2autostima e di crescita, ma le aziende, raramente sono riuscite a costruire
un sistema di incentivi e, più specificamente, dei meccanismi di carriera
capaci di rispondere a queste esigenze.
Scopo di questo lavoro è quello di esaminare più da vicino questo
problema, prendendo in esame una categoria particolare di professionals: i
professionals della ricerca e sviluppo.
"Il mutamento tecnologico è una delle principali determinanti della
concorrenza. Ha un ruolo fondamentale nel mutamento strutturale dei
settori industriali come pure nella creazione di nuovi settori industriali. É
inoltre un grande equilibratore, dal momento che erode il vantaggio
competitivo anche di imprese ben posizionate e ne fa emergere
altre"(Porter, 1987).
Queste parole di Porter ci fanno comprendere come la variabile tecnologica
sia, oggi, una delle variabili cruciali per la sopravvivenza delle aziende: la
pianificazione strategica deve tenere conto delle evoluzioni della tecnolo-
gia, prevedendole e prevenendole, al fine di evitare la perdita del vantaggio
competitivo o, addirittura, al fine di evitare una sterile leadership in un
mercato obsoleto; inoltre, è compito della pianificazione strategica indivi-
duare le opportunità fornite dall' evoluzione tecnologica al fine di erodere l'
altrui vantaggio competitivo o, addirittura, al fine di occupare un nuovo
mercato.
Più specificamente,la strategia tecnologica deve prendere una serie di
decisioni riguardanti:
1) quale tecnologia sviluppare;
2) essere leader o follower tecnologico;
3) essere o meno titolare esclusivo della tecnologia sviluppata.
3La scelta della tecnologia da sviluppare è fondamentale perchè le risorse da
destinare per l' innovazione sono tipicamente scarse; le logiche di selezione
dei progetti innovativi sono diverse:
1) analisi della catena del valore: si selezionano quei progetti che hanno un
maggiore impatto sulla creazione del valore;
2) analisi del gap: si selezionano quei progetti che consentono di colmare il
gap causato dalla normale obsolescenza dei prodotti;
3) strategia oltremisura: si selezionano quei progetti che mi consentono di
accumulare risorse invisibili da utilizzare in futuro per nuovi business.
La scelta di essere leader oppure follower tecnologico si focalizza sulla
sostenibilità e sull' appropriabilità dell' innovazione, e sui vantaggi e
svantaggi da prima mossa.
L' innovazione è sostenibile quando l'azienda dispone delle risorse per
svilupparla autonomamente; se queste risorse non sono presenti, l' azienda
può ricorrere alla cooperazione oppure all' imitazione.
L' innovazione è appropriabile quando l' azienda che la sviluppa riesce a
goderne in modo esclusivo; in realtà, il grado di appropriabilità di una
innovazione varia: se è elevato, è conveniente essere leader, altrimenti è più
vantaggiosa la posizione del follower.
infine, i vantaggi da prima mossa, se superano gli svantaggi da
prima mossa, contribuiscono a privilegiare la scelta di leadership: se un
posizionamento profittevole, una reputazione da leader, un accesso
privilegiato ai canali distributivi e di approvvigionamento sono sufficienti a
coprire i costi di pionierismo, le fluttuazioni della domanda e il rischio di
un cambiamento dei fabbisogni degli acquirenti, allora la leadership
tecnologica è una strada percorribile.
4Infine, c'è la scelta se concedere o meno delle licenze: se l' azienda è
incapace di sfruttare l' innovazione, se l' accesso ad alcuni mercati è
impossibile, se si vuole favorire l' affermazione di uno standard, allora può
essere utile concedere delle licenze.
Il comportamento strategico dell' azienda è influenzato fortemente sia dall'
ambiente tecnico-scientifico che dall' ambiente competitivo, ma non può
prescindere dalla realtà aziendale ad esso preposta e, più specificamente,
dalla sua organizzazione.
Alcune di queste conclusioni erano già state elaborate da
Schumpeter(Decastri, 1984) agli inizi di questo secolo, ma senza il giusto
approfondimento del ruolo dell'organizzazione nello sviluppo
dell'innovazione: l'imprenditore di Schumpeter riusciva da solo a
comprendere l' applicabilità di una invenzione, fungendo da medium tra il
mondo della scienza e il mercato.
Questa tesi venne modificata dallo stesso Schumpeter quando si rese conto
che la complessità prevista da questa intermediazione era tale che il solo
imprenditore non era in grado di svolgerla: era necessaria una realtà interna
all'azienda che avesse una differenziazione intermedia tra il mondo della
scienza e il mondo degli utilizzatori, l' organizzazione innovativa.
Oggi, le aziende innovative hanno tutte una porzione di organizzazione
dedicata alla variabile tecnologica e fondano buona parte della loro
efficacia competitiva sull' efficacia e sull' efficienza di questa parte di
organizzazione: in quest' ottica, la scelta delle strutture organizzative non è
neutra, bensì è funzionale alla ricerca dei vantaggi competitivi; ciascun
modello strutturale ha i suoi pregi ed i suoi difetti, che pesano in misura
diversa a seconda dell'ambiente di riferimento dell' azienda.
5La struttura per tecniche, ad esempio, prevede la realizzazione di subunità
organizzative chiamate dipartimenti, specializzate nelle singole discipline
tecnico-scientifiche o nelle diverse fasi del processo innovativo: questo
modello consente di avere un forte approfondimento dei temi trattati
accompagnato dal raggiungimento di economie di scala, ma non permette
un controllo forte dei costi e dei tempi di sviluppo, nè un adeguato
orientamento al cliente.
La struttura per prodotti, invece, consiste nella realizzazione di subunità
organizzative speculari, dedicate ai diversi prodotti trattati: questo modello
consente un forte orientamento al cliente e un buon controllo dei costi e dei
tempi di sviluppo, ma prevede anche un peggiore uti lizzo delle risorse a
parità di approfondimento.
In posizione intermedia tra questi estremi si collocano le strutture per
progetti e a matrice: queste logiche ibride tentano di ottenere i vantaggi dei
due modelli precedentemente esposti, evitandone i difetti.
La struttura per progetti consiste nella realizzazione di strutture orizzontali
temporanee, denominate progetti, che si sovrappongono alla struttura per
tecniche: questa sovrapposizione è, allo stesso tempo sia logica che gerar-
chica, relegando in secondo piano le esigenze dei dipartimenti.
Questo inconveniente della struttura per progetti viene affrontato dalla
struttura a matrice: in questo modello strutturale, i progetti e i dipartimenti
coesistono permanentemente, suddividendosi equamente le competenze e i
poteri; il grave problema di questo modello strutturale è, però, la difficoltà
di realizzazione, essendo molto difficile conciliare le diverse esigenze
senza utilizzare l' agevole strumento del potere gerarchico.
6Il giudice della idoneità delle strutture organizzative è l' ambiente che,
indicando quali sono i fattori critici di successo, decreta il successo dei
diversi modelli strutturali adottati.
La struttura dell' organizzazione innovativa è, inoltre, importante perchè è il
primo mezzo di coordinamento delle attività componenti il processo
innovativo: le attività che portano all' ottenimento di una innovazione
tecnologica sono svolte, quasi esclusivamente, da uomini che svolgono,
singolarmente, una frazione delle attività costituenti il processo innovativo;
l' intero processo, quindi, coinvolgendo molti uomini, necessita di una
pluralità di strumenti di coordinamento tra i quali la struttura organizzativa
ha un posto di rilievo.
La struttura organizzativa utilizza la gerarchia per coordinare le attività
innovative, ma esistono altri strumenti per ottenere questo risultato: una
prima serie di questi strumenti sono le strutture orizzontali; a questa
categoria appartengono le unità organizzative di coordinamento, i project
managers, i comitati permanenti e le task force temporanee.
Una seconda categoria di strumenti di coordinamento è composta dai
meccanismi operativi: principalmente, il sistema informativo, il sistema
delle procedure e il sistema della pianificazione.
Abbiamo visto che la realizzazione della struttura organizzativa e degli
strumenti di coordinamento deve tenere conto dei soggetti che pongono in
essere le attività innovative, essendo le potenzialità di questi attori un
vincolo: inoltre, nel caso del processo innovativo gli attori condizionano
fortemente la generale capacità di produrre valore, motivandone una più
accurata trattazione.
Gli attori di un qualsiasi sistema di attività possono essere l' uomo e la
tecnologia, ma nello specifico caso del processo innovativo esiste una
7prevalenza del fattore umano dovuta alla peculiarità delle attività che
lo compongono: le decisioni che devono essere prese nel corso del processo
innovativo sono contraddistinte da condizioni informative deficitarie, che
richiedono l' applicazione di una razionalità limitata, che è tipica del solo
operatore umano.
La prevalenza e la crucialità del fattore umano nel processo innovativo
rende la gestione delle risorse umane un luogo privilegiato per la
costruzione del vantaggio competitivo.
Il lavoratore impegnato nei processi innovativi è, normalmente, molto
scolarizzato ed ha una conoscenza del suo campo di attività molto
approfondita; inoltre ha delle modalità operative in qualche modo
riconducibili a quelle dei professionisti, avendo degli obbiettivi precisi da
raggiungere, ma una certa libertà sui modi con i quali questi debbano essere
raggiunti. Questa similitudine con i professionisti ha fatto sì che questi
lavoratori siano indicati con il termine di "professionals" .
L' efficacia e l' efficienza del comportamento dei professionals sono
condizionate:
1) dalla coerenza degli incentivi predisposti per soddisfare i bisogni dell'
individuo;
2) dalla presenza di ostacoli, ambientali o personali; compito della gestione
dei professionals è quello di predisporre un sistema di incentivi coerente
con le esigenze dell' individuo e di rimuovere gli ostacoli personali
dell'individuo stesso.
Per quanto riguarda la rimozione degli ostacoli personali, l' azienda ha la
possibilità di agire su diversi strumenti quali la selezione, la formazione, il
turn-over programmato e i meccanismi di carriera.
8La selezione e il turn-over programmato hanno la finalità di connettere l'
azienda con il mercato esterno delle professionalità, acquisendo i profili
professionali più idonei ed eliminando quelli ormai obsoleti, al fine di
assicurare una coerenza dinamica tra potenzialità ed esigenze aziendali;
anche la formazione e i meccanismi di carriera hanno uno scopo analogo ,
non ricorrendo, però, al mercato esterno, bensì alle risorse già esistenti all'
interno dell' azienda: questi ultimi due strumenti agiscono, spesso con-
giuntamente, sui profili professionali esistenti, modificandoli ed
utilizzandoli in contesti dove le loro potenzialità sono coerenti alle esigenze
.
L' altro grande compito della gestione dei professionals è quello di
predisporre un sistema di incentivi coerente con le strutture motivazionali
degli stessi.
I professionals hanno un sistema di valori che li distingue dalla restante
parte del personale: mentre la restante parte del personale aderisce al
sistema di valori dell' azienda, i professionals continuano a considerarsi
come parte del loro gruppo professionale anche dopo essere stati introdotti
nell' azienda.
Le strutture motivazionali dei professionals risultano, quindi, più
complesse delle normali strutture motivazionali, richiedendo una
categoria di incentivi ad hoc: agli incentivi economici, esemplificabili con
la retribuzione, ed agli avanzamenti di carriera si aggiungono quegli
incentivi che vanno a migliorare la reputazione professionale quali la
possibilità di insegnare, di portare avanti progetti propri e di effettuare
pubblicazioni.
Nell' ambito della gestione dei professionals, i meccanismi di carriera
meritano un discorso a parte: abbiamo visto che hanno una duplice valenza,
9agendo sia per la costruzione dei profili professionali richiesti che per l'
incentivazione del personale; questa duplice valenza dei meccanismi di
carriera li potrebbe rendere uno strumento formidabile per la creazione del
valore, ma l' esperienza aziendale mostra come una loro erronea
realizzazione possa provocare esattamente l' opposto.
L' inadeguatezza dei meccanismi di carriera è stata indicata da alcuni
autori(Dalton, Thompson, 1971) come la causa di uno dei fenomeni più
pericolosi per la gestione dei professionals: la loro obsolescenza sempre più
precoce.
Il picco delle prestazioni che i normali lavoratori raggiungono dopo i 50
anni, viene raggiunto dai professionals in età sempre più precoce e questo a
causa del crollo motivazionale dovuto alla mancanza di prospettive; la
predisposizione di adeguati meccanismi di carriera può mantenere il
professionals motivazionalmente attivo per un periodo di tempo
sufficientemente lungo, evitando il deterioramento delle prestazioni.
L' adeguatezza dei meccanismi di carriera è data dalla contemporanea
soddisfazione delle esigenze aziendali e delle esigenze individuali: la
programmazione degli avanzamenti di carriera deve fornire all' azienda le
professionalità richieste per ricoprire delle posizioni chiave nei tempi
prefissati, ma, allo stesso tempo, deve consentire all'individuo la
soddisfazione dei suoi bisogni di crescita ed autostima.
La soluzione tradizionalmente portata per rendere adeguati i meccanismi di
carriera è la doppia carriera: alla classica carriera manageriale, composta da
avanzamenti di carriera verso posizioni gerarchicamente più elevate, si
aggiunge una carriera interna all' unità di ricerca e sviluppo, che prevede
miglioramenti retributivi e di status, ma non miglioramenti di livello
gerarchico; questa carriera è riservata ai professionals non idonei per
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assumere posizioni manageriali, ma ugualmente meritevoli di promozione a
causa della bontà delle prestazioni.
Questo strumento manageriale nel corso degli anni è stato sottoposto a
diverse critiche a causa della sua eccessiva robustezza e a causa di un falso
assunto.
la robustezza è dovuta a due lacune lasciate dallo schema della doppia
carriera:
1) la dicotomia manager-specialista prevista dallo schema della doppia
carriera trascura la pluralità di ruoli intermedi esistenti tra i poli estremi,
manager puro e specialista puro;
2) l' esistenza di due sole carriere sottovaluta l' eterogeneità delle esigenze
di crescita esistenti tra i professionals.
Il falso assunto è dovuto alla presunta equivalenza tra carriera manageriale
e carriera specialistica per quanto riguarda il potere: il potere che deriva
dalla competenza, tranne rarissimi casi, non è paragonabile a quello
gerarchico a meno che non si consenta agli specialisti la possibilità di
accedere ai fondi e quella di difendere e promuovere le proprie idee, ma
queste attività sono considerate, dallo schema della doppia carriera, tipiche
dei manager e quindi non di competenza degli specialisti.
Queste critiche vengono superate da un approccio ai meccanismi di carriera
dei professionals meno rigido; nel processo innovativo sono richiesti una
pluralità di ruoli diversi che sono:
1) solutore di problemi di routine;
2) generatore di idee;
3) gatekeeper;
4) campione del progetto;
5) guida del progetto;
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6) sponsor.
Nel corso della sua carriera il professional può, a seconda delle sue
potenzialità, assumere diversi di questi ruoli (Dalton, Thompson, Price,
1980), riuscendo, così, a sfruttare sempre al massimo le sue capacità ed
evitando il crollo motivazionale.
Secondo questa ottica la carriera manageriale e quella specialistica sono
solo due delle diverse carriere previste; le altre carriere esistenti, composte
anche da posizioni contenenti ruoli ibridi, concorrono a fornire le adeguate
risposte alle esigenze di crescita dei professionals.
Di queste problematiche è esemplare il caso del C.S.M.(Centro Sviluppo
Materiali): il C.S.M. è un centro di ricerca che si occupa di ricerca e
sviluppo nel campo della siderurgia e dei nuovi materiali.
La sua offerta consiste in un servizio globale che abbraccia tutto il processo
innovativo relativo a prodotti, quali acciaio,leghe, acciai speciali, ed i
processi necessari per ottenerli; questa offerta è, comunque, destinata a
modificarsi a causa del processo di diversificazione iniziato al fine di
ridurre la dipendenza dal settore siderurgico.
I contratti posti in essere dal C.S.M. sono riconducibili a due categorie:
1)progetti di lungo periodo, riguardanti innovazioni di tipi radicale;
2)progetti di breve periodo o contingenti, riguardanti innovazioni di tipo
incrementale.
La sua struttura è per prodotti e consiste in 6 dipartimenti a loro volta divisi
in sezioni, o funzioni: ciascun dipartimento e, addirittura, ciascuna sezione
è responsabile di più progetti di breve periodo, mentre i progetti di lungo
periodo coinvolgono più dipartimenti e sono seguiti da un responsabile
esterno ai dipartimenti.
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Il coordinamento delle attività è assicurato nel primo caso dal vertice della
sezione e del dipartimento, che curano anche le relazioni con gli altri
dipartimenti, mentre nel secondo caso dal concorso dei vertici dei
dipartimenti coinvolti e del responsabile di progetto, ma con la prevalenza
dei primi in caso di conflitto.
Esiste anche una unità organizzativa denominata “Direzione per i
finanziamenti e i progetti speciali” che si occupa di assistere i dipartimenti
ed il vertice aziendale per quanto riguarda i piani di finanziamento dei
progetti e la partecipazione ai programmi sponsorizzati da enti nazionali ed
internazionali.
Questa struttura, apparentemente verticistica, è, in realtà, funzionante
grazie alla sua snellezza e al network di relazioni informali esistente tra i
professionals tecnico-scientifici:
1)nell’intero C.S.M operano non più di 400 persone; questa esiguità
consente ai vertici aziendali un buon controllo dei processi;
2)inoltre,la stragrande maggioranza della popolazione del centro è
composta da professionals tecnico-scientifici; la comunione di valori e di
linguaggi consente a questi lavoratori un network di contatti informali che
riduce le esigenze di coordinamento.
La prevalenza di professionals della ricerca e sviluppo se da un lato
assicura minori esigenze di coordinamento, dall’altro richiede delle
soluzioni gestionali ad hoc: il sistema degli incentivi adottato dal C.S.M.,
oltre alle classiche politiche retributive, prevede degli incentivi di rinforzo
della reputazione professionale quali la possibilità di insegnare
internamente, di partecipare a seminari ed effettuare pubblicazioni e di
collaborare con le università e gli altri enti di ricerca; inoltre prevede dei
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meccanismi di carriera specifici che incidono fortemente sui bisogni di
crescita ed autostima.
Nel 1992 è stato introdotto un modello di sviluppo professionale
riconducibile alla doppia carriera: la carriera comune comprende il training
e la posizione di ricercatore; la posizione di ricercatore è anche il punto in
cui avviene la biforcazione tipica dello schema della doppia carriera: alla
classica carriera manageriale che prosegue con le posizioni di responsabile
di progetto, responsabile di sezione e responsabile di dipartimento, si
aggiunge una carriera tecnico-scientifica, o specialistica, che prosegue con
le posizioni di scientist e senior scientist.
Queste posizioni prevedono delle attività prettamente tecnico-scientifiche e
quindi non sono contraddistinte da potere gerarchico, ma vengono,
comunque, incluse nelle qualifiche di quadro e dirigente, assicurando uno
status ed un trattamento retributivo superiori.
La selezione dei candidati alle posizioni di scientist viene fatta attraverso
un concorso per titoli ed esami: questo concorso è aperto a tutti e la
valutazione è effettuata da un comitato scientifico interno al C.S.M.
Nel caso della selezione dei candidati alla posizione di senior scientist, la
logica adottata è analoga, ma per assicurare obbiettività e qualità nella
selezione, il comitato scientifico è allargato a personalità esterne,
appartenenti al mondo accademico.
La doppia carriera adottata dal C.S.M. è in parte discordante con il modello
puro di doppia carriera: i scientist ed i senior scientist, oltre a svolgere
attività di supervisione scientifica dei progetti esistenti, si occupano anche
di definire le linee strategiche della ricerca e di stabilire contatti con nuovi
potenziali committenti; questa sfumatura nuova arricchisce le posizioni dei
scientists e dei senior scientists del ruolo di gatekeeper commerciale.
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Inoltre, va sottolineato che esistono diversi casi nei quali alla posizione di
senior scientist si uniscono posizioni quali responsabile di progetto, di
sezione ed, addirittura, di dipartimento: questa compresenza di ruoli
manageriali e tecnico-scientifici, rende la doppia carriera del C.S.M. idonea
a soddisfare anche le esigenze di quei professionals che non si riconoscono
completamente in una delle due carriere classiche, assicurando anche a loro
una maggiore attivazione motivazionale e assicurando all’azienda quella
pluralità di ruoli così importante per il successo del processo innovativo.