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LA CULTURA OLANDESE NEL SECOLO
D’ORO: UN’INTRODUZIONE
Lontana dai fremiti di Amsterdam e dalle cartoline affollate di tulipani, Delft sembra
specchiarsi ancora nei quadri del suo Maestro, come una dama che si sforzi di restare
somigliante al suo miglior ritratto giovanile
1
. Essa ne insegue i colori, e invita il visitatore
a unirsi al suo coro di silenzi, a trattenere il fiato all‟unisono con i personaggi delle sue
tele. Camminando lungo le prospettive tracciate dall‟acqua ci si perde nel solito esercizio
dell‟immaginazione che cerca di calare lo scenario fra i costumi e i suoni del tempo del suo
splendore: il carillon della Neue Kerk che mette la sordina all‟organo barocco, i mercanti
nella Groote Markt, la torre pendente della Oude Kerk più forte del grande incendio
2
.
Ceramica e tappeti negli interni, e poi i dipinti. Piccoli abbastanza per viaggiare sui canali.
Si va verso il museo: la locanda.
E dalla finestra della sua locanda, la Mechelen Inn, il giovane Vermeer, il mattino del 5
giugno 1648 forse guarda i fuochi d‟artificio che celebrano l‟indipendenza dalla Spagna.
Ottant‟anni esatti di conflitto. Ottant‟anni in cui si forgia lo spirito civico delle Province
Unite: la ribellione e la coscienza della neonata nazione portano in sé i germogli
dall‟imminente fioritura. Ottant‟anni durante i quali Delft, in attesa di essere culla per
Vermeer, De Hooch e Fabritius, è fortezza e tomba per Guglielmo d‟Orange
3
.
Società e istituzioni
Quando il collo si libera dal giogo, si scoprono le cicatrici. Già da tempo i segni delle ferite
spagnole fanno da confine tra Paesi Bassi meridionali e settentrionali. I primi restano legati
ai disegni del Re, alla nobiltà e ai gesuiti, sulla cui autorità si modellano cultura e
1
C‟è chi arriva a definirla “la città più bella e amabile d‟Olanda”: C. Merian, “Beschreibung der furnemsten
Orter in der Niderlandischen XVII provincen”, in Topographie Germaniae, vol 13 Kassel 1954.
2
Delft nel seicento è “riedificata & tutta rinnovata & rabbellita” dopo l‟incendio del 1536. L. Guicciardini,
Descrittione di tutti i Paesi Bassi, Anversa 1567, p. 181.
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È a Delft che Guglielmo d‟Orange viene ucciso da un fanatico cattolico, il 10 luglio 1584:
H. Koningsberger, The World of Vermeer:1632-1675, New York 1967, pp. 29-39.
4
costumi. Oltre la ferita, già lontane all‟orizzonte, le Province Unite
4
.
La loro originalità è evidente già nella scelta del modello politico: stato repubblicano a
struttura federativa. La sede della sovranità è negli Stati Provinciali, che nominano lo
Stadhouder, il capo dello stato, quasi sempre esponente degli Orange, la più importante
famiglia d‟Olanda che elegge a sua dimora proprio Delft. Un sistema tanto bizzarro quanto
efficace, volto al benessere nazionale e al pacifismo (nell‟accezione che questo può avere
nel Seicento). Tutto l‟ordinamento politico ha carattere prevalentemente cittadino ed è
dominato dalle classi urbane
5
: è questo ceto borghese, in cui l‟oligarchia economica
coincide con l‟oligarchia politica, il protagonista della scena olandese nel Seicento.
L‟Olanda nel XVII secolo è davvero una voce fuori dal coro. Canta da dietro le quinte del
sontuoso palcoscenico d‟ Europa, su cui si divinizza la monarchia assoluta e si celebra la
rinnovata fede cattolica attraverso i fasti del Barocco. Canta di una storia singolare, sul
proscenio di un lembo di terra rubato al mare:
«… pur trovandosi tra la Francia, la Germania e l‟Inghilterra (…)la terra dei nostri padri,
più che un esempio ed un modello, rappresentò una deviazione rispetto al tipo generale di
civiltà dell‟epoca, un caso speciale sotto molti rispetti»
6
.
Posizione geografica, acqua come via di comunicazione, un terreno suddiviso in modo da
impedire il grande latifondo; un clero mai abbastanza radicato nella società da poter
resistere alle scosse di Erasmo prima e Calvino poi. Humus ideale per quella che per molti
è l‟affermazione della borghesia e di una sorta di proto capitalismo; ma prima ancora del
borghese è il cittadino, “prima uomo della civis e in secondo luogo homo oeconomicus”
7
, il
centro del mondo olandese.
Per la prima volta nella storia moderna, lo zenit di una nazione si trova sul punto iniziale
della parabola. Non con la guerra, ma col commercio, si accede alla grandezza. Dopo la
chiusura della Schelda e l‟isolamento dal mare del porto di Anversa, Amsterdam diventa il
cuore della nazione e nel 1611 vi si fonda la Borsa; il traffico commerciale del Baltico
viene dominato e le alleanze mercantili schiudono le rotte per l‟Oriente. I porti batavi
4
Si accetti l‟uso di “Olanda”, dal nome della provincia più importante, in luogo di “Province Unite” o “Paesi
Bassi”, come una “sineddoche geografica” di uso comune.
5
A. Musi, Le vie della modernità, Sansoni, Milano 2000, p. 235.
6
J. Huizinga, La civiltà olandese del XVII secolo, Einaudi, Torino 2008, p. 6.
7
S. Schama, Il disagio dell‟abbondanza. La cultura olandese dell‟epoca d‟oro, Il Saggiatore, Milano 1988,
p.7.
5
accolgono materie prime e semilavorati, ed esportano i manufatti
8
. Prospera l‟industria, e il
capitale rende l‟agricoltura ricca, moderna ed efficiente, mentre i paesi vicini si attardano
in una politica estera confusa e difficoltosa: la loro concorrenza è praticamente assente.
Altra peculiarità, decisiva: esenti da restrizioni corporative, le attività olandesi hanno un
margine di libertà superiore alla media europea.
Al giro di boa della metà del secolo, dal cuore di Amsterdam si irradia un impero
commerciale che tocca entrambi gli emisferi e la cui marcia trionfale scuote finalmente
l‟Inghilterra, prima nazione a porre resistenza: Mare Liberum contro Mare Clausum
9
. In
America gli olandesi perdono terreno e gli anni 1652-1680 costituiscono una fase di
relativo ristagno economico. Sul piano politico, dal 1653 al 1672, il regime repubblicano è
consolidato ed è sperimentata una nuova forma di governo senza Stadhouder, le cui
funzioni sono delegate al Gran Pensionario Jan de Witt, portavoce dell‟oligarchia di
Amsterdam che è riuscita a eliminare l‟influenza degli Orange dalla vita politica del paese.
I caratteri del nuovo governo sono una maggiore autonomia delle diverse province e la
tolleranza religiosa
10
.
Il Settecento si appresta alla ribalta, proponendo come sua drammatica ouverture la Guerra
di Successione spagnola. La civiltà olandese che cede al capriccio di indossare i costumi
sfarzosi della vecchia Europa non si accorge che sta spogliandosi della sua originalità.
Bramosa di affacciarsi dallo stesso proscenio, l‟Olanda abbandona dietro le quinte la sua
autenticità. Quando la sua voce inizia a intonarsi al resto del coro, è segno che il sipario sta
per calare.
Cultura e istruzione
Erasmo da Rotterdam, già nel XVI secolo , commenta il numero insolitamente elevato di
persone colte in Olanda. Cent‟anni dopo, i Paesi Bassi vantano cinque università di fama
internazionale, con più della metà dei loro studenti provenienti dall'estero. L'alto livello di
alfabetizzazione porta ad un fiorente commercio di libri in lingua olandese; sulle mensole
8
Fra i prodotti importati, il tè diventa popolarissimo, ad esempio. Si dice che lo stesso dottor Tulp
immortalato da Rembrandt nella sua “Anatomia” facesse bere ai suoi pazienti 50 tazze di tè al giorno.
Un altro popolare prodotto giunto dall‟Estremo Oriente è la porcellana. L'interesse per la porcellana porta
alla creazione della famosa industria di ceramica Delft Blue , che prospera ancora . Nel 1700 i vasai della
Delft Blue diventano talmente apprezzati che sono i loro prodotti ad essere a loro volta esportati in Giappone.
Questi e altri beni - seta e tessuti di raso, tappeti turchi - vengono fedelmente registrati nell'arte del tempo.
9
Mare Liberum è il titolo di un manifesto di Grozio del 1609, cui significativamente risponde l‟inglese
Selden con Mare Clausum.
10
Musi, op. cit., p. 236.
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delle librerie convivono la Bibbia e le poesie di Jacob Cats. La mancanza di censura , altra
novità olandese, fa di questa terra un‟isola felice per le molte opere di rifugiati inglesi,
francesi e spagnoli.
Nel 1585 il cartografo Wagenaef Lucas pubblica il suo Mariner's Mirror, due volumi di
direzioni di vela e grafici immediatamente tradotti , copiati e stampati in tutta Europa. La
cartografia olandese è la migliore del mondo e anche per chi resta sulla terra ferma, diventa
di moda appendere carte nautiche splendidamente illustrate sulle pareti della propria casa
come decorazione, una voga che si riflette in molti dipinti contemporanei.
I confini sociali in questo in questo paese sono ancor meno netti di quelli tra terra e acqua:
l‟aristocratico, il magistrato e il borghese leggono insieme nelle Camere di Retorica o nei
Circoli delle Guardie Nazionali. A Vondel, singolare concessione al barocco, fa da
contraltare Constantijn Huygens
11
, esempio di come anche in un patrizio possa albergare
un‟anima civica e borghese.
L’influenza del Calvinismo
Benché promosso a religione ufficiale dal Concilio di Dordrecht del 1618 (almeno per chi
ricopre cariche pubbliche), il Calvinismo non è chiesa di stato in senso stretto, sicuramente
non nel senso che si intende in Inghilterra o in Scozia negli stessi anni. La diffusione della
riforma è certo capillare, ma non ottiene il monopolio delle anime. Molti restano cattolici,
altri si rivolgono alle diverse confessioni protestanti: luterani, battisti, rimostranti. La
caccia alle streghe si chiude un secolo prima che negli altri paesi; la comunità ebraica, caso
unico nella storia, per quanto non esattamente oggetto di simpatia, non subisce
persecuzioni: la vita religiosa smussa ulteriormente i confini tra i gruppi sociali. Il
Calvinismo riceve una spinta dai profughi provenienti dalle terre conquistate dalla Spagna.
Chi si sobbarca un simile viaggio verso il Nord possiede necessariamente un carattere
forte, e assume un ruolo essenziale nell‟ascesa mercantile.
La vittoria dei controrimostranti del 1618 è puro compromesso sociale e culturale: la vita
olandese non diventerà mai puritana. È l‟Umanesimo di Erasmo il vero retroterra fertile su
11
Constantijn Huygens (1596 – 1687) è poeta, compositore e diplomatico. Oltre che per l‟importanza e la
diffusione dei suoi versi viene anche ricordato come segretario di due Stadhouder della famiglia d‟Orange:
Federico Enrico e Guglielmo II. Nella sua piccola villa rifugio presso l‟Aja si dedica al liuto, alla viola da
gamba, al virginale, strumenti per i quali scrive molte musiche. Considera il suo amore per la musica
addirittura più importante delle sue attività letterarie, alle quali si dedica nel tempo libero. Incontreremo
ancora il suo nome, e lo vedremo incrociarsi con quello di Vermeer.
7
cui si sviluppa la civiltà. La Chiesa non ha un peso determinante nelle università, ancor
meno nella cultura di Grozio e Spinoza. Alla scienza il Calvinismo non dà un contributo
evidente. Lo stesso luogo comune che vede in esso la molla del sistema economico
olandese è un abbaglio storico: il clero continua a denunciare i rischi di questa corsa al
profitto, contribuendo a instillare nell‟anima dei fedeli ansia e disagio
12
.
L’arte olandese nel secolo d’oro
La stessa arte olandese non appare in debito verso la fede protestante in genere, ancor
meno verso il Calvinismo. Anche in questo campo, l‟Olanda è l‟anomalia del secolo.
Trascurando architettura e scultura - troppo afflitti dalla scomparsa della grande
committenza nobiliare, ecclesiastica, o anche solo municipale
13
- è la pittura il primo
pensiero che si associa all‟evocazione del “Secolo d‟Oro”. I pittori trovano rifugio nel
patrocinio del mercante, ricompensandone le richieste con energia e genio: il risultato è
non solo un ritratto vivido di una nazione e un‟ epoca brillanti, ma un capitolo centrale
della storia dell'arte. Si tratta del primo mercato d‟arte di massa della storia: il prezzo dei
dipinti, delle incisioni, dei libri di emblemi, pur nella sua gamma variabile, è accessibile a
tutti gli strati della popolazione, anche perché più che opere d‟arte essi vengono considerati
prodotti di artigianato, il cui prezzo dipende non solo dalla qualità intrinseca ma anche da
fattori come la misura e la cornice. Le scene di “malavita”, di caserma o di bordello, i
quadri di interni e le scene con serva sono i pezzi più economici
del catalogo
14
. L‟arte e la
cultura sono a portata di mano anche per artigiani, locandieri, commercianti: la brede
middenstand.
Huizinga, che sottolinea il ruolo delle immagini come mezzo per conoscere la storia,
rifugge dal rischio di assegnare agli spiriti del Seicento un‟ anacronistica maturità estetica.
Cosa si cerca e cosa si vede nella pittura? Vi è un interesse per la linea e il colore ereditato
dalla plurisecolare tradizione di decorazioni e policromie. Ancora più importante è
l‟abitudine a gustare le cose nel loro aspetto esteriore, sintomo dell‟importanza data alla
realtà, alle cose terrene, allo sguardo; il valore della copia in sé, vista non come semplice
12
“Il bizzarro esito di questa incongruenza tra principio e pratica fu di incoraggiare non l‟accumulazione di
capitale, bensì la spesa, al fine di allontanare da sé il sospetto dell‟avarizia”. Schama, op. cit., p. 336 e segg.
13
in un sistema politico in cui il denaro affluiva solo in piccola parte nelle casse di un‟autorità centrale.
14
“In un‟asta del 1682 una scena di campagna fruttò 2 gulden e 10 stuiver, mentre una scena di malavita
(specificamente descritta come tale) andò per un solo gulden e 10 (nello stesso inventario uno specchio con
cornice d‟ebano fruttò 10 gulden!)”. Schama, op. cit., pp. 323-324.
8
riproduzione ma come espressione di un‟essenza nascosta dietro la forma
15
. Accanto alla
riproduzione, infine, il tesoro di simboli e allegorie suggeriti dal mondo concettuale.
In generale, si desidera possedere un quadro perché esso rappresenta una cosa ed esprime
un senso a cui si annette un valore
16
; in pratica, la funzione del dipinto è abbellire la casa
del borghese, connotare il suo nuovo status
17
. Questa destinazione ne stabilisce il formato,
la fantasia e il soggetto: coerente col carattere della popolazione, solo di rado la pittura
tende alla monumentalità. L‟Anversa adornata dall‟opera di Rubens e dei suoi eredi
sembra più lontana per gli artisti che non per i mercanti, e al di là delle suggestioni che
contaminano Rembrandt e la sua cerchia non resta pressoché nulla dell‟impeto barocco
18
:
non addobbo maestoso, pomposa dignità, teatralità e sonorità, ma semplicità dei costumi,
parsimonia, pulizia. Caratteristiche della società olandese che si riverberano nella sua
pittura, e in particolare in quella di Vermeer
19
.
Benché la nascita di collezioni e gabinetti inizi a inclinare leggermente l‟asse della
ricezione e della funzione dell‟opera verso un più consapevole amore per l‟arte ,
sull‟artista prevale ancora il soggetto. Esso si fa ricettacolo di riferimenti, allegorie,
allusioni, in buona parte ancora indecifrate. Dalla natura morta ai soggetti musicali, ogni
oggetto, ogni segno, è veicolo di un doppio significato, naturale ed emblematico.
Sebbene non sia di tendenze decisamente protestanti, questo stile opera in un ambiente che
prevalentemente protestante è, e che lo reputa inadatto a soggetti sacri e rappresentazioni
liturgiche. Il Protestantesimo “amputa” così una parte della fantasia e del fattore ideologico
dalla tradizione pittorica olandese
20
.
Al di là dell‟iconoclastia religiosa, ci sono anche altri aspetti della vita olandese che
faticano ad ottenere una traduzione visiva . Uno è la povertà. La prosperità di cui godono le
classi medie non si estende a tutti e negli strati inferiori della società penetra molta meno
ricchezza di quanto si possa presumere dalle strade pulite e ben ordinate che appaiono in
molti dipinti. Anche se lo standard di vita è molto più elevato di quello dei paesi vicini, nel
secolo d‟oro, l‟oro è tutt'altro che fino, per metà della popolazione . Altra omissione: la
guerra. Dopo decenni di sanguinosa lotta , non c'è praticamente alcuna traccia di essa nei
15
Questo tipo di sensibilità estetica si riflette nella sostanziale fedeltà alla natura della pittura olandese.
16
Huizinga, op. cit., p. 83.
17
C.W. Fock, “Werkelijkheid of schijn. Het beeld van het Hollandse interieur in de zeventiende-eeuwse
genreschildenkunst”, in Oud Holland, 112, 1998, pp. 187-246.
18
Va ricordato una volta in più che ci si riferisce qui alla tendenza più tipica dell‟arte olandese del periodo, la
pittura di genere, e che a questa data parlare di arte olandese esclude dal computo la pittura fiamminga, che
esercitandosi in un‟area prevalentemente cattolica assume dal Barocco internazionale elementi di gran lunga
maggiori.
19
J. Veth, Beelden en Groepen, Amsterdam 1919, p. 105.
20
Curiosamente sono molti invece i quadri (es. quelli di Emanuel de Witte) che ritraggono gli interni delle
chiese stesse.