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Introduzione.
L’idea di realizzare una tesi di laurea su Fragonard e le sue illustrazioni
per i Contes et Nouvelles di La Fontaine mi è sembrata molto interessante per
diversi motivi: prima di tutto essendo di nazionalità francese volevo trovare un
artista sul quale non si era già scritto di tutto e connazionale per portare un po’
di sapore francese e proporre una cosa diversa.
Il XVIII secolo è tutto volto verso l’immenso desiderio di diffondere la
conoscenza dopo secoli di oscurantismo, soprattutto la fine del regno di Luigi
XIV, e l’Enciclopedia è la realizzazione piø esemplare di questo desiderio di
conoscenza. La diffusione e l’interiorizzazione della cultura è diversa per tutti
malgrado uno sforzo di evidenziare una cultura universale. Diderot non fa altro
nei suoi Salons che tradurre in parola la pittura, e Fragonard tradurre le parole
in pittura
1
. Essendo il periodo Rococò il mio preferito mi sono quindi
indirizzata ad artisti come Boucher, Fragonard e Watteau, cercando comunque
di avvicinarmi di piø a Fragonard per i quali disegni ho un debole.
Quest’artista che arriva alla fine del secolo dei Lumi, non può che essere una
personalità interessante. La morbidezza con la quale tratta il suo universo,
popolato di putti, bambini e giovani fanciulli mi ha sempre emozionato e la
preparazione di un esame di storia dell'arte moderna del Professore Pinelli, ha
incrementato ulturiormente la mia curiosità verso quest’artista.
Trovando per caso un libro che trattava dei disegni di “Frago” per
illustrare La Fontaine, sono stata subito molto attratta dall’argomento: i
racconti sono molto divertenti e lo stile è delizioso. Via via che trovavo
materiale (solo in lingua francese però, sembrerebbe che l’argomento non sia
mai stato trattato in Italia) mi sono anche appassionata all’enigma della
datazione, tuttora non stabilita con precisione. La grande soddisfazione è stata,
poi, il ritrovare lo spirito del testo nelle illustrazioni, tratte con una sensibilità
che Fragonard, come pochi, ha saputo esprimere. L’intelligenza del nostro
artista è stata di riuscire a trattare argomenti licenziosi senza mai cadere nel
1
J.-L. DE LOS LLANOS, in Jean de La Fontaine, Contes illustrés par Jean Honoré
Fragonard , Paris, 2007, p 345.
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volgare. Tutto questo mi porta a considerare Fragonard come l’illustratore di
La Fontaine piø bravo quanto a fedeltà verso lo spirito del poeta, traducendo i
giochi di parole in emozionanti visioni. Le cinquantasette illustrazioni per i
Contes, realizzano la sintesi di quel genio del XVIII secolo che la storia
ufficiale, degna erede della dottrina Neoclassicista, ha provato ad affogare,
spegnendo anche la fiammella del Secolo dei Lumi. Questo genio, che a volte
si chiama licenza è l’espressione metaforica della libertà artistica di cui
Fragonard fu uno degli ultimi paladini.
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Capitolo I. Jean-HonorØ Fragonard, vita e
opera.
Nato a Grasse in Francia il 4 aprile 1732, sotto il regno di Luigi XV,
Jean HonorØ Fragonard è il figlio del guantiere François Fragonard e di
Françoise Petit. Nel 1738, la famiglia si trasferisce a Parigi, Fragonard ha
allora sei anni. Della sua prima infanzia, è possibile che l’artista abbia ricordato
l’atmosfera della sua città natale: Grasse che, a quest’epoca, comincia a
diventare il centro dell’industria del profumo. I fiori che popolano le sue opere,
evocazioni voluttuose e colorate si ispirano alle sensazioni provate da chi,
come Jean-HonorØ aveva vissuto a Grasse.
Della vita in generale di Fragonard sappiamo ben poco, gli archivi
rimangono molto discreti a questo proposito, su un catalogo che conta quasi
quattrocento tele, solo una quindicina sono datate con precisione e meno di una
ventina sono firmate, a volte con un semplice e veloce “Frago”. Quel poco che
sappiamo lo dobbiamo a certe confidenze che, intorno alla metà dell’Ottocento,
fece Teophile Fragonard, suo nipote, fece a diversi storici e scrittori, in
particolare i fratelli Goncourt. Tali informazioni gli erano state trasmesse da
sua nonna, la moglie del pittore Marie-Anne Fragonard e da suo padre Evariste,
il figlio di Jean HonorØ Fragonard. L’ultima fonte è il resoconto dei due viaggi
in Italia, uno scritto dall’Abate di Saint-Non e l’altro dal mecenate Bergeret de
Grancourt.
¨ molto difficile anche avere un’idea della fisionomia dell’artista, e
possediamo solo tre piccoli disegni affidabili (FIG.1) perchØ non contraddicono
le informazioni del certificato del periodo della Rivoluzione: “Altezza di
quattro piedi, undici pollici (1m58), viso tondo, fronte alta, capelli grigi, occhi
grigi, sopracciglia grigie, bocca media, mento tondo, marcato dal vaiolo”. I
suoi vicini di studio al Louvre aggiungono che “era sempre gioioso e con aria
di bonomia allerta”
2
.
A proposito del suo apprentissage, sempre tramite la testimonianza di
2
M.-A. DUPUY-VACHEY, Fragonard , Paris, 2006, pp 9-10.
5
suo nipote
3
, sappiamo che inizia come apprendista da un notaio dal quale è
presto licenziato poichØ passa tutto il suo tempo a disegnare. Sua madre decide
allora di portarlo da un grande pittore, la cui carriera è al suo apogeo, François
Boucher
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, che però si rifiuta di prendere un allievo debuttante e lo manda da
Jean-Baptiste Chardin
5
dal quale imparerà i rudimenti del mestiere. Malgrado
la sua profonda ammirazione per il maestro, Fragonard, già dotato da una
spiccata immaginazione, non può limitarsi a dipingere solo verdure! Ritorna
quindi da Boucher, che si dimostrerà impressionato dai progressi del giovane
artista. Il cambiamento è radicale e decisivo, Fragonard si impregna del gusto
rocaille
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e deliziosamente artificioso del Maestro. L’influenza di quest’ultimo
sarà molto forte a tal punto da indurre in errore i contemporanei, come nella
tela Le Colin-Maillard (FIG. 2) che fu incisa sotto il nome di Boucher nel
1760, per poi essere rettificata nelle stampe successive, anche se la freschezza
del colore e la vivacità della pennellata sono proprie di Fragonard
7
.
Nel 1752, Jean-HonorØ si presenta al concorso per il Grand Prix e
anche se non era un’ allievo dell’AcadØmie Royale, Boucher e Chardin, che
facevano parte della giuria, gli fanno da garante e vince con un soggetto
biblico: JØroboam sacrifiant aux idoles.
Dopo avere seguito per tre anni le lezioni dell’Ecole Royale des Elèves
ProtØgØs
8
, parte in compagnia di due artisti per Roma dove lo aspetta Charles-
Joseph Natoire, il direttore dell’AcadØmie. Fragonard, come tanti artisti, si
trova molto turbato dalla scoperta di Roma e i suoi tesori. Impressionato dagli
affreschi di Raffaello e impaurito dall’energia di Michelangelo nella Cappella
Sistina, dopo un anno di crisi, si riprende. Dagli scambi epistolari tra Natoire e
3
GONCOURT (JULES ET EDMOND DE), L’art du XVIII siècle , Paris, 1881
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François Boucher (1703-1770), pittore incisore, portabandiera con Watteau del
gusto Rococò, famoso per le sue scene pastorale nelle quali i personaggi vestiti di seta e
fiocchi si divertono nel mezzo di una natura incipriata popolata di putti grassottelli.
5
Jean-Baptiste Chardin (1699-1779), pittore di genere, famoso per le scene d’interno
semplice e le nature morte silenziose e piene di poesia.
6
Termine dispregiativo che indica delle rocce più o meno finte, incrostate di
conchiglie, decorazione di grotte e fontane nei giardini settecenteschi, rocaille darà l’etichetta
storico-artistica Rococò, definizione negativa in opposizione al gusto Neoclassicista che avvera
dopo.
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M.-A. DUPUY-VACHEY, Fragonard , Paris, 2006.
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L’Ecole Royale des Elèves Protégés era stata creata pochi anni prima per preparare e
ampliare l’orizzonte culturale dei sei allievi vincitori del Grand Prix attraverso lo studio della
storia antica, della cultura classica, della filosofia, della letteratura, di anatomia… Dopo questa
preparazione gli allievi erano inviati a Roma, con una borsa di studio triennale, presso
l’Académie de France per perfezionarsi.
6
Marigny
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sappiamo che i suoi disegni sono apprezzati ma giudicati troppo
marcati da colori vivaci.
A Roma incontra due persone che avranno un’ influenza notevole sulle
sue opere. La prima è Hubert Robert, che fu un esempio stimolante per il
giovane artista. Paragonando i disegni realizzati da ciascuno negli stessi posti,
si capisce che c’è una vera comunione tra loro, anche se Robert è piø
interessato ad architetture e rovine mentre Fragonard alla rappresentazione
della natura, che magnifica in delle bellissime sanguigne realizzate a Tivoli
(FIG.3). ¨ sicuramente grazie a quest’amicizia che Jean-HonorØ si mette in
contatto con il bailli de Breteuil, grande collezionista che gli commissionerà
una delle sue prime opere galanti, Le baiser gagnØ (FIG.4). L’argomento non è
romano ma la maniera di dipingere è ferma e audace, con giochi di chiaroscuri
che fanno brillare il bianco della camicia e della tovaglia: sembra che l’artista
si sia sbarazzato dal linguaggio artificiale di Boucher per costituire il suo
vocabolario.
L’altro incontro importante è quello con l’Abate di Saint-Non, uomo
erudito, curioso, abile disegnatore e soprattutto molto legato alla società
artistica e intellettuale di Parigi. Con questo generoso mecenate, Fragonard
ritornerà a Parigi al termine dei tre anni di studio. Durante il loro viaggio di
ritorno si fermeranno in tante città come Siena, Firenze, Bologna, Venezia,
Parma e altre, dove l’artista avrà il tempo di disegnare con precisione i piø
celebri capolavori italiani. Sono piø di quattrocento disegni dai quali in futuro
Jean-HonorØ non esiterà a prendere ispirazione.
Di ritorno a Parigi nel 1761, Fragonard manifesta poca fretta a
raggiungere la cerchia artistica della capitale e impiega quasi tre anni a
proporre la tela Le Grand Prêtre CorØsus se sacrifie pour sauver CallirhoØ
(FIG.5), con la quale ottiene l’agrØment. Questa tela è unica per diversi motivi.
Prima di tutto il suo formato, essendo la piø grande tela mai dipinta da
Fragonard, e poi è l’unica volta in cui rappresenta un soggetto drammatico con
così tanti personaggi che sfoggiano una grande diversità di sentimenti, in uno
scenario architettonico cosi affermato. Con quest’opera, l’artista ci sorprende
sotto un nuovo aspetto: quello di un pittore ambizioso, avido di impressionarci.
9
Abel-François Poisson marchese di Marigny, Directeur générale des Bâtiments du Roi
e quindi direttore dell’ Académie Royale .
7
Esposta al Salon del 1765, sarà acclamata dalla critica, Diderot per primo ne
farà un lungo commento. La tela viene comprata per le collezione reali e
all’artista è proposto un alloggio al Louvre.
Dodici anni dopo questo viaggio iniziatico, si presenta di nuovo
l’occasione di tornare in Italia nel 1773. Un altro generoso mecenate, Pierre-
Jacques-OnØsyme Bergeret de Grancourt, gli offre di accompagnarlo nella
penisola. La presenza di Fragonard come cicerone e disegnatore del pecorso, lo
avrebbe reso piø istruttivo e divertente. Per l’artista è l’occasione di sfuggire
dalla realtà di due scacchi
10
: dopo un litigio con la ballerina Guillemard, decide
di lasciare incompiuta la decorazione del suo Hotel Particulier
11
. L’altro
insuccesso, piø scottante ancora, è il rifiuto netto delle quattro tele dipinte per
la Duchesse Du Barry per il castello di Louvenciennes
12
(FIG.6).
Il viaggio dura un anno: Roma, Napoli, Venezia e al ritorno Vienna, Praga,
Francoforte… . Al ritorno a Parigi, le relazioni tra i coniugi Fragonard e
Grancourt si sono molto raffreddate fino alla rottura netta. Un litigio occorse a
proposito dei disegni eseguiti durante il Grand Tour; la tradizione vuole che
l’artista li cedesse a quello che ha pagato il viaggio. Ma Bergeret li ottiene
dopo averli pagati! Sicuramente le relazioni erano già difficili prima del
ritorno, a parte il fatto di viaggiare in una carrozza per dieci mesi di fila, c’è
anche il carattere impaziente del mecenate che vuole vedere tutto in pochi
minuti malgrado la sua volontà di possedere piø disegni possibile. ¨, secondo
alcuni critici, durante questo viaggio che Fragonard realizzerà i disegni, a
matita che illustrano i Contes di La Fontaine.
Nel 1788 l’AcadØmie chiede agli artisti che non hanno ancora
presentato i loro morceau de choix
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di eseguirli velocemente. I motivi invocati
10
J.-L. DE LOS LLANOS, in Jean de La Fontaine, Contes illustrés par Jean Honoré
Fragonard , Paris, 2007, pp 328-329.
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Decorazione che sarà finita da Jacques-Louis David.
12
Fragonard era stato incaricato dalla Du Barry, favorita del Re Luigi XV di realizzare
quattro grandi tele, sul tema delle diverse età dell’amore, per la decorazione del salotto di
Louvenciennes. Opere che una volta compiute furono rifiutate, per motivi oscuri (allegoria
troppo evidente della relazione della favorita col Re, oppure semplice cambiamento di gusto:
dal Rococò al goût grecque che anticipa l’arrivo del Neoclassicismo.) La decorazione fu poi
affidata a Joseh-Marie Vien, pittore che già da una decina di anni difendeva la superiorità
della pittura antica su quella moderna. I quattro pannelli di Vien sembrano avvicinarsi al tema
di Fragonard ma trattati al “antico” dal decoro ai personaggi.
13
È l’opera che permette all’artista agréé di proporsi alla commissione per diventare
Académicien . Fragonard non la presenterà mai.
8
dalle autorità, a proposito di Fragonard, riguardano la sua disinvolta
leggerezza. Alcuni critici insinuano che sono le commissioni private, piø
lucrative, che l’hanno sviato dalla carriera ufficiale. Altri piø perfidi ancora
sostengono che preferisce brillare nei boudoirs, decidendo di consacrarsi a un
genere inferiore anche se la sua produzione di opere religiose e mitologiche,
poco conosciute dal grande pubblico, è notevole. Jean-HonorØ Fragonard ha
quindi iniziato una carriera da pittore di storia per poi preferire la pittura di
genere, con dei temi licenziosi, a volte al limite dell’erotismo, tornando sulle
orme del suo maestro Boucher.
La sua carriera effettiva fu in realtà corta in confronto alla sua vita.
Muore nel 1806 a Parigi ma le sue ultime opere risalgono a una ventina d’anni
prima. Tra la morte di sua figlia Rosalie nel 1788, l’inizio della Rivoluzione
nel 1789, Fragonard sembra entrare in una fase di letargo, non tocca quasi piø i
pennelli. Nel 1790, tutta la famiglia sfugge da Parigi e dal periodo del Terrore e
si trasferisce a Grasse da un cugino per un paio d’anni. Durante questo periodo
il pittore, che si era portato i quattro quadri di Louvenciennes, realizza una
quinta tela intitolata L’abandonnØe, opera intrisa di nostalgia e ultimo grande
capolavoro segno di una felicità perduta.
Tornato a Parigi, gli si apre una nuova carriera, corta ma interessante:
diventò uno dei primi conservatori del Louvre. Con la rivoluzione tantissime
opere vengono confiscate per ampliare la raccolta del Museum Central des
Arts. Ottiene questa carica grazie a David che lo considera “un grande
conoscitore e un grande artista”. Il Directoire pone un fine a questa funzione, è
allora incaricato di sorvegliare i trasporti dei quadri tra Parigi e Versailles,
dove venne creato un museo dedicato solo alla scuola francese. Il CorØsus et
CallirhoØ ne fa parte e la Gioconda di Leonardo da Vinci, allora a Versailles,
entra al Louvre nel 1797, scortata da Fragonard
14
.
Fragonard è stato un illustratore letterario poco conosciuto, dopo aver
illustrato i Contes, si lancia di nuovo in un’impresa dello stesso genere con
l’Orlando furioso dell’Ariosto, nel decennio 1780-90 compone centoquaranta
disegni e per il Don Quichotte di Cervantes una trentina di opere. Progetti
14
M.-A. DUPUY-VACHEY, Fragonard, Paris, 2006, pp 243-245.