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Introduzione
L‟obiettivo primario che questo lavoro si propone di raggiungere è quello di porre
in evidenza le problematiche e le aspettative della traduzione poetica, sicuramente
non facile da affrontare, attraverso un dettagliato percorso esplicativo delineato
grazie all‟ausilio di strumenti preziosi, quali ricerche bibliografiche e sitografiche
mirate, ideogrammi e schemi; il metodo e i principi traduttologici utilizzati, base e
punto di riferimento per quanto riguarda il terzo e quarto capitolo, si rifanno al
pensiero critico-filosofico che Umberto Eco attribuisce ai processi di traduzione
nel saggio Riflessioni teorico-pratiche della traduzione
1
, in cui egli riassume tutta
la sua filosofia a riguardo: Eco sottolinea il preconcetto di fedeltà in una
traduzione che non può essere ottenuta se non attraverso la comprensione e
interpretazione dell‟intenzione del testo della lingua di partenza, occorre
trasformare (ma non troppo) l‟originale per adattarlo all‟universo del lettore, e per
raggiungere questo scopo la nostra traduzione deve essere sia target che source
oriented perché essa deve rendere e conservare quasi in modo immutato il senso
del testo originale, dando però conto a fattori culturali della lingua di arrivo. Se
tradurre significa interpretare, quello che il traduttore compie con se stesso nel
capire il senso di un messaggio è una scommessa. Scommessa ancora più ardua da
vincere, come nel caso proposto, se i testi sono poetici, poiché quando si cerca di
riportare fedelmente la metrica si rischia di perderne l‟essenza e viceversa.
Questo percorso ricondurrà gradatamente, attraverso vari livelli
appositamente strutturati, alla presentazione di alcuni testi campione estrapolati
dall‟opera capolavoro di Miguel Hernández, grande autore spagnolo che con la
sua vita e la sua grandiosa ed emozionante produzione poetica segnò i più
disparati ambienti politici e culturali della Spagna del suo tempo. Il suddetto
lavoro sarà articolato secondo una sorta di sistema piramidale che partendo da
concetti più semplici e basilari, approfondirà via via le aree di maggiore interesse.
Nel primo capitolo si definirà, attraverso esemplificazioni di ampio respiro,
la generica nozione di testo e le sue caratteristiche intrinseche per poi passare
all‟argomentazione del testo letterario e più precisamente di quello poetico,
analizzato nei suoi tratti distintivi (fonici, retorici e semantici), che lo rendono
diverso da tutti gli altri tipi di composizione letteraria.
Nel secondo capitolo, invece, verranno illustrate anche attraverso schemi e
tabelle, le procedure di traduzione poetica, sempre partendo dai concetti più
semplici e tentando di esemplificare la ragione delle difficoltà in cui, con tutta
probabilità, potrà incorrere il neofita che si accinge a tradurre questo tipo di testo.
1
U.ECO, Riflessioni teorico-pratiche sulla traduzione, in Teorie contemporanee della traduzione a
cura di Siri Nergaard, Strumenti Bompiani, 2007 - pp.121-146
4
Nel terzo capitolo si accantonerà per qualche istante il discorso sulla
traduzione teorica, per volgere lo sguardo agli scritti ed alla vita di Miguel
Hernández, analizzandoli e soprattutto calandoli nel contesto culturale, storico,
sociale e politico del XX secolo a cui appartengono. Particolare interesse, com‟è
ovvio, sarà attribuito all‟opera da cui sono stati selezionati i campioni di
traduzione poetica, El rayo que no cesa (1936), e specificamente alla simbologia
del toro sempre presente, in maniera diretta o indiretta, in tutte le composizioni
poematiche prescelte e di cui costituisce un leitmotiv che incuriosisce molto noi
lettori. I criteri di scelta dei poemi si centrano appunto intorno a codesta figura
simbolica, che rappresenta la nazione spagnola fondamentalmente, ma che
soprattutto è di principale rilevanza per la produzione dell‟autore di cui si tratterà,
segno di virilità, vigore, forza, e allo stesso tempo nobiltà, passione. Il simbolo
maggiormente riscontrato infatti nel Rayo que no cesa è proprio quello taurino,
come si nota dalle parole di Arturo del Hoyo: “ El tema del toro […] irrumpe en el
Rayo que no cesa con vigor inusitado”.
2
Il IV ed ultimo capitolo sarà interamente dedicato alla traduzione dei
campioni dallo spagnolo all‟italiano, dedicando ampio spazio al commento e
all‟analisi degli stessi, ponendo infine un raffronto critico tra la traduzione della
sottoscritta e quella dell‟illustre hispanista Dario Puccini, a cui va il merito di aver
introdotto Miguel Hernández in Italia e di averne tradotto la maggior parte degli
scritti.
2
A. del Hoyo, Escritos sobre Miguel, Fundación cultural Miguel Hernández, Orihuela, 2003 -
p.29
5
1. Primo capitolo – Il testo poetico
1.1 Caratteristiche generali del testo letterario
Prima di cominciare a delineare le caratteristiche del testo poetico, non si può
prescindere da quella che è la definizione primaria e basilare di testo né da quella
più specifica di testo letterario. Il termine testo, per precisare, deriva dal latino
textus, participio del verbo texere, quindi tramare, intrecciare, tessere. L‟origine
etimologica pone in evidenza appunto la relazione che esiste tra il testo ed un
qualsiasi tessuto: entrambi intrecciati a formare una lunga e precisa trama in cui
ogni elemento, anche il più piccolo e nascosto, contribuisce alla tenuta uniforme.
Ci avvaliamo però, per meglio comprendere come viene definita la nozione di
testo in ambito linguistico, di alcune definizioni che ne esaltano i tratti
fondamentali:
Secondo quanto commenta Bernárdez:
El texto es la unidad lingüística comunicativa fundamental, producto de la actividad verbal
humana, que posee siempre carácter social; está caracterizado por su cierre semántico y
comunicativo, así como por su coherencia profunda y superficial, debida a la intención
comunicativa del hablante de crear un texto íntegro y a su estruturación mediante dos conjuntos de
reglas: las propias del nivel textual y las del sistema de la lengua
3
.
Simile il pensiero di Castellá, per il quale il testo è «[...] una unidad
lingüística comunicativa, producto de la actividad verbal humana, que posee un
carácter social. Se caracteriza por la adecuación al contexto comunicativo, la
coherencia informativa y la cohesión lineal»
4
. In merito, osserviamo anche
l‟affermazione di Muñoz, secondo la quale:
Los textos no se componen de oraciones, sino se expresan a través de ellas. Hay textos que constan
de una sola oración [...] pero normalente tienen muchas más. Aunque hay casos difíciles, en
general todos somos capaces de distinguir entre un texto y unas oraciones inconexas. Esto quiere
decir que los textos tienen características observables que los identifican como tales
5
.
Con queste parole egli ha chiaramente evidenziato la testualità (textura),
ossia l‟insieme delle caratteristiche che un testo deve presentare affinché lo si
consideri tale. Secondo quanto detto, di conseguenza, sono tre le proprietà che
3
Citazione ripresa da E. BERNÁRDEZ, Introducción a la lingüística del texto, Madrid, Espasa
Calpe, 1982, in A.H.ALBIR, Traducción y traductología, Madrid, Cátedra, 2008 – p. 414.
4
Citazione ripresa da J.M. CASTELLÁ, De la frase al text. Teories de l’us lingüistic, Barcellona,
Empuries, 1992 in A.H.ALBIR, Traducción y traductologia, Madrid, Cátedra, 2008 – p. 414.
5
Citazione ripresa dal saggio di R. MUÑOZ MARTÍN, Lingüística per a la traducció, in A.H.ALBIR,
Traducción y traductología, Madrid, Cátedra, 2008 – p. 414.
6
reggono il funzionamento del testo: l‟adeguatezza al contesto, la coerenza, che
riguarda il contenuto e quindi l‟esattezza dal punto di vista pragmatico-semantico
e la coesione, che è correlata alla forma e che quindi concerne tutti quegli aspetti
grammaticali, lessicali e sintattici che ne conferiscono la comprensibilità. Ma è
rilevante in ciò che si appena commentato che le due opinioni attribuiscono come
strettamente connessa al testo l‟intenzione del parlante o dello scrittore.
L‟intenzionalità del testo infatti fa scaturire una serie di componenti che ci
permettono di differenziare i testi e di comprenderli globalmente; si ha intenzione
informativa se il mittente del messaggio vuole ottenere il mero passaggio di
informazioni, invece è elocutiva se pretende conseguire un determinato effetto. In
relazione all‟intenzionalità, un ampliamento alla funzione dei testi scritti e orali fu
attribuito dal filosofo della lingua John Austin, che nel 1962 in How to do thing
with words distingue tre tipi di actos de habla o meglio speech acts: l‟atto
locutivo, che ha principalmente una funzione comunicativa e informativa;
nell‟atto illocutivo si compie un‟azione spiegandola; l‟atto perlocutivo,
riguardante il dire qualcosa con uno scopo, solitamente per persuadere e per
convincere. Questo concetto è comunque strettamente correlato con la concezione
del testo come atto comunicativo, aspetto originariamente evidenziato da Roman
Jakobson durante la conferenza del 1958 a Bloomington intitolata Linguistics and
Poetry, in cui elaborò un modello comunicativo conosciutissimo che vale per tutti
i tipi di testo:
Mittente Canale
Messaggio Destinatario
Codice
Contesto
7
Si ottiene così chiaramente la visione del percorso della creazione di un
messaggio e degli elementi che lo circondano e lo influenzano: abbiamo un
mittente che attraverso un canale trasmette un messaggio associato al contesto
servendosi di un codice che arriva ad un destinatario. In alcune forme di
comunicazione, come un dialogo o un colloquio, il mittente ed il destinatario si
scambiano continuamente di ruolo. La scelta del canale, quindi lo strumento della
comunicazione, è strettamente legata alla natura del messaggio, al contesto ed alle
esigenze del ricevente. Inoltre per rendere corretto il processo di comunicazione,
emittente e destinatario devono essere in grado di comprendere ed essere a
conoscenza del tipo di codice, ossia l‟insieme delle regole che permettono di dare
un significato ai suoni e/o simboli utilizzati. Il contesto rappresenta l‟insieme della
situazione generale e delle circostanze in cui la conversazione è iscritta. I
principali tipi di contesto sono: testuale, che ha una connotazione puramente
linguistica; situazionale, che va oltre il linguaggio e prende vita nelle situazioni
extralinguistiche; culturale, in cui viene valutato il possibile background culturale
di colui al quale ci si rivolge, in modo tale da ottimizzare la conversazione. Oltre a
questi fattori, non si può tralasciare l‟importanza che ricopre il registro in un
discorso: esso può presentarsi come alto (formal), medio o basso (informal). Il
destinatario conosce nell‟informazione data solo uno o pochi elementi di essa,
detti “tema”, mentre quelli aggiuntivi e nuovi per lo stesso vengono denominati
“rema”. Il mittente può ricoprire il ruolo di hablante oppure quello di
autor/escritor. In entrambi i casi, dietro un discorso o uno scritto si nasconde uno
scopo per cui si è messa in atto una comunicazione, si parla dunque di funzione
della lingua. A titolo unicamente illustrativo, verranno di seguito schematizzate le
principali funzioni in riferimento alla suddivisione attuata da Bühler
6
e poi
ampliata da Jakobson:
6
Schema ripreso da K. BÜHLER, L’assiomatica delle scienze del linguaggio, Roma, Armando,
1979, sintetizzato e riadattato in P. NEWMARK, La traduzione problemi e metodi, Milano,
Garzanti, trad.it. del 1988 – pp. 61-68.