri consumatori.
Nella figura 1.1 possiamo vedere Brad Pitt e Edwar d Norton,
protagonisti del film, intenti a distruggere un mag giolino Volkswagen;
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sullo sfondo è riconoscibile anche il marchio GUCCI , altro brand che
viene denigrato dai due protagonisti.
Vi è poi un terzo tipo di inserimento che non ha nu lla a che vedere né
con l’aspetto culturale, né con l’aspetto commercia le; si tratta del
cosiddetto inserimento casuale: succede spesso, in particolare in
panoramiche di grandi città o in riprese urbane, ch e compaiano
marchi ripresi involontariamente, ma che vengono mo strati per
rendere in maniera realistica sullo schermo il pano rama urbano. Per
esempio 3
, in Harry Potter e i Doni della morte – parte 1 (2010)
abbiamo un’inquadratura dall’alto di Piccadilly Cir cus a Londra, dove
vengono mostrati sullo sfondo i marchi Barclays, Sa msung, Sanyo,
Tdk, i quali sono parte integrante del panorama del la piazza.
Va sottolineato infine che un inserimento commercia le non esclude a
priori che esso possa avere anche natura culturale: un product
placement a carattere oneroso, quando ben integrato nel contesto
narrativo, può essere utilizzato anche al fine di r endere
maggiormente realistico tale contesto o descrivere meglio una
particolare situazione o come simbolo di rimando a particolari
concetti; in tal caso vengono perseguiti entrambi g li scopi, sia quello
commerciale sia quello culturale.
Chiarito che possono essere ricompresi nella defini zione di product
placement non solo gli inserimenti che hanno un car attere oneroso,
ma anche quelli che perseguono fini culturali, vedi amo ora quali sono
i principali mezzi d’intrattenimento diversi dal ci nema in cui è
applicabile il product placement, prima di analizza re in maniera più
specifica gli aspetti del product placement cinemat ografico come
tecnica di comunicazione d’impresa.
3
Durante il capitolo, per esemplificare e commentare, verranno citati in particolare casi di placement
appartenenti ai film visionati per questa tesi
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1.2 Campi di applicazione del product placement
I mezzi di comunicazione di massa attraverso i qual i possono essere
inseriti prodotti e brand sono molteplici, tutti co n i loro codici e regole
alle quali gli inserimenti devono adattarsi per pot ersi integrare al
meglio nel contesto.
1) Fiction, film tv e telefilm
Resa legale in Italia solo di recente 4
, questo campo di applicazione del
product placement è quello più simile al product pl acement
cinematografico.
Anche in questo campo, l’applicazione del product p lacement esiste
da molto tempo; va ricordato che il termine “soap-o pera” fu coniato
negli anni’60 per le serie televisive destinate a f ar aumentare le
vendite di detersivi presso le massaie americane.
2) Show televisivi
Un product placement negli show televisivi si verif ica ogni qualvolta
venga mostrato in uno show un marchio o prodotto o quando un
certo prodotto viene indossato o utilizzato da uno dei partecipanti
famosi dello show; in questo ultimo caso si può par lare di product
placement solo nel caso in cui sia stata studiata u n’apposita
operazione commerciale.
Un recente studio svoltosi in Italia (Nelli, 2008) dimostra come il
product placement all’interno di show televisivi ha maggiori
potenzialità del product placement cinematografico nel creare
fenomeni di moda e nell’influenzare le future decis ioni d’acquisto dello
spettatore, ma allo stesso tempo viene valutato com e meno
eticamente ammissibile rispetto ai product placemen t inseriti in altri
mezzi di intrattenimento.
4
Il product placement nei programmi televisivi di intrattenimento è stato legalizzato dal c.d. “Decreto
Romani” - Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici - D.Lgs. 15 marzo 2010, n. 44 in
recepimento della dir. Europea Servizi Media Audiovisivi (SMA)
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3) Videogiochi e software
Sempre più spesso all’interno dei videogiochi si tr ovano casi di
product placement. Un buon inserimento è possibile soprattutto nei
videogiochi di genere sportivo (calcio, snowboard, ecc.) e ad
ambientazione urbana (es. Grand Theft Auto).
Questa forma di product placament gode del fatto ch e viene applicata
in un mezzo dove il livello di coinvolgimento e la soglia di attenzione
del gamer (colui che utilizza il videogioco) sono e stremamente alti.
È importante però tenere conto dell’ambientazione del gioco per un
corretto posizionamento dei messaggi, in modo che s iano inerenti allo
scenario del mondo virtuale; come per qualsiasi pro duct placement,
un inserimento non in linea con il contesto può ri sultare fastidioso
all’utente del mezzo di intrattenimento.
Figura 1.2: Immagine del videogioco Battlefield 2142 (Fonte: internet)
Ad esempio in Battlefield 2142, sparatutto in prima persona
ambientato nel futuro prodotto da Electronic Arts n el 2006,
l’inserimento di enormi cartelloni Pepsi ha generat o fastidio nei
videogiocatori; essi hanno guardato a questo produc t placament
come a un’intrusione che ha rovinato la verosimigli anza
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dell’esperienza videoludica 5
. Sempre nello studio di Nelli risulta che
nei videogiochi, rispetto ad altri mezzi di intratt enimento, è
maggiormente percepito il contributo della marca al l’intensificazione
delle emozioni e all’aumento del realismo dell’espe rienza di gioco.
4) Serie a cartoni animati e fumetti
Nelle serie a cartoni animati e fumetti, soprattutt o in quelli destinati
ad un pubblico adulto, si trovano spesso casi di pr oduct placement, in
particolare “fake placement”, ovvero l’inserimento di brand con loghi
e nomi delle marche modificati. Nella maggior parte dei casi gli
inserimenti non hanno alle spalle un accordo commer ciale, ma sono
frutto della libertà artistica dei disegnatori o de gli sceneggiatori e
vengono usati soprattutto per aumentare il realismo delle
ambientazioni rappresentate o per caratterizzare me glio i personaggi.
Parlando di serie a cartoni animati, a chiara dimos trazione della loro
importanza nella cultura occidentale, non si può no n citare il caso
della famosa birra Duff dei Simpson 6
, importante caso di product
placement inverso che si ha nel caso in cui un bran d, nato come
marchio fittizio in un determinato contesto narrati vo, viene
successivamente utilizzato nella realtà.
5) Videoclip musicali
Il product placement si sta facendo sempre più spaz io anche nei
videoclip musicali, con caratteristiche simili al p roduct placement
cinematografico. Qui rispetto ad altri mezzi la sog lia di attenzione
degli spettatori è più bassa, ma si ha una maggiore frequenza di
trasmissione.
5
http://www.nuovomarketing.altervista.org/interactiveentertainment.htm
6
Il marchio Duff è stato registrato nel 2006 dal commerciante messicano Rodrigo Contreras, dopo
accordi commerciali con la 20th century Fox, detentrice dei diritti sul marchio