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Introduzione
Il presente lavoro mira ad approfondire e ad
analizzare il tema del fumetto della realtà
all’interno del panorama editoriale attuale sia
italiano che internazionale.
Il titolo “Il fumetto della realtà” racchiude
trasversalmente l’universo dei cartoons più
complessi, partendo dal graphic novel, attraverso gli
esperimenti editoriali di Gianluca Costantini,
precursore del termine stesso “fumetto della realtà”,
fino al più recente fenomeno del graphic journalism .
Attraverso l’evoluzione editoriale e comunicativa
dei comics si è voluto procedere inizialmente con
un’analisi storica delle diverse riviste fumettistiche
italiane, fino ad arrivare alla nascita vera e propria
del “fumetto d’autore”, sancita con la creazione
della testata «Linus» e dei protagonisti degli
2
anni Settanta e Ottanta, quali Andrea Pazienza e
Filippo Scòzzari.
Le premesse storiche e sociali di quegli anni hanno
portato allo sviluppo di un nuovo pubblico del
fumetto. Un target nuovo, più maturo e più vicino ai
temi del romanzo.
Grazie all’intervista con Laura Scarpa, fumettista e
direttrice della rivista a fumetti «Animals» si è
potuto approfondire il genere graphic novel nei suoi
temi e nelle sue caratteristiche principali. Ciò è
servito per fare un’ulteriore riflessione su uno degli
aspetti fondamentali del romanzo grafico che è la
documentazione della realtà e l’inchiesta a fumetti.
Se da una parte, infatti, le opere autobiografiche
Maus e Persepolis hanno segnato una tappa
importante in riferimento alla comunicazione
fumettistica, dall’altra il reportage a fumetti di Joe
Sacco dimostra come il linguaggio giornalistico
unito all’uso dei disegni, dei ballons e delle
3
didascalie possa, al pari di quello s tandard, assolvere
alle funzioni informative e sociali (tipiche del
giornalismo), oltre che gettare le basi per una
riflessione più ampia sulla sperimentazione a
fumetti.
Ciò a cui si è tentato in parte di rispondere nel
presente lavoro è la domanda se possa esistere, o
meno, un giornalismo a fumetti o un fumetto
giornalistico poiché grazie alle molteplici esperienze
e percorsi editoriali esistenti, sulla carta e in rete, è
stato possibile indagare sui punti di forza dei due
linguaggi comunicativi. In questo, grande
importanza ha l’esperienza di Gianluca Costantini,
fumettista, illustratore, editore e grafico, che con le
sue idee innovative e con l’utilizzo sperimentale del
linguaggio fumettistico è riuscito ad accostare in
maniera insolita i temi della memoria collettiva, al
collage fotografico e al disegno documentaristico.
Nell’ultima parte del presente lavoro si sono
4
volute illustrare delle idee generali per un ipoteti co
progetto editoriale in grado di mettere insieme
l’esperienza del graphic journalism del settimanale
Internazionale e i temi d’impegno civile del graphic
novel.
Il giornale inchiesta Olistika , infatti, nasce dall’idea
di utilizzare tavole disegnate per affrontare
argomenti del presente e tematiche attuali, uscendo
fuori dalle dinamiche seriali e dalle caratteristiche
standard del fumetto.
Dalla realizzazione delle copertine, alla scelta dei
temi da affrontare, il progetto Olistika tenta di
proiettare, nel vasto mercato editoriale, un’idea
“aperta”, capace di raccogliere la sfida di quanti, tra
reporter e cartoonist, si sono già avvicinati a questo
settore. E nel farlo si è voluto approfondire lo
strumento giornalistico che più di tutti è riuscito a
sfruttare positivamente l’arte fumettistica:
l’inchiesta (e il reportage ); da una parte
5
superando lo storicismo della realtà editoriale Becc o
Giallo e dall’altra utilizzando quei criteri selettivi
del lavoro giornalistico.
Le interviste realizzate ai protagonisti reali
dell’universo a fumetti, presenti in Appendice al
testo, sono state molto utili al fine del presente
lavoro, soprattutto nel riportare accuratamente le
funzioni e i ruoli da essi svolti all’interno del settore
editoriale.
Il presente lavoro non mira a dare un’analisi
esaustiva di quello che è il fumetto della realtà 1
,
poiché sono stati posti alcuni limiti sia nel tipo di
fumetto indagato che negli aspetti del progetto
ideato, ma tenta di portare all’attenzione i
meccanismi evolutivi del linguaggio fumettistico, in
grado di raccontare anche quegli aspetti più
complessi della nostra società.
1
In riferimento al continuo evolversi dei percorsi editoriali in
rete e nel cartaceo, in Italia.
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CAPITOLO 1 La comunicazione
fumettistica attraverso le tappe evolutive
del genere
1.1. Breve storia del fumetto d’autore: le riviste
i taliane da «Bertoldo» a «Frigidaire»
Fu il giornale statunitense «New York
World», nel suo settimanale domenicale, ad ospitare
quello che può essere definito il primo personaggio
fumettistico moderno 2
: era il 1895 e quello
rappresentato dal disegnatore Richard F. Outcault
prendeva il nome di The Yallow Kid , un bambino
dalle vesti gialle e dalle buffe orecchie a sventola.
2
Si intende una storia realizzata attraverso l’uso delle
nuvolette e delle vignette. In questo caso The Yellow Kid
rappresenta la prima ‘striscia’ a fumetti comica a colori (già
pubblicata in bianco e nero sulla rivista «Truth» tra il 1894 e
1895.) http://blog.janfe.com/storia-del-fumetto/. (cs. 4/11/ 2009)
7
Fig. 1 The Yellow Kid di Richard F. Outcault
Già in Inghilterra all’inizio dell’800 si stava
sperimentando l’uso dei ballons 3
unito all’arte del
disegno, senza però capirne le reali potenzialità.
In Italia solo nel 1904 si conobbe il celebre “bambino
giallo”, grazie alla pubblicazione del «Novellino» 4
,
realizzato a Roma, e si dovrà aspettare ancora a
lungo affinché il genere fumetto possa espandersi
3
Nuvolette disegnate nelle quali sono comunemente
contenute le parole associate al disegno.
4
Settimanale fondato nel 1898 da Enrico Novelli, detto Yambo.
Cfr. Luca Raffaelli, Il fumetto: un manuale per capire, un saggio
per riflettere , Il Saggiatore, Milano, 1997, pp. 60-61.
8
ad un pubblico più adulto ed uscire dalla testata,
allora celebre, de il «Corriere dei Piccoli» 5
.
A Milano, considerata la capitale editoriale
d’Italia, in una modesta redazione, nel 1936 nasceva
una delle prime riviste a fumetti: «Bertoldo»,
pubblicata da Rizzoli Editore.
Alla base della linea editoriale c’erano due
dei punti centrali sui quali ruotava il fumetto prima
della guerra: la satira e l’umorismo. Due elementi
essenziali per “fare informazione” e per
intrattenere.
A Roma, invece, era noto il giornale satirico
«Marc’Aurelio», fondato nel 1931 da Oberdan
Cotone e Vito De Bellis, nel quale alcune rubriche e
disegni erano curati da personaggi noti del
5
Supplemento settimanale del «Corriere della Sera», destinato
ai bambini e contenente numerosi personaggi del fumetto
americano ma anche italiano ( Happy Hooligan , Jiggs & Maggy, Il
Signor Bonaventura ). Venne pubblicato fino al 1995.
9
panorama umoristico del tempo 6
. Le tirature molto
elevate della rivista Marc’Aurelio (circa 350.000
copie a numero) decretarono il successo di un
genere sul quale si orientarono molti altri progetti
editoriali fumettistici futuri.
La satira a fumetti resta tuttora un modo
molto incisivo per comunicare ‘la politica’ in Italia
7
,
benché la presenza di nuova forme artistiche
comunicative presenti in rete, definibili dei veri e
propri osservatori sociali e politici, stimolino in
maggior misura quel legame mai spezzato che c’è
tra il fumetto, l’uomo e la società.
Gli anni Sessanta e Settanta mostrano una
rigogliosa attività editoriale legata alle tematiche
della guerra, della contestazione culturale e della
6
Uno degli autori fu proprio il celebre regista romagnolo
Federico Fellini che ideò le “Storielle di Federico”, vignette
umoristiche di due o tre sequenze sul costume italiano. Cfr.
Federico Fellini, Racconti umoristici: Marc’Aurelio (1939-1942 ),
Einaudi, Torino.
7
Cfr. Federico Vergari, Politicomics . Raccontare e fare politica
attraverso i fumetti, Tenuè, Latina, 2008, p. 65.
10
politica. In America nasce il fumetto u nderground 8
che si oppone alla stampa tradizionale avvalendosi
di un linguaggio spigliato e di controinformazione,
capace di raccontare la realtà e le contraddizioni ad
essa legate.
Ciò che accade nel mondo riguarda ogni singolo
individuo; il privato diviene pubblico e ciò che è
personale diventa politico.
9
Il fumetto trova nella “rivoluzione” culturale e
comunicativa che era in atto in quel periodo, in
America come in Europa, una giusta collocazione e
un’identità definita. “In ogni paese in cui è soffiato
il vento della contestazione c’è stato un movimento
di disegnatori politicamente impegnati. Così come
8
Robert Crumb è considerato il padre dei “Comix”
underground statunitensi. Tra gli anni Sessanta e Settanta
collabora a molte riviste “di nicchia” americane («OZ»,
«Gothic Blimp Works», «Motor City») e sarà tradotto anche in
Italia dalle riviste «Linus», «Fallo! », «E Re Nudo».
9
“Il personale è politico” era uno slogan del Sessantotto. Cfr.
Pietro Scarnera, Graphic novel e politica: tra giornalismo e
autobiografia, in Federico Vergari, Politicomics , Tenuè, Latina,
2008, p. 73.
11
gli Stati Uniti hanno avuto i loro disegnatori anti
V ietnam, l’Italia ha avuto la fortuna di ospitare
alcuni disegnatori geniali quali: Filippo Scòzzari,
Tanino Liberatore, Andrea Pazienza e Stefano
Tamburini”.
10
«Linus», «Frigidaire», «Cannibale» 11
e il «Male» 12
rappresentano una parte importante del settore
editoriale alternativo italiano, dell’epoca, poiché,
oltre ad avere ciascuno un preciso percorso
comunicativo e dunque un’identità molto forte,
riuscirono a rendere ‘popolare’ 13
un linguaggio che
10
Federico Vergari, op. cit., p. 106. Cfr. Filippo Scòzzari, Prima
pagare, poi ricordare. Da «Cannibale» a «Frigidaire». Storia di un
manipolo di ragazzi geniali , Roma, Coniglio Editore 2004.
11
«Cannibale» è una rivista edita da Primo Carnera nel 1978;
essa è “figlia delle rivolte del 1977”, ma nel giro di alcuni anni
perderà la sua verve politica per dedicarsi a temi più narrativi.
Fu il primo tentativo da parte degli autori di divenire autori di
se stessi.
12
Rivista satirica italiana fondata da Pino Zac nel 1977 e
pubblicata fino al 1982. Tra gli autori principali troviamo
Scòzzari e Tamburini. Cfr. Filippo Scòzzari, op. cit. , p. 102.
13
In riferimento ad un pubblico più ampio rispetto a quello
precedente. Tuttavia si parla ancora di ‘nicchia’. Dall’intervista
12
prima di quel momento era considerato
p revalentemente di “nicchia”.
Fig. 2 Copertina del I numero di «Linus», 1965
Per convenzione, l’origine delle riviste di
p restigio e d’autore si è fatta risalire al 1965, anno in
cui uscì il primo numero della Rivista «Linus» 14
.
Dall’idea di Giovanni Gandini (direttore fino al
1972) e Oreste Del Buono, il periodico «Linus», si
presta fin da subito come bacino di diversi artisti
americani e italiani. Lo stesso filone underground
con Laura Scarpa, Direttrice della rivista «Animals», presente
in Appendice 1.
14
Cfr. Luca Boschi, Irripetibili. Le grandi stagioni del fumetto
italiano, Coniglio Editore, Roma, 2007, p. 121.