Introduzione
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INTRODUZIONE
Sono solo due piccole parole in inglese ma racchiudono molteplici
significati e la loro traduzione è in continua evoluzione. Il «low cost», che
letteralmente vuol dire a basso costo, prima è entrato nel nostro vocabolario
come sinonimo di volo aereo a prezzi stracciati poi si è diffuso in
moltissimi altri ambiti e ora sta diventando uno stile di vita.
Il primo complice sarà stata sicuramente la crisi, l‟attenzione, la
parsimonia, tutte queste cose ora cominciano a fare tendenza, proponendo
però un nuovo paradigma (anche questo in inglese): «Low cost, high
value». Non bastano più soltanto i prezzi bassi, quello che i consumatori si
aspettano è oggi la qualità a basso costo.
Anche se la necessità di risparmiare è impellente per molte famiglie,
spendere meno non necessariamente vuol dire vivere peggio o
accontentarsi. E a dimostrare che non si tratta solo di un fenomeno legato
alla contingenza economica negativa, ma di una vera e propria
trasformazione sociale e culturale, intervengono i numeri. «Il low cost di
qualità in Italia nel 2008 ha fatturato 55 miliardi di euro» calcola Andrea
Baracco, vicepresidente della Assolowcost, l‟associazione che riunisce
aziende che producono beni «low cost high value», come i mobili Ikea, le
auto Dacia e le attrezzature sportive Decathlon, insieme con quelle che
erogano servizi a prezzi competitivi, come per esempio Mutuionline o le
assicurazioni sul web come Genialloyd e Dialogo. «L‟incidenza sul pil
degli acquisti low cost nel 2008 è stata del 3,5 per cento, pari appunto a 55
miliardi di euro. Dato destinato a crescere nel 2009» prevede Baracco: «Il
fatturato del settore salirà a 61 miliardi di euro, ossia quasi il 4 per cento
del pil».
Introduzione
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In merito ad una ricerca universitaria effettuata su un gruppo di
consumatori in collaborazione con Assolowcost è emerso che il prezzo è
l‟indicatore principale di un prodotto/servizio low cost. Il livello di soglia
atteso dal consumatore è di circa il 50 % in meno, e il prodotto low cost
deve essere funzionale allo stesso modo del prodotto non low cost. Le
eccezioni ammesse sono nei materiali che possono essere più scarsi e meno
duraturi, nel design e nella comunicazione informativa del prodotto, nei
servizi di acquisto del prodotto (per esempio il contesto o le modalità di
acquisto).
Inoltre è affiorato che la nascita del low cost ha modificato le abitudini di
consumo, infatti ha reso possibile l‟acquisto dei prodotti/servizi in modo
più frequente, per esempio se pensiamo ai voli aerei, i soggetti che già
viaggiavano ma raramente, oggi possono permettersi di viaggiare anche
tutti i week-end con una spesa economica modesta.
Per quanto riguarda la sfera emotiva che può indurre l‟acquisto di un
prodotto/servizio low cost è emerso che soltanto per i giovani con età
inferiore ai 25 anni il low cost significa sentirsi più liberi, sensazione legata
al contesto d‟acquisto in cui non si hanno pressioni dal personale, ma
risulta essere una modalità di acquisto self service, al contrario il low cost
viene anche accusato di troppa omogeneità dei prodotti/servizi che
risultano essere anonimi.
Nella fascia d‟età compresa tra i 35 e i 45 anni l‟acquisto è caratterizzato
da un atteggiamento di valutazione del prodotto. Il low cost viene definito
di materiale scarso, come prodotto “usa e getta”. Essi intendono come
prodotto per uso frequente prodotti con una marca che garantisca la qualità
e prediligono che vi sia un‟assistenza del personale maggiore per i loro
acquisti.
Introduzione
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Nella fascia intermedia (dai 35 ai 45 anni) i soggetti non hanno avuto idee
definite, alcuni prediligono gli acquisti low cost altri meno.
Per quanto riguarda la socializzazione derivata dalla condivisione delle
informazioni è emerso che lo strumento principe per gli acquisti low cost è
il web e in particolari i network sociali.
I giovani si limitano a condividere informazioni on line e a completare
l‟acquisto da soli, gli adulti invece preferiscono compensare la mancanza di
assistenza del personale con l‟acquisto in compagnia di un‟amica.
La non durevolezza di questi beni è vista in modi diversi a seconda
dell‟età, i giovani pensano che non possa essere un prodotto alla moda, gli
adulti acquistano per occasioni di consumo, quindi non fanno riflessioni
approfondite per prendere queste decisioni.
I soggetti sono stati tutti in accordo nell‟assumere che i prodotti low cost
si possono abbinare anche ad oggetti di alto posizionamento per
ottemperare a questa loro caratteristica di anonimità.
In conclusione possiamo affermare che il low cost non è un modo per
arrivare al lusso bensì può favorire un aumento dei propri beni di consumo
e può diventare una dimostrazione di un lato della personalità che
rappresenta il soggetto.
Nella ricerca che sarà presentata di seguito si intende approfondire uno
degli elementi che hanno contribuito alla diffusione di questa nuova
modalità di consumo, la sfera emotiva. Si analizzeranno le differenze
emotive emerse dopo un volo, in particolare si intervisteranno i viaggiatori
di un volo low cost e quelli di un volo di linea. Si è scelto di eseguire la
parte sperimentale nel campo del volo aereo perché è sicuramente il settore
più diffuso nell‟ambito del low cost.
Introduzione
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Un‟analisi del comportamento del consumatore
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CAPITOLO 1
Un’analisi del comportamento del
consumatore
1.1 La determinazione del prezzo di prodotti o servizi
Il prezzo è lo strumento fondamentale per stimolare la domanda dei
consumatori e, di conseguenza, le scelte riguardanti questo strumento
diventano determinanti per la redditività a lungo termine dell‟impresa.
Si può quindi assumere che sia possibile scegliere all‟interno di un
“continuum”, il limite minimo si costituisce nel prezzo di acquisto o di
produzione del prodotto o servizio per l‟impresa, il limite massimo è
determinato dal mercato e quindi riguarda la domanda dei consumatori. In
base alle strategie adottate dai concorrenti, l‟impresa deciderà dove
posizionarsi all‟interno di questo “continuum”. Da alcune ricerche
empiriche relative alla fissazione del prezzo è emerso che le imprese
italiane tendono ad orientarsi in queste scelte in base al costo più che alla
concorrenza, inoltre risulta alquanto scarsa l‟importanza data alla domanda
e quindi ai consumatori. Questo perché risulta un processo abbastanza
elementare applicare un ricarico prefissato (mark up) al costo del prodotto,
inoltre si fonda su informazioni facilmente reperibili, a differenza di quelle
relative al mercato e alla concorrenza, che essendo dati esterni
richiederebbero un investimento in analisi della domanda e della
concorrenza.
L‟orientamento alla concorrenza per la determinazione del prezzo
presuppone che il management ragioni in senso opposto rispetto
Un‟analisi del comportamento del consumatore
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all‟orientamento in base ai costi, in quanto in corrispondenza del livello di
prezzo della concorrenza si ragiona se è possibile coprire tutti i costi ed
ottenere un margine di guadagno adeguato.
Quando invece la scelta del management si orienta all‟analisi della
domanda per la determinazione del prezzo, l‟obiettivo che subentra è
conoscere le reazioni dell‟acquirente, in quanto permette all‟impresa di
adottare una politica di pricing efficace e che abbia successo.
1.2 Studio del comportamento del consumatore:
approccio cognitivo, comportamentista ed
esperienziale
L‟approccio cognitivo si focalizza sull‟individuo e sull‟analisi delle
decisioni e dei comportamenti come il risultato di un‟attiva elaborazione
delle informazioni percepite dall‟ambiente. Per questo motivo, il prezzo di
un prodotto può essere visto come uno stimolo informativo capace di
catturare l‟attenzione del consumatore, di essere interpretato e quindi
memorizzato. Questo processo culmina con l‟integrazione del prezzo nel
quadro completo che riguarda il prodotto e che porta alla decisione finale,
di acquisto o no dello specifico bene. Possiamo quindi concludere che
questo approccio prevede un consumatore attivo nell‟ottenere informazioni
dall‟ambiente e nell‟orientare le sue decisioni e i suoi comportamenti verso
gli obiettivi che si propone.
L‟approccio comportamentista si presuppone di spiegare il
comportamento d‟acquisto del consumatore in base alle caratteristiche
degli stimoli ambientali, non indaga invece come egli percepisce gli stimoli
informativi come nel primo approccio che abbiamo visto. In questo caso il
Un‟analisi del comportamento del consumatore
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prezzo può diventare uno stimolo discriminatorio per l‟acquisto finale del
bene, in quanto i benefici del prodotto possono risultare offuscati
dall‟ingente peso del denaro necessario per ottenere il bene in questione.In
questo caso è importante osservare come si modifica il comportamento
d‟acquisto dell‟individuo in risposta a modificazioni dello stimolo di
prezzo, senza scendere in merito ai processi mentali effettivamente
impiegati.
L‟approccio esperienziale studia l‟importanza del prezzo come particolare
significato simbolico per la categoria del prodotto. Il bene grazie al prezzo
acquisisce particolari valenze positive e il consumatore in questo caso
prova con l‟uso del prodotto sensazioni piacevoli di gioia ed eccitazione.
L‟approccio più rilevante e documentato è finora quello cognitivista
basato sul paradigma dell‟elaborazione delle informazioni.
Il prezzo è capace di produrre effetti significativi sui giudizi e sulle scelte
del consumatore. Può catturare l‟attenzione del consumatore e gli viene
assegnato un significato, arrivando a definire un prezzo psicologico o
percepito (costoso o conveniente). In questo processo è fondamentale il
prezzo di riferimento, ossia lo standard interno che il consumatore usa per
giudicare i prezzi delle alternative disponibili sul mercato. Una volta che il
prezzo è stato acquisito e interpretato viene trasferito alla memoria a lungo
termine dove prevalgono i concetti di ricordo del prezzo e conoscenza del
prezzo. Il consumatore si rende conto se riesce a ricordare precedenti
acquisti o se ha un‟idea piuttosto vaga di questi prezzi. Infine, il prezzo
acquisito dall‟esterno o recuperato dalla memoria viene integrato con altre
informazioni rilevanti per quanto riguarda gli attributi del prodotto in
esame per arrivare alla formazione di un‟idea complessiva delle alternative
possibili e quindi, intraprendere una scelta (vedi Figura 1).
Un‟analisi del comportamento del consumatore
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Figura 1.2.1–Schema concettuale per l’analisi della relazione tra prezzo e comportamento del consumatore
Fonte: Romani, Simona. 2000. „L‟analisi del comportamento del consumatore per la determinazione del prezzo
di vendita di prodotti e servizi‟. Milano: Franco Angeli.
1.3 Il prezzo percepito dall’ambiente
Il prezzo qualunque sia la sua modalità di presentazione non fornisce
un‟esperienza sensoriale, non può essere toccato ed esaminato come un
prodotto, ma nonostante questo è in grado di influenzare significativamente
il comportamento del consumatore. In ragione della progressiva diffusione
della vendita self service e quindi in assenza del contatto col venditore,
sono diventate importanti le modalità di presentazione del prezzo, per
Un‟analisi del comportamento del consumatore
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attirare l‟attenzione del consumatore sulla convenienza del prodotto o
servizio, e che lo invoglino all‟acquisto.
Il processo che un individuo segue per interpretare qualsiasi stimolo
esterno può essere descritto in tre fasi: esposizione, attenzione e
comprensione. Le prime due fasi preliminari sono necessarie affinché il
soggetto interpreti gli stimoli e quindi perché avvenga la comprensione. Per
quanto riguarda il prezzo, le opportunità che il consumatore ha di trovarsi
esposto ad esso sono molteplici; tuttavia l‟esposizione può nascere anche
dalla consapevole ricerca di informazioni da parte del soggetto che intende
risolvere un determinato problema d‟acquisto o da occasioni fortuite:
esposizione intenzionale nel primo caso, esposizione accidentale nel
secondo. In questo ultimo caso, può accadere che lo stimolo non venga
realmente percepito dal soggetto in quanto non esiste in quel momento
un‟esplicita volontà del soggetto di ricercare informazioni.
Dal momento che il prezzo ha ottenuto l‟attenzione del consumatore si
sviluppa il processo di comprensione, che consiste nell‟aggiungere
contenuti e significati alle informazioni recepite e nella progressiva
integrazione delle nuove conoscenze con quelle già esistenti in memoria.
Alla base della comprensione vi sono tre meccanismi cognitivi:
l‟organizzazione, la categorizzazione e l‟inferenza. L‟organizzazione
permette all‟individuo di collocare lo stimolo percepito nel contesto a cui si
riferisce associando il prezzo del prodotto a tutte le altre caratteristiche che
lo riguardano. La categorizzazione favorisce l‟attribuzione di un significato
al prezzo percepito basandosi principalmente sulle conoscenze a
disposizione e sul prezzo di riferimento interno del consumatore. A
conclusione di questo processo, si possono creare delle inferenze basate su
ulteriori attività di elaborazione dell‟informazione disponibile con lo scopo
Un‟analisi del comportamento del consumatore
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di attivare delle convinzioni sulla base delle informazioni ambientali, come
per esempio il livello di qualità del prodotto.
Uno stesso prezzo può quindi essere diversamente interpretato dai
consumatori e per il singolo consumatore può avere un diverso significato
a seconda del prodotto, delle situazioni di acquisto, del momento.
1
1.3.1 Il prezzo di riferimento interno
La convinzione comune è che il prezzo di riferimento rappresenta per il
consumatore uno standard interno relativo ad un certo prodotto, un prezzo
che egli si aspetta di dover pagare e con riferimento al quale valuta i
diversi prezzi dei prodotti che osserva sul mercato.
2
Vi sono varie definizioni disponibili in letteratura che analizzano il prezzo
di riferimento. Ne vediamo alcune:
Tab. 1.3.1.1 Le tre categorie di prezzi di riferimento
Prezzi di riferimento aspirazionali Il prezzo che gradirei pagare
Il prezzo a cui considero il prodotto un
buon acquisto
Il massimo che sarei disposto a pagare
Un prezzo ragionevole e giusto
Prezzi di riferimento di mercato Un prezzo medio praticato sul mercato
Un particolare prezzo che ho visto o
sentito
Prezzi di riferimento storici Il prezzo medio tra quelli pagati in passato
1
Romani, Simona. 2000. „L‟analisi del comportamento del consumatore per la
determinazione del prezzo di vendita di prodotti e servizi‟. Milano: Franco
Angeli.pag.69.
2
Romani, Simona. 2000. „L‟analisi del comportamento del consumatore per la
determinazione del prezzo di vendita di prodotti e servizi‟. Milano: Franco
Angeli.pag.73.