1
Capitolo 1
Dal marketing di prodotto al marketing
olistico.
1.1 Adam Smith, il precursore.
<< Il consumo è il solo fine e scopo di ogni produzione, e
non si dovrebbe mai prendere cura dell’interesse del
produttore, se non in quanto ciò possa tornare necessario
per promuovere quello del consumatore>>
1
.
Con queste parole Adam Smith, fondatore
dell’economia moderna, anticipa quella che sarà in seguito
una tendenza del marketing di più recente concezione.
L’economista politico conosciuto ai più per la sua teoria
della “mano invisibile”, considerato il padre del
capitalismo anglo-americano, invitava già nel 1776 i
produttori ad avere cura delle esigenze del consumatore,
facendosi precursore di quello che sarà il modello di
1
A. Smith, La ricchezza delle Nazioni, 1776, pag. 301
2
Customer Relationship Management
2
dei giorni nostri, la
cui importanza è stata compresa appieno dalle aziende (e
nemmeno da tutte) solo in tempi recenti.
Dopo un susseguirsi di fasi, evoluzioni e rivoluzioni il
focus della logica di marketing è oggi sempre più distante
dal “core” dell’impresa, dall’interno delle fabbriche, dai
vertici imprenditoriali, fino ad arrivare al punto più
distante, al traguardo ultimo della catena di produzione e
vendita: il consumatore. Arrivati ad esso, l’obiettivo è
instaurare con esso una “relationship” quanto più stretta e
confidenziale possibile, che conduca ad un rapporto
stabile e duraturo, di conoscenza reciproca, alla stregua di
un matrimonio riuscito o una storica amicizia.
Smith, convinto di come potessero e dovessero apparire
chiari e semplici i propri principi e le massime
3
, che
2
Customer Relationship Management: <<(…)quell’insieme di procedure,
strumenti e database che un’impresa crea per gestire nel dettaglio le
informazioni relative a ciascun cliente, nonché studiare i cosiddetti “punti
di contatto” (touch point) di tutti i clienti, per imparare a conoscerli, capire
chi sono, che desideri anno e qual è il modo migliore per soddisfarli>>.
Kotler, Keller, 2007 pag.108
3
“Questa massima è così chiaramente evidente di per se stessa, che
sarebbe assurdo cercare di spiegarla” A. Smith, La ricchezza delle Nazioni,
1776.
3
esortavano ad una condotta economica produttiva ed
efficace, era tuttavia consapevole che la tendenza della
mentalità mercantile fosse ancora proiettata verso la cieca
e assoluta ambizione al profitto, madre di condotte e
politiche imprenditoriali ancorate a visioni del mercato
troppo ristrette, e tuttavia destinate ad attraversare i
secoli, e perdurare per molto e molto tempo:
<<(…) nel sistema mercantile l’interesse del
consumatore è quasi sempre sacrificato a quello del
produttore; e tale sistema sembra considerare la
produzione, e non il consumo, come il fine e lo scopo
definitivo di ogni attività e di ogni commercio>>.
4
A supporto di quanto affermato in precedenza vi è gran
parte della storia evolutiva del marketing, con
testimonianze e “residui” della mentalit{ imprenditoriale
“self-interested” nonché degli orientamenti ancorati a
visioni del mercato superate, o comunque lontane
dall’ottica di Customer Relationship Management,
riscontrabili a tutt’oggi. La scena mondiale ci offre gli
4
Ibidem, pag. 654
4
esempi di molti paesi in via di sviluppo, come la Cina
5
, e
gran parte dell’Est Europa in cui la domanda è ancora
superiore all’offerta e l’orientamento alla produzione
risulta molto diffuso.
Dando uno sguardo panoramico al percorso storico
scandito dalle evoluzioni del mercato, sarà più facile
capire come le imprese siano arrivate a volgere lo sguardo
oltre il proprio “steccato”.
1.2. “In principio era il monopolio”.
Quando le prime grandi imprese iniziarono a svilupparsi,
nei primi anni del ‘900, il loro obiettivo altro non era che
la creazione di un mercato di massa per i propri prodotti:
sviluppare al massimo i volumi di produzione, al fine di
conseguire economie di scala che permettessero la vendita
di prodotti standardizzati a prezzi competitivi.
Produzione seriale, omologazione dei prodotti e
organizzazione scientifica del lavoro erano quindi le chiavi
del successo. Il conseguimento dell'obiettivo aziendale
5
P. Kotler, Marketing Management ,12
a
edizione, 2007, pag.16
5
richiedeva quasi esclusivamente lo sviluppo di una serie di
attività di ordine tecnico, che andavano dalla definizione
del rapporto ottimale fra qualità e prezzo, all'informazione
ed alla persuasione dei consumatori e, infine, alla
distribuzione dei prodotti.
E' così che ha inizio, negli Stati Uniti, la fase della storia
del marketing che vede prevalere su ogni altra cosa
l’attenzione alla produzione, in un’epoca segnata da un
rapporto di prevalenza della domanda sull’offerta: le
aziende, per lo più monopoliste, erano sicure di vendere
tutto ciò che producevano, i consumatori erano ben felici
di acquistare, perché finalmente potevano permettersi dei
beni che miglioravano la propria esistenza
6
.
1.3 Parola d’ordine: vendere.
Con il graduale sviluppo dell'economia il mercato, al
crescere dell’offerta dei beni, diventava sempre più
competitivo. Domanda e offerta avevano ormai raggiunto
6
Walter G.Scott: “Introduzione al concetto di marketing sostenibile” , in
V.A., Etica pubblica, finanza, globalizzazione, 2005.
6
un rapporto di equivalenza, la concorrenza cresceva a
ritmo incessante, e focalizzarsi unicamente sulla
produzione si rivelava sempre meno utile a realizzare gli
obiettivi di profitto delle imprese.
Siamo quindi negli anni delle prime grandi campagne
pubblicitarie, quando il consumatore è ancora un
“bersaglio” facile per chi lo voglia indurre e persuadere
all’acquisto. Nelle imprese cresce il bisogno di
promozione, e aumenta il numero e il tasso di innovazione
dei prodotti.
Sono cambiamenti che il Vecchio Continente vive in
decenni differenti rispetto al Nuovo. Per quest’ultimo
(Stati Uniti) si tratta, infatti, del periodo che va dal 1920-30
al 1950, per l’Europa (con qualche anticipazione in Gran
Bretagna), invece, del secondo dopo guerra fino alla fine
degli anni ’60.
7
Fig.1.1. Fasi storiche del marketing negli USA e in Europa
7
7
F. Perrone, Manuale introduttivo alla comunicazione aziendale, pag.133
Ruolo del
marketing
SUSSIDIARIO
INDISPENSABILE
DETERMINANTE
PRIORITARIO
STRATEGICO
Obiettivo del
marketing
SUPPORTARE LA
VENDITA
(SUPPORT)
SVILUPPO
VENDITE (PUSH)
COMPRENSIONE
DEL MERCATO
(PULL)
SVILUPPO
VENDITE
PERSONALIZZARE
L’OFFERTA
(DRIVE)
CONTROLLO IN
UN SISTEMA
AZIENDALE
INTEGRATO
Orientamento
dell’impresa
PRODUZIONE
PRODUZIONE E
VENDITA
MERCATO
CLIENTE
TECNOLOGIA E
MARKETING
Priorità
PRODUZIONE
PRODUZIONE
DISTRIBUZIO
NE
IDEARE
PROGETTARE
PRODURRE
OFFRIRE
ALLARGARE
LA GAMMA
DI PRODOTTI
INTERAZIONE
DELLE VARIE
FUNZIONI IN
UN SISTEMA
D/O
D>O
D=O
D=O
D< O
D<O
D<O
Fase
storica
Europa
FINO ALLA
PRIMA
METÀ DEGLI
ANNI 40
SECONDA
METÀ ANNI
40- ANNI 50
ANNI 60
ANNI 70-80
ANNI 90
Fase
storica
USA
FINO
AGLI
ANNI
20
INCLUSI
ANNI
30-40
ANNI
50- 60
ANNI
70-80
ANNI 90
8
Sebbene quindi in tempi diversi, la nascita di strutture
professionali di vendita e di assistenza al cliente, lo
sviluppo di reti di distribuzione e di attività a sostegno
dell’incremento della domanda del mercato (pubblicit{ e
politica di marca), segnano il volgere dell’attenzione del
marketing verso la vendita
8
.
1.4 Nasce il Marketing “as we knew it”.
Giunti al punto in cui il divario tra domanda e offerta può
dirsi ormai più che ridotto, si fa largo tra le imprese la
necessità di cercare nuovi spazi in cui affermarsi, di
sviluppare ulteriormente la gamma di prodotti da offrire.
Il tutto per far fronte a un mercato vicino alla saturazione
in cui l’offerta è ormai in esubero rispetto alla domanda.
Siamo negli Stati Uniti degli anni ’50 – ’60 e nell’Europa
degli anni ’70, e il marketing continua la sua evoluzione.
E’ giunta l’ora di rivoluzionare il rapporto delle imprese
col mercato, che assume il ruolo di nuovo focus
d’orientamento. Il mercato dovrà essere studiato, ascoltato
8
Walter G. Scott, Il ciclo evolutivo del marketing. Storia e prospettive
future. Tra marketing sostenibile e marketing laterale.
Da: www.businessonline.com
9
e conosciuto a fondo, così come il proprio consumatore.
Nasce la vera e propria attività di marketing come la
conoscevamo e la conosciamo (almeno per quanto
riguarda i suoi fondamenti): vengono elaborati i concetti
base che la accompagneranno fino ai giorni nostri,
racchiusi nella prima edizione, ad opera di Philip Kotler,
di quello che è considerato il “testo sacro del marketing”,
Marketing Management, che vede la luce nel 1967.
Figura 1.2: il “marketing mix”
9
Da qui in poi si inizierà a parlare di “marketing mix”, a
prendere confidenza con quelle che in origine erano le
9
www.startuphustle.com
10
“4P”
10
, con la segmentazione del mercato e la
differenziazione del prodotto; le ricerche e gli uomini di
marketing, che compiono i primi passi sulla scena del
mercato diventano fondamentali per una strategia di
successo, strategia che deve essere integrata, pianificata e
organizzata, creata su misura per ogni singola impresa.
Cambia quindi la filosofia nell’approccio al mercato:
<<Invece di adottare una filosofia incentrata sul prodotto
“produci e vendi”, si adotta una filosofia incentrata sul
cliente, “ascolta e rispondi”. Il marketing si trasforma da
un’attivit{ di caccia a un’attivit{ di “giardinaggio”. Lo
scopo non è più quello di trovare i clienti giusti per il
prodotto, ma il prodotto giusto per i clienti. In base al
10
Product, Price, Place, Promotion; dove per "Place" si intende la
"distribuzione", per "Promotion" si intende l'aspetto comunicativo
compresa la pubblicità. Verso la fine degli anni '70, Kotler aggiunge alle
quattro "P" principali due ulteriori; "Positioning" e "Packaging".
Negli anni '80 Kotler arriva a precisare in un suo saggio l'esistenza di due
"P" ulteriori che definisce le "Public Relations" (considerato lo strumento
principale per la presentazione e diffusione dell'immagine che una azienda
ha a disposizione e che puo' essere applicato nell'espressione del
marketing), ed il "Power", riferito al potere politico ed ai sistemi di
protezione o di evidente favoritismo di un prodotto posti in essere dai
sistemi governativi e dalle loro "Lobby".
11
concetto di marketing la chiave per il raggiungimento
degli obiettivi dell’impresa risiede nella capacit{ di creare,
trasmettere e comunicare ai propri mercati-obiettivo un
valore per il cliente superiore a quello offerto dalla
concorrenza>>
11
.
1.5 Marketing, mai più senza il consumatore.
«Il cliente finale è il consumatore. Se perdete il
consumatore, tutto è perduto».
Paul Foley, Adages for Ad Agencies, 1978
Dagli anni ’80 -90 l’evolversi e l’arricchirsi dello scenario di
marketing è stato rapido e inarrestabile, si afferma in
maniera imponente il marketing dei servizi e delle
esperienze, le classificazioni e le denominazioni dei
concetti che ruotano attorno alle imprese, al mercato e ai
consumatori crescono esponenzialmente, in maniera
proporzionale allo sviluppo tecnologico, in un universo
che riconosce sempre più il cliente come suo centro e il
marketing come sfondo strategico irrinunciabile.
11
P. Kotler, Marketing Management, 12
a
edizione, 2007, pag.17.
12
La relazione con chi acquista assume un’importanza
primaria, come teorizzato da Smith, e confermato da
studiosi della portata di Kotler e Levitt. Quest’ultimo
rivendica il ruolo attivo del consumatore, considerato un
tempo un soggetto passivo cui destinare messaggi invasivi
che lo persuadessero all’acquisto, e sottolinea come il
rapporto azienda/consumatore debba essere considerata
una vera e propria relazione, da coltivare e far durare nel
tempo
12
. Per dirla con Ogilvy
13
:
«Il consumatore non è uno sciocco.
Il consumatore è tua moglie».
(Confessions of an Advertising Man, 1963).
Secondo Levitt il prodotto stesso acquisisce un senso e un
valore che vanno oltre la sua materialità, solo se posto in
relazione con il consumatore, che “trasforma” il prodotto
generico in “prodotto totale”:
<<la risposta ad un insieme di aspettative e proposte, di
aspetti tangibili e intangibili, di cui il
12
T. Levitt, Marketing Immagination, 1983
13
David Mackenzie Ogilvy, pubblicitario britannico. Nel 1948 ha fondato
l'agenzia Ogilvy & Mather.
13
soggetto/consumatore è parte attiva. (…) Il prodotto è un
fenomeno in divenire, il prodotto generico diviene
prodotto atteso, che risponde alle richieste minimali del
cliente. Caratterizzandosi e distinguendosi dagli altri
prodotti sul mercato, attraverso nuovi attributi, diventa
prodotto integrato. L’ultimo passaggio è rappresentato dal
cosiddetto prodotto potenziale, che si riferisce a tutto ciò
che potrebbe essere fatto per competere in maniera più
efficace nel nuovo scenario. Il prodotto totale è l’insieme di
tutti questi fattori. (…) Il prodotto ha senso solo dopo
essere stato venduto e consumato, ha senso solo dal punto
di vista del consumatore.>>.
14
1.6 Il cliente del 2000.
La teoria della centralità del cliente/consumatore
attraversa “illesa” decenni di storia del marketing, ne esce
rafforzata ed arricchita, riscuote consensi a livello
universale, e può contare sul sostegno, imponente, delle
14
Fausto Colombo, Atlante della Comunicazione, 2005, pagg.71-72
14
tecnologie che in modo sempre più evoluto ed immediato
sostengono il rapporto tra le imprese e i propri clienti.
L’azienda dovrebbe essere culturalmente predisposta
all’impegno in questo rapporto, con una diffusione
capillare delle pratiche di marketing orientate alla
clientela.
Scrive Perrone:
<<Il più recente tra gli orientamenti aziendali (direzionali,
organizzativi, e di vendita) è l’orientamento al cliente (…).
La customer orientation rappresenta una diramazione e,
nello stesso tempo, un’evoluzione dell’orientamento al
mercato di cui enfatizza i concetti di fondo, concentrando
ulteriormente l’attenzione sul singolo cliente, nella ricerca
della migliore personalizzazione possibile del servizio
offerto.