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Introduzione
La comunicazione politica è sicuramente un argomento vasto e
ricco di sfumature che comprende in sØ diversi aspetti della
comunicazione umana e interagisce con una serie di meccanismi di
comprensione e di assimilazione di contenuti presenti negli esseri
umani che vengono sottoposti al messaggio politico. Ovvia la prima
distinzione tra mittente e destinatario, un mettente che confeziona
con cura ed attenzione una linea politica che comprende ideali,
valori, obbiettivi e piani d’azione mediati attraverso differenti mezzi
ognuno utilizzato ad uno scopo ben preciso. Ad esempio negli ultimi
anni un candidato a delle elezioni non può fare a meno di utilizzare
internet, ma non per questo rinuncia a manifesti, giornali, televisioni
o piø semplici brochure. Questo perchØ ogni media ha un target di
fruitori e quindi comunicando un messaggio attraverso differenti
mezzi si espande la sua accessibilità e si riescono a colpire piø strati
della società.
Nell’epoca moderna siamo immersi in un’infinita campagna
elettorale, permanente e mondiale. Vediamo spot in tv, navighiamo
siti internet, ci ritroviamo i politici su Facebook, Twitter o su
Youtube.
L’attuale situazione politica, specialmente se ci concentriamo
nel sistema italiano, ci impone di prendere sotto analisi tutte le
vicende politiche, anche le elezioni amministrative, comunali e
provinciali, e quelle regionali hanno assunto una valenza centrale per
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gli equilibri nazionali tanto che politici, mass media e cittadini le
seguono sempre con maggiore interesse.
Attraverso la spettacolarizzazione dello scontro politico,
esaltato dai sistemi a elezione diretta che personalizza la
competizione elettorale, i mass media hanno solo da rallegrarsi,
perchØ in fondo si tratta pur sempre di occasioni per fare audience.
Questa mia ricerca è divisa in due parti, la prima generale, piø
massiccia, e necessaria per parlare dell’argomento cioè che cosa è la
comunicazione politica, come viene lavorata e come operano mittenti
e destinatari, la comunicazione elettorale in tutte le sue sfaccettature
con esempi e paragoni pratici della storia e della situazione italiana e
il sistema politico giovanile, come si comporta rispetto a quello
“adulto” e perchØ è in crisi in questi anni; infine parliamo di un caso
pratico significato: le elezioni politiche del 2006 che rappresentano
una delle campagne piø aspre della storia repubblicana. Concludendo
con una serie di considerazioni sul futuro verso il quale si muove il
mondo della comunicazione politica partendo dal presente.
La seconda parte invece è dedicata interamente al presidente
della regione Puglia Nichi Vendola eletto e poi riconfermato
attraverso l’analisi della sua comunicazione politica per certi versi
innovativa e affascinante. L’analisi del suo sito internet e delle sua
pagine ufficiali su Facebook o Twitter. Catapultandoci all’interno del
suo mondo, della sua comunicazione e del suo linguaggio.
Ci tengo a precisare che il mio lavoro si basa su un analisi ed
una ricerca che prescindono dall’ideale politico e dall’insieme di
contenuti e valori ad esso strettamente collegato. A risultare
d’interesse e preso sotto analisi è il modo in cui è veicolato il
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messaggio, i media utilizzati, la comprensione del fruitore e
l’eventuale successo o no del lavoro svolto che ovviamente viene
valutato in base al risultato ottenuto nelle elezioni.
Infine bisogna tener conto del fatto che la comunicazione
politica diventa sempre piø un elemento fondamentale della strategia
politica, è un campo di studio pieno di fascino ed è soprattutto uno
scenario in continua evoluzione.
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PARTE I
Comunicazione Politica
1.1 Storia della comunicazione politica
La causa prima della nascita della comunicazione politica
risiede nella necessità di poter contare sulla legittimazione del potere
politico, la quale provenga da parte di un consenso umano, di
qualsiasi tipo e in qualsiasi forma sia previsto che questo sia
espresso.
In Occidente la comunicazione politica trova
convenzionalmente origine nella ‘democratica’ Atene del V – IV
Secolo a.C. L’Atene di Socrate e Platone e soprattutto dei grandi
maestri di retorica della scuola dei Sofisti. Il mondo romano, poi,
fornisce altri esempi di proto-comunicazione politica, durante il
periodo della Repubblica, quando il governo era retto anche da
magistrati eletti dai cittadini. In quegli anni le tecniche di seduzione e
di manipolazione dell’elettorato si sviluppavano considerevolmente
fino a divenire strumenti indispensabili della conquista del potere.
L’esempio romano è diventato paradigmatico anche per le
campagne elettorali di molti secoli dopo. Alcuni termini entrati
nell’uso nell’epoca moderna risalgano a quell’esperienza, come
candidato, nome dato al pretendente alle cariche pubbliche che
durante la campagna elettorale si rivestiva di una toga bianca come
segno di riconoscimento; e comizio, riunione del popolo attorno ad
un oratore che espone le sue posizioni e cerca di convincere
l’uditorio. Il Piccolo manuale della campagna elettorale, scritto in
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forma di lettera dal fratello a Cicerone che si presentava candidato, è
una piccola summa di consigli e suggerimenti di come convincere gli
elettori, che anticipa le tecniche di marketing politico messe a punto
dagli esperti di comunicazione del XX secolo.
Non è necessario che esiste un qualche sistema elettivo (e
quindi qualche sistema elettorale) perchØ si sviluppino arte, tecniche
e tecnologie di comunicazione politica.
Ciò che differenzia la comunicazione politica in democrazia da
quella di altri sistemi piø o meno totalitari è un aspetto che potremmo
definire ‘sistemico’: la libertà di espressione e di associazione dei
cittadini, costituzionalmente garantite e promosse, ad esempio l’art.
21 della Costituzione della Repubblica Italiana recita ai primi due
comma: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o
censure.”
Questo principio democratico di libertà di associazione,
espressione ed opinione creano le premesse per l’affermazione di uno
spazio della politica e quindi della comunicazione politica, che sfrutta
un ampio panorama di strumenti e mezzi di comunicazione, non solo
di massa, che si differenzia per tipologie di forme, contenuti e di
pubblici di riferimento. Parte ultima, ma non per importanza, di
questo meccanismo i cittadini, liberi di diffondere le proprie idee,
chiamati ad esprimere la loro preferenza tra i vari soggetti politici,
che liberamente decidono da chi debbano essere rappresentati nelle
istituzioni.
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Possiamo considerare gli Stati Uniti come il piø grande
laboratorio della comunicazione politica, a tal proposito Mazzoleni
(1998, pag.19) afferma: “Mentre nel vecchio continente
imperversava il fascismo e si consolidava lo stalinismo, negli Stati
Uniti si celebrava il connubio tra pubblicità, marketing,
informazione, sondaggi d’opinione, nel grande gioco della politica e
delle campagne elettorali”. Possiamo infatti affermare che la
comunicazione politica come area di ricerca e vera è propria
disciplina nasce prima negli Stati Uniti che in Europa
Nello sviluppo della comunicazione politica, la diffusione del
mezzo televisivo (negli anni Cinquanta e Sessanta) è riuscita a
imprimere una fortissima accelerazione, alimentata poi dalla piø
recente introduzione e la diffusione delle nuove tecnologie che hanno
dato un’ulteriore spinta alla definizione di nuove forme e modalità di
comunicazione politica e all’elaborazione di nuovi modelli di analisi.
Nell’agorà contemporanea la comunicazione politica svolge,
pertanto, oggi piø che mai un ruolo cruciale.
Si possono trovare elementi comuni tra la comunicazione
politica e la comunicazione commerciale e per certi versi possiamo
notare come il saper vedere un prodotto possa risultare paragonabile
al vendere un soggetto politico, e proprio la comunicazione
d’impresa ci insegna che l’obiettivo fondamentale non è quello di
indurre i destinatari a un comportamento di acquisto, quanto piuttosto
quello di operare attraverso una strategia di lungo periodo per far
sorgere, consolidare e accrescere atteggiamenti positivi verso
l’oggetto acquistato o da acquistare, con l’auspicio che in prospettiva
il comportamento di acquisto venga ripetuto e che l’individuo si
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“fidelizzi” in qualche modo all’offerta. Proprio in questo senso, molti
dei concetti e della strumentazione che nel corso del tempo la
comunicazione commerciale ha ideato, sperimentato e raffinato
possono tornare utili alla causa della comunicazione politica, la quale
non si esaurisce nel suo momento elettorale, paragonabile
all’acquisto, ma prosegue fino al momento elettorale successivo.
Dal punto di vista regolamentare per la comunicazione politica
vengono in particolare tenuto sotto controllo i rapporti tra politica e
sistema dei media. La legge di riferimento per il settore è la legge 22
febbraio 2000 n28 dal titolo Disposizioni per la parità di accesso ai
mezzi di informazione durante le campagna elettorali e referendarie
e per la comunicazione politica che nel Comma 1 dice che è utile “al
fine di garantire la parità di trattamento e l’imparzialità rispetto a tutti
i soggetti politici, l’accesso ai mezzi di informazione per la
comunicazione politica”.
In linea generale la legge cerca di regolare i seguenti punti di
criticità nel rapporto tra media e politica:
a) le modalità di costruzione dei programmi radiotelevisivi
che si occupano di informazione politica (esclusi i
notiziari)
b) le modalità di costrizione dei messaggi politici
autogestiti
c) le modalità di costruzione dei programmi radiotelevisivi
che si occupano di informazione politica e di messaggi
politici autogestita in campagna elettorale
d) le modalità e i tempi di pubblicazione dei sondaggi nel
corso della campagna elettorale