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Introduzione
“Il razzismo e lo straniero” prova ad affrontare alcuni aspetti
divenuti essenziali e caratteristici della modernità, ovvero si
interroga su che cosa possa rappresentare lo straniero che
incontriamo tutti i giorni.
E’ un individuo di cui dobbiamo avere paura o ci fa paura
proprio perché non lo conosciamo e non intendiamo conoscere
la sua storia? Questo percorso rappresenta per me una tappa
importante perché, forse per la prima volta, affronto un tema
complesso di cui mi sento partecipe attiva e che in futuro vorrei
continuare ad approfondire. Le tante domande che emergono
nel corso di questa tesi non sempre trovano una risposta
perché il rischio è sempre quello di cadere nelle reti della
ovvietà e nella tanto temuta banalità.
La necessità che si avverte attualmente è la riacquisizione di
alcuni valori molto spesso perduti o lasciati in secondo piano
nella vita degli individui. Il mio percorso cerca di comprendere
gli aspetti dell’altro come diverso da me e propone una sua
integrazione, più o meno pacifica e dignitosa, all’interno di
questa società.
La Shoah ha rappresentato e rappresenta una “barbarie” da cui
non si può prescindere. Ciò che può ancora stupire (e che resta
da spiegare) è la tranquilla coscienza con cui gli europei
procedevano al massacro degli ebrei: nazisti e fascisti si
sentivano chiamati ad assolvere un compito “sacro”, sentendosi
completamente liberi di fare quello che volevano, anche solo
per puro divertimento. Tutto ciò ha portato a quello che oggi
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viene chiamato genocidio o sterminio di intere civiltà: per dirla
con le parole di Hannah Arendt “ (…) il totalitarismo ha reso la
nostra umanità superflua”.
L’Europa, tuttora, non ha ancora capito che la sua forza è
radicata nelle differenze e solamente abbandonando i miti
nazionalistici sarà possibile far nascere un continente nuovo,
intriso di spirito critico contro la solida e radicata dogmaticità.
Il razzismo costituisce un fenomeno storico emerso all’alba
della modernità, i suoi schemi costitutivi si sono diffusi in tutto il
mondo attraverso l’imperialismo coloniale, il sistema
schiavistico, il nazionalismo e attraverso la banalizzazione della
razza inferiore in favore della difesa di un origine etnica o
culturale “pura”.
La parola “razzismo” viene applicata a un numero indefinito di
situazioni ed assume una funzione vaga che oscilla tra i
molteplici significati di esclusione, rigetto, ostilità, odio e paura
fobica. Ma quando esso non risulta più evidente e riconoscibile
si pone il problema di quali siano i criteri per identificare le sue
diverse forme.
Un esempio molto significativo è dato dal comportamento
dell’individuo razzista il quale giustifica le misure di espulsione
degli immigrati come incompatibilità di culture e dichiara
pubblicamente la disuguaglianza tra le diverse razze. In molti
leader anti-immigrati degli attuali movimenti nazionalisti e
xenofobi è presente l’affermazione classica della
discriminazione nei confronti della razza ritenuta “diversa”, ma è
evidente anche una presa di coscienza della ormai consolidata
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differenza culturale, fondata esclusivamente sull’antagonismo
tra le diverse civiltà.
A questo proposito si riporta un’intervista svoltasi nel
programma televisivo “InOnda” del canale La7 (di sabato 13
novembre 2010 ore 20.30) nella quale emergono temi rilevanti
come il fenomeno immigrazione e il diritto di una cittadina
immigrata con regolare permesso di soggiorno di richiedere la
cittadinanza per la propria figlia, nata e residente in Italia. Gli
intervistatori sono Luisella Costamagna e Luca Telese, gli ospiti
nello studio sono Roberto Castelli, che attualmente ricopre
l’incarico di Vice-Ministro presso il Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti, e l’ex magistrato Luigi de Magistris.
Lettera di una signora marocchina Nadia Benomar:
“Vi scrivo perché sono disperata e quasi quasi vado sulla gru
con gli immigrati di Brescia con mia figlia, così la gente capisce
quanto è schifosa questa legge. Io sono una ragazza
marocchina di 32 anni, madre di una figlia di tre in Italia dal
1997 con regolare carta di soggiorno. E allora che centro con
quelli della gru? Centro perché da tre anni non riesco ad avere
uno straccio di permesso di soggiorno-cittadinanza per mia
figlia. Quindi io immigrata regolare, ho una figlia clandestina
nata in Italia. A mia figlia hanno tolto il pediatra dopo sei mesi di
vita e tutte le volte che si ammalava la portavo al pronto
soccorso pediatrico. Dopo mi hanno indirizzato verso un
Consultorio a Bologna per bambini clandestini, tutti nati in Italia.
Il padre di mia figlia è clandestino di nazionalità egiziana. Ho
presentato domanda di cittadinanza per mia figlia, lei ne ha
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diritto in quanto apolide, ma non ho avuto risposte. Aiutatemi.
Sono già tre anni che vivo con questa angoscia. Pensavo di
andare a Natale davanti al Parlamento perché, almeno i
bambini, devono avere pari opportunità nella società. Sono
veramente disperata”.
Domanda all’Onorevole Roberto Castelli: “Questa storia
contiene un paradosso incredibile: il clandestino è un reato, il
bambino nasce quindi già con un reato sulla testa. Tutto questo
è una follia. In America chi nasce è figlio di quel paese. C’è un
assurdo burocratico: questa bambina va a curarsi in un
consultorio che è solo per immigrati clandestini quindi se la
polizia volesse fare una bella retata e arrestare i delinquenti
potrebbe appostarsi li e arrestare questi genitori assieme ai loro
bambini (Intervento dell’intervistatrice: “Beh la Lega lo aveva
proposto”). Noi pensiamo che questo non debba accadere e
che forse se vogliamo evitare una guerra civile dobbiamo
mettere queste persone che lavorano in condizioni di vita
decenti. Io credo che lei dovrebbe esser d’accordo con questo”.
-Onorevole Castelli: “No, non sono d’accordo su nulla. Intanto la
signora impari l’educazione e il rispetto per le istituzioni italiane
visto che è ospite qua. Il Parlamento italiano non fa leggi
schifose, fa leggi democratiche che possono essere condivise o
meno. La inviterei perciò ad usare un linguaggio più rispettoso
nei confronti delle grandi istituzioni del paese in cui lei viene
ospitata. Vede, a me una cosa del genere non può capitare
perché me ne sto nel mio paese. Se io fossi all’estero e mio
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figlio nascesse all’estero, vorrei che mio figlio mantenesse
assolutamente la cittadinanza italiana quindi se noi facessimo
quello che fa l’America creeremmo un “vulnus” per la libertà dei
cittadini nel paese. Il Parlamento italiano ha stabilito che stare
in Italia da clandestini così come in tutti i paesi del mondo non
si può fare quindi dovreste cercare di uscire dall’illegalità per
quanto riguarda suo marito. La questione dell’assistenza
sanitaria a sua figlia è garantita ovunque come è garantito il
fatto di poter andare a scuola, quindi vorrei capire dov’è tutto
questo problema. Francamente non capisco dove sia il
problema. Se la signora ha il permesso di soggiorno può
andare a vivere ovunque con sua figlia”.
-Signora marocchina: “Mia figlia non può avere il permesso di
soggiorno e le hanno tolto l’assistenza sanitaria. Mia figlia non
ha più un pediatra per la sua crescita”.
-Onorevole Castelli: “Cercate di uscire dall’illegalità. La bambina
può stare sul territorio e ha diritto all’assistenza sanitaria come
tutti coloro i quali sono sul territorio italiano”.
-Luigi De Magistris: “Vorrei rimettere la questione in termini di
dignità umana e costituzionale, non sono assolutamente
d’accordo con quanto sostenuto da Castelli. Innanzitutto è
vergognoso che nel 2010 dobbiamo ancora discutere la prima
parte dell’articolo 3, una distinzione dei cittadini secondo razza
e secondo pelle. In secondo luogo è assurdo il reato di
immigrazione clandestina perché si punisce una persona non
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perché ha commesso un fatto ma semplicemente per una sua
qualità soggettiva. E’ assurdo che una bambina che nasca in
Italia non abbia diritto di cittadinanza, le persone non possono
andar bene solo quando fanno dei lavori che gli italiani non
vogliono fare, vengono sfruttati e subiscono lavoro nero.
Quando pretendono diritti veri e propri diventano discarica
sociale. In ultimo luogo trovo veramente indegno che il Ministro
per l’Interno e il Presidente del Consiglio abbiano detto che i
cittadini comunitari senza reddito e senza fissa dimora, invece
di essere aiutati, debbano essere cacciati ed espulsi. Ma che
paese democratico è questo?”
-Onorevole Castelli: “La maggior parte degli italiani è d’accordo
con noi, quando riuscirete a convincere gli italiani a pensarla
come voi cambieranno le cose. E’ molto semplice”.
-Signora marocchina: “Non vivo nell’illegalità. Il problema è che
i tempi di attesa per la cittadinanza sono molto lunghi e forse ci
vorranno altri tre anni”.
-Onorevole Castelli: “A suo tempo potrà avere la cittadinanza
italiana così come prevede la legge italiana. Non capisco
perché voi pretendete di venire a casa nostra a comandare noi,
mi spiega questa pretesa? Se lei è venuta in Italia deve
assoggettarsi alla Legge italiana. Voi parlate solo di diritti ma in
un paese come il nostro deve anche pensare ai doveri, deve
pensare ai doveri italiani”.
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-Intervistatrice: “Ma Castelli, la inviterei a usare uguale rispetto
per una persona che è in Italia con un permesso di soggiorno in
modo legale e lavora”.
-Onorevole Castelli: “Non mi sembra di averla offesa. La
signora lavora come tutti noi e come tutti noi ha il dovere di
rispettare le leggi italiane”.
-Signora marocchina: “L’anno scorso mi è venuto il magone
perché c’era il comune di Bologna che aveva deciso di far
entrare i bambini a scuola solo con il permesso di soggiorno.
Dopo un po’ il Commissario ha revocato questa cosa”.
Intervistatore: “Onorevole Castelli, a me stupisce questa sua
reazione. I leghisti pragmatici, come lei è, quando arrivano di
fronte a un problema macroscopico ne prendono atto e dicono:
è giusto trovare una via di soluzione. Forse questa sarebbe
stata la risposta giusta. Invece se lei mi dice che le sembra
normale che una signora lavora e paga i contributi, vive
nell’illegalità. Se le sembra normale che una bambina di tre anni
e mezzo non possa fare i vaccini…”
-Onorevole Castelli: “Guardi una bambina di tre anni e mezzo i
vaccini li fa perché ne ha diritto. La bambina ha il diritto ad
avere i vaccini, questo è il dato”.
-Signora marocchina: “Vice-Ministro forse lei non sa che ci sono
certi problemi”.
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-Intervistatrice: “Castelli mi permetta di ricordare che è stata
una battaglia della Lega, sui medici per denunciare clandestini
che si rivolgevano al servizio sanitario e sulla non iscrizione
all’anagrafe di eventuali clandestini”.
-Luigi De Magistris: “Sento dire che la signora deve rispettare i
doveri ma ce ne fossero di italiani come la signora”.
-Onorevole Castelli: “Nei valori della Lega non diciamo diritti e
doveri ma doveri e diritti”.
-Intervistatore: “Vice-Ministro Castelli considera che quando un
immigrato perde il lavoro e perde il permesso di soggiorno,
questo permesso di soggiorno per una strana correlazione lo
perda anche il figlio anche se è minore?”
-Onorevole Castelli: “I minori evidentemente seguono le
vicende della famiglia, questo è del tutto evidente. Ma io vi sfido
ad andare in qualsiasi paese Occidentale sul fatto che non ci
sia nessuna regola e che chiunque possa venir qui a
rivendicare diritti. Non ho mai sentito un immigrato parlare di
doveri, parlano solo di diritti. La lotta della Lega è parlare di
doveri. Oggi c’è lo “ius sanguinis” e a me va bene perché se
mia figlia nascesse all’estero vorrei fosse cittadina italiana”.
-Signora marocchina: “Il problema è il tempo d’attesa e le
conseguenze di quest’attesa per il diritto alla cittadinanza
italiana”.